Fondazione Ronald McDonald, da 25 anni al fianco di chi è in difficoltà
Supportati oltre 54mila bambini e famiglie, accolti tra le 5 Case Ronald e le 4 Family Room
“Un progetto che racconta di una rete di realtà attive sul territorio che lavorano insieme a beneficio di chi è più fragile”. Così Nicola Antonacci, Presidente Fondazione per l'Infanzia Ronald McDonald Italia, racconta all’Adnkronos il progetto ‘Sempre aperti a donare’, iniziativa benefica, alla sua quarta edizione, sostenuta insieme a McDonald’s, Banco Alimentare e Comunità di Sant’Egidio.
“Quest’anno – ricorda - Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald compie 25 anni in Italia: una storia di accoglienza quotidiana per supportare i bambini malati e le loro famiglie in cura lontano da casa ma anche una storia di impegno sul territorio per le comunità con cui entriamo in relazione. In questi anni, come Fondazione, abbiamo supportato oltre 54mila bambini e famiglie, accolti tra le 5 Case Ronald e le 4 Family Room distribuite tra Milano, Roma, Firenze, Bologna, Brescia e Alessandria”.
“Le nostre strutture offrono programmi e servizi che permettono alle famiglie di stare unite, rimuovono gli ostacoli dell’isolamento dovuto alla malattia e sostengono il percorso di cura dei piccoli pazienti lontani dalle loro città – spiega - Una missione, la nostra, preziosa anche per le realtà ospedaliere con cui collaboriamo, in risposta al fenomeno della migrazione sanitaria”.
“Condividiamo, dunque, con McDonald’s e Banco Alimentare l’attenzione alle persone in difficoltà ed è proprio qui che si inserisce la nostra collaborazione a favore dell’iniziativa ‘Sempre aperti a donare’: un progetto che racconta di una rete di realtà attive sul territorio che lavorano insieme a beneficio di chi è più fragile”, conclude.
Economia
Diritti, a StatisticAll confronto su uguaglianze e lotta a...
Cristina Freguja: "Bisogna far capire al pubblico che è necessario valorizzare l’ eterogeneità".
Inclusione e diritti sono tra i temi trattati a StatisticAll, il festival della statistica e della demografia in corso a Treviso. Nel panel intitolato “Uguaglianze, discriminazioni e diversity policy: dati, divari e diritti” si è osservato il quadro contemporaneo nazionale e internazionale sulla giustizia sociale, i diritti umani e le politiche di inclusività. La statistica ci può aiutare a rispondere a una domanda: la nostra società si sta finalmente liberando delle discriminazioni di genere, origine etnica, religione, orientamento sessuale o, invece, si tratta di un fenomeno in continuo aumento? Un compito arduo e allo stesso tempo imprescindibile per comprendere meglio la contemporaneità.
“La statistica ufficiale ha investito molto, negli ultimi anni, nella misura delle disuguaglianze, anche per far emergere fenomeni sommersi, cercando attraverso le indagini di studiare anche i processi discriminatori. Siamo in un contesto internazionale che spinge in questo senso, l’ Europa lavora contro queste discriminazioni” ha spiegato Cristina Freguja che poi ha aggiunto: “un problema che esiste anche sui luoghi di lavoro. Bisogna far capire al pubblico che è necessario valorizzare l’ eterogeneità. In questo modo si possono creare relazioni che creano coesione, un tessuto sociale. Un ambiente che favorisce la pluralità non avvantaggia solo la persona, ma la stessa produttività dell’azienda.“
Anche Agnese Canevari, dirigente dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR)–Dipartimento Pari Opportunità–PCM, ha voluto sottolineare come l’ambiente lavorativo possa fare la sua parte raccontando i risultati di una ricerca svolta con l’Istat: “In termini generali una persona su quattro ha dichiarato che il proprio orientamento sessuale ha costituito una discriminante sul posto di lavoro. Le persone non si sono sentite libere, nel proprio ambiente di lavoro, di manifestare la propria identità. Il tema dell’equality data è fondamentale, e il fenomeno della discriminazione deve essere dapprima conosciuto per essere poi affrontato. Linda Laura Sabbadini, che è stata Chair di Women20, ha analizzato il panorama internazionale: "La scarsa sensibilità della rilevanza statistica ufficiale ai fini di adozione di strategie, è un elemento fondamentale di cui tenere conto. Questo è un problema generale che si ha sempre nei contesti internazionali e mondiali. Si riflette particolarmente sulle discriminazioni, specie quelle di genere. Abbiamo paesi del G20, come la Russia, l’Arabia Saudita, il Brasile, in cui c’è il deficit di conoscenza su temi come la violenza sulle donne”.
Una testimonianza dall’estero è fornita anche da Tommaso Vitale, professore di Sociologia nell'Istituto di Studi politici di Parigi (Sciences Po): “La cosa più importante attiene al tipo di conoscenza di cui disponiamo sui fenomeni del razzismo, che può essere individuato come percezione soggettiva della discriminazione o sulle attitudini delle persone. La scelta in Francia è stata di demandare a un ente pubblico di misurare ogni anno le attitudini, con un campione significativo della popolazione. Il questionario è sottoposto a una commissione formata da esperti, in statistica pubblica e alla società civile. Pur nella volontà di mantenere il cuore e gli indicatori fissi, ogni anno viene introdotta una nuova questione a seconda della sensibilità dei cittadini. Credo che vi sia qualcosa di importante in questo metodo: è un metodo che coinvolge molte associazioni”.
Economia
Ue, Saraceno (Ofce): “Possiamo avere un’Europa...
Intervento a StatisticAll con un focus sul futuro del Vecchio Continente
"Viviamo in un mondo in cui è difficile pensare che uno stato europeo, che sia l’Italia, la Francia o la Germania, possa da solo far fronte alle sfide globali. Dobbiamo ragionare in una dimensione europea, non ci sono le risorse per fare diversamente. È, però, possibile immaginare un’Europa diversa da quella avuta fino ad oggi”. Così Francesco Saraceno, vice direttore dell'Ofce, centro di ricerca in economia di Sciences Po a Parigi, durante il panel dal titolo “Un’altra Europa è possibile? La governance europea e il suo futuro” ospitato all’interno di StatisticAll, il festival della statistica e della demografia in corso a Treviso.
Con l’inflazione che torna rapidamente sotto controllo, occorre tornare a concentrare l’attenzione sulle sfide strutturali che il vecchio continente deve affrontare e un cambiamento che può avvenire anche a livello monetario: “Un altro euro è possibile e viste le sfide che abbiamo davanti è necessario – ha aggiunto Saraceno – L'Europa è drammaticamente in ritardo sulle sfide della transizione e della produttività, per questo non si può fare a meno di immaginare un'Europa moderna che funzioni meglio".
Economia
StatisticAll, Chelli (Istat): “AI è di supporto per nostro...
“Nel campo della statistica l’intelligenza artificiale ci può aiutare a trovare velocemente, consultando un numero infinito di documenti e di archivi, ciò che stiamo cercando”. Così Francesco Maria Chelli, presidente Istat, in occasione della decima edizione di StatisticAll, il Festival della Statistica e della Demografia. Una quattro giorni intensa e ricca di appuntamenti sul tema “Statistiche senza frontiere. Fiducia, etica, sistema: il futuro dei dati in Europa”, in svolgimento a Treviso.