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Malattia renale e diabetica: in Veneto e Friuli-Venezia Giulia team multidisciplinari, nuove terapie e telemedicina migliorano il percorso di cura del paziente

20 giugno 2024 - Il confronto tra specialisti determina maggior appropriatezza prescrittiva e maggior aderenza terapeutica del paziente con malattia renale e diabetica, con maggiori probabilità di raggiungere gli obiettivi di cura; riduce inoltre la frammentarietà del percorso di presa in cura e il rischio di polifarmacoterapia e, grazie al teleconsulto, contribuisce a diminuire le liste d’attesa. In questo modo i pazienti beneficiano delle cure migliori in modo più semplice e rapido. È quanto emerge nel corso del webinar organizzato da Motore Sanità che ha visto la partecipazione dei massimi esperti del tema, dal titolo “MALATTIA RENALE E DIABETE, LE EVIDENZE SCIENTIFICHE CHE SPINGONO VERSO L’INNOVAZIONE ORGANIZZATIVAcon focus le nuove terapie SGLT2i e le esperienze in Friuli-Venezia Giulia e Veneto.

La malattia renale rappresenta una tra le patologie cronico-degenerative più diffuse e in progressiva espansione. Nel nostro Paese si contano oltre 4 milioni di pazienti con malattia renale cronica e di questi 50.000 sono in dialisi e 50.000 sono portatori di trapianto di rene. Negli ultimi 25 anni la mortalità da malattia renale cronica è aumentata di oltre il 40%. È stato calcolato che attraverso una attività di prevenzione e diagnosi precoce, la possibilità di ritardare di almeno 5 anni l’inizio della dialisi anche solo nel 10% dei pazienti permetterebbe al SSN di risparmiare centinaia di milioni di euro. L’impatto economico per il SSN è pesante: al costo diretto annuo per un paziente dializzato tra 30.000 euro (dialisi peritoneale) e 50.000 euro (emodialisi) vanno aggiunti almeno altrettanti costi indiretti. Nonostante questi numeri, a causa del suo esordio silenzioso, esiste ancora scarsa consapevolezza della malattia e non esiste una prevenzione efficace e rapida. In Friuli Venezia Giulia e Veneto sono al lavoro team multidisciplinari che, con anche il supporto della telemedicina, rendono più performante il percorso di cura del paziente facilitando l’accesso ai nuovi farmaci, frutto di una revisione dei percorsi assistenziali.

Il Dipartimento Specialistico Territoriale (DST) dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI) del Friuli-Venezia Giulia è composto da 4 strutture complesse che forniscono assistenza ai circa 25.000 (8%) pazienti cronici multimorbidi (cioè affetti da più di 2 tra patologie cardiovascolari, pneumologiche, nefrologiche e diabetologiche) che nel 2022 hanno determinato il 60% dei ricoveri cardiovascolari e il 58% dei decessi. A regime, il DST eserciterà la sua attività su 3 case di comunità hub (Trieste, Monfalcone e Gorizia), con tutta l’attività clinico-assistenziale e strumentale non invasiva erogata quotidianamente dal team medico-infermieristico multidisciplinare integrato, e 6 spoke, in cui l’attività di primo livello sarà organizzata in alternanza tra le 4 strutture. Come ha spiegato Andrea Di Lenarda, Direttore della Cardiologia Territoriale ambulatoriale ASUGI, il modello organizzativo è quello del case manager prevalente e dinamico con il team medico-infermieristico di una specialità che, in base alle caratteristiche del paziente segnalato dall’ospedale o dal pronto soccorso (“dimissione protetta”) o dal territorio (medici di medicina generale, strutture territoriali, altri specialisti), gestisce il caso avvalendosi, ove indicato, della consulenza ed eventualmente della presa in carico da parte di un altro specialista, rimanendo suo consulente in caso di bisogno. “Il paziente “si muove” all’interno del DST grazie ad una serie di regole condivise e all’implementazione di strumenti di programmazione (agende interne) e comunicazione (cellulare dedicato, piattaforma digitale per teleconsulto sincrono o asincrono) – ha precisato il Dottor Di Lenarda -. Il paziente cronico avanzato in fase vulnerabile (ad esempio nei primi 3-6 mesi dopo la dimissione), può essere avviato ad un precorso di telemonitoraggio domiciliare gestito dal personale infermieristico con la supervisione degli specialisti di competenza”.

