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Donald Trump, dalla candidatura al diritto di voto: cosa succede dopo la condanna

La sentenza del processo Stormy Daniels è attualmente fissata per l'11 luglio

Donald Trump (Afp)

Nel processo Stormy Daniels, giudicato colpevole di tutti e 34 i capi di imputazione, Donald Trump è diventato il primo ex presidente degli Stati Uniti a essere condannato in un procedimento penale. E in particolare per reati finanziari legati ai 130mila dollari pagati alla pornostar Stormy Daniels. Con la prospettiva di dover scontare una pena detentiva o di essere sottoposto a libertà vigilata. La sentenza è attualmente fissata per l'11 luglio, ma l'avvocato di Trump, Todd Blanche, ha giù annunciato che ''faremo ricorso il prima possibile''. Con la prospettiva che i tempi si allunghino.

La sentenza

Allo stato attuale, il giudice Juan Merchan del tribunale di New York ha fissato la sentenza per Trump alle 10 dell'11 luglio. In quell'occasione Merchan potrebbe condannare Trump alla libertà vigilata o a una pena detentiva fino a quattro anni per ogni imputazione. Pena da scontare in un carcere statale, con un tetto massimo di 20 anni di detenzione. Nel frattempo l'ex inquilino della Casa Bianca resta libero in attesa della sentenza. I pubblici ministeri non gli hanno chiesto di depositare alcuna cauzione.

L'appello

Intervistato dalla Cnn, l'avvocato di Trump Todd Blanche ha già annunciato che ''faremo ricorso il prima possibile'' ritenendo che il suo assistito non abbia avuto ''un processo equo'' e che ''la giuria avrebbe dovuto dichiararlo non colpevole''. D'altronde Trump ha sempre fatto appello contro le decisioni dei tribunali nel tentativo di allungare i procedimenti o di portarli davanti a una corte a lui favorevole. Poco dopo la condanna, Blanche si è subito rivolto al giudice per chiedere l'assoluzione di Trump, ma la richiesta è stata respinta pro forma.

La candidatura alla Casa Bianca

Trump è il candidato repubblicano alle elezioni presidenziali di novembre e la condanna emessa dal Tribunale di New York non gli impedisce di continuare a esserlo. Lo spiega Richard L. Hasen, professore di diritto dell'Università della California a Los Angeles, uno dei massimi esperti di diritto elettorale degli Stati Uniti. Hasen ricorda che nulla, nella Costituzione degli Stati Uniti, impedisce a un condannato di candidarsi per la carica più alta della nazione. "Legalmente, non cambia nulla per lo status di Trump come candidato", ha scritto Hasen nel suo blog sulla legge elettorale. "La Costituzione contiene solo i requisiti per candidarsi a una carica'', ovvero ''avere almeno 35 anni, essere nato negli Stati Uniti e risiedervi da almeno 14 anni", ha continuato Hasen.

Il diritto di voto

Trump, in quanto residente in Florida, è soggetto alle regole dello stato che privano dei diritti civili alcune persone condannate. Ma alla fine l'ex presidente americano potrebbe trarre vantaggio dal modo in cui i legislatori di New York nel 2021 hanno reso più facile per i condannati riconquistare il diritto di voto. Dirimente, rispetto al diritto di voto alle elezioni presidenziali di novembre, sarà il fatto che Trump venga condannato a una detentiva prima di allora o se l'avrà finita di scontare. La Florida, infatti, vieta ai condannati di votare fino a quando non abbiano scontato la pena e pagato eventuali multe e spese. Ma allo stesso tempo consente alle persone condannate per reati di votare in base alla legge dello stato in cui sono condannate. E New York è uno dei 23 stati in cui le persone condannate possono votare, anche se sono in libertà vigilata, purché non siano incarcerate.

L'effetto sugli altri procedimenti

La condanna di Trump a New York non avrà grandi conseguenze sugli altri tre processi che sta affrontando. Il procedimento penale di Trump per sovversione elettorale federale è stato sospeso mentre la Corte Suprema degli Stati Uniti si riserva di esaminare le sue richieste di immunità presidenziale. Il giudice che supervisiona il processo sui documenti riservati in Florida ha rinviato il processo a tempo indeterminato. Il processo per interferenza elettorale in Georgia è in un limbo legale dopo che Trump e molti dei suoi coimputati hanno cercato di squalificare il pubblico ministero che ha presentato le accuse.

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Putin e le minacce nucleari, il capo della Cia:...

