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Grillo torna in campo con il Movimento 5 Stelle: “Riprenderò gli incontri come con Casaleggio”

Il fondatore si autointervista sul blog: "Aperti a chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni. D'accordo con Conte? Dice solo tre cose. Sinistra e destra superate da decenni"

Beppe Grillo e Giuseppe Conte - Fotogramma

Beppe Grillo torna in campo con il Movimento 5 Stelle e lo annuncia con un'autointervista pubblicata sul suo blog. "Mi piacerebbe riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni. Sono proprio questi incontri che ci hanno portato a diventare la prima forza politica del Paese", fa sapere Grillo.

Quali sono i temi di cui vorresti parlare in questi incontri? "Mi pare che i temi fondativi del movimento siano ancora validi. Alcuni, come la transizione ecologica e digitale, sono diventati i temi principali dell’agenda politica europea e italiana. Dunque non si può dire che non ci avessimo azzeccato. Altri, come la democrazia diretta e la politica come servizio e non professione – come peraltro è in Svizzera, e non solo – restano da realizzare. Altri ancora sono emersi negli ultimi tempi: da un maggior controllo dei cittadini sui dati che li riguardano, a riforme istituzionali che garantiscano stabilità e al tempo stesso autonomia dei territori".

"Conte? Dice solo 3 cose..."

Come va con Conte? "Ottimamente. Come si fa ad avere un cattivo rapporto? Ci ho provato ma non ci sono riuscito: non si scompone mai, ogni parola si scioglie… Siamo d’accordo, però, che non vogliamo scioglierci anche noi". E aggiunge: "Sono d’accordo con tutte le cose che dice. Che poi sono tre. D’altra parte come si fa a non essere d’accordo sul fatto che la guerra, la povertà e le malattie siano cose brutte? Semmai vorrei aggiungerci qualche cosa bella, come il voto dei cittadini europei alle elezioni politiche nei Paesi di residenza e non di cittadinanza, prodotti il cui prezzo incorpori costo sociale di produzione e trasporto, piattaforme di democrazia diretta e di cittadinanza attiva. Tutte cose di cui parlavamo regolarmente con Casaleggio e altri".

"Tornare a idee radicali e visionarie"

All'assemblea costituente si parlerà di "come recuperare contatto, dialogo e azioni congiunte con gli attivisti, che sono sempre stati il combustibile del MoVimento". Così Beppe Grillo in un'autointervista sul suo blog.

"Ma al tempo stesso non possiamo discutere solo di regole di funzionamento interne, ma dobbiamo tornare a proporre idee radicali e visionarie, smarcandoci da una collocazione che è vecchia e superata da decenni. Parlare di sinistra e destra è come parlare di ghibellini e guelfi, anzi forse è meglio parlare di questi ultimi, perché tutti devono seguire l’Elevato" ovvero lo stesso Grillo.

Limite 2 mandati

La regola dei 2 mandati? "E' comprensibile che chi oggi si trova al secondo mandato vorrebbe eliminarla. D’altronde l’istinto di sopravvivenza proviene dalla nostra natura animale, ed è insopprimibile. Ma lo scopo di ogni regola, in fondo, è di arginare i nostri istinti animali nell’interesse comune".

"Il limite alla durata dei mandati è non solo un principio fondativo del movimento, ma è anche un presidio di democrazia fin dai tempi dell’antica Atene. Come ho detto più volte, dovrebbe diventare una legge costituzionale, quantomeno per le cariche più importanti, come peraltro fece il congresso degli Stati Uniti dopo la morte di Roosevelt, che fu l’unico presidente americano ad aver fatto più di due mandati".

Ma non c’è il rischio che così si disperdano competenze acquisite nel corso degli anni? "Infatti avevo proposto un’idea di 'staffetta' in cui gli 'uscenti' avrebbero percepito un compenso finanziato dagli 'entranti' per assicurare il passaggio di consegne e trasferire loro le competenze acquisite. Senza contare che il parlamento dovrebbe innanzitutto interpretare la volontà dei cittadini, che è molto più difficile intercettare quando i parlamentari si rinchiudono nel palazzo per anni. Per tradurre la volontà dei cittadini in legge ci vorrebbero semmai uffici legislativi con professionisti bravi e competenti e non cortigiani senza arte né parte. Il lavoro di un parlamentare dovrebbe essere un altro, vale a dire captare e comprendere le esigenze dei cittadini per tradurle in indirizzo politico, che a sua volta dovrebbe essere tradotto in legge da uffici legislativi capaci e competenti. Tant’è vero che avevamo proposto di cambiare il titolo dei parlamentari da onorevoli a cittadini portavoce".

