Povertà, Vignola (Fondazione Cesvi): “Lavoriamo per contrastare trascuratezza”
Il vice direttore generale alla conferenza organizzata con Dixan
“Come Cesvi operiamo sul territorio italiano attraverso le strutture della ‘Casa del Sorriso’ attenzionando il tema del maltrattamento e della trascuratezza intesa come incuria. È il caso di quei bambini che arrivano presso i nostri centri trascurati: non hanno i capelli lavati, non hanno gli abiti e la biancheria cambiata”. Roberto Vignola, vice direttore generale Fondazione Cesvi, spiega così l’operato delle Case del Sorriso Cesvi. Lo fa intervenendo a margine della conferenza stampa organizzata dalla Fondazione e da Dixan (Henkel) ‘Oltre la superficie: Analisi e proposte per combattere la Povertà di igiene’.
Durante la conferenza sono stati presentati i dati di una ricerca condotta da Ipsos rispetto al sentiment degli italiani su temi quali povertà, povertà di igiene e futuro economico del Paese. Dall’indagine emerge che la percentuale di famiglie in condizione di povertà di igiene in Italia si attesta tra l’1 e il 10% della popolazione, ma il percepito tocca punte che vanno dall’11 a ben oltre il 30%. Con le Case del Sorriso Cesvi cerca di “lavorare con le famiglie per sostenerle nel loro percorso educativo - spiega Vignola - Lavoriamo anche con i giovani all'interno del gruppo dei pari, proprio per evitare che ci sia stigma rispetto a questa problematica e per costruire delle comunità che siano quanto più solidali fra loro evitando così fenomeni come, per esempio, il bullismo”.
Sport
Atp Shanghai, Arnaldi battuto da Medvedev
L'azzurro sconfitto al terzo turno
Matteo Arnaldi sconfitto da Daniil Medvedev nel terzo turno dell'Atp Masters 1000 di Shanghai. L'azzurro, testa di serie numero 29, è stato battuto in 3 set dal russo, testa di serie numero 5. Medvedev si è imposto per 5-7, 6-4, 6-4 in 2h45'.
Cronaca
Progeria, cos’è la malattia di cui soffriva Sammy...
Fu descritta per la prima volta a livello medico da Jonathan Hutchinson nel 1886 e in seguito da Hastings Gilford nel 1897, medici dai quali prese il nome
La Progeria, la malattia di cui era affetto il 28enne Sammy Basso, è una patologia genetica rarissima che colpisce una persona ogni 8 milioni di nati, ed ha un’incidenza nel mondo di una persona ogni 20 milioni. Fu descritta per la prima volta a livello medico da Jonathan Hutchinson nel 1886 e in seguito da Hastings Gilford nel 1897, medici dai quali prese il nome. La speranza di vita per chi è affetto da progeria è spesso limitata a circa 14-15 anni. Molti muoiono a causa di attacchi di cuore o ictus.
Cosa è la progeria
La progeria è una malattia genetica ultra rara che riduce drasticamente l’aspettativa di vita di chi ne è affetto, caratterizzata da un invecchiamento accelerato che si manifesta precocemente nell’infanzia, senza alterazione delle capacità intellettive, e con evidenti alterazioni di pelle, ossa e sistema cardiovascolare.
Come si legge sul sito dell'Associazione italiana progeria Sammy Basso onlus, la Progenia è causata da una mutazione puntuale in una delle due copie del gene LMNA presente nel Dna, che produce una proteina tossica chiamata progerina, da cui la malattia prende il nome. La progerina altera la struttura del nucleo cellulare, causando un rapido deterioramento delle cellule e, di conseguenza, dei tessuti e degli organi.
La mutazione sporadica alla base di questa sindrome viene prodotta durante le prime fasi dello sviluppo embrionale. La progeria colpisce circa una persona ogni 18-20 milioni; nella storia della medicina si contano solo 140 casi di questa malattia. Secondo la Progeria Research Foundation, ci sono solo 18 pazienti noti e vivi in tutti gli Stati Uniti.
Sintomi
Ad eccezione delle cellule del sistema nervoso, dove la lamina A non è espressa, e dunque nemmeno la progerina, ogni cellula del corpo di una persona con progeria si trova ad essere malfunzionante, influenzando così quelle vicine ed andando a formare dei tessuti malati e di per sé più deboli. Quanto l’accumulo di progerina sia a livello molecolare pesante, lo si può vedere anche nei sintomi che la progeria provoca nel corpo nel suo complesso.
