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Migranti, Meloni in Albania: “Centri operativi dal 1° agosto”

La premier a Shengjin per inaugurare il primo hotspot in territorio albanese: "Si parte da mille posti e, poi, si arriverà a tremila"

Giorgia Meloni, a Shengjin per inaugurare il primo hotspot in territorio albanese

"Il complesso dei due centri" sui migranti in Albania "sarà operativo dal 1 agosto". Lo ha annunciato la premier Giorgia Meloni, a Shengjin per inaugurare il primo hotspot in territorio albanese. "L'accordo potrebbe essere replicabile in molti Paesi, potrebbe diventare una parte della soluzione strutturale dell'Ue. Lo capiamo noi e lo capiscono i sostenitori dell'immigrazione incontrollata che lo contestano. Abbiamo molti occhi puntati addosso, vogliamo riuscire. Un obiettivo del genere val bene due mesi di ritardo, ritardi legati alla natura dei terreni di Gjader che non avevamo previsto e hanno richiesto interventi di rafforzamento". "Le due strutture devono lavorare insieme. Noi partiamo per ora da più di mille posti, attualmente, che chiaramente arriveranno ai tremila", ovvero il numero "previsto nel protocollo".

"Siamo qui per annunciare il completamento della prima struttura, questa di Shengjin, che assolverà le funzioni tipiche dei centri di prima accoglienza cioè gli hotspot che chiaramente ci sono anche in Italia, dedicati ai migranti che vengono soccorsi e sbarcati". “Qui si effettuano lo screening sanitario, l'identificazione, il fotosegnalamento, la formalizzazione della domanda di protezione internazionale", ha aggiunto puntualizzando che nell’hotspot "potranno sbarcare solamente migranti salvati in acque internazionali da navi italiane, mentre non saranno portati in Albania soggetti vulnerabili, minori, donne, anziani e persone fragili".

"Grazie a Rama e Albania, accordo di respiro europeo"

"Italia e Albania sono storicamente nazioni amiche, sono storicamente nazioni che sono abituate a lavorare e a collaborare insieme e io voglio ringraziare ancora una volta il primo ministro Rama, tutto il popolo albanese per aver offerto il loro aiuto all'Italia per aver stretto con noi un accordo che io considero di grande respiro europeo" ha detto la presidente del Consiglio. "Al primo ministro Rama, al popolo albanese - ha proseguito - voglio anche rinnovare tutta la mia solidarietà, la mia vicinanza, la vicinanza del Governo italiano, del popolo italiano per gli attacchi che hanno ricevuto in questi mesi, da quando cioè hanno deciso di offrire anche con questo Governo la loro collaborazione all'Italia. Possiamo dire con orgoglio che questo accordo sta diventando un modello" in Europa.

"Noi abbiamo assistito in questi mesi a una durissima campagna denigratoria del governo albanese, della nazione nel suo complesso, che è stata addirittura dipinta come una sorta di 'narco-Stato' controllato dalla criminalità organizzata. Solo che qualcosa di questo racconto non torna, perché non è la prima volta che il primo ministro Rama e l'Albania, come si ricordava, offrono la loro collaborazione all'Italia. Solo che in tutti i casi precedenti l'Albania è sempre stata giustamente raccontata come una nazione che dimostrava la sua sincera voglia di essere parte della casa comune europea e, quindi, di cercare soluzioni comuni con gli altri Paesi, e che non mancava mai in particolare con l'Italia di far avere il suo supporto. Io ricordo l'ultima volta in cui questo è accaduto, l'ultima volta in ordine cronologico, quando nei giorni più drammatici dell'emergenza Covid il governo albanese con generosità e con coraggio inviò 30 tra medici e infermieri in Lombardia, epicentro del contagio".

"Anche in quell'occasione, come in tutte le precedenti - ha rimarcato la premier -, il primo ministro Rama fu ringraziato, uno dei principali quotidiani italiani titolò allora 'La favola bella del premier Rama, per lui elogio bipartisan della politica italiana'. Quello stesso quotidiano oggi lo definisce 'spregiudicato', perché chiaramente per molti il punto di vista è cambiato quando il governo ha deciso di continuare questa collaborazione anche con il nuovo governo italiano, come aveva fatto almeno con i cinque governi precedenti, per quello che sono stata in grado di ricostruire. Oggi lo attacca chi in passato lo ha incensato. Però voglio dire al primo ministro, se lo può consolare, che il bersaglio in realtà non è lui".