Innovazione e sostenibilità sono gli altri due obiettivi che si configurano all’interno del team multidisciplinare e multiprofessionale che vede coinvolti clinici, farmacisti, operatori sanitari e payer: tutto per il bene del paziente. Ne ha parlato lo stesso Stefano Palcic, Responsabile della Farmaceutica convenzionata e per conto, di ASUGI. “All’interno di questo team si cerca di conciliare l’innovazione con la sostenibilità del SSN, da una parte garantendo i nuovi farmaci ai cittadini quindi le migliori cure e, dall’altra, guardando agli impatti generati dall’innovazione sul nostro SSN. È evidente che se i nuovi farmaci riducono anche la spesa di ospedalizzazioni e di visite e in più migliorano lo stato di salute del paziente, possono considerarsi interventi sostenibili per il nostro SSN. In campo diabetologico i risultati sono già evidenti: l’impiego dei nuovi farmaci ci permettono infatti di liberare risorse da investire in altri servizi e silos”. Infine, il farmacista, secondo il dottor Palcic, rappresenta una figura importante, assieme alle altre, per raggiungere gli obiettivi di salute e di eccellenza del nostro sistema sanitario pubblico.

In base ai dati degli ultimi Annali Regionali AMD, in Friuli-Venezia Giulia il 30% delle persone con diabete ha anche una malattia renale cronica, che rappresenta uno dei principali motivi di ingresso in dialisi. “Gli SGLT2-i sono farmaci che oltre a trattare il diabete, hanno un effetto diretto nella protezione dal danno cardiovascolare e renale. Poiché grazie a un approccio multidisciplinare e multiprofessionale, è più probabile che i pazienti accedano precocemente a tali farmaci, è cruciale un’innovazione organizzativa in tal senso” ha spiegato Riccardo Candido, Presidente Nazionale dell’Associazione Medici Diabetologi, Professore di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Trieste e Responsabile S.S. Diabetologia Dipartimento Specialistico Territoriale ASU Giuliano Isontina. “Se i diversi specialisti si confrontano, avremo maggior appropriatezza prescrittiva, maggior aderenza terapeutica da parte del paziente e, di conseguenza, maggiori probabilità di raggiungere gli obiettivi di cura, sia per il diabete, sia per tutte le sue complicanze. Il coordinamento multidisciplinare e multiprofessionale, inoltre, riduce la frammentarietà del percorso di presa in cura e il rischio di polifarmacoterapia; in più, cosa non da poco, grazie al teleconsulto contribuisce a diminuire le liste d’attesa. In sintesi, i pazienti beneficiano delle cure migliori in modo più semplice e rapido” ha concluso il Professore Candido.

Maurizio Nordio, Responsabile del Registro Veneto Dialisi e Trapianti e Direttore dell’UOC di Nefrologia dell'ospedale di Treviso ha snocciolato i dati e ha spiegato sia il ruolo del nefrologo nella gestione multidisciplinare e multispecialistica del paziente renale e diabetico, sia il ruolo della prevenzione. Su poco più di 282.000 diabetici assistiti in Veneto tra il 2014 e il 2019, si riscontravano circa 15.500 soggetti con nefropatia diabetica, pari al 5.5%, al 31 dicembre 2019, di tutti i diabetici circa 5.800 erano deceduti e solo 105 erano finiti in dialisi. Nel corso degli ultimi anni si osserva una progressiva riduzione delle risorse umane in ambito sanitario, in particolare in ambito medico, sia a livello dei medici di medicina generale che specialistico (diabetologi, nefrologi, cardiologi, etc.), questo determina una crescente difficoltà a seguire i pazienti.

