FederlegnoArredo, in primo trim. -7,6%: per filiera prevista crescita +1,5%
Domani assemblea a Roncade, Feltrin, 'fondamentale mappatura priorità settore'
La filiera legno-arredo chiude il primo trimestre 2024 con una flessione del 7,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La contrazione è stata determinata sia dal mercato interno (-8,7%) che dall’export (-6,2%) che rappresenta il 43% del totale delle vendite Ciononostante, le imprese indicano per il 2024 una crescita complessiva dell’1,5%, trainata dall’export (+4,3%) e da una sostanziale stabilità del mercato interno (-0,4%), con prospettive differenziate tra i macrosistemi arredamento (+3,2%) e legno (-1,1%). Sono alcuni dei dati del Monitor elaborati dal Centro Studi FederlegnoArredo su un campione rappresentativo di aziende diffusi alla vigilia dell’assemblea annuale della Federazione, in programma domani al campus H-Farm di Roncade.
I dati evidenziano una flessione rispetto a quelli di inizio anno: +1,7% l’Italia, +8,5% l’export, per una crescita complessiva stimata a 4,5% ma vanno letti all’interno di un periodo che negli ultimi anni ha visto la filiera registrare grandi crescite. Possiamo parlare di una fisiologica normalizzazione che vede in ogni caso il settore ancora con un segno positivo: risultato tutt’altro che scontato a testimonianza della vitalità del settore e della sua capacità di sapere crescere nonostante contesti complessi. “Risulta fondamentale per la federazione disporre di una mappatura delle priorità del settore così da orientare interventi e proposte - commenta Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo - nella consapevolezza che i fattori esterni che incidono sulla competitività delle aziende sono molteplici, complessi e in alcuni casi esulano dal nostro perimetro di azione. Penso all’inflazione, alla difficoltà nell’accesso al credito, al peso in termini economici e di risorse umane che le aziende devono sostenere per raggiungere un’efficienza energetica da cui non si può più prescindere".
In questo scenario, aggiunge, "continuiamo a essere concentrati sulla sostenibilità che nella sua accezione più ampia, costituisce una risposta efficace almeno ad alcuni dei fattori sopra citati. Stiamo rafforzando il nostro impegno nel sostenere la competitività del settore anche con Fla Plus, la piattaforma sviluppata per rispondere alle esigenze delle aziende con servizi innovativi e digitali e non ci stancheremo di sostenere come la sostenibilità sia un driver di sviluppo imprescindibile che non può sottostare a regole inapplicabili o a obiettivi irraggiungibili. Saremo vigili attenti e severi su tempi e modi di applicazione nell’interesse del tessuto produttivo che rappresentiamo”.
L’assemblea di domani sarà l’occasione, anticipano gli organizzatori, per confrontarsi con associati e stakeholder sul futuro del settore e sulle nuove progettualità, ma anche per fare un focus sul ruolo cruciale della sostenibilità e per esplorare in modo innovativo i principi Esg fondamentali per lo sviluppo del comparto. Al centro il progetto di FederlegnoArredo di promuovere un consorzio che si occupi del fine vita dei prodotti nella filiera dell'arredo, con l’intervento del viceministro all’Ambiente e alla Sicurezza Energetica, Vannia Gava. Il dibattito, moderato da Alessandro Garofalo, fondatore e titolare di Garofalo & Idee Associate Srl, sarà arricchito dalle testimonianze di Riccardo Donadon di H-Farm, Roberto Coizet del Centro Materia Rinnovabile, Claudio Feltrin presidente di FederlegnoArredo e Maria Porro, presidente di Assarredo con delega alla Sostenibilità e presidente del Salone del Mobile. E proprio in termini di futuro l’indagine sul primo trimestre evidenzia anche le direttrici di intervento che le aziende considerano cruciali per il loro sviluppo nel biennio 2024-2025.
Tra le priorità emergono chiaramente i temi dell’innovazione, della riduzione dei costi produttivi e dell’internazionalizzazione. La sostenibilità, che risulta evidente essere ormai parte integrante del Dna del settore, è fortemente interconnessa con tutti gli altri fattori. Nel primo trimestre del 2024, le esportazioni della filiera legno-arredo hanno mostrato variazioni negative nella maggior parte delle regioni italiane, come attestano le elaborazioni del Centro Studi FederlegnoArredo su base Istat.La Lombardia (1,16 miliardi di euro) si conferma la prima regione per valore esportato, nonostante una flessione del 5,3%. Segue il Veneto (935 milioni di euro), con una diminuzione del 5,6% e il Friuli Venezia-Giulia (519 milioni di euro), che registra una contrazione del 10,7%. La regione Veneto, pur riportando una flessione nelle esportazioni, rimane una delle regioni chiave per il settore, rappresentando il 23% del totale delle esportazioni della filiera legno-arredo. I mobili del Veneto, pari a 732 milioni di euro (-6,7%), sono esportati principalmente in Francia (134,9 milioni di euro) e Germania (107 milioni di euro) entrambe in flessione (rispettivamente a -8,8% e -16,5%).
