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30 anni senza Massimo Troisi, il ‘Pulcinella senza maschera’ moriva il 4 giugno 1994 – Foto

L'ultimo ciak per 'Il Postino', poi l'infarto a soli 41 anni

Massimo Troisi in 'Ricomincio da tre' - Fotogramma

Sono passati 30 anni oggi, 4 giugno, dalla morte di Massimo Troisi. "Ma il suo sorriso resta", canterebbe l'amico Pino Daniele. Una comicità indagatrice dell’animo umano la sua, tutta napoletana e capace di arrivare a tutti. (FOTOGALLERY)

Quando se n’è andato, a soli 41 anni, stroncato da un infarto, era a casa di sua sorella Annamaria a Ostia. Quegli occhi che hanno saputo emozionare interpretando personaggi intensi come 'Il Postino' Mario Ruoppolo o il mite Michele di 'Che ora è', non si sarebbero aperti più: morì nel sonno.

'Il comico dei sentimenti', come spesso è stato definito, aveva un cuore grande ma anche molto fragile, sin dall'infanzia gli erano stati diagnosticati gravi problemi cardiaci che lo hanno accompagnato per tutta la vita fino a causarne la morte.

Soprannominato il 'Pulcinella senza maschera', Troisi, nato a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, il 19 febbraio 1953, cominciò la sua carriera con gli amici del gruppo 'I Saraceni' - diventato poi 'La Smorfia' -: Lello Arena ed Enzo Decaro. Un successo inatteso, quello del trio, che lanciò Troisi verso l'esordio al cinema con il film 'Ricomincio da tre' (1981), che ne consacrò il suo successo da attore, autore e regista, regalandogli subito due David di Donatello, tre nastri d'argento e due Globi d'oro.

Fu da allora che si dedicò esclusivamente al cinema, interpretando 12 film, cinque dei quali diretti da lui stesso. Dopo 'Ricomincio da tre', ogni film di Troisi in veste di autore, attore o regista, fu un ulteriore successo: da 'Scusate il ritardo' del 1983 al memorabile 'Non ci resta che piangere' con Roberto Benigni nel 1984. Nel 1987 interpretò e girò 'Le vie del Signore sono finite', ambientato durante il periodo fascista, film che segnò un passaggio importante nella sua evoluzione artistica.

L'ultimo film che Troisi scrisse, diresse e interpretò fu 'Pensavo fosse amore...invece era un calesse' del 1991, con Francesca Neri e Marco Messeri. Già malato, volle però affrontare la sfida de 'Il Postino', il suo film-testamento, diretto da Michael Radford e ispirato a 'Il postino di Neruda' dello scrittore cileno Antonio Skarmeta (5 nomination e premio Oscar per la miglior colonna sonora di Luis Bacalov). Durante le riprese del film le condizioni di salute di Troisi peggiorarono giorno dopo giorno, al punto da costringerlo a farsi sostituire da una controfigura per le scene più faticose. Ma riuscì a terminare le riprese. Il suo cuore smise di battere poche ore dopo che era stato dato l'ultimo ciak.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Spettacolo

Cinema, il 19 ottobre sarà annunciato il presidente della...

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Il nuovo bando di partecipazione terminerà il 31 gennaio 2025.

Giampaolo Letta e Mario Sesti

L'avvicinamento alla III edizione del Premio Film Impresa 2025 di Unindustria inizierà ufficialmente durante il talk 'Il Cinema come Industria' l'evento ospitato presso lo spazio Lazio Terra di Cinema' della Regione Lazio- AuditoriumArte, Auditorium Parco della Musica, nell’ambito della Festa del Cinema di Roma. Il 19 ottobre dalle ore 16.15 verrà infatti reso noto il prossimo presidente della Giuria d’onore e lanciato ufficialmente il nuovo regolamento che permetterà alle imprese di partecipare all’attesissimo appuntamento del 2025.

Il nuovo bando di partecipazione partirà proprio il 19 ottobre e terminerà il 31 gennaio 2025. I film saranno selezionati dallo staff della direzione artistica e poi valutati da una giuria di esperti e professionisti del mondo del cinema e dell’industria che assegnerà i premi per ogni categoria presente nella prossima edizione. Il talk del prossimo sabato vedrà la partecipazione di importanti figure del settore come Lorenza Lei, responsabile Cinema Regione Lazio, Giampaolo Letta, presidente Premio Film Impresa e Mario Sesti, direttore artistico Premio Film Impresa. Il dibattito sarà moderato da Alvaro Moretti, vicedirettore de Il Messaggero.