Superbonus

Grillo va poi in difesa del Superbonus. "È stato voluto da tutti e non solo da noi. Come per ogni cosa il problema stava nel metterlo a punto, non nel sostenerlo prima e demonizzarlo poi, scatenando una caccia alle streghe, che tutt’al più sono befane".

"Non dimentichiamoci che quando fu approvato c’era bisogno di un forte stimolo alla ripresa, che ha funzionato: un tempo si diceva che bastasse perfino scavare buche e poi riempirle. Poi, ovviamente, si sarebbe dovuto correggere il tiro, e non chiudere i rubinetti di colpo scatenando una corsa agli sportelli del Superbonus… Comunque è presto per vederne gli effetti di lungo termine, mentre è certo che i quasi 3.000 miliardi del nostro debito pubblico – voluto in gran parte dalle forze politiche che oggi criticano il Superbonus – hanno gonfiato una spesa pubblica ipertrofica che è la vera zavorra del nostro paese".

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Politica

Conte ‘licenzia’ Grillo per...

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Leader M5S annuncia che non rinnoverà contratto da 300mila euro: "Rapporto incrinato in modo irreversibile"

Beppe Grillo e Giuseppe Conte  (Fotogramma)

Zac. Con un colpo d’ascia, Giuseppe Conte fa ruzzolare la testa di Beppe Grillo, e con quella anche i 300mila euro che dal 2022 il Movimento 5 Stelle garantisce ogni anno al co-fondatore e garante della creatura pentastellata. Dopo settimane di silenzi e minimizzazioni per i continui attacchi dell’’Elevato’, il presidente parla nel nuovo libro di Bruno Vespa, che uscirà il 30 ottobre, e spiega il suo pensiero sulla collaborazione contrattuale di Grillo, che verrà meno perché il comico genovese è "responsabile di una controcomunicazione", certo, ma anche perché "di fronte a un processo costituente che ha coinvolto l’intero movimento, sta portando avanti atti di sabotaggio compromettendo l’obiettivo di liberare energie nuove".

Collaborazione che si concluderà non appena "andrà alla sua naturale scadenza nei prossimi mesi", precisano fonti di Campo Marzio dopo che all'Adnkronos lo staff di Grillo fa sapere che non c'è nessuna novità sul rapporto: "A noi non risulta, il contratto è in essere. Ad oggi non c'è nessuna comunicazione a riguardo", spiegano. Come si è arrivati, però, allo strappo? Nelle memorie affidate al giornalista Rai, l’ex presidente del Consiglio chiarisce di non aver mai accettato che Grillo sia pagato per la funzione di garante, "che ha un intrinseco valore morale e non è compatibile con alcuna retribuzione", ma che si era arrivati a un compromesso "retribuendo la sua nota abilità comunicativa per rafforzare l’immagine del movimento", presupposto che, appunto, è venuto a mancare, ma a cui il garante tiene tanto da chiederla "anche nelle ultime lettere che mi ha scritto", rivela ancora Conte.

Quanto al loro rapporto, è evidente che le cose non vadano come quando l'avvocato fu scelto come premier: "Qualcosa si è incrinato in maniera irreversibile. Umanamente sono molto colpito da come si comporta - dice Conte a Vespa -. Già in passato ha avuto atteggiamenti velenosi nei miei confronti, ai quali non ho dato peso perché su tutto prevalevano gli interessi della comunità. Vedere oggi che contrasta in maniera così plateale un processo di partecipazione democratica che ci riporta agli ideali originali di Casaleggio mi ha rattristato moltissimo. Perché, al contrario di quel che scrivono i giornali, lo scontro non è personalistico, ma vede Grillo battersi contro la sua stessa comunità".