“Queste premesse conducono a imporre delle scelte operative – ha spiegato il Dottor Nordio -. L’informatizzazione ormai diffusa in tutti i laboratori potrebbe essere sfruttata per introdurre sistemi anche semplici di alert in caso di presenza di valori alterati di eGFR e albuminuria direttamente al prescrittore degli esami o ancor meglio sistemi sofisticati che identificano il paziente diabetico (dall’esenzione o dalla terapia), valutano il trend dell’eGFR e dell’albuminuria e avvisano direttamente il prescrittore in caso di cambiamenti, riportando anche i trattamenti di prevenzione secondaria della DKD in atto, per arrivare a dei veri e propri DSS (decision support system) che suggeriscono anche quali azioni intraprendere”. “Il ruolo del nefrologo – ha aggiunto Nordio - diventa centrale quando il paziente presenta DKD per la gestione della terapia cardiovascolare e per trattare gli effetti avversi della terapia stessa (es. iperpotassiemia), diventa poi lo specialista che segue più strettamente il paziente in caso di malattia renale progressiva e che quindi coglie più precocemente le variazioni cliniche che richiedono l’intervento degli altri specialisti, nell’ottica di una gestione multidisciplinare”.

A Verona esiste una collaborazione tra la Diabetologia e la Nefrologia che dura da molti anni, come ha spiegato Giovanni Gambaro, Direttore della Nefrologia dell’AOUI di Verona, e la collaborazione interdisciplinare è capillare e molto efficiente. Pressochè tutti i pazienti diabetici, anche quelli con una inziale compromissione, vengono riferiti all’ambulatorio dedicato, condotto da due nefrologi molto esperti. Vengono valutati annualmente circa 1000 pazienti, alcuni, quelli con le forme più avanzate, più volte all'anno. “L'introduzione in questi ultimi anni, addirittura in questi ultimi giorni di nuovi farmaci per la cura della nefropatia diabetica e delle complicanze cardiovascolari molto frequenti in questi pazienti, ha cambiato il nostro orizzonte – ha evidenziato Giovanni Gambaro -. Ora abbiamo strumenti formidabili per modificare la storia naturale di queste patologie. Dobbiamo avvalercene, spesso associandoli, e utilizzandoli il più precocemente possibile per il bene dei nostri pazienti”.

IL RUOLO DELLA PREVENZIONE: CORRETTI STILI DI VITA E FARMACI

Contro il diabete di tipo 2 e la malattia renale e cardiovascolare la prevenzione primaria (educazione a stili di vita adeguati) rappresenta lo strumento principale per risolvere il problema alla radice. Per quanto riguarda la prevenzione secondaria, come ha spiegato Maurizio Nordio, Responsabile del Registro Veneto Dialisi e Trapianti e Direttore dell’UOC di Nefrologia dell'ospedale di Treviso, essa si riferisce soprattutto alla riduzione delle complicanze del diabete e si basa in ambito nefrologico sul blocco farmacologico del sistema renina-angiotensina e sull’utilizzo degli SGLT2-inibitori. “Considerando l’andamento dell’incidenza dei pazienti diabetici che necessitano di dialisi o trapianto nel mondo Occidentale, si osserva che questa è continuata ad aumentare fino al 2010-2015 per poi raggiungere un plateau. Ammettendo ragionevolmente che questo possa dipendere dal miglioramento delle cure, in particolare dall’introduzione dei RASI (ACE-inibitori e sartani), il loro effetto si è osservato nella popolazione dopo 20-25 anni dal loro utilizzo, per cui è possibile che l’effetto additivo degli SGLT2-inibitori si potrà osservare tra uno, due decenni”.

Si ringraziano Boehringer Ingelheim e Eli Lilly per il contributo incondizionato.

