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M5S, post Grillo scuote parlamentari. Baldino: “Non si torni indietro di 15 anni”

La vicecapogruppo alla Camera dei 5 Stelle: "Scegliere se crescere o evaporare"

Beppe Grillo (Fotogramma/Ipa)

"Beppe dice sempre di essere più presente, ma poi... Il progetto del Movimento non può essere quello di 15 anni fa", dice all'Adnkronos la deputata 5 Stelle Vittoria Baldino dopo l'ultimo post del garante Beppe Grillo. L'auto-intervista dell'Elevato ha scosso il Movimento 5 Stelle. Sul suo blog Beppe Grillo è intervenuto per blindare, ancora una volta, la regola del doppio mandato, invocando "un'azione politica diversa". Parlare di sinistra e destra "è come parlare di ghibellini e guelfi", scrive il co-fondatore dei pentastellati, al quale piacerebbe tornare a fare "gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio". "Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni". Parole che vanno in una direzione diversa dalla convinta collocazione nel campo progressista, immaginata dal M5S targato Conte.

A ribadire la linea dell'attuale dirigenza ci pensa la fedelissima contiana Baldino, vicecapogruppo alla Camera dei 5 Stelle: "Il Paese - afferma la deputata - ci chiede di scegliere da che parte stare. Non si chiama destra, non si chiama sinistra, ma da una parte c'è chi vuole tornare al passato e rinnegare un progresso e dall'altra c'è chi vuole guardare al futuro. Grillo ha sempre guardato al futuro". Il M5S, sostiene la parlamentare calabrese, "ha bisogno di tutti, se tutti abbiamo l'intenzione di crescere e non di evaporare. Ma bisogna capire qual è l'intenzione: crescere o evaporare". "Non capisco - osserva ancora Baldino - quale convenienza Grillo potrebbe avere a indebolire il Movimento. Conte in questo momento è un elemento di grande forza che noi abbiamo. Quindi, per me si può solo accrescere la forza che abbiamo con Conte attraverso la partecipazione di tutti alla crescita di un progetto, che non può essere un progetto di 15 anni fa...".

Secondo la pentastellata, "quando Grillo parla di temi conferma la sua vocazione di visionario e deve continuare a essere un impulso per noi, continuare a darci una visione che è la cosa più importante". A chi le chiede se le uscite di Grillo rappresentino un danno per il M5S, Baldino risponde: "Non vedo nulla di diverso da quello che Grillo è sempre stato". "Dobbiamo vederci tutti insieme nell'assemblea costituente per decidere insieme che direzione dare e crescere tutti quanti insieme", conclude.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Politica

“Razzismo in polizia e politica”, il Consiglio...

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Forze dell'ordine accusate nel report Ecri di fare 'racial profiling'. Dita puntate anche contro la politica per dichiarazioni "cariche di odio" contro rom, migranti e comunità Lgbt. Lo stupore di Mattarella, che esprime vicinanza alla Polizia

Polizia durante un controllo - Fotogramma

Forze dell'ordine accusate di fare "racial profiling" durante fermi e controlli e dibattito pubblico ormai "sempre più xenofobo", con discorsi politici che hanno avrebbero assunto toni "fortemente divisivi e antagonistici" soprattutto nei confronti di migranti, rom e comunità Lgbt. E' questa l'accusa all'Italia contenuta nel rapporto della commissione contro il razzismo e l'intolleranza del Consiglio d'Europa (Ecri) che ha scatenato l'ira del governo e determinato l'intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Forze dell'ordine e 'racial profiling', l'accusa nel report

Nel report dell'organizzazione internazionale non Ue con sede a Strasburgo, il dito è puntato sulle autorità che durante i controlli 'profilerebbero razzialmente', ossia in base all'origine etnica, in particolare "la comunità Rom" e le "persone di origine africana". Un atteggiamento denunciato dalla delegazione dell'Ecri, venuta a conoscenza del problema attraverso "molte testimonianze". Un problema della cui entità le forze dell'ordine italiane non sembrerebbero nemmeno essere "consapevoli".

