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Ucraina, Russia contro Biden: “Vuole far sanguinare l’Europa per restare al potere”

Zelensky: "Dal G7 sostegno chiaro a Kiev". Mosca contro Biden: "Vuole far sanguinare l'Europa per restare al potere". Il dossier alla Corte penale internazionale: "Russia ha sottoposto Mariupol alla fame"

Ministero degli Esteri russo a Mosca - Afp

Al G7 in Puglia, l'Ucraina incassa il sostegno dei leader e l'accordo sull'utilizzo dei profitti generati dai beni russi congelati in Europa a favore di Kiev. Ma Mosca avverte Bruxelles: "La nostra risposta sarà molto dolorosa".

Mosca: "Risposta dolorosa a uso beni confiscati in Ue a favore di Kiev"

Il monito arriva dalla portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharov: ''Le proprietà e i fondi europei in Russia, come sapete, sono a sufficienza e le inevitabili misure di ritorsione saranno estremamente dolorose per Bruxelles, che dovrà quindi pagare prima di tutto per la sua follia'', ha affermato come riporta la Tass.

Russia contro Biden: "Vuole far sanguinare l'Europa"

In precedenza su Telegram Zakharova ha accusato l'amministrazione del presidente americano Joe Biden di voler "far sanguinare ancora più forte l'Europa" per rimanere al potere. "I paesi dell'Unione Europea si rendono conto che Washington li sta coinvolgendo in uno scontro diretto con la Russia sotto la bandiera della Nato?", ha scritto.

"L'Occidente sta nutrendo istericamente la sua popolazione con affermazioni sulla presunta imminente aggressione della Russia contro i Paesi occidentali - ha aggiunto la Zakharova - e questo significa solo una cosa: l'amministrazione Biden deve far sanguinare l'Europa ancora più forte per evitare il collasso del proprio governo e dell'economia statunitense".

Intanto il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Russia Dmitry Medvedev ritiene necessario rispondere alle sanzioni occidentali. Nel suo canale Telegram, ha invitato a trasformare la vita in Occidente in un “completo incubo”, causando il massimo danno ai paesi ostili.

"Ogni giorno dobbiamo cercare di causare il massimo danno a quei Paesi che hanno imposto queste restrizioni contro il nostro Paese e tutti i nostri cittadini", ha invitato il vice capo del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa. "Dobbiamo causare danni ovunque, paralizzare il lavoro delle loro aziende e degli enti governativi. Causare problemi nelle loro tecnologie più importanti e colpirli senza pietà, distruggendo letteralmente la loro energia, industria, trasporti, banche e servizi sociali". "Trasformiamo la loro vita in un incubo completamente folle", ha concluso Medvedev, proponendosi di lasciarsi guidare dal principio dell'Antico Testamento di "occhio per occhio".

Zelensky: "Dal G7 sostegno chiaro a Kiev"

"Summit del G7: chiaro sostegno all'Ucraina, al diritto internazionale e a una pace giusta. Ogni giorno rafforziamo le nostre posizioni e la nostra difesa della vita. Ogni incontro serve a dare all’Ucraina nuove opportunità di vittoria. Sono grato a tutti i nostri partner". Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo la sessione del vertice dedicata all'Ucraina.

Il dossier: "Mosca ha sottoposto Mariupol alla fame"

La Russia si è impegnata in un “modello deliberato” di tattiche di fame durante l’assedio di 85 giorni della città ucraina di Mariupol all’inizio del 2022. Questo equivale a un crimine di guerra, secondo un nuovo dossier presentato alla Corte penale internazionale dagli avvocati di Global Rights Compliance, che lavorano in collaborazione con il governo ucraino. Il documento sostiene che la Russia e i suoi leader intendevano uccidere e danneggiare un gran numero di civili.

Si stima che 22.000 persone siano state uccise durante l'accerchiamento e la conquista della città di Mariupol all'inizio della guerra in Ucraina. I civili rimasero senza acqua, gas o elettricità entro pochi giorni dall’assedio mentre le temperature scendevano sotto i meno 10°C. Catriona Murdoch, partner di Global Rights Compliance, ha affermato che lo scopo della ricerca era “vedere se esistesse una narrazione più ampia”, che provasse una deliberata negazione del cibo e di altri servizi necessari per la vita da parte dell’esercito russo e della sua leadership, un strategia della fame che potrebbe essere considerata un crimine di guerra.