Ufficio stampa Motore Sanità

Laura Avalle - 320 098 1950

Liliana Carbone - 347 264 2114

comunicazione@motoresanita.it

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Le dichiarazioni di Giovanni Anastasi, Presidente di...

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Giovanni Anastasi

ANASTASI (FORMEZ): “PER UNA PA ATTRATTIVA COMUNICARE BENE CON I GIOVANI, ASCOLTARLI DAVVERO E PUNTARE SU PERCORSI DI CARRIERA”

Roma, 5 luglio 2024. “L'attrattività è come un cubo di Rubik: un tema complesso che non va affrontato in maniera semplicistica”. Lo ha dichiarato il presidente di Formez, Giovanni Anastasi, intervenuto stamane al panel “Il PNRR e il programma Capacità per la Coesione per il rafforzamento delle amministrazioni”, nel corso di Missione Italia 2024, evento organizzato da Anci presso le Corsie Sistine di Santo Spirito in Sassia, a Roma.

“Certe volte nella PA italiana sembriamo come immersi in una boccia per pesci rossi: dobbiamo diversificare e puntare sulle elevate professionalità, sulla distinzione dei profili e sui percorsi di carriera”. ha proseguito Anastasi, nell’incontro moderato dal giornalista del Sole 24 Ore Gianni Trovati. “La domanda da farci è: quanti giovani conoscono bene la PA? Partiamo da un presupposto: da alcuni anni, la velocità delle procedure di concorso è aumentata tantissimo. Ora bisogna allargare il punto di osservazione e lavorare sull'orientamento delle persone. Noi cerchiamo di parlare ai giovani e di ascoltarli. In sede OCSE mi hanno detto ‘sappiamo cosa vogliono i cittadini: vogliono essere orientati nel mondo della PA’. Certo, all'interno di un labirinto anch'io avrei bisogno di una guida. Allargare la platea è un obiettivo su cui stiamo lavorando e che vogliamo perseguire anche con l'utilizzo dell'IA. Per quanto riguarda la formazione, tramite dei webinar Formez disponibili per tutti, ci siamo dati l’obiettivo di migliorare le competenze. Stiamo lavorando per raggiungere tutti il più in fretta possibile, e su questo il PNRR può avere un ruolo strutturale”.

Anastasi ha poi parlato del contest “PA OK!”, progetto nato da un’idea del Dipartimento della Funzione pubblica e che Formez realizza con il contributo scientifico dell’università Bocconi. “PA OK! nasce proprio dalla volontà di portare le amministrazioni a creare davvero valore pubblico, anche facendo rete tra loro. Per essere competitivi dobbiamo metterci in gioco”.

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Greta Gatti è la nuova presidente dei Giovani di...

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Greta Gatti

L’amministratrice delegata di Steel Spa e Ttp Srl è la prima donna eletta alla guida dell’associazione

Piacenza, 5 luglio 2024.Greta Gatti, amministratrice delegata di SteelSpa, società specializzata nella commercializzazione dell’acciaio, e di TtpSrl (Trattamenti termici piacentini), è la nuova presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Piacenza. Gatti, eletta nel corso dell’assemblea riunita al Castello di Agazzano, succede a Lorenzo Marchi (FornaroliPolymers), entrato nei mesi scorsi nella squadra del presidente di Confindustria Piacenza, Nicola Parenti, come vicepresidente delegato al Networking e alle sinergie per lo sviluppo.

Classe 1993, Greta Gatti è entrata nelle aziende di famiglia subito dopo il diploma, conciliando il lavoro nel settore dell’amministrazione finanziaria con la prosecuzione degli studi fino alla laurea in Management Internazionale conseguita all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. Tocca a lei - già tra le pochissime donne a dirigere un’impresa in un settore tradizionalmente maschile come quello siderurgico - l’onore e l’onere di “rompere il tetto di cristallo”: è la prima donna a presiedere il gruppo giovani di Confindustria Piacenza.

