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Europee Francia, stravince Le Pen. Macron scioglie Parlamento: elezioni. Boom destra anche in Germania e Austria

Secondo gli exit poll Rassemblement National in testa con 31,5%. Paese al voto il 30 giugno e il 7 luglio

Marine Le Pen, Jordan Bardella e Emmanuel Macron  - Afp

Boom della destra in Europa. In Francia il Rassemblement National di Jordan Bardella e di Marine Le Pen è in testa alle elezioni Europee accreditato del 31,5% secondo le stime di Ipsos per France Televisions, Radio France, France 24/Rfi, Public Senat/Lcp.

Valérie Hayer, la candidata della maggioranza del presidente Emmanuel Macron, raggiungerebbe il 15,2% mentre Raphaël Glucksmann (Partito socialista-Place publique), otterrebbe il 14. La France insoumise guidata da Manon Aubry avrebbe l'8,7% mentre François-Xavier Bellamy (Les Républicains) si aggiudicherebbe il 7,2 %. Marion Maréchal (Reconquête), otterrebbe il 5,5%. Seguono Marie Toussaint (Europe Ecologie-Les Verts) con il 5,2%. L'affluenza è in crescita al 52,5%, 2 punti in più rispetto al 2019. Le destre vincono anche in Germania e Austria.

Macron scioglie l'Assemblea nazionale: si vota il 30 giugno

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha annunciato lo scioglimento dell'Assemblea nazionale a seguito della debacle elettorale della sua maggioranza. Lo ha riferito Bfmtv, precisando che il capo dell'Eliseo ha annunciato che le elezioni legislative si terranno il 30 giugno ed il ballottaggio 7 luglio.

Le Pen: "Risultato storico, pronti a governare"

"Collocando la lista del Rassemblement National a un livello storico, i francesi hanno inviato un messaggio molto chiaro a un potere macronista che, voto dopo voto, si sta disintegrando: non vogliono più una costruzione europea tecnocratica e sempre più brutale che nega la sua storia, si fa beffe delle sue prerogative fondamentali e che si traduce in una perdita di influenza, identità e libertà", afferma Marine Le Pen in un post su 'X' commentando l'esito delle europee. "Siamo pronti a esercitare il potere, pronti a mettere fine a questa immigrazione di massa, a fare del potere d'acquisto una priorità, siamo pronti a rilanciare la Francia", ha poi affermato Le   Pen dopo la decisione del presidente Macron, di sciogliere il Parlamento.

Con il risultato dell'Rn "sopra il 32%, i francesi ci hanno appena assegnato il dato più alto tra tutti i partiti in 40 anni", ha dichiarato Le Pen, che ha "accolto con favore" la decisione di Macron. "Il voto dei francesi è definitivo: il presidente, rispondendo all'appello di Jordan Bardella, ha appena annunciato il ritorno dei francesi alle urne tra poche settimane", ha aggiunto Le Pen.

Bardella: "Rifiuto chiaro della politica di Macron"

"Il divario senza precedenti tra la maggioranza presidenziale e il principale partito di opposizione riflette una sconfessione feroce e un chiaro rifiuto della politica del presidente Emmanuel Macron e dal suo governo. Il Presidente della Repubblica non può rimanere sordo al messaggio. Chiediamo solennemente a Macron che è indebolito di organizzare nuove elezioni legislative". Ad affermarlo è il presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella.

Glucksmann: "Estrema destra al 40%, ci opporremo"

"Oggi l'estrema destra rappresenta il 40% in Francia. Stiamo assistendo a un'ondata che sta scuotendo profondamente le nostre democrazie. Viviamo in un punto di svolta storico. L'estrema destra è in testa in molti paesi europei. Ci opporremo a loro in Europa e in Francia". Ad affermarlo è Raphaël Glucksmann, il rappresentante della lista del Partito socialista e Place Publique, che secondo le stime ha ottenuto il 13,9% dei voti.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Gaza, raid su Jabalya. Media: “33 morti, 13 erano...

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Gaza, nuovo raid su Jabalya: "33 morti, 13 erano bambini". Raid anche in Libano, "20 morti" a nord di Beirut. Qatar sospende mediazione su tregua e ostaggi

Benjamin Netanyahu - Afp

Tzachi Braverman nella bufera. Il capo dello staff del premier israeliano Benjamin Netanyahu è stato indicato come il funzionario coinvolto in un presunto ricatto a un ufficiale di alto grado della segreteria militare nell'ufficio del primo ministro, riportano i media israeliani riguardo il caso di un sospetto ricatto - con video sensibili - per modificare i verbali delle riunioni in tempo di guerra. Stando a quanto si legge sul Times of Israel, a fare il nome di Braverman per prima è stata l'emittente pubblica Kan, sostenendo anche che le immagini in questione siano state registrate da telecamere di sicurezza nell'ufficio del premier e che altri dipendenti dell'ufficio di Netanyahu le abbiano viste.

