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Cronaca

Omicidi, estorsione e droga: blitz a Vibo Valentia, 14...

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Omicidi, estorsione e droga: blitz a Vibo Valentia, 14 arresti

Scattata la maxi operazione dei Ros, 13 persone in carcere e una ai domiciliari. Tra le gravi accuse, associazione di tipo mafioso armata e omicidio plurimo

Carabinieri del Ros - Fotogramma

Omicidi, estorsione, droga: 14 arresti, oggi, in una maxi operazione. I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Vibo Valentia con il supporto in fase esecutiva dai militari dei comandi provinciali dei carabinieri di Reggio Calabria, Pescara, Chieti e Torino, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti dei 14 indagati. Tredici persone sono finite in carcere e una agli arresti domiciliari.

Sono accusate di associazione di tipo mafioso armata, omicidio plurimo, concorso esterno in associazione mafiosa, e altri gravi reati, aggravati dalle modalità e finalità mafiose, quali estorsione, coltivazione di sostanze stupefacenti, concorrenza illecita, turbata libertà degli incanti, rapina, reati in materia di armi.

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Riccardi (Fvg): “Ia va governata perché sia al...

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'La regione sta sviluppano un digital hub per innovazione e attrazione di talenti'

Riccardi (Fvg):

"Avere riunito qui tutto il sistema nazionale a discutere di intelligenza artificiale in sanità ci è stato riconosciuto come una scelta giusta, importante. È una grande opportunità che deve però essere governata con intelligenza perché è un'innovazione che impatta sui processi, quindi coinvolge il personale medico, ma è sviluppata da esperti di tecnologia e, non va mai dimenticato, deve essere al servizio del cittadino". Lo ha detto Riccardo Riccardi, assessore alla Salute, politiche sociali e disabilità Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, intervenendo oggi in occasione del Laboratorio Sanità 20/30 Ai (intelligenza artificiale) oggi e domani a Codroipo (Ud).

La regione sta sviluppano "un digital hub con l’obiettivo di misurare le innovazioni che vengono presentate dalle start-up - spiega Riccardi - anche creando un fondo importante di alcune decine di milioni di euro, coinvolgendo anche il capitale privato, per consentire lo sviluppo di queste tecnologie che possono essere applicate e sperimentate nel nostro sistema e, nello stesso tempo, possono essere occasioni di sviluppo e di attrazione di talenti che possono qui sviluppare le proprie capacità".

"Lo sforzo che noi intendiamo fare" è di "trovare le migliori soluzioni - aggiunge Riccardi - e utilizzare queste opportunità per evitare il rischio di un declino del servizio sanitario nazionale che impatta, abitualmente, in un contenzioso aperto sulle risorse economico-finanziarie disponibili, ma che oggi ha la grande novità delle risorse professionali disponibili ed è evidente che la tecnologia, e in particolare nell'attività predittiva dell'intelligenza artificiale, sia un fenomenale alleato".

Sulla sicurezza del dato sanitario è "doveroso garantire riservatezza la tutela delle informazioni che riguardano le persone - sottolinea l’assessore friulano - Però non dobbiamo cadere in fondamentalismi perché i fondamentalismi nell'applicazione della tutela legittima del dato - ce lo ha già insegnato la pandemia - non permette che", azioni rese possibili di dati a disposizione, "possano essere gestite. Noi su questo stiamo lavorando”. Queste questioni “vanno maneggiate con cura, con equilibrio e buon senso".

Sull’evento, Riccardi osserva: "Abbiamo affrontato il tema dell'intelligenza artificiale e, più complessivamente, la sostenibilità del sistema sanitario in contemporanea alla conferenza dai presidenti delle regioni e ieri pomeriggio c'è stata la commissione salute di tutti gli assessori regionali. Era una cosa che non succedeva da tempo, perché ci siamo tutti abituati alle videoconferenze, ma sono contento - conclude - perché abbiano trovato un terreno fertile".

