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Meloni denuncia: “Morbosità sulla mia vita privata”. E su De Luca: “E’ un bullo”

La premier ad Agorà: "Ogni sabato e domenica frotte di fotografi sotto casa, non voglio vivere come nel Grande Fratello". "Schlein? Donna che stimo ma le manca coraggio per fare differenza"

Giorgia Meloni - (Fotogramma)

"Ho scelto di fare politica, se avessi voluto partecipare al 'Grande Fratello' avrei partecipato al 'Grande Fratello'". Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ospite di 'Agorà' su Raitre, racconta di "percepire" una "morbosità sulla mia vita privata" che porta "ogni sabato e domenica frotte di fotografi sotto casa".

"Sono passati 17 mesi" di permanenza al Governo, "a me sembrano 17 anni - afferma la premier - Chiunque ha bisogno di avere una sua dimensione privata, una sua dimensione di normalità, che a me viene completamente tolta. Io non so perché ci sia questa morbosità, dal giorno in cui ho vinto le elezioni, il 25 settembre del 2022, ogni sabato e ogni domenica mi ritrovo sotto casa frotte di fotografi che mi seguono ovunque vada. E non è facile quando vivi nella casa del 'Grande Fratello', non perché io abbia niente, però oggettivamente non è facile".

Meloni aggiunge: "Mi si sta togliendo qualsiasi dimensione di normalità e io invece sono una persona che non vuole rinunciare alla sua normalità. Ho sempre guardato con diffidenza questi politici che una volta acquisito il ruolo diventavano diversi da come erano prima, sto lottando, lottando con tutta la mia volontà per rimanere esattamente la persona che ero prima e alla fine ci riuscirò, nonostante questa attenzione morbosa che vedo ogni giorno".

"De Luca bullo che fa il gradasso alle spalle"

Nell'intervista Meloni parla anche dell'episodio con De Luca: "Ho fatto quello che credevo giusto fare, sono stata insultata, mi sono difesa. Le parole di De Luca erano riverberate non tanto da un sessismo di fondo, ma dal tipico bullismo che alle spalle fa il gradasso e quando ti affronta non è più in grado di fare il gradasso". "Queste forme di bullismo -ha aggiunto la premier- nascondono una forma di debolezza, di insicurezza, di solito sono più comuni quando ci si rivolge verso le donne, perché le donne sono considerate deboli. Poiché non penso che siano deboli, anzi, l'ho semplicemente dimostrato. Sono molto più deboli i bulli, sono molto più deboli quelli che alle spalle fanno i gradassi, nelle dirette fanno i gradassi, e poi se tu li affronti viso a viso stanno in silenzio".

"Schlein donna che stimo ma le manca coraggio per fare differenza"

Meloni racconta poi che "c'è un po' una delusione" per Elly Schlein, "una leader donna della quale comunque ho stima, perché credo che le stia mancando un po' di coraggio di fare la differenza". "E la dice abbastanza lunga -ha aggiunto la premier- sulle battaglie di forma che fa la sinistra, perché la segreteria del Partito democratico non ha detto niente su De Luca, se l'è presa con me quando mi sono difesa e poi è tornata a dire che la grande questione femminile per la quale io non sarei degna di rappresentare le donne è che mi faccio chiamare il presidente. Io pongo una questione di sostanza: si deve smettere di insultare le donne pensando che siano deboli. Noi deboli non siamo, ci sappiamo difendere, ci vogliamo difendere, chiediamo lo stesso rispetto che riconosciamo agli altri. Mi si può chiamare come si vuole ma non sono una persona che sta in silenzio quando viene insultata".

Ucraina

Quanto alla guerra in Ucraina, Meloni spiega che "al margine del Summit del G7 ci sarà in Svizzera una prima Conferenza di pace. A differenza di quello che sento ripetere molto spesso, se si comincia a parlare di soluzioni diplomatiche al conflitto tra Russia e Ucraina è perché noi abbiamo sostenuto e aiutato gli ucraini che nell'invasione della Russia avevano un'importante inferiorità numerica a difendersi". "Quello che non si capisce -ha aggiunto la premier- è che la pace si costruisce con la deterrenza, non c'è bisogno di sedersi a nessun tavolo di pace se qualcuno ha già invaso qualcun altro. Se i russi avessero invaso gli ucraini, noi oggi avremmo una guerra più vicina a casa nostra, invece noi abbiamo aiutato gli ucraini a difendersi, questo ha creato un equilibrio tra le forze in campo e se si può aprire un tavolo negoziale è grazie a questo lavoro".