Tuttavia, il Veneto ha anche registrato andamenti positivi, dimostrando la vitalità e la competitività delle sue imprese: gli Stati Uniti al terzo posto (80,5 milioni di euro) chiudono a +8% e crescono significativamente le esportazioni verso l’Arabia Saudita (+106,1% per 14,8 milioni di euro totali). Treviso, che ospiterà l’assemblea, gioca un ruolo centrale nel panorama nazionale: è la prima provincia in Italia per valore esportato di mobili, pari a 451 milioni di euro(-5,7%). I principali importatori sono Francia e Germania che, insieme a Regno Unito, registrano le flessioni più consistenti, mentre sono positive le esportazioni verso Stati Uniti (al terzo posto con +6%), Svizzera (al sesto posto con +26,1%), Polonia (settima con +12,3%) e Arabia Saudita (nona con +216,8%), che supera in valore la Cina al decimo posto.
Lavoro
Ricerca, Bordi (Roma Tre): “Nuove tecnologie ormai...
“Nel dipartimento dei studi umanistici abbiamo un laboratorio che si chiama il DH Lab, Digital Humanities Lab e per noi è ormai naturale lavorare in sinergia con i colleghi di scienze, di ingegneria e di architettura. Abbiamo tantissimi progetti e li sviluppiamo insieme con loro anche toccando temi come l'intelligenza artificiale, la realtà virtuale. Stiamo potenziando questo tipo di approccio perché oggi è imprescindibile''. Lo ha dichiarato Giulia Bordi, dipartimento di Studi Umanistici Università degli Studi Roma Tre, durante la “Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici” evento di chiusura della Settimana della Scienza, presso l'Università degli Studi Roma Tre.
''Ad esempio, il Medioevo sembrerebbe il periodo meno adatto alla tecnologia, invece per noi è fondamentale: studiando le chiese medievali attraverso la realtà virtuale e i digital twin, riusciamo a riportare indietro nel tempo l'architettura e far vedere come erano nel Medioevo e come erano anche le pitture al loro interno. Attraverso il restauro virtuale aiutiamo il pubblico a capire come poteva essere una pittura medievale al suo tempo. Le nuove tecnologie sono per noi uno strumento ormai imprescindibile di ricerca, ma anche lo strumento che abbiamo per poter comunicare la scienza, quello che studiamo, ad un pubblico più ampio. Oggi riusciamo ad arrivare a chiunque con la realtà virtuale, che è uno strumento fondamentale perché mette in contatto le persone e rende immediato quello che in passato dovevamo spiegare attraverso articoli e saggi, quindi solo attraverso la scrittura. Oggi con le immagini possiamo comunicare in modo immediato la nostra scienza” .
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Ricerca, De Angelis (Roma Tre): “Con la Notte aperta...
"Con la Notte della Ricerca l'Università si apre ai piccoli e ai grandi, è proprio questo il senso della scienza e l'Università Roma Tre vuole sempre aprire le porte al pubblico e condividere la conoscenza con tutti. È bellissimo condividere la nostra passione per l'universo, per quello che c'è sotto i nostri piedi, con appassionati, curiosi e anche con chi non ne sa niente. C'è tantissima curiosità. Tutti diventano bambini. Ci sono tantissimi bambini questa sera ma sono bambini anche a 60 anni, a 80 anni perché veramente si torna curiosi quando riusciamo a far mettere le mani in pasta alle persone su quello che facciamo. Siamo abituati a un linguaggio rigoroso all'interno dell'università ma occasioni come queste ci permettono veramente di aprirci e anche di conoscerci fra noi, quindi di creare nuova conoscenza. Impariamo tantissimo dal pubblico, dalle domande, che sono le cose più importanti per sviluppare nuova cultura. Le domande che ci fanno le persone, i bambini, gli adulti in queste circostanze sono quelle che ci andranno ad arricchire di più e ci faranno sviluppare ancora più ricerca". Così Ilaria De Angelis, dipartimento di matematica e Fisica Università degli Studi Roma Tre, durante la “Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici”, evento che fa parte del progetto #LEAF, acronimo per “heaL thE plAnet's Future”, cura il futuro del pianeta, organizzato da Frascati Scienza e promosso dalla Commissione Europea e dalla Regione Lazio, presso l'Università degli Studi Roma Tre.
Lavoro
Ricerca, Corrado (Roma Tre): “Raccontare per...
"Siamo qui per raccontare la scienza e la cultura in generale alla società, alle persone che non fanno questo di mestiere, perché per una sera chi fa ricerca, sia in ambito scientifico ma anche in ambito umanistico, vuole trasmettere il senso della passione del lavoro che sta svolgendo, perché scoprire qualcosa di nuovo è sempre un'avventura estremamente avvincente. Il senso è proprio trasmettere questa passione e, ovviamente, anche i risultati più significativi, soprattutto in un contesto che ci vede in questi anni impegnati in prima linea con problemi come il cambiamento climatico; la sostenibilità ambientale è in qualche maniera la parola chiave di questa serata". Lo ha sottolineato Sveva Corrado, dipartimento di Scienze Università degli Studi Roma Tre, in occasione della 'Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici' manifestazione che fa parte del progetto #LEAF, organizzato da Frascati Scienza e promosso dalla Commissione Europea e dalla Regione Lazio, presso l'Università degli Studi Roma Tre.
"Vogliamo spiegare come le nostre ricerche possono contribuire realmente alla realizzazione di una società pacifica, in cui c'è spazio e risorse per tutti e questo lo vogliamo fare avvicinando le persone a un modo di lavorare che spesso è complesso, laborioso, si basa sulla acquisizione di informazioni utilizzando il metodo scientifico, che - conclude - è qualcosa di molto serio ed è entrato nelle nostre vite di ricercatori ma spesso non è conosciuto da persone che non si occupano di ricerca”.