"Quello che abbiamo potuto vedere è che ci sono state quattro fasi nell’attacco russo, a partire dai raid alle infrastrutture civili, con l’interruzione della fornitura di elettricità, riscaldamento e acqua. Poi le evacuazioni umanitarie sono state negate e persino attaccate, mentre è stato impedito il passaggio degli aiuti", ha aggiunto la Murdoch. "Nella terza fase sono state prese di mira le rimanenti infrastrutture critiche, i civili sono stati terrorizzati con aiuti e i punti d’acqua bombardati. Infine, nella fase quattro, la Russia si è impegnata in attacchi strategici per distruggere o occupare le restanti infrastrutture”.

Kiev: colpita stazione radio russa più moderna

Le Forze per le Operazioni Speciali dell'Ucraina hanno colpito la più moderna stazione di comunicazione radio digitale R-416GM della Russia per la prima volta dall'inizio della guerra. Lo hanno riferito i militari di Kiev, riferendosi alla stazione che Mosca ha iniziato a usare nel 2018. A seguito dell'attacco, la comunicazione tra il posto di comando e le unità dell'esercito russo sul campo è stata interrotta, hanno riferito i militari ucraini.

Da Gb nuove sanzioni contro Borsa Mosca e fornitori di armi ai russi

Il Regno Unito ha imposto un nuovo pacchetto di sanzioni contro 42 entità russe tra cui la Borsa di Mosca, il National Clearing Center e il National Settlement Depository. Si tratta di una decisione annunciata dal ministero del Tesoro britannico e che segue le nuove sanzioni imposte ieri dagli Stati Uniti. L'obiettivo della Gran Bretagna è quello di indebolire il sistema finanziario russo e coloro che forniscono sostegno militare alle forze armate russe impegnate in Ucraina.

Queste nuove sanzioni colpiscono anche i fornitori di munizioni, macchine utensili, microelettronica e logistica per l’'esercito russo, comprese entità con sede in Cina , Israele , Kirghizistan e Turchia, insieme alle navi che trasportano beni militari dalla Corea del Nord alla Russia.

''Il Regno Unito sarà sempre fianco a fianco dell'Ucraina nella sua lotta per la libertà'', ha dichiarato il primo ministro britannico Rishi Sunak in una nota annunciando il nuovo pacchetto di sanzioni. ''Oggi stiamo ancora una volta intensificando la pressione economica attraverso le sanzioni per limitare la capacità della Russia di finanziare la sua macchina da guerra. Putin deve perdere e tagliare la sua capacità di finanziare un conflitto prolungato è assolutamente vitale'', ha detto il premier britannico.

Stoltenberg: "No conquiste significative Russia a Kharkiv"

Grazie agli aiuti occidentali, l'esercito russo "non è riuscito ad ottenere significative conquiste territoriali" intorno a Kharkiv. Lo sottolinea il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in conferenza stampa a Bruxelles al termine del primo giorno della ministeriale Difesa.

Nel Consiglio Nato-Ucraina "parleremo della necessità immediata di fornire maggiore assistenza in materia di sicurezza all'Ucraina, in particolare per quanto riguarda una maggiore difesa aerea. Parleremo anche di come garantire un quadro solido per il nostro sostegno a lungo termine e per aiutarvi a costruire la futura forza dell'Ucraina".

Stoltenberg ha poi aggiunto che accoglie "con favore la decisione dei Paesi del G7 di utilizzare i ricavi degli asset russi per fornire maggiore sostegno all'Ucraina. A quanto ne so, è un prestito e non riguarda solo aiuti militari, ma anche per altre cose importanti, come il sostegno economico allo Stato ucraino e altri tipi di assistenza macrofinanziaria. Quello che conta per gli impegni Nato sono gli aiuti militari ed è troppo presto per dire quanta parte sarà coperta" dai flussi rivenienti dagli asset russi. "La mia proposta, non ancora concordata dagli alleati - continua - è che dovremmo concordare un livello minimo di 40 mld l'anno, che sosterrebbe almeno il livello di supporto fornito finora. Assicureremmo prevedibilità e accountability", dato che a volte "il sostegno è stato promesso", ma non è stato "consegnato". Si tratta di usare il Pil "come metodo per calcolare la condivisione degli oneri: gli Usa avrebbero il 50%, il resto verrebbe diviso tra gli altri alleati. Spero e mi aspetto che gli alleati concordino su questo", perché "gli ucraini hanno bisogno di prevedibilità" e si manderebbe a Vladimir Putin il messaggio che è inutile "aspettare che ci stanchiamo" di sostenere Kiev.

