Rilanciava sui social post jihadisti, 39enne arrestato per terrorismo
L'uomo, di origini tunisine, era domiciliato in un centro di accoglienza nel teatino. Tra i contatti virtuali, quello con il terrorista dello Stato Islamico Abdessalam Lassoued, autore dell'attentato terroristico del 16 ottobre 2023 a Bruxelles
Promuoveva sui social il programma eversivo e terroristico jihadista, rilanciando diversi post di propaganda da soggetti online che, a loro volta, divulgavano materiale apologetico, servendosi di internet come una vera e propria cassa di risonanza della violenza e dell’odio. Il Tribunale di Vasto ha convalidato il fermo di indiziato di delitto nei confronti di un 39enne di origine tunisine, B.T., già ristretto in carcere, al termine di un’intensa ed articolata indagine dei militari del Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri. L'accusa nei suoi confronti è di associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere aggravata dalla finalità del terrorismo. Lo straniero era domiciliato in un centro di accoglienza sempre nel teatino ed era impiegato presso una ditta locale.
Le indagini
La manovra investigativa inizia quando gli investigatori del Ros riscontrano il contatto virtuale tra il B.T. e il terrorista dello Stato Islamico Abdessalam Lassoued, anch’egli originario della Tunisia ed autore dell’attentato terroristico del 16 ottobre 2023 a Bruxelles (Belgio), quando, imbracciando un fucile semi-automatico, uccise due cittadini svedesi prima di essere a sua volta abbattuto dalla polizia belga. Tale collegamento nei social network dava impulso alle indagini nei confronti di B.T. finalizzate ad esplorare ulteriormente il circuito amicale dell’attentatore e verificare l’esistenza di eventuali notizie di reato e minacce sul territorio.
Gli elementi indiziari raccolti consentivano di proseguire le attività d’indagine con una perquisizione, nella quale veniva sequestrato materiale informatico dal quale emergeva un intenso processo di “autoradicalizzazione” islamista, unito ad un’assidua attività di propaganda apologetica a favore di organizzazioni di matrice jihadista riconosciute come terroriste dall’Unione Europea.
Il target di riferimento di B.T. erano tutti i suoi “amici” social, moltissimi di lingua araba, presenti sia sul territorio nazionale che estero, tentando di influenzarli in senso radicale, pubblicando immagini antisemite, antioccidentali e riferite al jihad militare contro gli “infedeli”, anche al costo del “martirio”, avendo come obiettivo ultimo la realizzazione del califfato mondiale. L’esigenza del fermo si è resa necessaria proprio per via del fatto che gli inquirenti dimostravano l’intenzione di B.T. di allontanarsi dal territorio nazionale.
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Sophia Loren compie 90 anni: la festa a Roma dove “è...
L'attrice insignita oggi di un prestigioso e inedito riconoscimento a lei dedicato dal MiC, Cinecttà e Archivio Luce
Per festeggiare i suoi 90 anni Sophia Loren ha scelto Roma. "Amo questa città, dove tutto è iniziato. Sono arrivata a Roma con mia madre che avevo 15 anni e ho cominciato a lavorare come comparsa. E' stata una scelta che ha cambiato il corso della mia vita", confida la diva. Così nella Capitale arrivano oggi, nel giorno del suo compleanno, i suoi figli Edoardo e Carlo Ponti, le nuore, i quattro nipoti, che si ritroveranno con sua sorella Maria Scicolone e le sue nipoti, Alessandra ed Elisabetta Mussolini per una festa familiare.
I 90 anni della Loren verranno festeggiati anche dal ministero della Cultura, Cinecittà e Archivio Luce con un evento speciale strettamente privato al The Space Cinema Moderno di Roma. L'attrice italiana tra le più amate di sempre viene insignita di un prestigioso e inedito riconoscimento a lei dedicato. A consegnarlo saranno il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni e Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà. Nel corso della serata, organizzata in collaborazione con la famiglia, sono previsti interventi di amici dell'artista giunti da tutto il mondo.
L'evento fa parte della serie di iniziative che Cinecittà sta organizzando per celebrare i novant'anni di Sophia Loren, tra cui il Lincoln Center di New York e il già annunciato omaggio al Museo Academy di Los Angeles in programma a novembre.
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Fasce portabebè sulle statue: la protesta creativa dei papà...
E' accaduto nel centro di Londra: dagli ingegneri agli attori, tutti si battono per i diritti dei papà
L'ingegnere Isambard Kingdom Brunel, i celebri volti del teatro e del cinema, Laurence Olivier e Gene Kelly, i calciatori Thierry Henry e Tony Adams: tantissimi uomini importanti, di tutte le professioni, hanno protestato per chiedere che il congedo parentale britannico venga esteso. O per lo meno lo hanno fatto le loro statue.
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In questi giorni a Londra sui monumenti dedicati a questi personaggi sono state fissate delle fasce portabebè con dei bambolotti. Una protesta creativa che permette di guardare gli uomini, anche quelli più noti, sotto un differente punto di vista: quello della paternità: "Vogliamo porre l'attenzione sull'importanza che la paternità gioca nella vita di un uomo e perché il governo britannico ha bisogno di un miglior congedo parentale".
L'iniziativa è del gruppo 'The Dad Shift' che vuole comunicare l'importanza della presenza dei padri nella vita dei figli già nelle prime settimane di vita e chiedere direttamente al primo ministro britannico Keir Starmer di 'portare il congedo parentale nel ventunesimo secolo". "Ad oggi - si legge nella lettera aperta al premier - il Regno Unito ha la peggior offerta di congedo parentale in tutta Europa, con soli due giorni di paga piena. Un padre su tre non prende alcun congedo quando arriva il bambino, mentre uno su due che lo fa dichiara di aver avuto difficoltà economiche a sostenerlo". "Un giusto congedo parentale - si legge ancora - è buono per i padri, per le madri, per i bambini e per la società. I Paesi che hanno sei o più settimane di congedo parentale hanno anche un gender pay gap inferiore del 4%". E così da Paddington station a Leicester square, alcuni dei luoghi più noti di Londra si riempiono di bambolotti e di fasce portabebè.