“Sono orgogliosa di poter ricoprire l’incarico come prima donna presidente di Confindustria Piacenza - spiega l’imprenditrice -. In Italia si denota ancora un’importante discriminazione sociale rispetto a genere ed età anagrafica, soprattutto negli elevati ruoli direzionali. Spero in un’evoluzione intellettuale ed economica del mio Paese”.

L’incarico appena ottenuto da Greta Gatti, che nelle prossime settimane coinvolgerà gli iscritti per mettere a punto un programma ambizioso e innovativo da attuare nel corso dei prossimi quattro anni, rappresenta anche un segno di continuità nelle attività del Gruppo Giovani, nel quale l’imprenditrice è presente da tempo, e nella partecipazione della famiglia Gatti alle attività di Confindustria Piacenza.

“Reputo fondamentale la correlazione scuola-imprese. Credo che sia stimolante che ogni studente abbia la possibilità di approcciarsi al mondo lavorativo durante il suo percorso scolastico. Questo consente anche di valorizzare tutti i profili professionali” prosegue Gatti, che annuncia la previsione di “visite aziendali a mio parere interessanti anche per prendere spunti da differenti realtà. Verrà rinnovato l’evento di Confindustria in Campo ed ulteriori iniziative per la nostra città e le nostre imprese piacentine”.

Contatti: http://www.steelacciai.com/

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Il Sicilia Jazz Festival sempre più internazionale con...

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Sicilia Jazz Festival

Collaborazioni con il world jazz network hanno portato sul palco del SJF 2024 musicisti provenienti da diversi paesi come usa e polonia e l'orchestra giovanile olandese che ha suonato con i docenti e gli studenti dei nostri conservatori.

Palermo, 5 luglio 2024. Tra gli ospiti Stelle internazionali come Arturo Sandoval, Arisa, Ron Carter, Noemi, Veronica Swift, Philip Lassiter, Cory Henry, Take 6. Ampio spazio anche ai Conservatori presenti anche quest’anno con svariate esibizioni i dipartimenti jazz dei conservatori “Alessandro Scarlatti” di Palermo, “Arcangelo Corelli” di Messina, “Antonio Scontrino” di Trapani, “Arturo Toscanini” di Ribera e il Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Catania, protagonisti con le classi di jazz e le loro orchestre al Ridotto dello Spasimo, allo Steri e al Real Teatro Santa Cecilia.

SJF 2024: online le prevendite

Un Festival di produzioni orchestrali unico al mondo

“Carissimi fan italiani e tutti coloro che si trovano a breve distanza dall'Italia, il 25 giugno 2024 farò una tappa di appena un giorno nella bellissima città di Palermo per suonare al Teatro di Verdura. Con me sul palco ci sarà l'Orchestra Jazz Siciliana, una stimata big band italiana la cui storia risale ai primi anni '70, quando fu fondata da Ignazio Garsia come Brass Group Big Band” con queste bellissime parole, Ron Carter, monumento vivente della storia del jazz, annuncia la sua presenza al Sicilia Jazz Festival, l’unico Festival che esista al mondo interamente dedicato alle produzioni orchestrali, che vedrà protagonista l’Orchestra Jazz Siciliana – The Brass Group, e che per la quarta edizione avrà in cartellone la presenza di stelle internazionali e Grammy Awards.

Dal 23 giugno al 7 luglio, per il quarto anno consecutivo dopo i grandi numeri delle precedenti edizioni, saranno realizzati diversi concerti, in totale 72 di cui 8 produzioni con la big band OJS, in scena in alcuni siti del centro storico tra i più affascinanti di Palermo e al Teatro di Verdura di Villa Castelnuovo (XVIII Secolo).

Sono previste, quali peculiarità del festival, prime assolute di produzioni inedite appositamente commissionate, tanti concerti esclusivi con solisti di fama internazionale e le eccellenze dei conservatori siciliani costituite da altre big band e da tanti nostri giovani musicisti. Si susseguiranno così spettacoli tra big, musicisti non soltanto siciliani, maestri e giovani talenti dei conservatori della nostra Isola.