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Morto bimbo caduto in un pozzo, 43 anni fa la tragedia di...

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Nel 1981 il piccolo di soli sei anni perse la vita dopo 60 ore di disperati tentativi di riportarlo in superficie

Alfredino Rampi (Fotogramma)

La tragica morte del bimbo caduto in un pozzo a Palazzolo Acreide, nel siracusano, in circostanze ancora da verificare, richiama immediatamente alla memoria quanto accaduto quarantatré anni fa al piccolo Alfredo Rampi, il bimbo di 6 anni, morto nel 1981 in un pozzo artesiano dopo 60 ore di disperati tentativi di riportarlo in superficie.

La tragedia di Alfredino inizia la sera del 10 giugno del 1981. I genitori del bambino, non vedendolo rientrare, lanciano l'allarme. Qualche ora più tardi un poliziotto avverte dei deboli lamenti provenire da un pozzo artesiano: è la voce del bambino. Da quel momento si susseguiranno diversi disperati tentativi di soccorso che però non avranno esito. Il 12 giugno arriva a Vermicino anche l'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini per seguire di persona l'andamento delle operazioni, che però non riusciranno a salvare la vita del bambino.

Da quella sconfitta della macchina dei soccorsi, incassata nonostante gli atti di eroismo di alcuni, sono nati successivamente il dipartimento della Protezione Civile e un Centro, che porta il nome di Rampi, che oggi si occupa di informare sui rischi e intervenire in situazioni di emergenza.

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Staiano (Sip): “Tutti i neonati siano protetti da...

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Presidente Società italiana pediatria, 'auspichiamo che tutte le Regioni siano pronte a immunizzare con anticorpo efficace contro Rsv'

 - (Foto 123Rf)

"Altamente contagioso, il virus respiratorio sinciziale (Rsv) può determinare, soprattutto nei neonati, un quadro severo di interessamento respiratorio. A livello globale l'Rsv è la principale causa di assistenza medica ambulatoriale e ospedaliera". Oggi esiste la possibilità di prevenire questa patologia in tutti i neonati "e ridurre drasticamente gli accessi all'ospedale, ma le Regioni procedono in ordine sparso" e non tutte sono pronte a rendere disponile l'immunizzazione prima "del picco stagionale, che va da ottobre-novembre fino a marzo". Lo ha detto Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria, all'Adnkronos, ricordando l'impegno che la Sip, insieme ad altre società scientifiche e associazioni, sta portando avanti a livello istituzionale e "auspicando" che tutte le Regioni siano pronte a rendere disponibile l'anticorpo monoclonale per la copertura dei neonati entro la prima stagione di picco, cioè l'autunno. "Ci auguriamo che tutti i neonati italiani possano avere uguale possibilità di essere protetti da Rsv indipendentemente dalla regione in cui nascono o vivono", sottolinea.

"Oltre il 60% dei bambini si infetta nel primo anno di vita e il 100% entro il secondo - spiega Staiano - Bronchioliti e polmoniti sono le infezioni più frequenti sotto l'anno di vita e sono responsabili, rispettivamente, dell'80% e del 40% delle ospedalizzazioni". Si stima che "ogni anno in Italia la stagione epidemica di virus respiratorio sinciziale, che va da ottobre-novembre a marzo, comporti, nella sola coorte nel primo anno di vita, di circa 400mila nuovi nati, oltre 230mila interventi sanitari che richiedono attenzione medica, più di 15mila ricoveri, con circa 16 decessi". Inoltre, "durante il picco stagionale, si arrivano ad occupare anche l'80% dei posti letto in terapia intensiva neonatale e pediatrica", che in Italia sono complessivamente "circa 1.320 e non sono distribuiti in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale", con quindi una ulteriore differenza di accesso alle cure.

