Autonomia differenziata, Meloni: “Da opposizioni irresponsabili toni da guerra civile”
La presidente del Consiglio: "Abbiamo preso degli impegni con gli italiani. La cosa più ridicola è l'opposizione scomposta della sinistra sull'autonomia differenziata"
"Questo siamo noi, patrioti, patrioti che sanno quale sia il verso della bandiera tricolore quando la sventolano e che lavorano perché tutti i cittadini di questa nazione abbiano gli stessi diritti e le stesse opportunità". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni facendo il punto sull'autonomia in un video sui social. Stiamo "dimostrando che si sarebbe potuto fare anche prima, forse lo sa anche l'opposizione, forse per questo solo così nervosi e usano, irresponsabili, i toni da guerra civile perché non hanno argomenti nel merito", sottolinea.
Nel filmato la presidente del Consiglio, con alle spalle un grande tricolore, attacca: "Va avanti a passi spediti il lavoro del governo per riformare questa nazione nonostante l'opposizione feroce di chi pur dicendo ogni giorno che in Italia molte cose non vanno bene ci propone come unico programma quello di lasciare tutto com'è. Però noi abbiamo preso degli impegni con gli italiani che ci chiedevano un cambiamento e intendiamo rispettare quegli impegni. Non a caso in meno di venti mesi abbiamo già avviato diverse importanti riforme".
"La riforma del fisco che era attesa da cinquant'anni - ricorda - La riforma della giustizia della quale si parlava da circa 30 anni. Abbiamo fatto la riforma del codice degli appalti e soprattutto la riforma del premierato che ha completato la sua prima lettura al Senato e che se gli italiani lo vorranno permetterà finalmente ai cittadini di scegliere direttamente il capo del governo, mettendo fine a settant'anni di instabilità, governi balneari, governi tecnici, governi arcobaleno, promesse tradite e trasformismo". "Contro tutte queste riforme la sinistra è scatenatissima. Ci accusano ovviamente di ogni possibile nefandezze sulla riforma del fisco hanno detto che eravamo amici degli evasori e abbiamo portato a casa il record di recupero di proventi della lotta all'evasione fiscale smentiti", prosegue Meloni.
"La cosa più ridicola è l'opposizione scomposta della sinistra sull'autonomia differenziata", afferma la premier aggiungendo: "Per capire quanto siano sinceri quando muovono questa continua accusa di voler spaccare l'Italia o quando per protesta sventolano al contrario le bandiere tricolori in aula vale la pena di ricordare alcuni antefatti". "Primo l'idea di attribuire maggiore autonomia alle regioni non è un'invenzione del centrodestra, non è un'invenzione della sottoscritta - sottolinea - È invece un principio inserito nella nostra Costituzione con la riforma del titolo quinto, riforma varata nel 2001 approvata tra l'altro a colpi di maggioranza sotto il governo di Giuliano Amato, governo della sinistra e poi confermata dagli italiani con il referendum".
"L'hanno inserita in Costituzione loro e non l'hanno mai normata. Ciò nonostante hanno firmato accordi tra varie regioni e lo Stato quando sia a capo delle regioni sia a capo del governo c'erano loro e oggi sventolano i tricolori e gridano allo scandalo perché noi cerchiamo di trasformare questo principio, che è un principio corretto, in una norma seria e cioè che sia capace di garantire proprio che non si creino disparità tra i territori", conclude.
Politica
Lega, ecco i nuovi dipartimenti: Salvini lascia...
Fontana lascia gli Esteri, Durigon il Lavoro, Molteni la Sicurezza. Anche Bongiorno cede il testimone
Avvicendamenti, nuovi dipartimenti, e un rimescolamento dei compiti nella Lega. Sono queste le decisioni rese note oggi da Matteo Salvini, che nei giorni scorsi aveva nominato due nuovi vicesegretari: Alberto Stefani e Claudio Durigon. Una mossa, quella della riorganizzazione dei dipartimenti, sempre coordinati da Armando Siri, che lo stesso leader ha spiegato servirà per gestire al meglio le prossime sfide, per cogliere "la vittoria anche alle politiche 2027".