Guerra a Gaza

"In Medio Oriente si aprono spiragli per un cessate il fuoco sostenibile e il rilascio degli ostaggi israeliani, chiaramente noi lavoriamo a sostegno di questa soluzione e poi a sostegno di un lavoro che si deve cominciare subito per una soluzione strutturale in Medio Oriente: due popoli in due Stati", ha sottolineato poi il presidente del Consiglio. "Sono fiera -ha aggiunto la premier- del lavoro che l'Italia ha fatto particolarmente sul fronte umanitario per i civili di Gaza, ci viene riconosciuto da tutto il Medio Oriente, siamo stati protagonisti di questa stagione, continueremo ad essere protagonisti anche nel futuro di questa importante regione anche per i nostri interessi nazionali".

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Politica

M5S, Conte riunisce i suoi: voto bis e “più...

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Dopo la sfida del Fondatore al numero uno Cinquestelle, il Consiglio nazionale vota all'unanimità sulla ripetizione della votazione sui temi della Costituente dal 5 all'8 dicembre

Giuseppe Conte - Fotogramma

Il dado è tratto, si ri-vota. All'indomani della 'pec' con cui Beppe Grillo ha chiesto formalmente la ripetizione del voto sulle modifiche statutarie del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte riunisce il Consiglio nazionale pentastellato intorno all'ora di pranzo per fare il punto della situazione sulla delicata fase politica. Dopo circa tre ore l'organo di vertice del M5S decide all'unanimità di procedere il prima possibile con la votazione bis, che si terrà da giovedì 5 a domenica 8 dicembre. "A chi vuole imbavagliare la democrazia, rispondiamo con più democrazia": questo, apprende l'Adnkronos, il ragionamento espresso da Conte con i suoi.

"Nessuna preoccupazione", il mood Cinquestelle

La riunione del Consiglio fa seguito a una assemblea allargata, a cui hanno preso parte eletti di Camera e Senato. E probabilmente la prossima settimana avrà luogo un'assemblea congiunta con tutti i parlamentari. "Siamo fortemente determinati ad andare avanti, nessuna preoccupazione", il mood che trapela dal quartier generale 5 Stelle di Campo Marzio. Una risposta all'estremo tentativo di Grillo di 'salvare' il suo ruolo di garante, mandato in soffitta dagli iscritti che si sono espressi durante la costituente. Sulla ripetizione del voto, raccontano fonti beninformate vicine al dossier, non ci sarebbero stati dubbi da parte dei vertici, nonostante - viene fatto notare - sul tavolo ci fossero gli estremi per andare allo scontro legale con Grillo: un modo per "smascherare l'unico movente di Beppe, ovvero il mantenimento delle prerogative feudali". Ma di entrare in un nuovo ginepraio giudiziario Conte non ha alcuna voglia: ci siamo già passati dai tribunali e non possiamo rischiare una nuova guerra legale che terrebbe il Movimento in una sorta di pantano gettando nell'incertezza la nostra comunità, il senso delle riflessioni condivise dal leader 5 Stelle con il Consiglio.

Il dibattito sul quorum

In vista del voto-bis sulle modifiche statutarie si riaccende il dibattito sul quorum. "Se non si raggiungesse il quorum, Giuseppe Conte dovrebbe dimettersi, ha subito tante sconfitte elettorali ma ha deciso di rimanere in sella. Se perde anche questa battaglia, cosa deve accadere perché uno si dimetta?", attacca Danilo Toninelli, membro del collegio dei probiviri fedele a Grillo, ai microfoni di 'Un giorno da pecora'. Dall'ex ministro arriva un invito all'astensione per far fallire la votazione: "Faccio un appello a coloro che sono incazzati neri: non cancellatevi dal M5S perché la" vostra "presenza aumenta il montante da cui partire per fare il quorum. Ovviamente gettate il telefonino in quei giorni, non votate. Ai 90mila cancellati dall'oggi al domani dico di fare una richiesta via mail di reiscrizione, così da aumentare il montante". L'invito al non voto "è la contraddizione massima del M5S", replica Conte, liquidando i tentativi di boicottaggio da parte dei seguaci del garante.

