Cosmesi fiore all’occhiello del made in Italy, export da record a 7 mld
Negli ultimi cinque anni il beauty è cresciuto del 19,9%, nonostante la pandemia e il complicato scenario internazionale
Tra scienza, ricerca e arte la cosmetica si rivela uno dei fiori all’occhiello dell’industria italiana, con un fatturato che cresce a doppia cifra ed è trainato dalle esportazioni. A delineare il quadro è il supplemento "Beauty" del Sole 24 ore, uno speciale che racconta l'evoluzione del settore attraverso le voci dei suoi protagonisti, multinazionali o piccole realtà, con uno sguardo al futuro.
Come racconta il Sole, secondo la società di ricerche di mercato Euromonitor International, nel 2023 il settore della cosmetica globale ha registrato un valore totale di oltre 617,2 miliardi di dollari. Per il 2024 si prevede che raggiungerà i 670,8 miliardi, con una crescita annuale del 9 per cento. Confrontando questi dati con il valore registrato nel 2018, emerge che negli ultimi cinque anni il beauty è cresciuto del 19,9%, nonostante la pandemia e il complicato scenario internazionale. Per i prossimi quattro anni il settore continuerà il suo sviluppo, con una crescita media annua per il periodo 2024-2028 del 9 per cento. In Italia nel 2023 i ricavi hanno superato i 15,1 miliardi di euro, in crescita del 13,8% rispetto al 2022, secondo i dati dell’associazione di categoria Cosmetica Italia. Positive anche le stime per il 2024 che vedono il fatturato oltrepassare i 16,6 miliardi con un aumento di quasi il 10 per cento.
D'altra parte, quello della bellezza è uno dei settori maggiormente rappresentativi del made in Italy nel mondo. Basti pensare che negli ultimi venti anni il peso delle esportazioni sui ricavi è raddoppiato, arrivando al 46% della produzione con un valore che l’anno scorso ha superato i 7 miliardi, quadruplicando il dato rispetto a vent’anni fa, con un incremento del 20,2% - la crescita maggiore tra tutti i comparti manifatturieri -, che ha portato la bilancia commerciale al valore record di 4 miliardi, abbondantemente oltre i livelli pre-pandemia.
"Il costante investimento in innovazione, la qualità dell’offerta, gli elevati standard di sicurezza e l’inconfondibile creatività italiana sono la formula vincente e la spiegazione del successo all’estero - spiega lo speciale del Sole - che ha dato un importante contributo alla crescita del fatturato dell’industria cosmetica nazionale durante le congiunture più complesse degli ultimi anni, tra crisi finanziaria e pandemia. Crisi alle quali sono seguite le forti tensioni economiche derivanti dagli effetti dei conflitti russo-ucraino e della guerra tra Israele e Palestina, e ancora la pressione legata all’aumento dei costi energetici e delle materie prime e l’inflazione. Un quadro non certo favorevole nel quale l’industria della bellezza mostra tutta la sua resilienza ed anelasticità: ai cosmetici non si rinuncia mai, anche in tempi di crisi".
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