La premier alle opposizioni: "Spot elettorale? Lavoro, non posso scomparire"

"L'opposizione parla di spot elettorale? Fa il suo lavoro, lo considero normale, ma tanto come si fa si sbaglia. Se io avessi smesso di governare in questo mese e avessi fatto campagna elettorale avrebbero detto che non governavo" dice la presidente del Consiglio. "L'unica cosa che non posso fare, e che all'opposizione piacerebbe, è scomparire: questo non lo posso fare, non me lo potete chiedere. Avevo detto che non avrei fatto campagna elettorale e penso si veda che non l'ho fatta, ho partecipato a un'unica manifestazione la settimana scorsa. Vado a Caivano è uno spot elettorale, vado in Albania è uno spot elettorale, vado a sottoscrivere l'accordo di coesione ed è uno spot elettorale. Quindi che avrei dovuto fare, sospendere l'attività di governo per un mese? Io non me lo posso permettere, mi spiace. Io devo fare il mio lavoro, non posso sospendere la mia attività".

“Le procedure accelerate di frontiera, in forza del nuovo patto di migrazione e asilo, diventeranno obbligatorie in tutta l'Unione europea" ha detto la premier. "L'Ue, nella revisione del bilancio pluriennale, ha inserito un apposito stanziamento per facilitare queste procedure accelerate. Quindi, insomma, rispetto al racconto sulla violazione dello Stato di diritto e amenità varie la realtà è ben altra". "Nel momento in cui per attaccare il governo italiano si mette in mezzo un partner internazionale, si rischia di fare un danno non al governo ma all'Italia. Se qualcuno che è solidale con l'Italia, al di là del merito dell'accordo, viene inserito in una lotta del fango italiana, il rischio è che in futuro siano meno le nazioni disposte a fare accordi con noi".

Rama: "Fiero di aiutare l'Italia"

"Sono fiero dell'Albania che può essere utile all'Italia. L'Italia è stata utile all'Albania molto volte e se noi abbiamo la possibilità di essere utili all'Italia una volte, due, tre allora raccogliamo quest'opportunità. Lo facciamo con il cuore e con la convinzione che il mare tra Italia e l'Albania non è uno spazio che ci divide ma ci unisce da migliaia di anni", ha dichiarato il primo ministro albanese, Edi Rama, durante un punto stampa congiunto con Meloni, commentando l'accordo sui migranti tra Tirana e Roma. "In un momento così complicato non solo per l'Italia ma per tutta l'Europa siamo molto fieri di dare una mano anche se non come europei uniti nella Ue", ha spiegato Roma, secondo cui "non sta a nessuno decidere se siamo o no europei".

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Lavoro

Previdenza, Forum Enpaia 2024 su Economia e società scenari...

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Martedì 24 settembre dalle ore 10 a Roma

Previdenza, Forum Enpaia 2024 su Economia e società scenari e prospettive

Lavoro, capitale umano e intelligenza artificiale, ma anche agroalimentare e sostenibilità saranno i temi al centro del Forum Enpaia 2024 su 'Economia e società. Scenari e prospettive', promosso dalla Fondazione Enpaia, l’Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura e giunto alla quinta edizione, che si terrà martedì 24 settembre dalle ore 10, a Roma, presso Villa Aurelia, con la partecipazione del Premio Nobel per l'Economia, Christopher Pissarides e del Rettore dell’Università Luiss, Paolo Boccardelli.