Interpellate sulla tempistica con cui si svolgerà la ripetizione del voto, fonti vicine al dossier fanno notare che i 4 giorni scelti (5-8 dicembre) sono lo stesso lasso di tempo utilizzato per il voto della settimana scorsa, culminato con l'evento Nova. A differenza dell'assemblea del 21-24 novembre, però, non ci sarà una kermesse finale: per questo la deadline del voto sarà alle ore 22 - l'orario in cui solitamente terminano le votazioni sul sito del Movimento - e non le ore 15, termine ultimo fissato per Nova per ragioni logistiche e comunicative. (di Antonio Atte)

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Politica

M5S, Casaleggio: “Ora Movimento è diventato...

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"Il movimento si è allontanato dai suoi principi, finanziamento dei partiti e il divieto del doppio mandato. Il problema sarà quello di avere più mandati che elettori"

Davide Casaleggio - Fotogramma

Conte e Grillo? "Hanno perso entrambi, e penso abbia perso soprattutto il movimento 5 Stelle". Lo ha detto Davide Casaleggio, della Casaleggio associati, nel corso della presentazione del volume 'Gli algoritmi della politica-Come l’Intelligenza Artificiale riscriverà la politica e la società' (Ed Chiarelettere), presso la sede di Vis Factor, a Roma. All'evento, moderato dalla giornalista dell'Adnkronos Ileana Sciarra, viene presentato anche il volume di Italo Bocchino, direttore editoriale del Secolo d'Italia, 'Perché l'Italia è di destra'.

Dal M5s "sono stati allontanati migliaia di iscritti prima del voto, mi è sembrato spiacevole l'applauso alla slide sullo schermo, c'è stata una caduta di stile". "Il movimento si è allontanato dai suoi principi, finanziamento dei partiti e il divieto del doppio mandato", ha detto ancora. "Il problema sarà quello di avere più mandati che elettori", aggiunge.

"Mi sorprende che Conte chiami Grillo sabotatore, quando lui sta esercitando una sua prerogativa, un po' come quando il capo dello Stato rimanda alla Camera una legge", ha detto ancora Casaleggio. Il M5s "è diventato un movimento esclusivo, prima era inclusivo, oggi si gestisce con una battaglia tra due posizioni e chi perde viene allontanato, se si allontana in modo spiacevole uno dei pilastri, ovvio che questa persona utilizzerà tutte le sue prerogative", aggiunge.

"E' giusto che se una esperienza è finita allora è più utile creare un nuovo nome e logo, creando principi e regole nuove", dice ancora. "Se pensi di andare avanti a fare politica per altri 20 anni serve allora nome più confacente", avverte Casaleggio con riferimento al 'nuovo' movimento di Conte. La storia "venga onorata e non distorta e utilizzata per raccattare qualche voto", dice ancora. Poi sulla proprietà del logo dice: "C'è una vecchia associazione che detiene i diritti del logo".

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Politica

Vigilanza Rai, verso la quinta fumata nera su voto Agnes

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A quanto apprende l'Adnkronos la maggioranza diserterà ancora in blocco

La sede Rai di viale Mazzini - Fotogramma

La maggioranza diserterà domani la seduta della Commissione di Vigilanza Rai, convocata per le 8.30 per procedere al voto sulla presidente in pectore, ovvero Simona Agnes. A quanto apprende l'Adnkronos, i partiti di governo faranno mancare ancora una volta il numero legale sulla votazione, per evitare di 'bruciare' il nome della Agnes: sarà dunque la quinta 'fumata nera' per l'elezione del presidente del Cda Rai da parte della Vigilanza.

"La Vigilanza? Esiste ancora?", risponde Maurizio Gasparri (capogruppo di Forza Italia al Senato e componente della Vigilanza) al telefono con l'Adnkronos, facendo chiaramente intendere quale sia l'intenzione di voto. A questo punto, la situazione va verso uno stallo che potrebbe cominciare a pesare fortemente sulle attività anche quotidiane della Commissione. I nodi sul tavolo sono tanti, tra sciopero dei dipendenti Rai, sciopero dei precari, la questione del canone, e via dicendo e, considerando anche che il Cda è stato nominato da oltre due mesi, serve necessariamente uno scioglimento almeno per quanto riguarda le attività contingenti.

Motivo per il quale, a quanto si apprende, domani le opposizioni chiederanno - come già avevano anticipato nella seduta di mercoledì scorso - che la maggioranza dia almeno un segnale da questo punto di vista sbloccando almeno le audizioni, e le altre attività della Commissione. 

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