Ecco, la comunità, la stessa di cui un tempo faceva parte Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto, co-fondatore con Grillo, e presidente dell'Associazione Rousseau, che un tempo mediava con la base. Ospite di Un giorno da pecora, su Rai Radio 1, l'imprenditore non le manda a dire al presidente pentastellato: "Non so perché sia uscita proprio oggi questa notizia del 'licenziamento' di Grillo da parte di Giuseppe Conte, è un po’ strano che Conte lo dica a Vespa e non a Beppe o agli iscritti", inizia prima di sparare a zero (anche) sul processo costituente.

"C’è una finta partecipazione, con degli iscritti che non si sa chi siano, Conte ha estratto queste persone, ma non si sa come, ne hanno fatto fuori parecchi durante l’estate, e infatti Grillo ha chiesto quanti fossero gli iscritti al Movimento", dice ancora Casaleggio, che emette anche la sua sentenza: "Tra Conte e Grillo ne resterà uno solo? Sì, ma un solo elettore se continuano così...".

Danilo Toninelli, poi, è ancora più duro: "Senza Grillo Conte non sarebbe diventato né presidente del Consiglio, né presidente del Movimento 5 Stelle", dice su Facebook prima di definirlo un ingrato "a causa del proprio narcisismo, super valutazione di sé stessi". "Cercare di indebolire Beppe Grillo, senza il quale non esisterebbe il movimento, senza cui Conte non avrebbe mai ricoperto incarichi così importanti, non sarebbe mai stato così centrale nella politica, non sarebbe mai stato così conosciuto, dispiace molto - aggiunge -. E non si capisce perché se non con una lettura da lotta di potere, il tentativo di prendersi tutto il malloppo che si chiama Movimento 5 Stelle".

Gli eletti, invece, tacciono. Segno che la notizia è di quelle che scuotono il movimento. Anche se era nell'aria, evidentemente ci vuole un po' di tempo per metabolizzare l'addio al fondatore. Non possono però esimersi dal rispondere a Maurizio Gasparri, che in giornata ha presentato un esposto alla Corte dei Conti per capire "se l’accordo sottoscritto dal Movimento 5 Stelle nel 2022 e la conseguente erogazione della citata somma al suo fondatore risulti in linea con il corretto impiego del denaro pubblico, accertando eventuali irregolarità nella gestione dello stesso, sotto il profilo del possibile danno erariale e della responsabilità amministrativa e contabile".

E' dai capigruppo alla Camera e al Senato, Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli, e i tesorieri dei gruppi, Elisa Pirro ed Emiliano Fenu, che si rispediscono al mittente le accuse: "I compensi - scrivono in una nota - sono totalmente alla luce", e nulla c'entrano con i fondi dei gruppi parlamentari. Piuttosto il presidente dei senatori, definito incredibile" per la sua capacità di "cogliere tutte le occasioni possibili per fare brutta figura" dovrebbe guardare in casa sua, considerato che "è passato agli onori delle cronache per una oscura vicenda sull'utilizzo improprio dei fondi del suo gruppo parlamentare. Gasparri e trasparenza sono due parole che viaggiano su binari paralleli che non si incontreranno mai".

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Politica

Polemica Corsini-Piazzapulita, Formigli: “Rai...

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"Mi insulta dandomi dell'infame. Capisco che il direttore degli Approfondimenti Rai sia molto nervoso per la serie impressionante di flop editoriali che ha inanellato"

Corrado Formigli  (Fotogramma)

La Rai dovrebbe "valutare se questi termini, questi insulti siano degni di un altissimo dirigente di una televisione pubblica pagata da tutti i cittadini, compreso il sottoscritto". Con queste parole Corrado Formigli ha commentato le dichiarazioni del direttore degli Approfondimenti Rai, Paolo Corsini, all'inviata del programma di La7.

"Io non ho il piacere di conoscere questo Corsini - ha aggiunto Formigli, riferendosi al video andato in onda nel corso della puntata - ma lui mi insulta dandomi dell'infame senza che ci fossimo mai incontrati, non ci siamo mai parlati nella nostra vita. Da noi non ha mai ricevuto insulti. Capisco che il direttore degli Approfondimenti Rai sia molto nervoso per la serie impressionante di flop editoriali che ha inanellato, di cui è chiaramente corresponsabile. Io la coscienza ce l'ho pulitissima caro Paolo Corsini, anche perché sono sempre stato alla larga dai partiti e dai palchi elettorali".