Giampaolo Letta, 'orgogliosi di partecipare alla Festa del Cinema, una delle vetrine più prestigiose per cinema italiano e internazionale'

"Siamo particolarmente orgogliosi di partecipare alla Festa del Cinema di Roma grazie al supporto della Regione Lazio, un evento che rappresenta una delle vetrine più prestigiose per il cinema italiano e internazionale - commenta Giampaolo Letta, presidente di Film Impresa - Per Film Impresa, questa collaborazione non solo sottolinea il valore dell'industria cinematografica come volano culturale, ma evidenzia anche l'importanza del settore audiovisivo come motore di crescita economica e innovazione per il territorio. Siamo certi che questo evento rappresenterà un'importante occasione per far emergere nuove sinergie tra industria e arte".

Questo evento arriva dopo due importanti appuntamenti ai quali il Premio Film Impresa di Unindustria è già stato protagonista nell’ultimo periodo. Prima l’ottantunesima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica a Venezia, durante la quale Giampaolo Letta e Mario Sesti hanno consegnato alla regista francese Anne-Sophie Bailly il Premio Film Impresa – Special Awards, che da quest’anno fa ufficialmente parte dei premi collaterali riconosciuti dal prestigioso festival cinematografico.

Lo scorso venerdì, inoltre, Giampaolo Letta è intervenuto all’evento 'Il Cinema che Impresa!', parte del programma di Torino Capitale della Cultura d’Impresa 2024, una straordinaria opportunità per mettere in luce l'importanza del racconto cinematografico come strumento di comunicazione per le aziende.

Mario Sesti, 'nostro impegno nel promuovere un dialogo tra impresa e creatività, supportando il talento e l'originalità dei giovani autori'

"Siamo entusiasti di annunciare, in occasione della Festa del Cinema di Roma, il nome del presidente di Giuria della terza edizione di Film Impresa - dichiara Mario Sesti - Questo evento rappresenta una tappa cruciale per il nostro progetto, unendo cinema e imprenditoria in modo innovativo e stimolante. La scelta del presidente di giuria è sempre un momento di grande responsabilità e importanza, poiché il suo ruolo sarà quello di guidare con competenza e sensibilità il processo di valutazione delle opere in concorso".

"La nostra presenza - aggiunge - qui conferma l'impegno di Film Impresa nel promuovere un dialogo tra impresa e creatività, supportando il talento e l'originalità dei giovani autori, ma anche consolidando il ruolo del cinema come mezzo capace di raccontare l'impresa, il mondo di oggi e le innovazioni che essa deve adottare per evolversi insieme ad esso".

Il talk si inserisce all’interno dell’iniziativa a cura della Regione Lazio che prende il via lo stesso giorno alle ore 15 dal nome 'Il cinema come industria', che prevede gli interventi del vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli e della responsabile Cinema Regione Lazio Lorenza Lei, con il coordinamento di Alvaro Moretti, vicedirettore de 'Il Messaggero'. Nell’occasione verrà inoltre proiettato il 'Premio Film Impresa verso la terza edizione' del Premio Film Impresa, un’emozionante testimonianza della ricca tre giorni che lo scorso aprile ha illuminato la casa del cinema di Roma attraverso la celebrazione del racconto audiovisivo delle imprese.

Iniziativa dedicata ai film d’impresa (corti e mediometraggi, di finzione e documentari, narrativi e sperimentali)

Premio Film Impresa è un’iniziativa ideata e realizzata da Unindustria con il supporto di Confindustria, che come sempre sarà dedicata ai film d’impresa (corti e mediometraggi, di finzione e documentari, narrativi e sperimentali) che raccontano la vita delle aziende di oggi e di chi le vive dall’interno, la passione creativa dell’impresa, il rapporto con il territorio in cui si insediano, la responsabilità sociale, i valori e la storia della civiltà d’impresa, la sfida ambientale e i progetti di innovazione, il vissuto del lavoro, il valore delle persone che ne sono protagoniste.

Le opere selezionate nelle tre diverse aree del Premio (Narrativa, Documentaria e Innovative Image & Sound) saranno premiate ancora una volta da una giuria d’onore. Anche nell’edizione 2025, infine, saranno assegnati premi speciali a personaggi del mondo del cinema.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Spettacolo

Festa del Cinema di Roma, Tommaso Romanelli racconta il...

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Al centro di 'No More Trouble - Cosa rimane di una tempesta' Andrea Romanelli che nel 1998 ha perso la vita mentre tentava il record nella traversata

Il velista Andrea Romanelli

Sono passati più di 25 anni da quando Andrea Romanelli progettista navale e velista, è scomparso in mare: stava tentando, con Giovanni Soldini, il record nella traversata dell’Atlantico. Nel 1998 il figlio Tommaso aveva 4 anni e ora, da regista, affronta un viaggio nella memoria alla scoperta del padre nel docufilm ‘No More Trouble - Cosa rimane di una tempesta’, in anteprima ad Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma. “Mi è servito per elaborare il lutto”, spiega Tommaso Romanelli nell’intervista all’Adnkronos. “Mi trovavo in un momento di grande difficoltà. Andando in analisi ho capito che dovevo costruire un rapporto con mio padre, che non conoscevo”.

