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Meloni riceve Orban: “Molti punti in comune, da migranti a lotta alla denatalità”

Confronto a Palazzo Chigi tra la premier e il primo ministro ungherese: "Su Ucraina non sempre posizioni coincidenti, ma ha permesso soluzioni"

Viktor Orban e Giorgia Meloni(Afp)

E' durato circa un'ora e mezza il confronto a Palazzo Chigi tra la premier Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese Viktor Orban. Al termine del faccia a faccia il presidente del Consiglio, nelle dichiarazioni congiunte alla stampa, ha sottolineato di apprezzare "molto" e condividere "le priorità che sono state individuate dalla presidenza ungherese" che dal primo luglio assumerà la guida della Ue, "a partire dalla decisione non scontata di inserire tra le priorità una sfida che anche io mi sono permessa molte volte di citare, anche per la competenza dell'Unione Europea, che è la sfida demografica: è una, dal mio punto di vista, delle precondizioni che servono a costruire un'Europa forte, un'Europa che sappia tornare a essere protagonista nel mondo".

"La denatalità è un problema che colpisce tutto il continente - ha proseguito -, oggi nessuna nazione europea raggiunge il cosiddetto 'tasso di sostituzione', cioè il numero di figli per donna minimo che garantisce la continuità della popolazione. Se noi non affrontiamo insieme questa sfida e non riusciamo a invertire questa tendenza nel medio e nel lungo periodo i nostri sistemi economici, i nostri sistemi sociali, i nostri sistemi di welfare diventeranno insostenibili e per questo abbiamo sempre considerato che su questa materia si dovesse lavorare insieme. Sono molto contenta che la Presidenza di turno ungherese abbia deciso di porre questa questione tra le sue priorità".

"Del programma ungherese" per la presidenza dell'Ue "condividiamo anche il focus sulla competitività, altro fondamentale focus proposto dalla Presidenza di turno. Chiaramente competitività europea ma anche difesa europea, il nuovo approccio che l'Ungheria propone in tema di politiche agricole, attenzione alle politiche di coesione, quindi materie che sono state anche dal nostro punto di vista oggetto di particolari indicazioni che sono arrivate con le ultime elezioni europee da parte dei cittadini del continente".

La presidenza ungherese dalla Ue vuole "mettere sul tavolo un grande progetto che si chiama 'Accordo europeo sulla competitività', perché pensiamo che il problema principale dell'Europa in questo momento sia la competitività", ha annunciato Orban, sottolineando "che sia italiani che ungheresi hanno interesse che l'economia europea sia di successo e sia competitiva". "Un altro interesse comune è che l'Europa non si isoli da partner terzi fuori d'Europa. E' nostro interesse comune - ha detto ancora il premier ungherese - avere un'industria forte e che la transizione green sia collaborativa e non agisca contro l'economia europea". "Sono convinto che senza una migliore competitività i posti di lavoro europei saranno persi durante il prossimo decennio", ha concluso.

Migranti

Con il primo ministro ungherese Viktor Orbàn "abbiamo approfondito nel nostro incontro anche le priorità della presidenza ungherese" della Ue "per quanto riguarda il governo dei flussi migratori. Anche qui ci troviamo d'accordo, siamo d'accordo sul fatto che vada consolidato il nuovo approccio europeo che si è sviluppato in questi mesi, anche grazie all'impulso dell'Italia che si basa su alcuni pilastri, cioè la difesa dei confini esterni dell'Unione Europea, il contrasto all'immigrazione illegale di massa, la lotta ai trafficanti, l'impegno a costruire con le nazioni di origine e di transito un nuovo modello di cooperazione e partenariato che sia vantaggioso per tutti, anche e chiaramente per andare alla base delle cause della migrazione", ha ancora Meloni.

Con Orbàn "siamo anche d'accordo sul fatto che sia importante sperimentare nuove forme e nuove soluzioni innovative proprio in materia di immigrazione. Cito, come ho già fatto, il protocollo Italia-Albania, che come voi sapete è diventato oggetto anche di una lettera firmata dalla maggioranza dei Paesi membri rivolta alla Commissione che chiede di portare avanti questo approccio anche per il futuro definendolo una soluzione da seguire".