Introdurrà i lavori Giorgio Piazza, Presidente della Fondazione Enpaia, e a seguire ci saranno gli interventi di Andrea Bonabello, Amministratore Delegato Ulixes Capital Partners; Gianpiero Calzolari, Presidente Gruppo Granarolo; Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura; Mario Lubetkin, Vice Direttore Generale FAO; Enrica Mammucari, Segretaria Generale Uila-Uil; Gianmatteo Manghi, Amministratore Delegato Cisco Italia; Alberto Oliveti, Presidente Adepp; Ettore Prandini, Presidente Coldiretti; Walter Renna, Amministratore Delegato Fastweb; Onofrio Rota, Segretario Generale Fai-Cisl; Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; Agostino Scornajenchi, Amministratore Delegato CDP Venture Capital e Maria Tripodi, Sottosegretario Ministero Affari Esteri e Cooperazione internazionale.

Sarà possibile seguire la diretta dei lavori del Forum sul canale Youtube della Fondazione Enpaia: https://www.youtube.com/@fondazione-enpaia.

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Cronaca

Processo Open Arms, naufrago chiede risarcimento di 50mila...

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Il legale del migrante: "La condotta dell'imputato ha aggravato i danni già subiti in Libia da Musa, che aveva 15 anni"

Matteo Salvini

Un naufrago chiede 50mila euro di risarcimento a Matteo Salvini nel processo Open Arms. La somma è stata chiesta nell'udienza di oggi del processo a carico del leader della Lega, imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio, dall'avvocata Serena Romano, legale di parte civile di Musa, uno dei naufraghi soccorsi dalla Open Arms nell'agosto del 2019.

"La condotta dell'imputato ha aggravato i danni già subiti in Libia da Musa, che aveva 15 anni, per le sofferenze fisiche ed emotive e per l'ingiustificato prolungamento della permanenza in mare, per il timore di essere riportato in Libia, per la violazione di tutti i diritti riconosciuti dalla nostra carta costituzionale che tutelano l'infanzia, che andava tutelata", ha detto Romano.

La nave della ong spagnola Open Arms "ha salvato decine di migliaia di persone" e nell'agosto 2019 , quando il ministro dell'interno di allora Matteo Salvini impedì lo sbarco di 147 persone a bordo della imbarcazione, "la ong si è trovata non solo a non avere il supporto che avrebbe dovuto avere e che è previsto dalla convenzione Sar da parte dello Stato rivierasco, ma si è trovata di fronte a questo muro", ha detto ha detto l'avvocato Arturo Salerni, legale di parte civile della ong spagnola Open Arms.

"E' evidente il danno che si è creato all'armatore umanitario Open Arms, il danno prodotto al suo equipaggio alla sua funzionalità, alle attività che perseguono con un fine esclusivamente umanitario che tanti frutti ha dato", ha aggiunto.

"L'udienza di oggi del processo Open Arms a Palermo conferma la totale insussistenza delle tesi dell’accusa, che pure ha chiesto 6 anni per Matteo Salvini perché ha difeso i confini: nell'indifferenza clamorosa degli immigrati presunti sequestrati, sarà interessante verificare quanti finanziamenti pubblici hanno incassato le realtà, a partire da Legambiente e Arci, che hanno speso soldi e tempo per partecipare a questo teatrino. Verificheremo con grande attenzione. E ancora: quanto sta costando ai contribuenti questo processo, voluto dalla sinistra contro Salvini?", la posizione espressa dalla Lega in una nota.

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Esteri

Cercapersone e walkie talkie esplosi, Libano nel panico: la...

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Civili sono terrorizzati dal fatto che dispositivi di uso quotidiano possano esplodere in qualsiasi momento

Militari libanesi - (Afp)

Una psicosi collettiva sta dilagando in Libano dopo le due ondate di attacchi contro Hezbollah con walkie talkie e cercapersone esplosivi che hanno causato decine di morti e migliaia di feriti. L'operazione non rivendicata, ma che in molti hanno attribuito al Mossad, ha anche provocato danni gravissimi agli occhi di molti sopravvissuti, tra cui l'ambasciatore iraniano a Beirut, Mojtaba Amani. Gli ospedali sono saturi e il Paese - già da tempo alle prese con una devastante crisi economica e politica - è in preda al panico.