Cosa cambia
Complessivamente, i dipartimenti salgono a 31 rispetto ai 29 precedenti, con alcuni nomi importanti in uscita e altri in ingresso. L'attuale presidente della Camera, Lorenzo Fontana, dopo aver lasciato la vicesegreteria non sarà più il responsabile del dipartimento Esteri, al suo posto il deputato Paolo Formentini. Un altro avvicendamento riguarda il dipartimento Lavoro: Claudio Durigon, da poco vicesegretario della Lega, lascia il dipartimento a Tiziana Nisini. Anche Giulia Bongiorno, avvocato di Salvini a Palermo, lascia il posto all'ex sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone. Inoltre l'attuale sottosegretario all'Interno, Nicola Molteni, lascia la Sicurezza all'ex sindacalista di polizia Gianni Tonelli. Così come arriva all'Ambiente Vincenzo Pepe, al posto di Vannia Gava.
Tra le novità poi lo spacchettamento del dipartimento Agricoltura e Turismo. Qui resta Gian Marco Centinaio, che è anche vicepresidente di Palazzo Madama, mentre l'Agricoltura viene assegnata al senatore Giorgio Maria Bergesio. Mirco Carloni diventa invece nuovo responsabile delle Attività produttive al posto di Massimo Bitonci. Nasce infine il dipartimento della Cultura affidato alla deputata marchigiana Giorgia Latini.
La mossa, attesa da parte del leader della Lega, "per dare nuovo slancio al partito: l’obiettivo è creare eventi ad hoc in ogni provincia e spalancare le porte a nuovi ingressi", viene spiegato in un comunicato. Salvini e Siri hanno incontrato i coordinatori oggi pomeriggio, nel corso di una riunione negli uffici della Lega alla Camera.
Politica
Tavolo su castrazione chimica, sponda governo a Lega:...
Via libera del governo all'ordine del giorno al ddl Sicurezza, all'esame dell'aula di Montecitorio, presentato dal deputato Iezzi
La Lega rilancia la battaglia per arrivare a una legge sulla castrazione chimica per i pedofili e gli stupratori. Raccogliendo oggi il via libera del governo all'ordine del giorno al ddl Sicurezza, all'esame dell'aula di Montecitorio, presentato dal deputato Igor Iezzi che impegna l'esecutivo ad "istituire quanto prima una commissione o un tavolo tecnico con lo scopo di valutare, nel rispetto dei principi costituzionali e sovranazionali, in caso di reati di violenza sessuale o di altri gravi reati determinati da motivazioni sessuali, la possibilità per il condannato di aderire, con il suo consenso, a percorsi di assistenza sanitaria, di natura sia psichiatrica sia farmacologica, anche con eventuale trattamento di blocco androgenico mediante terapie con effetto temporaneo e reversibile, diretti ad escludere il rischio di recidiva". Un'apertura del governo che lo stesso Salvini subito saluta con favore: "Vittoria della Lega! Bene così, un altro importante passo in avanti per una nostra storica battaglia di giustizia e buonsenso: tolleranza zero per stupratori e pedofili".
Insorgono le forze di opposizione. "Con buona pace di Fi il governo è ormai piegato sulle posizioni estremiste di Salvini e della Lega", attaccano dal Partito democratico. Sottolineando con la deputata Simona Bonafè che siamo di fronte a "una proposta incostituzionale che mina alle basi il nostro ordinamento giuridico che ha superato da secoli il ricorso alle pene corporali". Da Avs si accusano i leghisti di una "vocazione repressiva senza confini che trascina tutta la destra, senza distinzioni".
Politica
Draghi da Meloni a Palazzo Chigi
Un'ora e un quarto di colloquio tra la presidente del Consiglio e l'ex premier a Palazzo Chigi
Colloquio di un'ora e un quarto oggi a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e l'ex premier e numero uno della Bce, Mario Draghi.
Al centro dell'incontro, informa una nota diffusa da Palazzo Chigi, "un confronto approfondito sul Rapporto sul futuro della competitività europea presentato da Draghi, che contiene secondo il governo diversi importanti spunti, tra cui la necessità di un maggiore impulso all’innovazione, la questione demografica, l’approvvigionamento di materie prime critiche e il controllo delle catene del valore e, più in generale, la necessità che l’Europa preveda strumenti adatti a realizzare le sue ambiziose strategie - dal rafforzamento dell’industria della difesa fino alle doppie transizioni - senza escludere aprioristicamente nulla, compresa la possibilità di un nuovo debito comune. Priorità condivise che rispecchiano anche il lavoro portato avanti dal Governo in Italia e nelle Istituzioni europee. I due presidenti - informa la nota - sono rimasti d’accordo di tenersi in contatto per continuare ad approfondire queste materie".