"Noi appoggiamo tutto ciò che il premier italiano ha proposto, una strategia di sviluppo paneuropea per lo sviluppo dell'Africa", ha detto dal canto suo Orban. Durante il colloquio "abbiamo parlato dell'immigrazione illegale. Voi siete più vicini all'Africa di noi - ha aggiunto il premier ungherese - però i migranti arrivano anche da noi, quindi la situazione in Africa riguarda anche noi". "Secondo i nostri calcoli nei prossimi 20 anni la popolazione dell'Africa aumenterà di 750 milioni di persone", ha continuato Orban sostenendo che "quindi ci sono due soluzioni o abbiamo un progetto di sviluppo per l'Africa con cui riusciamo a far rimanere a casa gli africani oppure ci sarà un'immigrazione di massa che non potremo gestire".

Ucraina

Con Orbàn, ha detto la premier, "abbiamo anche discusso ovviamente del conflitto in Ucraina. Sappiamo molto bene che le nostre posizioni non sono sempre coincidenti, proprio per questo voglio dire che apprezzo molto la posizione che l'Ungheria ha mostrato finora, sia in ambito di Unione Europea sia in ambito NATO, consentendo agli altri Stati membri e consentendo agli alleati di assumere decisioni molto importanti anche quando non era completamente d'accordo. Con Viktor in ogni caso abbiamo ribadito l'indiscusso sostegno alla sovranità, all'indipendenza, all'integrità territoriale dell'Ucraina".

"Guardiamo insieme con grande attenzione alla ricostruzione - prosegue Meloni - perché ovviamente il modo migliore per guardare oltre la guerra è immaginare un'Ucraina che sia ricostruita, che possa prosperare, che possa crescere. Come sapete l'Italia è molto impegnata su questo, organizzeremo qui, nel 2025, la Ukraine Recovery Conference e quindi abbiamo parlato anche di questo".

Rapporti Italia-Ungheria

"Nel corso del nostro incontro abbiamo fatto ovviamente il punto anche sull'eccellente stato delle relazioni bilaterali tra Roma e Budapest. L'Ungheria è chiaramente un importante partner europeo, è per noi un prezioso alleato anche in ambito Nato, sono molto soddisfatta dell'intensificazione negli ultimi mesi tanto del nostro dialogo politico quanto del rafforzamento delle nostre relazioni economiche", ha detto Meloni. "Le aziende italiane guardano con sempre maggiore interesse al mercato ungherese in termini di esportazione, in termini di investimenti - ha proseguito la presidente del Consiglio -, l'Italia sostiene, come si sa, il battaglione multinazionale della Nato a guida ungherese, siamo soddisfatti dell'eccellente livello di cooperazione raggiunto in particolar modo nei Balcani, regione che entrambi, sia Italia che Ungheria, considerano strategica e non a caso anche qui uno dei principali focus della presidenza ungherese riguarda proprio l'attenzione nei confronti dei Balcani occidentali verso quell'allargamento che, come voi sapete, a me piace definire riunificazione su questo c'è perfetta sintonia tra Italia e Ungheria".

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Esteri

Mikati non sarà ad Assemblea Onu: “Priorità è fermare...

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Annullato il suo viaggio a New York

Macerie a Gaza (Fotogramma)

Il primo ministro libanese Nijab Mikati ha annullato il suo viaggio a New York, dove avrebbe dovuto partecipare alla 79esima Assemblea generale delle Nazioni Unite. ''Nessuna priorità al momento è più alta di fermare i massacri commessi dal nemico israeliano'', ha detto Mikati annunciando la sua decisione. "Chiedo alla comunità internazionale e alla coscienza umana di assumere una posizione chiara su questi terribili massacri. Chiediamo inoltre l'adozione di leggi internazionali per neutralizzare i mezzi tecnologici civili dagli obiettivi militari e di guerra'', ha aggiunto.

Mikati ha spiegato: "Avevo intenzione di recarmi a New York per aumentare l'azione diplomatica libanese durante i lavori dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, per fermare la continua 'aggressione' israeliana contro il Libano e i massacri commessi da Israele Tuttavia, alla luce degli sviluppi legati agli attacchi israeliani al Libano, ho deciso di astenermi dal viaggiare e ho concordato, previa consultazione e coordinamento con il ministro degli Esteri Abdullah Bou Habib, i temi di un'urgente azione diplomatica in questa fase".

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Esteri

Onu, Meloni attesa a New York. Su invito di Biden...