I civili sono terrorizzati dal fatto che dispositivi di uso quotidiano possano esplodere in qualsiasi momento. E le voci girano ormai senza alcun freno causando ancora più caos. "Si dice che potrebbero esplodere i pannelli solari, le batterie, i frigoriferi, qualsiasi cosa", ha scritto il giornalista Hassan Harfoush sul Daily Mail. "Ho persino detto ai miei genitori di prendere un estintore, nel caso in cui qualcosa esplodesse in casa", ha aggiunto Harfoush che ha descritto le scene dell'orrore - con corpi e volti dilaniati - a cui si è assistito negli ultimi giorni.

I libanesi, scrive la stampa locale, hanno iniziato ad adottare misure drastiche per proteggersi, spegnendo i cellulari, gettando via i dispositivi elettronici e strappando le batterie dai walkie-talkie per il timore che possano essere stati manomessi con esplosivi. In alcuni casi, le persone hanno staccato gli elettrodomestici, persino spento i router wi-fi. Intanto una fonte dell'intelligence statunitense ha rivelato ad Abc News che l'operazione per fabbricare i device esplosi era stata pianificata da almeno 15 anni, coinvolgendo società fittizie.

Una delle principali conseguenze a lungo termine di quanto accaduto sarà che Hezbollah "ora dovrà condurre una caccia alle streghe all'interno dell'organizzazione", ha commentato a Sky News il ricercatore su terrorismo e politica mediorientale, Magnus Norell, evidenziando come la "vittoria tattica per Israele" sia stata "l'interruzione dei sistemi di comunicazione di Hezbollah in un colpo solo".

Ma i nervi dei libanesi sono messi a dura prova anche dal rischio concreto che le esplosioni dei walkie talkie e dei cercapersone siano, come molti osservatori sostengono, il preludio a un'operazione militare su larga scala dello Stato ebraico contro Hezbollah. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha parlato di una "nuova fase" della guerra, il cui baricentro si sposterà inevitabilmente da Gaza verso il confine nord con il Libano. Il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, nel suo atteso intervento ieri ha definito l'operazione di Israele "un'operazione di guerra".

La tensione è altissima. Aerei militari israeliani hanno sorvolato Beirut, a bassa quota e a velocità superiori di quella del suono, mentre Nasrallah teneva il suo discorso. Negli stessi minuti Hezbollah ha colpito almeno quattro nel nord dello Stato ebraico. Nella notte, poi, c'è stato uno dei più intensi attacchi israeliani nel sud del Libano dal 7 ottobre. L'agenzia libanese Nna sostiene che siano stati condotti 52 raid e le Idf hanno comunicato di aver colpito 100 lanciatori di razzi.

Il punto sulla crisi

L'escalation sembra davvero un passo, ma nella comunità internazionale si ritiene ci sia ancora una finestra di opportunità per risolvere la crisi pacificamente. "Abbiamo parlato a lungo di ciò che accade in Medio Oriente, con grande preoccupazione, ma anche convinti che ci possa ancora essere lo spazio per iniziative diplomatiche'', ha dichiarato ieri sera a Parigi il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al termine della riunione del formato Quint - con i rappresentanti di Usa, Germania, Francia e Gb - incentrata sulla crisi in Medio Oriente. "Una strada diplomatica esiste", ha confermato il presidente francese, Emmanuel Macron, rivolgendosi ai libanesi e sottolineando che "la guerra non è inevitabile".

Mosca, invece, ha messo in guardia dagli "effetti catastrofici" dell'attacco che ha falcidiato Hezbollah, dicendosi "profondamente preoccupata dai pericolosi sviluppi" in Libano. "Siamo convinti che l'avvio di una operazione militare su vasta scala in Libano avrebbe le conseguenze più distruttive per la sicurezza dell'intero Medio Oriente. E' necessario evitare tale scenario catastrofico", ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

Dall'Iran - che non dimentica anche l'uccisione a luglio del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh - è arrivata invece l'ennesima minaccia di rappresaglia contro Israele, stavolta attraverso il potente capo dei Guardiani della Rivoluzione. Israele riceverà una "risposta terribile" per i suoi attacchi contro Hezbollah, ha tuonato Hossein Salami, denunciando "il crimine atroce commesso dal regime sionista a causa della sua disperazione e dei suoi fallimenti".

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