Fumetti, Sio: “Il mio umorismo è un po’ per tutti tranne che per mia sorella”
Il fumettista a Cartoons On The Bay: "Sto realizzando una canzone animata di 7 ore"
"La risata è uno dei meccanismi di sopravvivenza per l'essere umano e il mio impegno è quello di creare contenuti adatti a tutti. Mia sorella però - che ha 5 anni meno di me e fa il medico - non capisce i miei fumetti". Così il fumettista Sio, nome d’arte di Simone Albrigi, in occasione di Cartoons on the bay, il festival internazionale dell'animazione in corso a Pescara, promosso da Rai e organizzato da Rai Com, racconta del suo lavoro e dei suoi prossimi impegni. 'L'Unicottero' è il titolo del progetto sui generis su cui l'artista sta lavorando: una canzone accompagnata da un'animazione destinata a diventare un loop di sette ore su YouTube.
"Mi fa ridere fare cose esagerate. Sto lavorando sia alla parte musicale che alla sceneggiatura, mentre per l'animazione ci siamo affidati a uno studio chiamato Studio Agouti. Ho già fatto una cosa del genere, si chiama 'Sette ore di squali' che adesso ha tipo sei milioni di visualizzazioni", racconta Sio. Ma la canzone non è l'unico progetto in cantiere. Dopo il successo del videogioco 'Super Cane Magic Zero', "sto esplorando l'idea di scrivere una storia più lunga, forse proprio un film d'animazione. Mi affascina molto questa prospettiva".
Parlando del primo anno di 'Gigacio', la casa editrice fondata insieme a Dado, Fraffrog e Giacomo Bevilacqua, Sio riflette sulle sfide affrontate: "La paura più grande è stata quella di fallire. Le risorse finanziarie si stavano esaurendo rapidamente e avevamo delle grossissime spese soprattutto per distribuire in edicola all'inizio. Ad un certo punto tutto è iniziato a girare e adesso stiamo cercando di espandere". 'Scottecs Gigazine', il mensile lanciato dall'artista, si sta rivelando un successo, con vendite che oscillano tra le 18 e le 20 mila copie per numero. Inoltre, la pubblicazione di libri come 'Evviva Che Bello!', che ha superato le 10 mila copie vendute, conferma il favore del pubblico.
L'artista descrive il suo pubblico come estremamente variegato, spaziando tra le diverse generazioni. "Alle fiere, intere famiglie mi dicono di apprezzare i miei lavori tutti insieme, il che è meraviglioso. Mi impegno a creare contenuti adatti a tutte le età, evitando parolacce e cercando di essere accessibile. A 35 anni, il mio senso dell'umorismo sembra incontrare il favore di diverse generazioni". Sio ha disegnato il manifesto kids dell’edizione 2024 di Cartoons On The Bay dove ha ricevuto il Pulcinella Diversity Award. "La mia scelta di adottare un linguaggio inclusivo è stata una progressione naturale, un modo per trovare le parole giuste per esprimere come mi sono sempre sentito. Mi sono sempre sentito a disagio con gli stereotipi di genere, mi facevano male. Non non mi sono mai sentito come gli altri 'maschi' che si davano i pugni. Io volevo stare con le mie amiche, parlare dei sentimenti e piangere"
"Per me tutto questo significa aggiungere una lettera al nostro alfabeto per discutere di identità e sentimenti che non erano adeguatamente rappresentati prima. Il maschile sovraesteso non mi è mai piaciuto e ascoltando le voci delle persone non binarie, ho capito che l'adozione di nuove forme linguistiche, come l'uso dello schwa, potrebbe essere una delle soluzioni per parlare di noi in modo più inclusivo. Lo schwa non è la soluzione perfetta ma è una proposta. Nessuno poi impone niente: è solo una proposta simpatica che se non piacerà se ne andrà da sola".
Infine, per chi aspira a entrare nel mondo dei fumetti, l'artista suggerisce di iniziare il prima possibile. "Inizia a disegnare ora e non aspettare di andare ad una scuola. Se vuoi diventare bravo a fare una cosa è normale che magari il primo periodo sia un po' una full immersion ma quello che dico sempre è 'fate schifo il prima possibile' perché all'inizio è giusto così. Se si ha paura di fare schifo non si comincia niente".
