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Autonomia, caos alla Camera: “Pugni in testa a deputato M5S Donno”

Dopo la maxi rissa che ha visto protagonista il deputato del M5S Donno e alcuni parlamentari di Lega, Fratelli d'Italia denunciano 'botte' da parte dell'opposizione e in particolare dal Pd. Furgiuele espulso dall'Aula per aver fatto - secondo il Pd - il gesto della 'Decima Mas'

Il momento dell'aggressione

Momenti di grande tensione alla Camera durante il dibattito sul ddl Calderoli. Dopo la maxi rissa che ha visto protagonista il deputato del M5S Leonardo Donno e alcuni parlamentari di Lega, Fratelli d'Italia denunciano 'botte' da parte dell'opposizione e in particolare dal Pd. Stop ai lavori, si riprende giovedì alle 9.30.

Donno (M5S): "Io colpito allo sterno, mi hanno tolto il fiato"

"Mi sono avvicinato al ministro Calderoli, volevo solo consegnargli il tricolore. Niente di più. Poi c'è stato il caos. Tra i vari calci mi è arrivato anche un pugno fortissimo allo sterno e sono crollato perché non riuscivo a respirare. Mi sono spaventato", dice Donno che, parlando con l'Adnkronos, racconta tutte la fasi dell'aggressione subita in Aula a Montecitorio, durante la discussione sull'autonomia differenziata. "Fortunatamente i medici, che ringrazio, mi hanno assistito immediatamente. Ho fatto 7-8 volte l'elettrocardiogramma perché ero agitato. Ora sto meglio, ho preso anche un antidolorifico", ha spiegato il parlamentare grillino (VIDEO).

Anche un commesso si è infortunato durante gli scontri in aula alla Camera. L'assistente parlamentare è stato portato via a braccia da alcuni colleghi.

Iezzi (Lega): "Non ho colpito Donno, da lui sceneggiata"

"Ho provato a dare cazzotti, ma non l'ho colpito. Donno ha tentato di aggredire Calderoli e ho reagito. Io mi allontano e lui dopo cade come una pera. Andrebbe condannata la sua sceneggiata. Pentirsi? E' una reazione non giustificata ma causata da un motivo", dice il deputato leghista Igor Iezzi a La Zanzara, accusato di aver preso a pugni in testa il deputato pentastellato.

"Un cazzotto? Ho provato a darlo ma dal video si vede che non l'ho colpito. Donno ha provato ad aggredire il ministro Calderoli, se gli avesse dato solo la bandiera non sarebbero intervenuti i commessi. Io ho avuto la mia reazione, ma si vede dai video Donno cade come una pera dieci secondi dopo che io mi sono allontanato". "Non c’è stata violenza fisica - prosegue Iezzi - io verrò espulso dall’Aula, Donno anche ma andrebbe condannata la sua sceneggiata. Mi auguro che gli vengano dati giorni in più d’espulsione per questa sceneggiata. Daspo per quanto successo? Quanto dovrebbe durare il daspo per uno che aggredisce un ministro? Pentimento? Non l'ho colpito, è una reazione non giustificata ma causata da un motivo".

"Il collega Donno evidentemente nel caos ha sbagliato persona. Dalle immagini si vede benissimo che mi sono avvicinato al parapiglia solo per togliere la bandiera che provocatoriamente lo stesso Donno voleva dare al ministro Calderoli. La mia posizione, dai video che circolano, è talmente lontana dal deputato 5stelle da non poter permettere alcuna aggressione", dice Gimmi Cangiano, deputato di Fratelli d'Italia, accusato da Donno di essere uno degli 'aggressori'.

"Donno commediante: non lo ho toccato e le immagini parlano. Oltraggioso rivestire con un tricolore forzatamente un ministro della Repubblica. Quella alla fine era una sceneggiata della migliore specie. Non solo non l’ho toccato, ma nel resto dell’azione mi sono allontanato e messo seduto per non alimentare quella che era un evidente tentativo per sospendere i lavori. Donno la smetta di dire bugie e si vergogni", incalza il deputato di Fratelli d’Italia Federico Mollicone.

Lanciate sedie e stampelle

Fabio Pietrella di Fratelli d'Italia racconta ai cronisti: "Stavo cercando di stemperare gli animi con Gnassi, ho fermato Toni Ricciardi del Pd. E appena l'ho fermato lui mi ha dato due stampelle sul petto". Un altro esponente dem, Nico Stumpo, è invece stato espulso per aver lanciato una sedia. La conferma arriva direttamente dal presidente di turno della seduta, Sergio Costa: "Sì, l'ho espulso perché ha lanciato una sedia. Contro i banchi del governo? Sì, ma come gesto simbolico, non contro una persona".