Le persone affette da progeria infatti, oltre ad avere un aspetto fisico peculiare, si trovano ad affrontare diversi sintomi quali problemi di osteoporosi, osteolisi e artrite; difetti alle capsule articolari (con conseguenti frequenti lussazioni di spalle ed anche); lipodistrofia generalizzata; ritardo nella crescita e nello sviluppo; anomalie della cute; alopecia e soprattutto problemi al cuore e ai vasi sanguigni quali occlusioni dei vasi principali, stenosi delle valvole cardiache, ictus, infarto e altri.
Nel suo complesso, questa sintomatologia, porta a quello che è chiamato “invecchiamento precoce”, a causa della sua somiglianza con il normale invecchiamento fisiologico, con le quali ha però anche delle profonde differenze, con una conseguente riduzione della qualità della vita ed un’aspettativa di vita di soli 13,5 anni senza trattamenti.
Attualmente sono solo 130 i casi di progeria classica (HGPS) riconosciuti nel mondo, di cui 4 in Italia. Questo numero è però sottodimensionato in quanto spesso è difficile rintracciare i casi di progeria, per lo più nei paesi del terzo mondo, ma a volte anche nei paesi più sviluppati. Le attuali stime sul numero reale di persone affette di progeria al mondo si aggirano attorno ai 350 casi.
A un passo dalla cura?
Un piccolo gruppo di accademici e scienziati governativi, tra cui il dottor Francis Collins, ex direttore dei National Institutes of Health, sta lavorando (senza alcuna finalità di lucro) per fermare la progeria con una innovativa tecnica di editing genetico.
Non solo: i ricercatori affermano che se risulterà efficace nel rallentare o fermare la progeria, questo metodo potrebbe anche aiutare a curare altre malattie genetiche rare che ad ora hanno suscitato poco interesse da parte delle case farmaceutiche.
Il progetto di editing genetico “è meritevole, ma anche rischioso” ha dichiarato il dottor Kiran Musunuru, ricercatore di editing genetico all’Università della Pennsylvania, che avverte: sebbene l’editing abbia funzionato bene nei topi, non c’è garanzia che funzioni nei pazienti umani. Intanto, il momento della verità si avvicina.
Cronaca
Morto Sammy Basso, il 28enne italiano malato di Progeria
A diffondere la notizia attraverso i social lo staff dell'Associazione Italiana Progeria
E' morto all'età di 28 anni Sammy Basso, il ragazzo italiano malato di progeria che aveva fatto conoscere in tutto il mondo la malattia rara della quale era affetto e che causa l'invecchiamento precoce delle cellule e dell'organismo ma non del cervello.
A diffondere la notizia attraverso i social lo staff dell'Associazione Italiana Progeria che il giovane aveva fondato nel 2005 per far conoscere e promuovere la ricerca sulla sua malattia. "5 Ottobre 2024 - oggi la nostra luce, la nostra guida, si è spenta. Grazie Sammy per averci reso partecipi di questa vita meravigliosa. Ci stringiamo attorno alla famiglia e agli amici, nel rispetto del dolore in questo delicato momento di lutto", il messaggio pubblicato dalla stessa associazione.
"Un pensiero affettuoso e commosso per Sammy Basso, che ci ha lasciati a soli 28 anni. Grazie al suo coraggio e alla sua determinazione, ha fatto conoscere al mondo la progeria, diventando un esempio di forza e speranza. Il suo impegno per la ricerca e la sua testimonianza rimarranno per sempre un patrimonio prezioso per tutti noi", scrive su Facebook il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli.
Chi era Sammy Basso
Nato nel 1995 a Schio, a due anni e qualche mese gli venne diagnosticata la progeria di Hutchinson-Gilford. Basso, insieme ai suoi genitori ha fondato l’Associazione italiana progeria Sammy Basso, della quale è stato testimone dall’età di dieci anni. Come si sottolinea sul sito della stessa associazione, Sammy Basso era "conosciuto per le molte apparizioni televisive e interviste riguardo l’attività dell’associazione e riguardo la sua malattia" e "diventa particolarmente conosciuto in Italia dopo la messa in onda del docu-film National Geographic intitolato 'Il Viaggio di Sammy', che racconta il suo viaggio lungo la Route 66, negli Usa, da Chicago a Los Angeles, con i genitori ed uno dei suoi migliori amici, Riccardo".