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Preoccupazione per una possibile fornitura dell'Iran di missili balistici alla Russia

Vladimir Putin

Vladimir Putin? Un bullo che cerca di spaventare tutti con le sue minacce nucleari. E' il capo della Cia, Bill Burns, a ridimensionare il peso dei proclami del presidente russo. Il numero 1 dell'agenzia, come sottolinea il Guardian, invita ai Paesi occidentali a "non farsi intimorire dalle minacce nucleari della Russia". La comunicazione, d'altra parte, è un elemento chiave nella guerra in corso da oltre 900 giorni tra Ucraina e Russia.

"Non possiamo permetterci di farci intimidire da questo rumore di sciabole, dobbiamo esserne consapevoli" sottolinea, parlando a Londra dell'opportunità di consentire alle forze armate di Kiev di utilizzare o meno i missili anglo-francesi Storm Shadow in Russia.

L'Ucraina, come è noto, da oltre un mese ha invaso il territorio nemico nella regione di Kursk: i reparti di Kiev sarebbero in grado di lanciare missili in profondità in Russia, aprendo una nuova fase della guerra. I partner occidentali, ad oggi, non hanno dato il via libera al nuovo step. Gli Stati Uniti forniscono i missili a lungo raggio Atacms ma non autorizzano l'uso senza limiti, aggiungendo in ogni caso che le armi non sarebbero in grado di raggiungere obiettivi che Mosca ha messo al riparo da possibili attacchi.

"Gli Stati Uniti hanno fornito un enorme sostegno all'Ucraina e sono sicuro che il presidente prenderà in considerazione altri modi in cui possiamo sostenerli" anche se "nessuno di noi dovrebbe prendere alla leggera i rischi di una escalation", dice Burns.

Nella guerra, rischia di ricoprire un ruolo sempre più centrale dell'Iran: Burns esprime la preoccupazione che l'Iran stia valutando se fornire missili balistici alla Russia. Si tratterebbe di una "drammatica escalation". Finora Teheran ha fornito alla Russia solo droni da utilizzare in Ucraina.

Il precedente

Anche nella stessa Cia due anni fa, racconta, c'era stato il dubbio che la Russia potesse usare armi nucleari tattiche. "C'è stato un momento, nell'autunno del 2022, in cui credo ci sia stato un rischio reale di un potenziale uso di armi nucleari tattiche" da parte della Russia in Ucraina, dice Burns.

All'epoca, le truppe russe erano state respinte nel nord dell'Ucraina e avevano abbandonato Kherson nel sud, facendo pensare che la Russia avrebbe potuto cercare di usare un'arma nucleare se si fosse sviluppato un conflitto. In ogni caso, il fronte si è stabilizzato poco dopo.

Israele, Gaza e la nuova proposta per tregua

Il direttore della Cia si sofferma anche sulla crisi di Gaza e afferma che una "proposta più dettagliata" per un cessate il fuoco nella Striscia e un accordo per il rilascio degli ostaggi saranno presentati nei prossimi giorni. "Offriremo questa proposta dettagliata, spero nei prossimi giorni, e poi vedremo. È una questione di volontà politica", dice.

A seguito della dichiarazione di Burns, un funzionario israeliano dichiara al Times of Israel che "è assolutamente possibile" che Israele riceva presto una nuova proposta dagli Stati Uniti. "Stiamo ancora aspettando di vedere" cosa contiene.

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Ucraina, 007 Usa e Gb insieme contro Russia: come la...

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"Continueremo ad aiutare i nostri coraggiosi e risoluti partner", sottolineano i direttori dei servizi di intelligence di Usa e Gb, Bill Burns e Richard Moore

Soldato con drone in Ucraina

La guerra tra Ucraina e Russia dura da oltre 900 giorni. Gli scontri sul campo, soprattutto per le strategie offensive di Mosca nell'est dell'Ucraina, appartengono alla 'tradizione bellica', con tattiche vecchio stile. Il conflitto, però, allo stesso tempo è una sorta di laboratorio da 'war games 2.0' con un ricorso alle tecnologie moderne mai così ampio prima d'ora.