Per Braverman si tratta di "diffamazione" e di "falsità". "E' tutta una bugia dall'inizio alla fine - ha detto -. L'obiettivo è colpire me e l'ufficio del premier nel mezzo della guerra". Diversi mesi fa, secondo le notizie del giornale, l'ufficio del capo di Stato Maggiore Herzi Halevi era stato informato del fatto che l'ufficio del premier era in possesso di immagini personali riguardo un ufficiale delle Idf e ne stava facendo un uso inadeguato.

Raid su Jabalya, "almeno 33 morti"

Sarebbe intanto di almeno 33 morti, compresi 13 minori, il bilancio provvisorio di un raid aereo che ha colpito Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza. Lo denuncia l'agenzia palestinese Wafa, secondo cui jet israeliani hanno bombardato e raso al suolo una casa nella zona centrale della città, dove si trovavano molte persone e anche sfollati. Stando alle notizie riportate dall'agenzia, le 33 vittime sono tutti civili. La Wafa parla di "un numero significativo di feriti", che però non viene precisato, e di molte persone che sarebbero sotto le macerie.

Raid anche in Libano, "almeno 20 morti" a Beirut

Sale ad almeno 20 morti e sei feriti il bilancio del israeliano che ha colpito la località di Aalmat, a circa 50 chilometri a nord della capitale libanese Beirut e a più di 120 chilometri dal confine sud del Libano con Israele. Lo denuncia il ministero della Salute libanese, come riporta il giornale L'Orient Le Jour.

Il precedente bollettino riferiva di tre minori tra le persone uccise. Stando al giornale, le vittime, fra le quali vi sarebbe un militare libanese, sarebbero originarie di Haouch el-Rafiqa, nella regione di Baalbeck.

Qatar sospende mediazione su ostaggi

Il Qatar conferma intanto di aver sospeso la mediazione tra Israele e Hamas sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. E fa sapere che "riprenderà i suoi sforzi con i partner quando le parti dimostreranno la loro volontà e serietà nel porre fine a una guerra brutale e alle sofferenze dei civili causate da condizioni umanitarie catastrofiche nella Striscia". E' quanto si legge in una dichiarazione del portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, dopo una giornata di indiscrezioni e smentite sul ruolo di Doha e sulla chiusura degli uffici di Hamas nella capitale dell'emirato.

Il Qatar, si legge nel comunicato in cui si definiscono "inaccurate" le notizie su un ritiro dalla mediazione, "ha notificato alle parti dieci giorni fa, durante gli ultimi tentativi di raggiungere un accordo, che avrebbe sospeso i suoi sforzi di mediazione non fosse stata raggiunta un'intesa in quel round".

Revocato divieto militari Idf a recarsi in Paesi Bassi

Revocato intanto il divieto di recarsi nei Paesi Bassi per il personale delle forze di sicurezza israeliane (Idf). Era stato imposto dopo i fatti di giovedì notte ad Amsterdam. Adesso, dopo una nuova "valutazione", le Idf - come si legge su X - hanno deciso di tornare a consentire a tutti i militari i viaggi nei Paesi Bassi.

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Esteri

Guerra di droni Kiev-Mosca: massiccio attacco a Russia,...

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Russia rivendica il controllo di un'altra località del Donestk. Kiev: "145 droni contro il nostro Paese"

Drone kamikaze - Afp

E' guerra di droni, oggi 10 novembre, tra Kiev e Mosca, con la Russia che accusa l'Ucraina di un massiccio attacco contro i territori della capitale e le autorità ucraine che parlano di "un numero record di droni" lanciato contro le sue regioni a partire dalla serata di ieri. La Russia rivendica intanto il controllo di un'altra località nel Donetsk, nell'est dell'Ucraina. Le truppe "hanno liberato la località di Volchenka (Vovchenka)", ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca, come riporta l'agenzia russa Tass. La località si trova non lontano da Kurakhove, nel distretto di Pokrovsk.

Massiccio attacco a Mosca

La Russia afferma di aver abbattuto stamani, nell'arco di tre ore, 70 droni ucraini su sei regioni del Paese. Secondo quanto rende noto il ministero della Difesa russo, 34 sono stati abbattuti sulla regione intorno alla capitale Mosca. Secondo il sindaco della capitale russa, Sergey Sobyanin, sarebbe uno degli attacchi più significativi denunciati dalle autorità locali dall'inizio del conflitto, con l'avvio il 24 febbraio del 2022 dell'invasione russa su vasta scalla dell'Ucraina.