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Martedì l'intervento al dibattito di 'Alto livello', dove tornerà a sollevare il tema dell'emergenza migranti

Sede Onu di New  York (Afp)

E' la sua seconda volta all'Unga, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite che quest'anno celebra il suo 79esimo appuntamento. In tarda serata, quando in Italia sarà l'alba, la premier Giorgia Meloni arriverà a New York per prendere parte ai lavori nel Palazzo di Vetro, al via da domenica. L'appuntamento più importante nell'agenda newyorkese dei prossimi giorni è l'intervento al dibattito di 'Alto Livello' in cui, nella serata di martedì (19.30 ore locali), la presidente del Consiglio tornerà a parlare anche dell'emergenza migranti, come fece con forza un anno fa, quando esortò le Nazioni Unite a 'non lavarsi le mani' di fronte allo 'scempio' che si consumava nei nostri mari.

L'agenda

Fonti italiane spiegano che Meloni "offrirà il punto di vista dell'Italia sui principali temi dell'agenda internazionale, a partire dalla guerra in Ucraina e dal conflitto in Medio Oriente, soffermandosi sulle grandi sfide" con cui il pianeta è chiamato a fare i conti: oltre al governo dei flussi migratori e il contrasto all'immigrazione illegale di massa, "la lotta alla criminalità internazionale, lo sviluppo dell'intelligenza artificiale", tra gli altri. Particolare attenzione sarà inoltre riservata alle iniziative della Presidenza italiana del G7, al nuovo approccio di relazioni paritarie lanciata dall'Italia nei confronti dell'Africa e alla necessità di costruire un nuovo rapporto con il Sud Globale.

Ma oltre all'atteso intervento al dibattito di 'Alto livello' e a una serie di incontri bilaterali in via di definizione in queste ore, nell'agenda di Meloni trovano spazio altri appuntamenti: tra questi l'intervento al 'Vertice del futuro' in programma lunedì mattina, la consegna del 'Global Citizen Award' in serata -a premiarla sarà Elon Musk- e, su invito del Presidente Joe Biden, l'intervento di martedì all’evento promosso dagli Stati Uniti a margine dell’Unga e dedicato alla minaccia delle droghe sintetiche, un'emergenza che negli States conta ben 75mila morti l'anno.

Nel dettaglio, il 'Vertice del Futuro', a cui la premier prenderà parte lunedì alle 11.15, quando in Italia saranno le 17.15, sarà aperto domenica 22 settembre dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, dal Presidente della 79ma sessione dell’Assemblea Generale, Philémon Yang, e da tre rappresentanti dei giovani (Sud Sudan, Qatar e Stati Uniti d’America). Confermata anche la partecipazione del Presidente namibiano, Nangolo Mbumba, e del Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, le cui due Nazioni hanno svolto il ruolo di co-facilitatori. Nel corso del Vertice, è prevista l'adozione per consenso di una dichiarazione politica a livello di leader, il cosiddetto Patto per il Futuro, corredata da un allegato sul ‘Digitale’ e un altro sulle ’Generazioni Future’.

'Global Citizen Award 2024' alla premier

In serata, alle 19, l'Atlantic Council attribuirà il 'Global Citizen Award 2024' alla premier, che verrà insignita insieme al Presidente del Ghana, Nana Addo Dankwa Akufo-Addo, al primo ministro greco, Kyriakos Mītsotakīs, e alla vice presidente della holding sud-coreana CJ Group, Miky Lee. Tra i precedenti vincitori figurano personalità come Shimon Peres, Henry Kissinger, Volodymir Zelensky, Christine Lagarde, Rania di Giordania, Mario Draghi; il ceo di Google e Alphabet Sundar Pichai. Meloni sarà premiata 'per il suo ruolo pionieristico di prima donna Capo di Governo in Italia, il suo forte sostegno all'Unione Europea e all'alleanza transatlantica nonché per la sua presidenza del G7 nel 2024'.

Martedì, a partire dalle 9, la premier prenderà parte alla sessione di apertura del dibattito di alto livello della 79ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il tema scelto per quest’anno dal Presidente dell’Assemblea Generale, l’ex primo ministro del Camerun, Philémon Yang, è 'Non lasciare indietro nessuno: agire insieme per il progresso della pace, dello sviluppo sostenibile e della dignità umana per le generazioni presenti e future'. Il dibattito generale è preceduto da una cerimonia di saluto con stretta di mano del Segretario Generale ai Capi delegazione. Dopo gli interventi di Guterres e del Presidente dell'Assemblea Generale, il primo intervento per gli Stati membri spetterà come ogni anno al Brasile, in quanto primo Stato firmatario della Carta delle Nazioni Unite. Seguiranno gli Stati Uniti in qualità di Nazione ospite.