La guerra in Ucraina è la prima a "combinare software open source con tecnologia d'avanguardia sul campo di battaglia, sfruttando immagini satellitari commerciali e militari, tecnologia per i droni, cyber warfare sofisticato e non, social media, intelligence su fonti open source, mezzi aerei senza pilota e via mare e operazioni sulle informazioni, intelligence umana e dei segnali, a un tale incredibile ritmo e dimensioni. Ma soprattutto ha evidenziato l'imperativo di adattare, sperimentare e innovare", sottolineano i direttori dei servizi di intelligence di Usa e Gb, Bill Burns (Cia) e Richard Moore (Sis), in un articolo pubblicato sul Financial Times.

"Continueremo ad aiutare i nostri partner ucraini coraggiosi e risoluti - precisano - Questo conflitto ha dimostrato che la tecnologia, dispiegata insieme a straordinario coraggio e armi tradizionali, può alterare il corso della guerra".

Prima sfida Cina

Per Burns e Moore, l'ascesa della Cina è considerata la sfida principale a livello di intelligence e geopolitica del 21esimo secolo e precisano che le due agenzie sono state riorganizzate "in modo da riflettere tale priorità". "Mantenere il vantaggio tecnologico è cruciale per assicurare il nostro vantaggio condiviso nell'intelligence. Sis e Cia non possono farlo da sole: la nostra partnership è potenziata da una rete di partnership con il settore privato", con "le imprese più innovative negli Stati Uniti in Gran Bretagna e nel mondo", precisano i due, confermando l'impiego di Ia, inclusa Ia generativa, per rendere possibili e migliorare le attività di intelligence, e tecnologie cloud.

"Non c'è dubbio che l'ordine mondiale internazionale, il sistema equilibrato che ha portato a una pace e stabilità relativa e reso possibile l'aumento del tenore di vita, opportunità e prosperità, è minacciato in un modo mai visto dai tempi della guerra fredda. Ma combattere questo rischio con successo è alla base della nostra relazione speciale", affermano inoltre Burns e Moore.

Le due agenzie, anticipano, continueranno quindi a lavorare insieme oltre l'Ucraina, per contrastare la campagna senza sosta di sabotaggio in Europa da parte dell'intelligence russa e del suo cinico impiego di tecnologia per diffondere bugie e disinformazione progettate per seminare zizzania fra di noi.

"Nel 21esimo secolo, le crisi non arrivano in sequenza. Mentre vengono dedicate alla Russia risorse e attenzione significativi, agiamo insieme in altri luoghi e spazi per contrastare il rischio di instabilità globale", precisano. "L'anti terrorismo rimane al cuore della nostra partnership e lavoriamo a stretto contatto con altri per proteggere i nostri Paesi e per contrastare la minaccia dell'Is".

Cia e Sis sono impegnate anche in Medio Oriente per promuovere contenimento e de-escalation, lavorano "senza sosta" per arrivare a un accordo per il cessate il fuoco e gli ostaggi a Gaza.

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Ucraina, Zelensky: “Ho un piano, voglio condividerlo...

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"Spero di farlo vedere anche a Harris e Trump"

Volodymyr Zelensky (Fotogramma)

"Ho preparato un piano e voglio condividerlo con il presidente in carica degli Stati Uniti perché ci sono alcuni punti che dipendono dall'America". E' quanto ha detto il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky in un'intervista alla Rai, rilasciata in occasione del forum Ambrosetti di Cernobbio. "Spero che avrò l'occasione di far vedere questo piano a Biden e ai potenziali candidati per la presidenza Usa, Harris e Trump, per avere un feedback e un riscontro", ha aggiunto Zelensky, precisando di volere "delle garanzie". Al momento, però, "non ho condiviso niente, il primo contatto ci sarà con Biden".

Per quanto riguarda il contenuto del piano, ha spiegato, "non si tratta solo di armi, ma anche di questioni importanti globali". "Parliamo di un pacchetto concreto di difesa. E se lo avremo, sarà un forte deterrente per la Russia e per poter terminare la guerra a condizioni diplomatiche", perché "il conflitto finirà e per gli ucraini è importante in che situazione si troveranno".

"Siamo più vicini alla fine della guerra"

"Siamo più vicini alla fine della guerra rispetto alla situazione in cui ci eravamo trovati all'inizio" aggiunge Zelensky. "Con le conferenze di ricostruzione e con gli accordi concreti rafforziamo l'economia e ci avviciniamo alla fine della guerra".

L'Ucraina e l'Italia

"A oggi non abbiamo problemi con l'Italia e nelle relazioni con l'Italia" ha detto dopo l'incontro con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, spiegando di aver "parlato dei preparativi della conferenza internazionale sulla ricostruzione dell'Ucraina".

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