‘No More Trouble’ è nato 5 anni fa quando “a casa ho trovato delle videocassette che erano nella mia stanza. Dopo aver premuto play, mi sono apparse le ultime immagini di mio padre”, ricorda Romanelli. Un momento sconvolgente e rivelatorio. “Ho scoperto questa persona molto simile che non conoscevo. E da qui è partito tutto: ho iniziato a raccogliere il materiale unendolo alle testimonianze che erano con lui sulla barca, come Giovanni Soldini”. Per il velista vedere Tommaso è stato come ritrovare l’amico e collega Andrea. “L’ho riempito di domande, volevo sapere ogni dettaglio”, racconta il regista.

A 26 anni da quel giorno cosa resta? Per Tommaso “l’assenza non va via, ora ha un volto e una voce. L’ho riempita di immagini e di colori. Ho lavorato sul materiale d’archivio per oltre 6 mesi: sentire e risentire mio padre mi ha aiutato a trasformare il vuoto in qualcosa di concreto”. Ora “ho fatto pace con il passato”, ammette il regista. Una storia così intima e personale ma anche universale: “raccontiamo il rapporto tra un padre e un figlio, ma anche la passione per il mare, l’ignoto, la natura, la competizione e la determinazione di un uomo che costruisce la barca più veloce del mondo”, conclude Romanelli. Il documentario sarà distribuito prossimamente al cinema da Tucker Film.

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Spettacolo

Festa del Cinema di Roma, Manetti bros: ”Tra...

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I registi presentano una storia sul calcio tra sogni e 'un altro Sud': "Con questo film annulliamo tutte le gomorre"

I Manetti bros. sul red carpet di 'U.S. Palmese' alla 19esima edizione della Festa del Cinema - Agenzia Fotogramma

"Tra 'Fuga per la vittoria (con Sylvester Stallone, Pelè e Michael Caine) e il cartone ‘Holly e Benji’ c’è il nostro ‘U.S. Palmese’". A dirlo sono i Manetti bros., presentano il loro ultimo film alla 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma. Una storia sul calcio e sui sogni, anche quelli impossibili, ambientata a Palmi, una piccola cittadina della Calabria. "Questo film non è solo per chi ama il cinema ma anche per chi lo odia, molti non lo considerano uno sport". Per i registi della trilogia di ‘Diabolik’ ‘U.S. Palmese’, dal 20 marzo 2025 al cinema con 01 Distribution, rappresenta un ritorno alle origini, alle radici di casa: “noi ci sentiamo di Palmi, nostra madre è di lì. Quante estati abbiamo trascorso…”, ricorda Antonio e Marco Manetti. "Il sogno del protagonista della storia è anche il nostro”, aggiungono.

Ad interpretarlo Rocco Papaleo: “i Manetti mi avevano promesso che avrei fatto Diabolik, è più simile a me per le mie caratteristiche fisiche e lo sguardo glaciale”, dice scherzando l’attore, che qui presta volto e carisma ad un eroe, ma della porta accanto. È Don Vincenzo, un agricoltore in pensione con il folle sogno di risollevare la squadra di calcio locale, la Palmese ingaggiando Etienne Morville (interpretato da Blaise Afonso), giocatore di Serie A, dal pessimo carattere e dal look griffato, ma tra i più forti al mondo. “Non mi sono ispirato a nessun calciatore. Io provengo dal calcio, poi la recitazione mi ha rapito. Tra i miei miti? Ronaldinho”, racconta Afonso.

Da Don Vincenzo parte così una raccolta fondi che mobilita tutto il paese. La sua impresa bizzarra - un po’ come quella di Leonida nella battaglia delle Termopili con 300 spartani contro il nemico impero persiano - si rivela vincente: Morville lascia Milano e si trasferisce a Palmi, qui si scontra con una realtà lontana dal luccichio del lusso riscoprendo la passione per il calcio, dimenticata inseguendo il business. “Il protagonista ritrova se stesso quando vuole vincere. I giocatori oggi pendono a quante inquadrature gli fanno”, dice Marco Manetti, che sottolinea come molti calciatori preferiscano “stare in panchina alla Juventus piuttosto che far parte dell’Empoli e avere la possibilità di giocare”.

I Manetti bros. dopo 'Ammore e malativa' "raccontiamo un altro Sud", poco visto sul grande schermo, per "annullare tutte le 'gomorre' del meridione e mostrare come sia un posto bellissimo che non deve sottovalutarsi, nonostante i problemi”. Per Papaleo “il Sud ha bisogno di uno specchio attraverso cui possa vedere la sua qualità, altrimenti rischia di deprimersi” .

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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