L'intervento sulle droghe sintetiche

Alle 13.30 di martedì, quando in Italia saranno le 19.30, la premier interverrà su invito del Presidente Biden all'evento, promosso dagli Stati Uniti sul contrasto delle droghe sintetiche. All’appuntamento partecipano i Paesi e le Organizzazioni internazionali che fanno parte della Coalizione Globale contro la minaccia delle 'synthetic drugs', di cui l’Italia è tra le Nazioni più attive.

In occasione del Summit, verrà adottata una Dichiarazione politica con la quale i membri della Coalizione, nelle rispettive giurisdizioni, si impegnano tra le altre cose a contrastare la diffusione delle droghe sintetiche, ad adottare misure sui fornitori dei precursori chimici, a scardinare le rotte dei trafficanti, sviluppare sistemi di monitoraggio dei modelli di consumo ed espandere l'accesso a trattamenti sanitari pubblici.

Dunque alle 19.30, l'1.30 in Italia, l'intervento al dibattito di Alto Livello dell'Unga, che chiuderà, salvo sorprese, la trasferta della presidente del Consiglio a New York.

(dall'inviata Ileana Sciarra)

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Esteri

Onu, Cardi: “Scatto reni su multilateralismo, Meloni...

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L'appello dell'ex ambasciatore alle Nazioni Unite alla vigilia dell'Assemblea generale: "L'Italia metta a disposizione le sue capacità di dialogo e contribuisca a sbloccare meccanismi inutilizzati"

L'ambasciatore Sebastiano Cardi

Forte di una solida vocazione multilaterale, l'Italia "dovrebbe mettere a disposizione le sue capacità negoziali e di dialogo sempre riconosciute" per sostenere un metodo che appare in netto arretramento in una situazione internazionale sempre più complessa. "Serve uno scatto di reni e mi aspetto dalla premier Giorgia Meloni un appello forte in questa direzione", dice all'Adnkronos Sebastiano Cardi, ex ambasciatore all'Onu, alla vigilia dell'avvio della 79ma sessione dell'Assemblea generale, a margine della quale Antonio Guterres ha convocato il "Summit per il futuro" con l'obiettivo di "ritrovare la strada verso il multilateralismo".

"L’Italia ha una lunga tradizione di paese multilateralista e dispone di capacità istituzionali, diplomatiche e intellettuali che, se mobilitate, potrebbero portare a qualche proposta utile - sostiene Cardi - In quanto presidente di turno del G7 mi aspetterei che la premier portasse un messaggio importante di leadership, con l'Italia, immersa nel Mediterraneo, membro dell'Ue e dalla forte vocazione transatlantica, pronta a prendere iniziative e ad assumersi responsabilità".

L'ex rappresentante italiano al Palazzo di Vetro invoca "uno scatto di reni" e sollecita "un appello molto forte da parte dell'Italia, che ha le carte in regola non solo per auspicarlo, ma anche per metterlo in pratica", contribuendo a "sbloccare meccanismi negoziali finora inutilizzati o per immaginarne di nuovi ad esempio in Medio Oriente, dove esistono margini per rilanciare dinamiche di dialogo,lungo la strada tracciata dagli accordi di Abramo". "Può sembrare un’idea velleitaria data la situazione, ma anche per questo è il momento giusto per approfondirla", insiste Cardi.

Lunedì, a New York, il segretario generale ha invitato i Paesi membri al 'Summit per il futuro' in un momento in cui appare "clamorosa ma speriamo non irreversibile la crisi del metodo multilaterale", una crisi già evidente a partire dal 2017-2018, quando erano "forti le avvisaglie della contrapposizione tra Stati Uniti e Russia e tra Occidente e Russia", ricostruisce Cardi, che è stato anche direttore generale degli Affari politici della Farnesina e che nelle settimane scorse ha lanciato, insieme a suoi ex colleghi, International strategic network (Isn), società di consulenza internazionale.