La profilazione razziale, sottolinea l'Ecri, "ha effetti notevolmente negativi", perché genera un senso di "umiliazione ed ingiustizia" per i gruppi coinvolti, provocando "stigmatizzazione e alienazione". È inoltre "dannosa per la sicurezza generale", in quanto "diminuisce" la fiducia nella polizia e contribuisce alla tendenza a non denunciare i reati. Per la commissione, dunque, le autorità dovrebbero sottoporre le pratiche di fermo e di controllo/perquisizione della Polizia ad un esame indipendente. L'esame dovrebbe essere condotto con la partecipazione attiva delle organizzazioni della società civile e dei rappresentanti dei gruppi potenzialmente esposti alle pratiche di profilazione razziale".

Dovrebbero essere sensibilizzati i funzionari delle forze dell'ordine sulle pratiche che possono potenzialmente condurre alla profilazione razziale, con effetti nocivi sulla fiducia dei cittadini nella polizia, nonché per identificare modelli indicativi di razzismo istituzionale all'interno delle forze dell'ordine, "in particolare nei confronti dei Rom e delle persone di colore o di origine africana".

Dita puntate contro la politica: "Discorsi carichi di odio"

Ma non è tutto. Negli ultimi anni in Italia il discorso pubblico è diventato "sempre più xenofobo" e che i discorsi politici hanno assunto toni "fortemente divisivi e antagonistici", in particolare nei confronti di rifugiati, richiedenti asilo e migranti, nonché di cittadini italiani con origine migratoria, Rom e persone Lgbt, afferma quindi il rapporto della commissione.

L'organizzazione internazionale, sottolinea quindi come "un certo numero di dichiarazioni e commenti considerati offensivi e carichi di odio provengono da politici e funzionari pubblici di alto profilo, soprattutto durante i periodi elettorali, sia online che offline". Questo, nota, avrebbe portato ad una forma di "banalizzazione" dei commenti d’odio nella vita pubblica e generato un senso di "emarginazione" ed "esclusione" in vari segmenti della popolazione. Uno dei gruppi che negli ultimi anni è stato maggiormente bersaglio di discorsi politici negativi, sottolinea l'Ecri, è quello dei Rom. Ad esempio, "nel 2018 l'allora ministro dell'Interno (Matteo Salvini, ndr), nel dichiarare la volontà di procedere ad un'espulsione di massa dei Rom irregolari, ha fatto riferimento anche ai Rom in possesso della cittadinanza italiana e ha affermato: 'Ma i Rom italiani purtroppo dobbiamo tenerceli a casa'".

"Molti commenti d’odio - nota l'Ecri - hanno preso di mira soprattutto le donne Rom. Ad esempio, nell'aprile 2023, commentando le proposte per migliorare la situazione delle madri detenute, lo stesso politico ha affermato che un partito politico precedentemente al potere ha liberato 'le borseggiatrici Rom che usano i bambini e la gravidanza per evitare il carcere e continuare a delinquere'. Altri candidati politici hanno usato i pregiudizi sui Rom nelle campagne elettorali. Nel 2022, un politico locale di Firenze (il consigliere di quartiere della Lega Alessio Di Giulio, ndr) ha pubblicato un video online con una donna Rom, con la didascalia che incoraggiava gli elettori a votare per il suo partito 'per non vederla mai più' (il leader della Lega Matteo Salvini disse poi che Di Giulio aveva sbagliato, perché, spiegò, i problemi non si risolvono con i video, ma con le leggi e le forze dell'ordine, ndr)".

L'Ecri punta il dito anche contro alcune affermazioni fatte dal generale Roberto Vannacci - eletto nelle liste della Lega e già rimosso dalla vicepresidenza del gruppo dei Patrioti per volontà del Rassemblement National proprio a causa di alcuni passi del suo libro 'Il mondo al contrario' - perché "razziste" e "fobiche".

"Esempi recenti di dichiarazioni razziste e fobiche nei confronti delle persone Lgbti nella vita pubblica - scrive l'Ecri nel rapporto esprimendo preoccupazione per la diffusione dell'hate speech, che viene 'banalizzato' e quindi reso accettabile ad opera di figure pubbliche - includono le osservazioni fatte in un libro pubblicato nel 2023 da un generale delle forze armate italiane. L'autore ha dichiarato che i gay 'non sono normali' e ha indicato che l'accettazione delle persone Lgbti è il risultato di complotti da parte della 'lobby gay internazionale'”.