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Politica

Cina, risoluzione a Strasburgo: M5S, Salis e Lucano votano...

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Voto contrario degli eurodeputati del Movimento Cinque Stelle e dei due di Avs che militano nel gruppo della Sinistra

Parlamento Europeo a Strasburgo (Afp)

Gli eurodeputati del Movimento Cinque Stelle e i due di Avs che militano nel gruppo della Sinistra, Ilaria Salis e Mimmo Lucano, hanno votato contro, oggi a Strasburgo, alla risoluzione che condanna le provocazioni militari della Cina nei confronti di Taiwan. Sono stati i soli, tra gli italiani, ad opporsi al testo, che è passato con 432 voti a favore, 60 contrari e 71 astenuti. Secondo fonti parlamentari, il testo non ha convinto i 5S, perché considerato un po' troppo aggressivo in alcune parti. Gli altri deputati di Avs, che siedono tra i Verdi/Ale, hanno votato a favore, a differenza di Lucano e Salis; favorevoli anche gli eurodeputati di Fdi, Pd, Forza Italia, Lega. Tra i contrari spicca il grosso del gruppo di estrema destra Esn, creato dai tedeschi di AfD. Tra le astensioni si segnalano quelle dei greci di Nea Dimokratia (Ppe) e dei francesi del Rassemblement National (Patrioti).

Il testo della risoluzione

Nella risoluzione il Parlamento Europeo condanna le "continue provocazioni militari" della Cina contro Taiwan e respinge "fermamente" qualsiasi modifica unilaterale dello status dello Stretto. Nel testo adottato oggi a Strasburgo, i deputati condannano le esercitazioni militari "ingiustificate" della Cina del 14 ottobre e le continue provocazioni militari contro Taiwan, sottolineando che l’incremento dell'attività militare modifica l’equilibrio di potere nella regione Indo-pacifica. Questi tentativi, spiegano gli eurodeputati, in particolare con la forza o la coercizione, non saranno accettati e incorreranno in una reazione decisa e ferma.

Il Parlamento, inoltre, respinge "fermamente" i tentativi della Cina di distorcere la storia e le norme internazionali e sottolinea che la risoluzione 2758 delle Nazioni Unite non prende posizione su Taiwan. Si oppone ai "costanti sforzi" della Cina volti a bloccare la partecipazione di Taiwan alle organizzazioni multilaterali e invita l'Ue e i suoi Stati membri a sostenere la partecipazione significativa di Taiwan alle organizzazioni internazionali, come l'Organizzazione mondiale della sanità, l'Organizzazione per l'aviazione civile internazionale, l'Organizzazione internazionale della polizia criminale (Interpol) e la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. I deputati esortano, inoltre, le Nazioni Unite a concedere ai cittadini e ai giornalisti taiwanesi il diritto di accedere ai suoi locali.

Il testo sottolinea, d'altro canto, che l'Ue mantiene il suo impegno a favore della politica di 'una sola Cina', come fondamento politico delle relazioni con Pechino, sostenendo iniziative che promuovono il dialogo e il rafforzamento della fiducia. I deputati condannano "fermamente" le dichiarazioni del presidente cinese Xi Jinping, secondo cui la Repubblica Popolare Cinese non rinuncerà "mai" al diritto di usare la forza nei confronti di Taiwan, insistendo sul fatto che l'uso di misure coercitive per conseguire l'unificazione contraddice il diritto internazionale. Sottolineano che solo il governo democraticamente eletto di Taiwan può rappresentare il popolo taiwanese a livello internazionale ed esprimono preoccupazione per l'uso da parte della Cina della disinformazione ostile, per minare la fiducia nella democrazia e nella governance di Taiwan.

Per i deputati, il comportamento sempre più aggressivo della Cina, in particolare verso i suoi vicini, come lo Stretto di Taiwan e il Mar Cinese Meridionale, rappresenta un rischio per la sicurezza regionale e globale. L'Ue e i suoi Stati membri dovrebbero rafforzare le proprie capacità marittime nella regione. Il Parlamento esprime, infine, preoccupazione per il rinnovato impegno della Cina e della Russia a rafforzare ulteriormente i loro legami militari, condannando la fornitura cinese di attrezzature a Mosca.

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