Ue proroga protezione temporanea profughi fino al 2026

Il Consiglio Ue ha deciso di prorogare fino al 4 marzo 2026 il meccanismo di protezione temporanea per i rifugiati che fuggono dalla guerra in Ucraina, alla luce della situazione "volatile" in quel Paese. Lo comunica il Consiglio. "Finché continueranno a cadere le bombe in Ucraina - dice Nicole de Moore, sottosegretaria di Stato belga per l'asilo e la migrazione - la situazione non sarà sicura. I ministri oggi hanno mostrato rinnovata solidarietà e hanno deciso che continueranno a offrire protezione al popolo ucraino nell'Ue".

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Esteri

Nuovi raid aerei di Israele nel sud del Libano –...

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(Fotogramma/Ipa)

Nuovi raid aerei di Israele contro il sud del Libano. Distrutti centinaia di razzi pronti per essere lanciati in territorio israeliano, e altre infrastrutture militari. I media libanesi denunciano che ci sono stati fra i 50 e i 70 attacchi aerei, concentrati in brevissimo tempo, e che quella di ieri è stata l'operazione più pesante dall'inizio del conflitto a Gaza lo scorso ottobre. Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha anticipato che le azioni militari contro Hezbollah "proseguiranno" e ha parlato di "una nuova fase della guerra".

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Esteri

Israele-Libano, rischio escalation preoccupa Usa e Russia:...

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Wsj: "Pentagono non esclude operazione di terra Tel Aviv nel prossimo futuro". Ma Washington teme che la situazione possa andare fuori controllo

Carro armato israeliano - (Fotogramma)

Crescono i timori per l'avvio di una operazione militare di terra delle forze israeliane nel sud del Libano nel prossimo futuro. Ad essere preoccupati sono non solo gi Usa, ma anche la Russia, che parla di "conseguenza catastrofiche".

Secondo quanto scrive il Wall Street Journal, nei giorni scorsi ne ha parlato il segretario della difesa Lloyd Austin e l'attacco contro Hezbollah con cercapersone e walkie talkie esplosivi dà sostanza a tali timori. Austin e il dipartimento di stato hanno insistito nel sollecitare Israele a dare più tempo alla diplomazia, ma gli Stati Uniti temono che la situazione possa andare fuori controllo.

Russia: "Da operazione vasta scala effetti catastrofici e conseguenze in regione"

Da Mosca a parlare è la portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zakharova. "Date le dimensioni e le potenziali conseguenze degli eventi in corso, siamo profondamente preoccupati dai pericolosi sviluppi in Libano", ha affermato, denunciando le esplosioni dei dispositivi in dotazione agli esponenti di Hezbollah come "cyber attacchi di terrorismo". "Siamo convinti che l'avvio di una operazione militare su vasta scala in Libano avrebbe le conseguenze più distruttive per la sicurezza dell'intero Medio Oriente. E' necessario evitare tale scenario catastrofico", ha aggiunto. Mosca esprime la sua disponibilità per "strette interazioni con partner regionali e internazionali per ridurre le tensioni e stabilizzare la situazione militare e politica".

Wsj: improbabile accordo Israele-Hamas entro fine mandato Biden

Intanto, sempre dalla pagine del Wall Street Journal, alti funzionari statunitensi hanno ammesso che è "improbabile" che Israele e Hamas raggiungano un accordo prima della fine del mandato del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Questo dopo che per mesi diversi esponenti dell'Amministrazione hanno indicato che un cessate il fuoco e un accordo per il rilascio degli ostaggi sia a portata di mano.

La Casa Bianca ha precedentemente affermato che le parti in conflitto hanno già accettato il "90%" del testo dell'accordo, quindi ci sarebbe la speranza di una svolta. Ma diversi funzionari di alto livello della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato e del Pentagono sono piuttosto scettici in merito a un via libera definitivo. "Nessun accordo è imminente" e "non sono sicuro che verrà mai raggiunto", ha affermato uno dei funzionari statunitensi.

Le fonti hanno spiegato che dietro il loro pessimismo ci sono diversi motivi. Il numero dei prigionieri palestinesi che Israele dovrebbe rilasciare in cambio degli ostaggi era uno dei nodi principali, ma si è ancora più complicato dopo la morte di sei rapiti, tra cui un cittadino americano. E l'attacco di due giorni a Hezbollah con cercapersone e walkie-talkie esplosivi, seguito da raid aerei israeliani, ha reso molto più probabile la possibilità di una guerra totale, complicando la strada per una soluzione diplomatica con Hamas.