Promosso dalla Regione Siciliana - Assessorato al Turismo Sport e Spettacolo

Il Festival, promosso dalla Regione Siciliana - Assessorato al Turismo Sport e Spettacolo, la cui consulenza artistica e tecnica è stata affidata alla Fondazione The Brass Group, braccio operativo della Regione, istituito per legge, 1° febbraio 2006, n. 5, aprirà i battenti nel mese di giugno ma sono già online le prevendite della biglietteria. L’iniziativa è frutto della collaborazione tra l’Assessorato Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, il Comune di Palermo, la Fondazione Orchestra Jazz Siciliana - The Brass Group e i Conservatori di Musica del territorio regionale, e si pone come ulteriore obiettivo il coinvolgimento e la sinergia strutturale tra le istituzioni didattiche regionali, i musicisti del territorio e le maestranze locali.

Sull’iniziativa interviene l’assessore regionale al Turismo Sport e Spettacolo, on.le Elvira Amata “Ritornano a breve le forti emozioni musicali che per il quarto anno consecutivo il Sicilia Jazz Festival offrirà al grande pubblico e alla vasta platea di turisti grazie al ricco e pregevole calendario artistico e alla sinergia fortemente consolidata tra le diverse Istituzioni coinvolte nella organizzazione della rassegna.

Ancora una volta e con l’entusiasmo sempre più crescente assisteremo a concerti e spettacoli di altissimo livello artistico con protagonisti di fama internazionale. Una conferma dell’impegno fortemente voluto dal Governo regionale e dall’Assessorato che rappresento di consolidare e rafforzare gli strepitosi successi già registrati nelle precedenti edizioni, che fanno del Festival – possiamo affermarlo con orgoglio - un evento di punta del Calendario delle manifestazioni di questo Assessorato.

Voglio davvero augurare la migliore riuscita del Festival formulando, al contempo, alla Fondazione “The Brass Group” il mio più vivo compiacimento per l’impegno costante, la collaborazione sempre profusa e per le scelte artistiche che attestano la rassegna come un’eccellenza internazionale della nostra offerta musicale e turistica in piena coerenza con la mission e le competenze dell’Assessorato”.

Un palinsesto straordinario per il Sicilia Jazz Festival 2024

Un cartellone, quello del Sicilia Jazz Festival 2024, ricco e variegato con attività concertistiche continue e da vivere, perché la musica è sinonimo di vita, crescita sociale, culturale e aggregazione per possibili sviluppi turistici ed economici. E la musica sicuramente avvicina, unisce, inebria, conforta e riesce a far scoprire nuovi luoghi valorizzando il territorio e la storia come è già accaduto per le prime due edizioni del Sicilia Jazz Festival che grazie alle attività concertistiche dislocate lungo il centro storico della città, ha dato modo di far conoscere i luoghi e le caratteristiche turistiche della città.

La quarta edizione del Sicilia Jazz Festival vuole dare prevalenza alla scoperta dei luoghi per valorizzarli tutti nella loro pienezza storica e culturale perchè la musica è un linguaggio universale, da tutti compreso senza limiti di età e di genere, senza limiti di appartenenza e di razza. Nel cartellone scorrono così grandi nomi del mondo artistico internazionale che si esibiranno tutti con l’Orchestra Jazz Siciliana come Arturo Sandoval che inaugura il Festival il 23 giugno al Teatro di Verdura, ed ancora Ron Carter il 25 giugno, Philip Lassiter il 27 giugno, Arisa il 29 giugno, Noemi il 1° luglio, Cori Henry il 3 luglio, Veronica Swift il 5 luglio, i Take 6, con ben dieci Grammy Awards chiudono il SJF 24 il 7 luglio.

