Ucraina, Zelensky: “Cina lavora per impedire a Paesi di venire a summit pace”
Il 15 e 16 giugno vertice in Svizzera
"Sfortunatamente oggi la Cina sta lavorando per impedire a Paesi di partecipare al vertice di pace". E' quanto ha detto Volodymir Zelensky, parlando al margine della conferenza sulla sicurezza a Singapore, riferendosi al vertice che si svolgerà il 15 e 16 giugno in Svizzera. In un suo precedente intervento, sempre a margine della conferenza del Shangri-La Dialogue, il presidente ucraino aveva detto che ci sono Paesi che stanno cercando di ostacolare la conferenza senza citare la Cina. Nei giorni scorsi Pechino, che ha presentato un proprio piano per la pace in Ucraina, ha detto che non ritiene che la conferenza abbia accolto le sue condizioni.
"La Russia sta cercando di ostacolare il vertice di pace, questo è vero - ha detto - si sta recando in molti Paesi del mondo minacciando il blocco delle esportazioni agricole, alimentari e chimiche, sta facendo pressioni su Paesi per non partecipare al vertice". Ed ad una domanda sulla mancata partecipazione della Cina ha risposto: "E' triste che una potenza così grande ed indipendente come la Cina sia uno strumento nelle mani di Putin".
"Con il sostegno della Cina alla Russia la guerra sarà più lunga: questo è un male per il mondo e per la politica della Cina, che sostiene ufficialmente di sostenere l'integrità territoriale e la sovranità". Riecheggiando le accuse che Washington da tempo muove a Pechino, cioè di inviare in Russia materiali dal duplice uso che di fatto sostengono l'industria militare russa, il presidente ucraino ha detto che alcune componenti delle armi russe "vengono dalla Cina".
"Noi apprezziamo il vitale sostegno militare e politico all'Ucraina da parte degli Stati Uniti" ha detto Zelensky, esprimendo la gratitudine di Kiev per la decisione dell'amministrazione Usa di permettere di usare armi americane per attacchi limitati sul territorio russo per contrastare i tentativi di Mosca di espandere la zona dei combattimenti, secondo quanto riferisce una nota del governo ucraino.
"Siamo molto grati al presidente Joe Biden ed alla sua amministrazione per il loro costante aiuto nella lotta per la nostra libertà e indipendenza", ha detto ancora Zelensky. Da parte sua, Austin ha ribadito che "il sostegno degli Stati Uniti alla lotta dell'Ucraina contro l'aggressione russa non verrà mai meno", si legge su X, dove il capo del Pentagono ha anche sottolineato l'impegno di Washington a mantenere la coalizione di oltre 50 Paesi che stanno aiutando Kiev.
Nel colloquio, si è parlato delle necessità della difesa ucraina, in particolare del rafforzamento delle difese aeree - "questa ora è la cosa più importante per difendere le vite degli ucraini, le nostre città e le infrastrutture civili", aggiunge Zelensky - e degli sforzi per velocizzare la consegna a Kiev degli F-16 promessi dalla coalizione.
"Il totale disprezzo della vita umana e il terrore costante è quello che la Russia sta cercando di diffondere: in solo una settimana, le truppe russe hanno condotto quasi mille attacchi, con diversi tipi di missili, bombe teleguidate e droni da combattimento" scrive su X Zelensky aggiungendo che "proteggere la vita in Ucraina con un numero di sistemi di Difesa aerea è la sola via che porta alla pace".
Esteri
Mali, attacco al-Qaeda a Bamako: oltre 70 morti e 200 feriti
Nel mirino una scuola di ufficiali e l'aeroporto militare della capitale maliana
E' di oltre 70 morti e 200 feriti il bilancio di un duplice attacco sferrato dai jihadisti di al-Qaeda a Bamako, in Mali. Lo riferiscono fonti della sicurezza maliana parlando di 77 morti e 255 feriti. Nel mirino una scuola di ufficiali e l'aeroporto militare della capitale maliana. Il quotidiano Le Soir de Bamako ha seguito oggi un ''funerale di una cinquantina di studenti della gendarmeria''.
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Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8: l'eurodeputata lo ha segnalato, verrà registrato voto contrario
Gli eurodeputati italiani del gruppo S&D non hanno votato compatti sulla risoluzione sul sostegno all'Ucraina, che contiene un paragrafo, il numero 8, che ribadisce la richiesta di rimuovere le restrizioni all'uso delle armi inviate dall'Ue, affinché possano essere utilizzate anche per colpire obiettivi militari legittimi in territorio russo. Molti eurodeputati hanno votato a favore della risoluzione nel suo insieme, inclusi il capodelegazione Nicola Zingaretti, Lucia Annunziata e Sandro Ruotolo, oltre a Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento, Irene Tinagli, Camilla Laureti, tra gli altri. Gli indipendenti Marco Tarquinio e Cecilia Strada si sono astenuti.
Nel voto separato per confermare il paragrafo 8, quello più controverso, Picierno si è espressa a favore, come ha annunciato pubblicamente prima del voto. Hanno votato contro gli eurodeputati Brando Benifei, Annalisa Corrado, Nicola Zingaretti, Camilla Laureti, Antonio Decaro, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada e Alessandro Zan. Si è astenuta Annunziata.
Dalla delegazione italiana del gruppo S&D precisano che Annunziata si è astenuta per errore sul paragrafo 8 della risoluzione, quello che riguarda la rimozione delle restrizioni all'uso delle armi. L'eurodeputata ha segnalato l'errore e verrà registrato voto contrario, come la maggior parte della delegazione. Anche sul testo della risoluzione sul Venezuela, dove Annunziata dal roll call risultava essersi astenuta, si tratta di un errore: il suo voto è contrario, come quello degli altri eurodeputati Pd.