Contro questa infezione, "fino ad ora - sottolinea la presidente Sip - disponevamo solo di un anticorpo monoclonale di vecchia generazione, riservato a alcune categorie specifiche di neonati, soprattutto pretermine o con delle comorbidità complesse. Oggi abbiamo disponibile un vaccino che ha indicazioni di utilizzo in gravidanza per la protezione del neonato, ma anche un anticorpo monoclonale di nuova generazione, il nirsevimab, che può essere somministrato per immunizzare tutti i neonati, non solo i prematuri o con condizioni che li rendono più vulnerabili nei confronti dell'Rsv, ma anche quelli nati a termine. Questo anticorpo, molto maneggevole, viene iniettato una volta sola e previene l'insorgenza di complicanze in caso di un'infezione da Rsv. Per la prima volta - rimarca Staiano - abbiamo quindi l'opportunità di proteggere tutti i neonati nella loro prima stagione epidemica".

Si tratta di "un cambio di paradigma nella prevenzione - precisa - perché è la prima volta che un anticorpo monoclonale viene utilizzato come strumento di prevenzione, come un vaccino, per intenderci, e non come una terapia. Negli studi clinici nirsevimab ha dimostrato di essere sicuro ed efficace nel ridurre drasticamente, oltre l'80%, l'ospedalizzazione e quindi l'impatto sul Servizio sanitario nazionale". In Italia si stima che la spesa associata all'infezione da Rsv e alle sue complicanze sia pari a circa 64 milioni di euro/annui di costi diretti, a cui si devono aggiungere quelli indiretti dell'attuale profilassi effettuata ai soggetti ad alto rischio.

Molti Paesi europei (Francia, Spagna, Germania, Belgio, Olanda, Svezia, Lussemburgo, Finlandia, Irlanda) sono già pronti e infatti hanno emesso delle raccomandazioni per l'utilizzo dell'anticorpo monoclonale in campagne di immunizzazione per tutti i bambini nella prossima stagione. I ministeri degli altri Paesi hanno rilasciato delle dichiarazioni pubbliche a sostegno di tali campagne.

"In Italia le Regioni si stanno muovendo in ordine sparso, perché questa immunizzazione non fa parte del calendario vaccinale - osserva la presidente Sip - Le Regioni hanno una loro autonomia. La Valle D'Aosta è la prima che si è attivata nel 2023 e nessun bambino tra quelli trattati con l'anticorpo è stato ospedalizzato. Altre Regioni si stanno attrezzando e hanno richiesto di acquistare l'anticorpo per la somministrazione ad ottobre, ma serve una strategia di sanità pubblica che favorisca l'immunizzazione, per questo chiediamo che si attivino campagne per la prevenzione delle infezioni da Rsv".

La Società italiana di pediatria, insieme ad altre società scientifiche "si è espressa raccomandando l'uso dell'anticorpo monoclonale per proteggere tutti i neonati dal virus respiratorio sinciziale nel primo anno di vita - puntualizza Staiano - In particolare, la Sip fa parte dell'Alleanza per un'infanzia libera dal virus respiratorio sinciziale, composta da varie società scientifiche, da associazioni di pazienti, federazioni, istituzioni. Lo scorso 5 marzo, tutti insieme abbiamo presentato, in occasione di un evento istituzionale a Roma, il Manifesto dal titolo 'Respirare per crescere - Alleati per un'infanzia libera dall'Rsv', che contiene le azioni per proteggere tutti i neonati da questo virus. La Sip certamente continuerà a lavorare per garantire un indirizzo comune e uniforme su tutto il territorio nazionale, affinché possano essere ridotte le disparità regionali e tutti i bambini possano avere uguale possibilità di essere protetti da questo virus e da altre malattie, indipendentemente dal luogo in cui nascono o vivono - rassicura la presidente - Noi auspichiamo che nel mese di luglio tutte le Regioni si siano già attivate per partire quanto prima con l'immunizzazione che - conclude - è offerta gratuitamente a tutti i neonati e lattanti o comunque nella prima stagione di picco".

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