Il rapporto non fa il nome di Vannacci, ma i riferimenti sono inequivocabili. Il generale, ricorda l'Ecri, "ha anche attaccato gli italiani di colore, affermando che le persone non sono nate tutte uguali e che gli immigrati saranno sempre diversi. Ha fatto l'esempio di una campionessa di pallavolo italiana di colore (Paola Egonu, ndr), affermando che 'è italiana di cittadinanza, ma è chiaro che i suoi tratti somatici non rappresentano l'italianità'. A seguito di queste affermazioni, l'autore è stato rimosso dalle sue posizioni di comando e di gestione nell'Esercito".

L'Italia, questo quindi l'invito, deve "combattere l’incitamento all’odio da parte di personaggi pubblici", dice la commissione del Consiglio d'Europa che chiede a Roma di istituire un organismo per l’uguaglianza "pienamente indipendente" ed "efficace", nonché di rafforzare l’Ufficio nazionale contro la discriminazione razziale, come organo di coordinamento ufficiale a pieno titolo. L’Italia, secondo l'Ecri, dovrebbe in particolare adottare un piano d’azione nazionale contro il razzismo, organizzare una campagna di sensibilizzazione volta a promuovere l’uguaglianza, la diversità, il dialogo interculturale e interreligioso.

Dal precedente rapporto dell’Ecri del 2016, riconosce il Consiglio d'Europa, l'Italia ha fatto progressi in diversi campi. Tuttavia, nonostante i progressi compiuti, alcune questioni continuano a destare preoccupazione. Lo status giuridico dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar) e il suo ruolo significativo nella definizione e nel coordinamento delle politiche governative, sottolinea il Consiglio d'Europa, sono "incompatibili" con il requisito di indipendenza di un organismo per le pari opportunità. Le persone Lgbti "continuano a subire pregiudizi e discriminazioni nella vita di tutti i giorni". Inoltre, la procedura per il riconoscimento legale del genere continua ad essere "complicata, lunga ed eccessivamente medicalizzata".

Da Meloni a Salvini, ira del governo

L'accusa lanciata ieri dall'organismo del Consiglio Ue ha provocato l'ira di governo e alte cariche dello Stato, compatte soprattutto nel prendere le immediate difese delle forze dell'ordine. "L'Ecri, organo del Consiglio d'Europa, accusa le forze di polizia italiane di razzismo? Le nostre Forze dell'Ordine - sottolinea la premier Giorgia Meloni - sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni. Meritano rispetto, non simili ingiurie".

"Rigetto con forza le accuse di profilazione razziale nei confronti delle nostre Forze di polizia riportate nell’ultimo rapporto dell'Ecri, la commissione antirazzismo del Consiglio d’Europa", scrive sui social Ignazio La Russa, presidente del Senato.

"Di fronte alle affermazioni dell'Ecri - sottolinea quindi il presidente della Camera Lorenzo Fontana -, desidero esprimere la mia più profonda solidarietà alle forze dell'ordine italiane. Operano ogni giorno con impegno, coraggio e dedizione, garantendo la sicurezza e la protezione di tutti i cittadini. È importante che le nostre forze dell'ordine siano sempre sostenute, riconoscendo il loro servizio fondamentale alla collettività. Le nostre Forze dell'ordine sono costituite da donne e uomini che, con professionalità, senso del dovere e dedizione garantiscono ogni giorno la sicurezza di tutti, senza alcuna discriminazione. A loro va la nostra gratitudine e la nostra solidarietà", conclude la seconda carica dello Stato.

"Non condivido una parola di quello che hanno scritto. Conosco per lunga esperienza da militare, giornalista e politico le nostre forze dell'ordine. Escludo che ci siano agenti, carabinieri, poliziotti o finanzieri che siano razzisti. Fanno sempre il loro dovere, garantiscono la nostra sicurezza giorno e notte con stipendi ahimè troppo bassi. Io sono riconoscente a ogni uomo e donna che indossa l'uniforme e chi scrive che le forze dell'ordine sono razziste scrive il falso", la dichiarazione del ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, durante un punto stampa a margine del G7 Sviluppo a Pescara.

Decisamente forte la presa di posizione del vicepremier Matteo Salvini, che tuona: "Sentirsi dire che le forze dell'ordine sono razziste ti girano le scatole, siamo sempre con le divise, se a questi signori piacciono i rom e clandestini se li portino a Strasburgo".