Cultura
‘Di parlarti non ho coraggio’, un inedito di...
L'ultima vera raccolta dattiloscritta della poetessa edita da Interlinea: racconta l'amicizia con Roberto Volponi tra amore e dolore
"Io di parlarti non ho coraggio, / né nominarti come solo amore": è l'inedito sorprendente, tra amore e dolore, che Alda Merini, la poetessa dei Navigli, ha composto su una macchina per scrivere per ricordare l'amico Roberto Volponi, il figlio dello scrittore Paolo, morto a 27 anni in un incidente aereo il 3 settembre 1989: nel volo di ritorno da Cuba, il veivolo della Cubana de Aviación si schiantò al suolo poco dopo il decollo per una tempesta tropicale. "Eri sì puro come una medaglia, / ed io medaglia che mi sono sfatta / brillo appena di luce sul tuo cuore", scrive lei.
"Di parlarti non ho coraggio. Poesie inedite per Roberto Volponi" è il titolo della raccolta inedita della Merini curata da Ambrogio Borsani ed edita da Interlinea (12 euro, 64 pp.), in libreria dal 28 ottobre. E' una raccolta straordinaria che celebra la storia di un'amicizia insolita tra la poetessa e il giovane Roberto Volponi, nata nelle serate trascorse fino alle due a conversare nel bar libreria Chimera di Milano, rifugio di poeti e sognatori, da Pier Vittorio Tondelli a Aldo Busi, da Giovanni Raboni a Vivian Lamarque.
Dopo la morte improvvisa del giovane Volponi - spiega all'Adnkronos l'editore di Interlinea e critico letterario Roberto Cicala - Alda Merini donò alla famiglia il gruppo di poesie (di cui tre prose poetiche) di straordinaria intensità raccolte in questo volume, ricordo della stima e dell'affetto profondo che legavano la poetessa a Roberto: "Purissima ambizione la mia / che tocco le tue vesti / colme di ingegno e poi / ti lasciarono andare le mie mani / come avessero avuto la maggiore / folgorazione. In vita eri sì bello / che ogni profilo tuo pieno di vento / diventava commiato di parola". I testi vennero dattiloscritti dall'autrice con una macchina per scrivere con tasti dissestati e nastro scarico di inchiostro (tanto che in sostituzione del nastro spesso usava anche fogli di carta carbone) e pertanto la trascrizione ha dovuto interpretare le molte lettere digitate erroneamente.
"Roberto Volponi era affascinato dalla vicenda umana e letteraria della poetessa e soprattutto dalla sua libertà lessicale nel raccontarla - ricorda il curatore Ambrogio Borsani e lui stesso frequentatore del Chimera nella premessa del libro - mentre lei vedeva in lui un ragazzo appassionato, curioso, tenero, con una fede ostinata nelle utopie e una sorprendente partecipazione agli abissi delle umane vicende". Sono testi che parlano di amore e morte, amicizia e dolore, con le illuminazioni di Alda Merini tanto amate dai suoi lettori. Come ricorda Ambrogio Borsani, amico di entrambi, è la testimonianza di una stagione unica da cui sono nate queste poesie che meritano di trovare "un posto nella vasta e variegata geografia poetica della Merini: la storia di un'amicizia insolita vissuta in un luogo rifugio di poeti e sognatori".
Il libro "Di parlarti non ho coraggio. Poesie inedite per Roberto Volponi" sarà presentato al Festival internazionale di poesia civile di Vercelli 2024 in anteprima sabato 9 novembre, alla libreria Mondadori alle 12.
(di Paolo Martini)
Cultura
Ambrosini (Ali): “Ok Giuli, ora proseguire impegno...
Il presidente di ALI-Confcommercio sulle dichiarazioni del ministro della Cultura Alessandro Giuli alla fiera del libro di Francoforte.