Un altro problema è che, secondo i funzionari dell'Amministrazione Biden, Hamas prima avanza delle richieste e poi si rifiuta di dire "sì" dopo che gli Stati Uniti e Israele le accettano. L'intransigenza ha frustrato i negoziatori, che ritengono sempre di più che la fazione palestinese non sia seriamente intenzionata a concludere un accordo. I critici hanno anche accusato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, di sabotare il processo, in parte nel tentativo di placare l'estrema destra della sua coalizione di governo.

Di conseguenza, l'umore all'interno dell'Amministrazione e in Medio Oriente è cupo come non lo è mai stato negli ultimi mesi. "Non c'è alcuna possibilità che accada ora - ha aggiunto un funzionario di un Paese arabo poco dopo l'operazione contro Hezbollah - Tutti sono in modalità attesa fino a dopo le elezioni. L'esito determinerà cosa può accadere nella prossima Amministrazione".

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Esteri

Ucraina, von der Leyen a Kiev: “Qui per garantire...

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"La mia ottava visita mentre inizia a breve la stagione che richiede riscaldamento e la Russia continua a prendere di mira le infrastrutture energetiche", scrive su X

Ucraina, von der Leyen a Kiev:

La presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen è arrivata a Kiev per discutere con Volodymir Zelensky del sostegno dell'Europa all'Ucraina, dei preparativi per l'inverno e dei progressi sul dossier dei prestiti del G7. "La mia ottava visita a Kiev si svolge a ridosso dell'inizio della stagione del riscaldamento, con la Russia che continua a colpire le infrastrutture dell'energia", ha scritto su X. Ieri aveva annunciato lo stanziamento, per le necessità umanitarie urgenti dell'Ucraina quest'inverno, di 160 milioni di euro frutto dei ricavi degli asset russi congelati.

Ue verso annuncio prestito da 35 mld a Kiev

La Commissione Europea dovrebbe annunciare oggi un prestito di 35 miliardi di euro all'Ucraina come parte di un piano del G7 per raccogliere 50 miliardi di dollari sulla base dei profitti futuri derivanti dai beni statali russi congelati. Lo scrive il Financial Times, sul suo sito, mentre la presidente Ursula von der Leyen si trova in visita a Kiev. La quota finale dell’Ue verrà ridotta, se gli Stati Uniti contribuiranno al prestito in una fase successiva. I leader del G7 hanno concordato nel giugno scorso di condividere i 50 miliardi di dollari in base al rispettivo peso economico dei loro Paesi, con l’Ue e gli Stati Uniti a 20 miliardi di dollari ciascuno, e Canada, Giappone e Regno Unito per complessivi 10 miliardi di dollari.

Tajani: "Stiamo per inviare batteria antiaerea Samp-T"

"Stiamo per inviare una nuova batteria antiaerea Samp-T per proteggere le città, gli ospedali, le scuole e le università di questo Paese attaccato dalla Federazione russa". Lo ha dichiarato a proposito della guerra in Ucraina il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un'intervista a Radio 24.

Giuli: "Guerra all'Ucraina toglie libertà e democrazia"

"Inizio i lavori con il ministro della Cultura ucraino, Mikola Tochytskyi. Lui e il suo popolo si stanno difendendo dalla Russia di Putin. Un'aggressione scellerata e criminale che viola i principi del diritto internazionale e che riporta in Europa l'orrore del conflitto militare. Una guerra lanciata per togliere al popolo ucraino la libertà e la democrazia e che sta producendo morte e indicibili sofferenze alla popolazione". Così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, apre il G7 Cultura che si sta svolgendo a Napoli e che si terrà fino a domani, 21 settembre. "La cultura è identità e anima di una nazione ed è un imperativo proteggerla dalle minacce del nostro tempo. La guerra al popolo ucraino sta provocando anche un attacco indiscriminato al patrimonio culturale ucraino. Sono ormai tanti i casi di chiese, musei, teatri, edifici storici o altri luoghi della cultura che sono stato bersaglio delle bombe russe. E numerose le opere d’arte trafugate o distrutte nel corso di operazioni militari". "Di fondo - prosegue Giuli - sembra esserci un tentativo di cancellare l’identità culturale ucraina, di annientare i segni di una Nazione, che ha dimostrato, con il coraggio e la determinazione di voler scegliere autonomamente il proprio futuro. Non possiamo permetterlo. Dobbiamo continuare ad essere al fianco del popolo ucraino nella difesa della sua sovranità. Dobbiamo aiutarlo a proteggere il suo patrimonio culturale e assisterlo nell’opera di ricostruzione. Spero che da questa riunione G7 parta un messaggio forte e condiviso per la tutela dell’identità culturale ucraina", conclude.

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