In difesa delle Forze dell'ordine anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi: ''Il Consiglio d’Europa, il cui scopo dovrebbe essere promuovere la democrazia, i diritti umani, l'identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali nei Paesi in Europa - ha detto - trova il tempo di esprimere un pesante giudizio verso le Forze di Polizia italiane arrivando addirittura ad accusarle di razzismo. È inaccettabile che un’organizzazione internazionale, di cui non tutti hanno ancora ben compreso il ruolo, insulti donne e uomini che con dedizione ogni giorno mettono a rischio la loro vita per garantire la sicurezza dei cittadini''.

"L’Ecri, organo del Consiglio d’Europa, accusa le forze di polizia italiane di razzismo. È inaccettabile e la risposta indignata deve essere da parte di tutti, senza divisione. Perché le nostre Forze dell’Ordine, come le nostre Forze Armate, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni, senza pregiudizi, senza risparmiarsi. Parliamo di donne e uomini che meritano rispetto, non un’ingiuria di tale gravità. Le Forze dell’ordine italiane sono un patrimonio di legalità italiano, non di parte. E spetta a tutti difenderne l’onore e la storia", scrive quindi il ministro della Difesa Guido Crosetto su X.

Protesta unanime del centrodestra anche sul fronte Ue. "Rimaniamo allibiti dalle accuse di razzismo rivolte alle nostre forze di polizia dall'Ecri, l'organo anti-razzismo e intolleranza del Consiglio d'Europa", dichiarano i componenti della delegazione italiana al Consiglio d'Europa di Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e Udc-Maie, che aggiungono: "Non si capisce come la basilare attività di controllo dell'ordine pubblico - svolta regolarmente verso tutte le persone, non solo straniere - venga spacciata provocatoriamente come profilazione razziale".

"In Italia, le forze dell'ordine, che in passato sono state letteralmente abbandonate dai governi delle sinistre, corrono il pericolo di vedere delegittimato il proprio lavoro. Ed è un lavoro basato sul sacrificio di chi mette ogni giorno a rischio la propria vita per il bene della Comunità, sempre nel rispetto dello Stato di diritto", rimarcano gli esponenti della maggioranza. "Le nostre forze dell'ordine sono anche in prima fila nel salvataggio e nell'accoglienza dei migranti, dimostrando ogni giorno umanità e professionalità. Siamo orgogliosi di come il governo di centrodestra stia investendo nella sicurezza con l'assunzione di 29mila unità nelle Forze di Polizia e con oltre 2.000 operazioni ad alto impatto effettuate nelle periferie delle nostre città. Finalmente la sicurezza è tornata tra le priorità del governo nazionale e gli italiani stanno tornando a sentirsi sicuri" concludono.

Lo stupore di Mattarella: "Vicinanza alla Polizia"

E il caso finisce anche per determinare l'intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato, in una telefonata al al capo della Polizia, il prefetto Vittorio Pisani, ha espresso il suo "stupore" per le affermazioni contenute nel rapporto della Commissione contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa e ribadendo "stima e vicinanza" alle forze di Polizia.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Salute e Benessere

Dall’ora legale all’ora solare, anche la luce...

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Ecco i colori amici del riposo secondo Luigi Ferini Strambi, professore ordinario di neurologia all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Centro di medicina del sonno dell'ospedale

Sonno - 123RF

Dall'ora legale all'ora solare, previsto nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre, anche la luce giusta può aiutare ad attenuare gli effetti del cambio orario. Parola di Luigi Ferini Strambi, professore ordinario di neurologia all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Centro di medicina del sonno dell'ospedale San Raffaele. E "in camera da letto nulla peggio della luce blu", il monito dell'esperto.

Mentre c'è chi - super mattiniero - corre ai ripari per proteggere il suo ritmo sonno-veglia dall'effetto 'mini jet-lag' che potrebbe avere il ritorno all'ora solare, c'è chi invece, da gufo, pregusta l'ora in più di riposo regalata dallo 'switch' autunnale, i consigli sul tenere lontano dal talamo questa 'nuance' di luce valgono 365 giorni all'anno.