Si tratta di un attacco senza precedenti, in termini di portata, per la capitale russa dall'inizio della guerra. Oltre ai 34 droni che la Russia afferma di aver abbattuto nella regione della capitale, il ministero parla di droni distrutti nelle regioni vicine di Kaluga (7) e Tula (2) e nelle regioni di confine di Bryansk (14), Orel (7) e Kursk (6).

Secondo le notizie dei media russi, la difesa aerea russa ha respinto attacchi anche nelle zone di Ramensky, Domodedovo e Kolomna. Le autorità aeroportuali, riporta l'agenzia Tass, hanno riferito di "restrizioni temporanee" per le operazioni negli scali di Domodedovo, Zhukovsky e Sheremetyevo. Stando alle notizie dei media russi un incendio è divampato nella zona della località di Ramenskoye, dove le fiamme hanno raggiunto due case e dove una donna è rimasta ferita.

145 droni russi contro l'Ucraina

Dal canto suo, l'Ucraina accusa le forze russe di aver lanciato nella notte appena passata 145 droni contro diverse zone del Paese. Le autorità di Kiev accusano la Russia di "aver attaccato" l'Ucraina "con un numero record di droni", anche droni kamikaze Shahed, a partire dalle 20 di ieri sera.

Secondo le notizie riportate da Ukrainska Pravda, la difesa aerea ucraina ha "distrutto" 62 droni russi nelle regioni di Kiev, Odessa, Zhytomyr, Kharkiv, Poltava, Sumy, Vinnytsia, Khmelnytskyi, Chernihiv, Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia e Donetsk. Altri dieci, si legge, sono usciti dallo spazio aereo ucraino proseguendo verso Moldova, Bielorussia e Russia e molti altri sono "spariti dai radar".

"La Russia, la notte scorsa, ha lanciato un record di 145 droni Shahed e altri attacchi con droni contro l'Ucraina. Durante la settimana, la Russia ha impiegato più di 800 bombe guidate, ha sferrato circa 600 attacchi con droni e lanciato circa 20 missili di vario tipo", quanto scrive in un post su X il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che denuncia il "terrore russo" confermando che mai così tanti droni avevano colpito l'Ucraina in poche ore.

"Questo terrore non può essere fermato con le parole", aggiunge Zelensky. "La sicurezza dal terrore - incalza - è impossibile senza decisioni coraggiose, è chiaro per tutti i paesi. Senza giustizia, non c'è pace duratura ed è abbastanza realistico per l'Ucraina raggiungerla".

Quasi 700mila morti tra i soldati russi, ottobre mese nero

Quasi 700.000 perdite, tra morti e feriti, fra le fila dei militari russi in Ucraina. Con l'ottobre appena passato che è stato il mese con più soldati caduti o feriti, in media circa 1.500 "ogni giorno", dall'inizio del conflitto, innescato dall'invasione russa su vasta scala avviata il 24 febbraio del 2022. Sono i numeri che emergono da un'intervista alla Bbc del capo di Stato Maggiore della Difesa del Regno Unito, l'ammiraglio Tony Radakin. Parla di un "prezzo straordinario" per i russi mentre prosegue quella che il Cremlino avviò come "operazione militare speciale".

"La Russia sta per raggiungere i 700.000 morti o feriti", ha detto, parlando di perdite per "piccole porzioni di territorio". "Non c'è dubbio che la Russia stia ottenendo successi tattici e territoriali e che stia facendo pressioni sull'Ucraina", ha aggiunto. Ma, ha osservato, sta spendendo più del 40% della spesa pubblica per difesa e sicurezza, un "onere enorme" per la Federazione che non fornisce un bilancio dei suoi caduti.

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Esteri

Ucraina-Russia, Kiev teme effetto Trump e Biden manda nuove...

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Il messaggio del consigliere del nuovo presidente: "La Crimea è andata"

Volodymyr Zelensky e Donald Trump - Afp

L'Ucraina spinge per un incontro tra il presidente Volodymyr Zelensky e Donald Trump, che lavora ad un piano di pace per porre fine alla guerra con la Russia. Dall'entourage del nuovo presidente americano arrivano messaggi allarmanti per Kiev, che teme un ridimensionamento del sostegno a stelle e strisce contro Vladimir Putin. Joe Biden intanto spedisce centinaia di missili intercettore a Kiev prima di lasciare la Casa Bianca.

La vittoria di Trump nelle elezioni americane inevitabilmente modifica il quadro del conflitto e dei rapporti tra Washington e i due paesi in guerra. Per mesi, durante la campagna elettorale, il nuovo presidente degli Stati Uniti ha detto e ribadito che avrebbe favorito una rapida intesa per porre fine al conflitto. Il piano in elaborazione, secondo il Wall Street Journal, prevede la creazione di una zona non militarizzata lungo il fronte, nessuna presenza militare americana e l'impegno dell'Ucraina a non entrare nella Nato per almeno 20 anni.