“Bene il ministro Giuli. Il suo intervento oggi all'inaugurazione del padiglione Italia alla fiera del libro di Francoforte conferma l'importanza del mondo del libro per la politica culturale dell'Italia. La sottolineatura poi sulle biblioteche e le librerie e l'impegno ad azioni per la promozione della lettura sono un chiaro segnale da noi atteso. Confidiamo, quindi, di poter portare quanto prima nel rinnovato tavolo preannunciato il contributo di idee e proposte delle libraie e dei librai per l'obiettivo comune di fare crescere la lettura”. Questo il commento di Paolo Ambrosini, presidente di ALI-Confcommercio, sulle dichiarazioni del ministro della Cultura Alessandro Giuli alla fiera del libro di Francoforte.
Cultura
Scurati: “M. L’ora del destino’ ricorda...
Lo scrittore ha presentato alla Buchmesse di Francoforte il suo ultimo romanzo.
"Mai come in questo momento, mi pare opportuno che un romanzo popolare ricordi al più alto numero di lettori possibile ciò che i nostri padri e nonni, madri e nonne, impararono a loro spese: la democrazia non è data una volta e per tutte, la democrazia è sempre lotta per la democrazia". Così lo scrittore Antonio Scurati presentando, alla Buchmesse di Francoforte, il suo ultimo romanzo, 'M. L'ora del destino' (Bompiani), il quarto volume della saga che ha dedicato al Ventennio fascista in libreria da oggi. "Racconto - ha detto Scurati - le sciagurate decisioni di Benito Mussolini che trascinarono l’Italia, un nazione totalmente impreparata e un popolo riluttante, nel mattatoio della Seconda guerra mondiale dal lato sbagliato della storia".
"Mi è stato spesso chiesto - ha poi aggiunto lo scrittore - come mi sia venuto in mente di scrivere un romanzo di 3.000 pagine su Mussolini e sul fascismo. Una pacata fede laica nella letteratura. Penso che la risposta sia questa: io credo nella letteratura come forma di conoscenza. E credo nel romanzo come forma democratica di letteratura. Coerente con questa mia duplice fede letteraria, mi sforzai di trovare una formula romanzesca che non la tradisse. Ne venne fuori ciò che chiamo 'romanzo documentario': rigorosa aderenza ai fatti storici, nessuna libera invenzione finzionale eppure una messa in scena romanzesca che convochi, coinvolga, appassioni e dia accesso alla conoscenza a qualsiasi lettore, a prescindere da età, esperienze di vita o titolo di studio".
"E’ probabile - ha affermato Scurati - che questo sia anche il motivo dell’imprevedibile successo di M.: tutti i lettori si sono sentiti finalmente ammessi alla conoscenza di cosa sia stato il fascismo e ne hanno ricavato una mappa cognitiva per orientarsi in un incerto e minaccioso presente".
"Infine- ha concluso Scurati - io credo ancora nella storia, intesa come narrazione del passato basata su regole certe, sulla verità dei fatti accertata e documentata, sull’aspirazione scientifica a una oggettività imparziale, condivisibile da tutti e preziosa per la convivenza civile di tutti con tutti. Utile, e forse necessaria, anche alla emancipazione degli oppressi perché essere coscienti della storia dei padri significa lottare per la storia dei figli".
Lo scrittore torna inoltre sulle polemiche che lo hanno visto protagonista nei mesi scorsi: "Sempre più spesso mi viene chiesto come e perché mi sia trovato in conflitto con il potere politico del mio Paese, censurato, diffamato, attaccato sul piano personale dai massimi rappresentanti del mio Governo e delle istituzioni, bersagliato da violente e infamanti campagne di stampa condotte dai giornalisti di estrema destra su quotidiani e televisioni nazionali di larghissima diffusione. La risposta sta in ciò che ho detto, nella mia fede nella letteratura, nella conoscenza storica, nella democrazia del romanzo. Io non sono un esponente politico, non sono un attivista (qualunque cosa questa parola equivoca significhi), non uso nemmeno i social (mai). Sono uno scrittore, un romanziere. È la mia attività di intellettuale e romanziere che mi ha condotto a scontrarmi con il potere, non altro. E non è accaduto per caso. Accade perché l’estrema destra oggi al potere in Italia e, presto, temo, in Europa, non ha mai reciso i legami con i fascismi novecenteschi da cui proviene".