Una fonte particolarmente prolifica sono i dispositivi digitali come tablet e smartphone, ma anche l'illuminazione a led ha contribuito ad aumentare l'esposizione del nostro organismo alla luce blu. E non è certo questa, conferma l'esperto all'Adnkronos Salute, la tonalità luminosa ideale per le lampade da avere sul comodino. Quella giusta? "Arancione o gialla", suggerisce il medico del sonno. Avere in camera la luce blu fa male perché "è quella che crea più problemi per quanto riguarda l'inibizione della melatonina, è la più in grado di evitarne il rilascio", argomenta Ferini Strambi.

Del resto diversi studi, e da diversi anni, hanno puntato il dito contro di lei. Uno studio del Brigham and Women's Hospital di Boston (pubblicato su 'Pnas') aveva per esempio messo in evidenza che leggere da un tablet o usare lo smartphone sotto le lenzuola prima di prendere sonno può far male al riposo, compromette il ciclo sonno-veglia, abbattendo i livelli di melatonina, che è appunto l''ormone del sonno'. La luce blu, caratterizzata da una breve lunghezza d'onda, "interrompe il ritmo circadiano", avevano evidenziato i ricercatori. E il risultato è che ci si mette più tempo ad addormentarsi. Permetterle di irradiare in camera da letto non è dunque una buona idea, non è pro-relax. E gli altri colori?

E non è un caso, come è stato evidenziato dagli scienziati, che negli ultimi 50 anni ci sia stata una diminuzione della durata media del sonno e della sua qualità. Uno dei fattori che ha contribuito è anche l'avanzata delle luci blu. Nell''arcobaleno' dello spettro luminoso c'è di meglio per accompagnare il riposo, assicura Ferini Strambi. "Le luci arancioni, gialle" vengono promosse dall'esperto: "Sono quelle che creano in assoluto meno problemi". E le ricerche confermano che il migliore è il range che va dal rosso, che per gli esperti non inficia il ritmo circadiano, fino appunto all'arancione e giallo, che hanno un impatto minimo e vanno dunque bene di notte.

Sulla luce rossa addirittura un vecchio studio dell'Istituto cinese di scienza dello sport aveva rilevato che l'irradiazione di tutto il corpo per 14 giorni con questo tipo di luce ha migliorato sonno, livello di melatonina nel siero e prestazioni di resistenza delle giocatrici di basket d'élite su cui il trattamento era stato testato. Lo stesso è stato dimostrato da altri lavori per altre tonalità, testando lenti gialle, ambra, arancio per contrastare la luce blu. La luce verde si colloca invece all'estremo opposto: gli esseri umani sono particolarmente sensibili alla luce verde e la produzione di melatonina è più facilmente soppressa da questa tonalità, facevano notare gli autori di un lavoro che l'ha valutata in soggetti con privazione del sonno (nei quali attenua la produzione di melatonina e la sonnolenza).

Del resto, come segnala uno studio sull'inquinamento luminoso notturno, il ciclo giornaliero della tonalità della luce ambientale naturale, che passa da una relativamente blu-bianca a mezzogiorno a una relativamente giallo-rossa al tramonto, è importante per il funzionamento umano. L'importante è usare la 'nuance' giusta all'orario giusto.

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Salute e Benessere

Bambini con balbuzie discriminati, 7 su 10 vittime di...

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Il report dell'associazione Vivavoce: "Spesso chi fatica a comunicare incontra barriere invisibili"

Un bambino (Foto )

Allarme 'voice shaming' verso giovanissimi balbuzienti, soprattutto a scuola, nei parchi o nei luoghi dello sport. "Sette bambini su 10 tra coloro che soffrono di balbuzie o di una qualche forma di disturbo del linguaggio sono vittime di comportamenti di discriminazione e derisione a causa del loro modo di parlare". E' quanto emerge dal secondo annual report dell'Osservatorio Voice Shaming che l'associazione Vivavoce ha presentato a Milano, nel contesto della Giornata internazionale della consapevolezza sulla balbuzie. Lo studio ha preso in esame un campione di 110 bambini e ragazzi balbuzienti e 114 genitori con l'obiettivo principale di esaminare la frequenza di tali episodi discriminatori, i contesti in cui si verificano e le conseguenze emotive e comportamentali che hanno sui più giovani. Un ulteriore aspetto di rilievo ha riguardato l'analisi della prospettiva dei genitori: il loro punto di vista sul voice shaming e gli effetti osservati sui figli.