Stumpo ammette di non averci visto più. "Sono un pacifista ma...", dice tra i colleghi in Transatlantico stupefatti dalla coda di una giornata già mai vista a Montecitorio con il 'presente' pronunciato in aula da un deputato di Fratelli d'Italia. "Ma come si fa?", sbotta Paolo Ciani commentando con i colleghi il richiamo al 'presente' che ha provocato ulteriore bagarre in aula.

Nei capannelli delle opposizioni tra i deputati Pd, M5S e Avs c'è sconcerto per un clima che non promette nulla di buono e giovedì alle 9 e 30 si riprende. "Avevamo detto in capigruppo che era meglio rinviare alla prossima settimana, ma qui ormai è partito il testosterone... domani sarà un Vietnam", la previsione di una deputata dem.

Schlein: "Fatti gravissimi"

Di "fatti gravissimi" parla la segretaria del Pd, Elly Schlein che sottolinea: "Non è possibile riprendere i lavori in questo clima di crescente violenza verbale e addirittura fisica". "Prima la destra ha intimato a Braga di stare zitta, poi un deputato della Lega è stato espulso per aver fatto per tre volte il simbolo della Decima Mas, infine l'aggressione fisica, violentissima con pugni ripetuti a un parlamentare del M5S", dice Schlein.

"A 100 anni dall'omicidio Matteotti non si devono e non si possono vedere queste immagini, non pensino di fermare i nostri diritti di opposizione contro le riforme con cui stanno stravolgendo l'Italia", conclude.

"Non si fa così, non si fa così", dice il capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti rivolgendosi a Schlein , seduta su un divanetto in Transatlantico, dopo le tensioni. Il presidente dei deputati di Fratelli d'Italia accusa dem e 5 Stelle di voler "rovinare il successo del G7 di Giorgia Meloni". La leader democratica replica a Foti con un gesto della mano, come per dire "ma va...".

Opposizioni sventolano tricolore in Aula e cantano Inno Mameli e Bella ciao

Il clima si accende nel pomeriggio. Dopo l'intervento di Roberto Speranza in aula alla Camera contro il provvedimento sull'autonomia differenziata, i deputati del Pd iniziano a sventolare in aula bandiere tricolore. "Difendiamo l'unità del nostro Paese". Tutte le opposizioni si intonano l'inno d'Italia e Bella ciao (VIDEO).

Pd: "Segno Decima mas da banchi Lega". La replica

"Mentre cantavamo l’inno d’Italia, deputati della Lega facevano il segno della X Mas: un oltraggio alla Repubblica e alla bandiera che va perseguito. Tutto ciò dimostra come il fascismo sia dentro questa maggioranza", dice in una nota il deputato di Avs Angelo Bonelli.

"La X con le mani? L'ho fatto per dire che non mi piace Bella ciao", replica ai cronisti Domenico Furgiuele, deputato della Lega, espulso dall'Aula nel corso della seduta sull'autonomia per aver fatto - secondo il Partito democratico - il gesto della 'Decima Mas'. "E' tutto molto strano, è questo mondo del politicamente corretto per il quale si può cantare Bella ciao in Aula alla Camera e non si può dire magari che questa canzone non è condivisa e non piace. E qualcuno può fare pure un gesto, surclassato dalle voci, per dire 'no, non mi piace'. Questa cosa viene fraintesa perché non si può fare un gesto...", sottolinea. "Ognuno può interpretare quello che vuole. Era mia intenzione esprimere qualcosa di negativo rispetto a quello che le opposizioni stavano cantando", prosegue l'esponente leghista.

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Politica

Lega, ecco i nuovi dipartimenti: Salvini lascia...

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Fontana lascia gli Esteri, Durigon il Lavoro, Molteni la Sicurezza. Anche Bongiorno cede il testimone

Bandiera della Lega (Fotogramma)

Avvicendamenti, nuovi dipartimenti, e un rimescolamento dei compiti nella Lega. Sono queste le decisioni rese note oggi da Matteo Salvini, che nei giorni scorsi aveva nominato due nuovi vicesegretari: Alberto Stefani e Claudio Durigon. Una mossa, quella della riorganizzazione dei dipartimenti, sempre coordinati da Armando Siri, che lo stesso leader ha spiegato servirà per gestire al meglio le prossime sfide, per cogliere "la vittoria anche alle politiche 2027".