Per Kiev, che ha sistematicamente respinto l'ipotesi di sacrifici territoriali, è un campanello d'allarme. Anche per questo, dopo il contatto telefonico avvenuto mercoledì tra i due presidenti (con Elon Musk in linea), il governo ucraino sta organizzando un incontro tra Zelensky e Trump, come ha reso noto il ministro degli Esteri Andrii Sybiha. "Il dialogo tra Trump e Zelensky è già stato stabilito - ha detto Sybiha - Siamo aperti a ulteriori cooperazioni".

Trump, che nelle prime dichiarazioni post-voto ha aperto a contatti con Putin, nella telefonata con Zelensky avrebbe manifestato l'intenzione di consolidare la collaborazione. In attesa di un ulteriore confronto, il perimetro della visione americana viene tratteggiato dalle parole di Bryan Lanza, consigliere repubblicano che ha lavorato per la campagna del nuovo presidente americano.

Il messaggio di Trump

Trump si aspetta da Zelensky "una visione realista per la pace": la prossima amministrazione è orientata a concentrarsi sull'obiettivo di raggiungere la pace in Ucraina e non su quello di mettere Kiev in condizione di riprendere i territori conquistati dalla Russia. "E -avverte Lanza - se il presidente Zelensky verrà al tavolo dicendo, possiamo solo avere la pace con la riavendo la Crimea, dimostrerà di non essere serio. La Crimea è andata".

La riconquista della penisola sottolinea il consigliere che lavora con Trump dal 2016, è un obiettivo irrealistico e soprattutto "non è un obiettivo degli Stati Uniti". "Se questa è la sua priorità, riavere la Crimea e far combattere i soldati americani per riavere la Crimea, se la sbrighi da solo", il messaggio perentorio di Lanza. "Quello che diremo all'Ucraina è: sapete cosa vedete? Cosa vedete come una visione realistica per la pace. Non è una visione di vittoria, ma una visione di pace. E iniziamo a parlare onestamente", conclude. Dal team che si occupa dell'approdo di Trump alla Casa Bianca arriva la frenata con le parole di un anonimo portavoce: "Lanza non lavora per il presidente e non parla per lui".

La mossa di Biden

Tra una precisazione e l'altra, il cambio di panorama rispetto alla linea di Joe Biden è evidente. L'amministrazione uscente, che pure non ha concesso a Kiev il via libera per colpire obiettivi in territorio russo con missili a lungo raggio, prova a congedarsi con un'ultima fornitura alle forze armate ucraine. Gli Stati Uniti stanno accelerando sull'invio di altre armi prima che inizi l'era Trump. I piani svelati dal Wall Street Journal evidenziano che il Pentagono sta mandando a Kiev oltre 500 intercettori per i sistemi di difesa Patriot e Nasams, che dovrebbero arrivare nelle prossime settimane.

Tra Washington e Kiev si alternano messaggi, richieste, segnali. A Mosca, per ora, si tira dritto. La Russia continua a spingere nel Donetsk, il settore più caldo del fronte, con il forcing che da settimana mette in difficoltà i soldati di Kiev. Se l'Ucraina deve fare i conti con le difficoltà di puntellare le unità e garantire un adeguato ricambio in prima linea, l'esercito di Putin non ha problemi di risorse umane e, se li ha, rimedia schierando migliaia di militari nordcoreani.

Putin aspetta

Il presidente russo ha appena firmato la legge che ratifica il Trattato di partenariato strategico globale tra la Russia e la Corea del Nord. E' in base a questo documento che Kim Jong-un ha inviato nelle settimane scorse migliaia di soldati da schierare nella guerra contro l'Ucraina.

Mosca, quindi, si dice pronta ad ascoltare le proposte di Trump per porre fine al conflitto ma non ha fretta e non si sposta delle proprie condizioni: i territori conquistati e dichiarati annessi non verranno restituiti. Il viceministro degli Esteri Sergey Ryabkov, avverte che non esiste una "soluzione facile", considerando la continua assistenza statunitense a Kiev e i sospetti che le promesse del tycoon non siano altro che retorica elettorale.

"Crediamo che alcune delle sue promesse, in cui ha parlato di una rapida risoluzione della situazione in Ucraina, non siano altro che retorica", dice 'sfidando' il nuovo presidente. "È chiaro che non ci può essere una soluzione semplice a questo problema o ai problemi associati a ciò che sta accadendo in Ucraina e nei dintorni - aggiunge- L'amministrazione statunitense dovrebbe prendere molto sul serio questi segnali, sia quella uscente che quella futura. Non c'è opportunismo qui e i nostri interessi non dipendono da chi occupa lo Studio Ovale alla Casa Bianca".

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