"La voce è un tratto che ci identifica e chi viene deriso proprio su questo aspetto primario della comunicazione viene colpito nel profondo - spiega Giovanni Muscarà, presidente di Vivavoce - Oltre il 70% dei bambini e ragazzi che hanno subito atti di voice shaming hanno confessato che avrebbero voluto ricevere aiuto, ma spesso non sapevano a chi rivolgersi. Spesso chi fatica a comunicare incontra barriere invisibili, l'aspettativa che esista un solo modo giusto di parlare. Questo non solo limita la libertà espressiva, ma può anche soffocare il desiderio stesso di comunicare".

L'entità del fenomeno

La ricerca ha permesso di definire l'entità del fenomeno, le sue caratteristiche e conseguenze, e il tipo di supporto richiesto da ragazzi e famiglie, consentendo la definizione di interventi specifici per la prevenzione e il contrasto a diversi livelli sociali ed istituzionali. L'indagine ha messo in luce che il voice shaming nei confronti dei balbuzienti è una realtà molto diffusa, in particolare tra i più giovani: ben il 71% di bambini e ragazzi con disturbi del linguaggio ha riferito di aver subito comportamenti di derisione, discriminazione e isolamento sociale. Il 61% di questi fenomeni avviene a scuola e nel 34% dei casi in contesti di svago come parchi e centri sportivi. Gli ambienti familiari e le interazioni online risultano meno frequentemente associati a queste esperienze negative.

Le modalità con cui si manifesta il voice shaming

Le modalità con cui si manifesta il voice shaming sono spesso riconducibili a imitazioni della voce (39%), atti di derisione ed esclusione (22%) o commenti negativi e/o denigratori (17%), illustra Vivavoce. L'associazione ha realizzato il video 'Ogni voce ha la sua storia', che sarà oggetto nelle prossime settimane di una campagna di sensibilizzazione sui social, per sensibilizzare adulti e ragazzi aiutandoli a maturare una capacità di sguardo e di ascolto priva di stereotipi e pregiudizi rispetto al tema della balbuzie.

"Considerando i dati epidemiologici e le stime a disposizione, in Italia a soffrire di una qualche forma di disturbo del linguaggio sono ben 3 milioni di persone - osserva Antonio Schindler, direttore scientifico Osservatorio Voice Shaming - Soggetti che spesso finiscono per essere oggetto di esclusione in termini di relazioni interpersonali, sociali e lavorative. Accade, infatti, che molti di essi, vittime di isolamento sociale, cadano in depressione e, in alcuni casi, finiscono per peggiorare drammaticamente il proprio stato di salute".

Le conseguenze

Le conseguenze del voice shaming si riflettono infatti in profondi disagi emotivi, conferma l'indagine. Molti bambini, a seguito di circostanze discriminatorie, hanno espresso sentimenti di tristezza (31%), vergogna (26%) e rabbia (25%). Il disagio psicologico influisce anche sulla vita sociale, portando alcuni a evitare situazioni in cui temono di essere giudicati a causa del loro modo di parlare, con ricadute sul benessere generale e sulla capacità di fare amicizia.

Dal punto di vista dei genitori, il 76% ha confermato di essere a conoscenza delle esperienze di voice shaming vissute dai figli. Spesso i bambini stessi sono stati i primi a riferire queste esperienze ai genitori (55%). La consapevolezza del fenomeno è spesso accompagnata dall'osservazione di cambiamenti nel comportamento e nell'umore dei figli: il 68% dei genitori ha notato un maggiore isolamento e difficoltà a socializzare, mentre il 71% ha rilevato un aumento di emozioni negative come tristezza e ansia. Infine, i genitori esprimono forti preoccupazioni per il futuro: il 95% teme che il voice shaming possa avere effetti duraturi sul benessere psicologico dei propri figli, incidendo sull'autostima e sulla capacità di affrontare le sfide sociali.

"Questi risultati sottolineano l'importanza di interventi educativi mirati e di un sostegno attivo per prevenire il fenomeno e alleviarne gli effetti. In particolare, l'urgenza di creare un ambiente scolastico più accogliente e consapevole, dove gli insegnanti siano in grado di individuare i segnali di disagio e di agire con strategie efficaci. Un intervento coordinato tra famiglie, scuole e specialisti è essenziale per garantire ai bambini la serenità di esprimersi liberamente, senza paura di essere giudicati o derisi per la propria voce e il proprio modo di parlare", conclude l'associazione.

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