La convocazione di Guterres, dopo l'attacco russo all'Ucraina e il 7 ottobre e "mentre tutto quello che c'è intorno sembra prefigurare una pericolosissima tendenza alla disgregazione totale, risponde all'esigenza di ritrovare la strada del multilateralismo", spiega l'ex ambasciatore. Che avverte sul rischio che "nel nuovo disordine mondiale si inseriscano e proliferino Paesi con agende alternative per posizionarsi in Africa piuttosto che nel mercato energetico, o attori non statali, trafficanti di armi e di uomini, che approfittano del caos per perseguire i loro interessi criminali".

Consapevole che il Summit per il futuro, al quale partecipano tutti i Paesi con le loro diverse sensibilità e agende, "non basterà, nessuno si aspetta idee rivoluzionarie o nuovi strumenti per rafforza il multilateralismo", Cardi sottolinea però che "le idee che emergeranno potrebbero essere le basi" per imboccare di nuovo quella strada. Immaginando, ripete, "uno sforzo per il rilancio di meccanismi regionali di composizione delle controversie, come per esempio l'Osce o il Consiglio d'Europa, se si parla del conflitto in Ucraina".

Ma lo stesso Guterres, che è alla fine del suo secondo mandato e dunque non deve essere rieletto, "dovrebbe tornare nell'arena internazionale in maniera più chiara e più netta", esorta l'ex ambasciatore. "Come segretario generale qualche margine di manovra in teoria lo avrebbe, sulla guerra in Ucraina, per esempio, potrebbe incarnare la figura del negoziatore super partes se Stati Uniti, Russia e Ue lo accettassero: la leadership si conquista con le azioni", dice Cardi. Riaffermato l'impegno a sostenere l'Ucraina con tutti i mezzi, l'ex ambasciatore insiste ancora sulla necessità di trovare un modo di negoziare con la Russia: "Bisogna evitare che quello ucraino diventi un altro conflitto congelato nel cuore dell'Europa che Mosca può usare a suo piacimento, premendo sul grilletto per scatenare crisi energetiche o di sicurezza di vario tipo". "Non possiamo arrenderci all'idea che il metodo multilaterale sia ormai alle spalle - chiosa l'ex ambasciatore - Quasi 80 anni di Onu hanno significato per la comunità internazionale avanzamenti in tantissimi settori, dalla povertà alla lotta alla fame, fino al controllo degli armamenti anche nucleari". Un tema quest'ultimo riemerso con la guerra in Ucraina e con le minacce che arrivano periodicamente da Mosca e che "espone il mondo a un pericolo grandissimo, se non c'è il dialogo tra le due maggiori potenze che ne sono responsabili, Stati Uniti e Russia".Tornando a parlare dell'Italia, Cardi sollecita la difesa dei suoi interessi al prossimo vertice dell'alimentazione dell'Onu. Forte della sua esperienza anche di negoziatore al summit del 2018, sa quante "insidie" debba affrontare la nostra industria alimentare. "L'Onu - ricorda - è il consesso multilaterale per eccellenza nella lotta alla fame, per lo sviluppo e i diritti umani, ma anche per l'alimentazione. Un tema, questo, cui ogni sette anni viene dedicato un vertice e che è fondamentale per l'Italia, perché ci sono tendenze e teorie di gruppi industriali e di Paesi che, in nome di una sana alimentazione, invocano l'eliminazione di alcuni ingredienti ritenuti nocivi". Con un comparto che vale circa il 10% del Pil ed è quindi fondamentale per l'economia, il nostro Paese "ha tutto l'interesse a mobilitarsi contro alcune prese di posizione internazionali che rischiano di mettere in pericolo le filiere produttive", dice l'ex ambasciatore. Il vertice si terrà l'anno prossimo, ma Cardi ricorda quanto successo in quello precedente, nel 2018, quando lui era co-facilitatore del processo negoziale insieme al collega uruguayano: "In quell'occasione potei vedere dall'interno i meccanismi di elaborazione della dichiarazione finale, che nascondevano molte insidie per il cibo italiano, dietro l’attacco ai grassi, ai dolcificanti e altro ancora”.In vista del vertice del settembre del 2025, consapevole che "attraverso il documento finale si danno indicazioni a favore o a sfavore di alcuni ingredienti o materie prime, l'Italia deve mobilitarsi - insiste l'ex ambasciatore - per fare in modo che la dieta mediterranea e la sua produzione nazionale vengano difese concretamente anche nell'interesse dei consumatori. Mi risulta che le organizzazioni di settore, in particolare Federalimentare, si stanno già attivando e questo è positivo".

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