La musica jazz come strumento di rinascita e crescita culturale

Così il Sicilia Jazz Festival si afferma come uno dei più importanti festival mondiali. La musica jazz è lo strumento, sposato da 50 anni dal Brass Group, di sviluppo e di crescita del dialogo interculturale volto ad una rinascita territoriale. Con questo proposito viene ripetuta l’esperienza del Sicilia Jazz Festival, giunto già al quarto anno, la cui peculiarità è anche quella di essere l’unico festival nato durante la pandemia a dimostrazione che la musica e la cultura è simbolo di rinascita e forza interiore. Inoltre, il Sicilia Jazz Festival si vanta di essere una kermesse musicale con produzioni inedite e progetti esclusivi jazz rispetto a tanti altri festival mondiali.

Ricordiamo che grazie all’impegno dell’Ambasciatore di buona volontà dell’UNESCO e leggenda del Jazz, Herbie Hancock, il Jazz, è stato riconosciuto nel 2011 dall’UNESCO Patrimonio Immateriale dell’Umanità, per condividere i valori di un genere musicale profondamente significativo. Un messaggio di creatività e riscoperta della propria identità che viene suonato con le note in JAZZ da tantissimi artisti e produzioni inedite musicali che rappresentano esclusive mondiali.

Saranno presenti anche quest’anno con svariate esibizioni i dipartimenti jazz dei conservatori “Alessandro Scarlatti” di Palermo, “Arcangelo Corelli” di Messina, “Antonio Scontrino” di Trapani, “Arturo Toscanini” di Ribera e l’istituto superiori di studi di musica “Vincenzo Bellini” di Catania. Oltre ai momenti musicali, sono previste delle presentazioni di libri e delle rappresentazioni video che avranno come tematica l’importanza della musica jazz quale strumento di espressione artistica e territoriale. Il SJF inoltre è sicuramente divenuto strumento di veicolazione della produzione di musica jazz siciliana quale volano turistico, culturale ed artistico della nostra terra, che vede protagonisti non solamente l’Orchestra Jazz Siciliana ma soprattutto gli studenti dei conservatori siciliani.

Talenti emergenti si esibiscono sui palchi storici della città di Palermo

Largo spazio, dunque, alle giovani leve che hanno la possibilità di esibirsi in uno dei palcoscenici più importanti che per la terza edizione si consacra tra gli eventi dell’estate come quello dei grandi numeri con un programma ricco di concerti di musicisti residenti e la presenza di stelle internazionali. Dal 23 giugno al 7 luglio, saranno realizzati più di un centinaio di concerti, di cui diverse produzioni orchestrali originali in scena in alcuni siti del centro storico di Palermo quali Palazzo Chiaramonte Steri, il Complesso Monumentale Santa Maria dello Spasimo, il Real Teatro Santa Cecilia e il Teatro di Verdura di Villa Castelnuovo.

Sono previste, quali peculiarità del festival, prime assolute di produzioni inedite appositamente commissionate, tanti concerti esclusivi con solisti di fama internazionale e le giovani eccellenze dei conservatori siciliani costituite da altre big band e da tanti allievi delle istituzioni musicali AFAM.

Un cartellone, quello del Sicilia Jazz Festival 2024, ancora una volta ricco e variegato con attività concertistiche continue e da vivere, perché la musica è sinonimo di vita, crescita sociale, culturale e aggregazione per possibili sviluppi turistici ed economici ma anche uno spazio dedicato ai giovani dei Conservatori a cui va un particolare plauso per l’impegno costante nello studio della musica e per una affermazione di un futuro professionale di alto livello. E la musica sicuramente avvicina, unisce, inebria, conforta e riesce a far scoprire nuovi luoghi valorizzando il territorio e la storia come è già accaduto per le prime due edizioni del Sicilia Jazz Festival che grazie alle attività concertistiche dislocate lungo il centro storico della città, ha dato modo di far conoscere i luoghi e le caratteristiche turistiche della città.

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