Cosa cambia

Complessivamente, i dipartimenti salgono a 31 rispetto ai 29 precedenti, con alcuni nomi importanti in uscita e altri in ingresso. L'attuale presidente della Camera, Lorenzo Fontana, dopo aver lasciato la vicesegreteria non sarà più il responsabile del dipartimento Esteri, al suo posto il deputato Paolo Formentini. Un altro avvicendamento riguarda il dipartimento Lavoro: Claudio Durigon, da poco vicesegretario della Lega, lascia il dipartimento a Tiziana Nisini. Anche Giulia Bongiorno, avvocato di Salvini a Palermo, lascia il posto all'ex sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone. Inoltre l'attuale sottosegretario all'Interno, Nicola Molteni, lascia la Sicurezza all'ex sindacalista di polizia Gianni Tonelli. Così come arriva all'Ambiente Vincenzo Pepe, al posto di Vannia Gava.

Tra le novità poi lo spacchettamento del dipartimento Agricoltura e Turismo. Qui resta Gian Marco Centinaio, che è anche vicepresidente di Palazzo Madama, mentre l'Agricoltura viene assegnata al senatore Giorgio Maria Bergesio. Mirco Carloni diventa invece nuovo responsabile delle Attività produttive al posto di Massimo Bitonci. Nasce infine il dipartimento della Cultura affidato alla deputata marchigiana Giorgia Latini.

La mossa, attesa da parte del leader della Lega, "per dare nuovo slancio al partito: l’obiettivo è creare eventi ad hoc in ogni provincia e spalancare le porte a nuovi ingressi", viene spiegato in un comunicato. Salvini e Siri hanno incontrato i coordinatori oggi pomeriggio, nel corso di una riunione negli uffici della Lega alla Camera.

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Politica

Tavolo su castrazione chimica, sponda governo a Lega:...

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Via libera del governo all'ordine del giorno al ddl Sicurezza, all'esame dell'aula di Montecitorio, presentato dal deputato Iezzi

Montecitorio (Fotogramma/Ipa)

La Lega rilancia la battaglia per arrivare a una legge sulla castrazione chimica per i pedofili e gli stupratori. Raccogliendo oggi il via libera del governo all'ordine del giorno al ddl Sicurezza, all'esame dell'aula di Montecitorio, presentato dal deputato Igor Iezzi che impegna l'esecutivo ad "istituire quanto prima una commissione o un tavolo tecnico con lo scopo di valutare, nel rispetto dei principi costituzionali e sovranazionali, in caso di reati di violenza sessuale o di altri gravi reati determinati da motivazioni sessuali, la possibilità per il condannato di aderire, con il suo consenso, a percorsi di assistenza sanitaria, di natura sia psichiatrica sia farmacologica, anche con eventuale trattamento di blocco androgenico mediante terapie con effetto temporaneo e reversibile, diretti ad escludere il rischio di recidiva". Un'apertura del governo che lo stesso Salvini subito saluta con favore: "Vittoria della Lega! Bene così, un altro importante passo in avanti per una nostra storica battaglia di giustizia e buonsenso: tolleranza zero per stupratori e pedofili".

 Insorgono le forze di opposizione. "Con buona pace di Fi il governo è ormai piegato sulle posizioni estremiste di Salvini e della Lega", attaccano dal Partito democratico. Sottolineando con la deputata Simona Bonafè che siamo di fronte a "una proposta incostituzionale che mina alle basi il nostro ordinamento giuridico che ha superato da secoli il ricorso alle pene corporali". Da Avs si accusano i leghisti di una "vocazione repressiva senza confini che trascina tutta la destra, senza distinzioni".

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Politica

Draghi da Meloni a Palazzo Chigi

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Un'ora e un quarto di colloquio tra la presidente del Consiglio e l'ex premier a Palazzo Chigi

Giorgia Meloni e Mario Draghi

Colloquio di un'ora e un quarto oggi a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e l'ex premier e numero uno della Bce, Mario Draghi.

Al centro dell'incontro, informa una nota diffusa da Palazzo Chigi, "un confronto approfondito sul Rapporto sul futuro della competitività europea presentato da Draghi, che contiene secondo il governo diversi importanti spunti, tra cui la necessità di un maggiore impulso all’innovazione, la questione demografica, l’approvvigionamento di materie prime critiche e il controllo delle catene del valore e, più in generale, la necessità che l’Europa preveda strumenti adatti a realizzare le sue ambiziose strategie - dal rafforzamento dell’industria della difesa fino alle doppie transizioni - senza escludere aprioristicamente nulla, compresa la possibilità di un nuovo debito comune. Priorità condivise che rispecchiano anche il lavoro portato avanti dal Governo in Italia e nelle Istituzioni europee. I due presidenti - informa la nota - sono rimasti d’accordo di tenersi in contatto per continuare ad approfondire queste materie".

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