Economia
Sugar Tax, Ghisleri: “Bibite analcoliche evocano...
Sugar Tax, Ghisleri: “Bibite analcoliche evocano valori e ricordi positivi negli italiani”
Per la direttrice di Euromedia Research 58% intervistati non crede che sia modo efficace per modificare le scelte di consumo
“Alle bibite analcoliche sono sempre associati dei valori e dei ricordi positivi”. Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, riassume così uno dei trend più significativi emersi dall’indagine “Bevande analcoliche come Comfort Food: il valore, il significato e le emozioni”, condotta per Assobibe, l'associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia. "In questa ricerca condotta su 4000 individui, quindi con un errore molto basso dell'1,5% - illustra la direttrice Ghisleri - abbiamo sondato il desiderio degli italiani di relazionarsi non solo con il comfort food, ma anche con il comfort drink. Abbiamo individuato quello che abbiamo definito fattore 'C' cioè il fattore “Coccola”, il desiderio di volersi rilassare mangiando qualcosa di piacevole e anche accompagnando con una bibita che non solo produce un distacco, ma rievoca momenti felici”. Di fatto, dalla ricerca emerge che il 7,5% del campione consuma questo tipo di bevande durante l’aperitivo, di questi il 16,5% sono giovani tra 18 e 30 anni e per loro il piacere “analcolico” ha il vantaggio di essere consumato in qualsiasi momento. Inoltre, la maggior parte degli italiani non considera il consumo moderato di bevande analcoliche un rischio per la salute e il 56,7% degli intervistati non ritiene necessarie tassazioni o restrizioni per limitarne il consumo.
Il 58% è convinta invece che l’introduzione di una Sugar tax sulle sole bevande analcoliche non rappresenti un modo efficace per modificare le scelte di consumo e non ne condivide l’applicazione: “Queste bibite aiutano le persone in momenti particolari, accompagnano il distacco della mente da quelli che sono momenti di stress oppure il desiderio di stare in famiglia”, analizza Ghisleri. Un dato interessante riguarda l’alternativa al comfort drink che per il 40,4% degli italiani sarebbe un prodotto alcolico: “Nel momento in cui non si trova il proprio punto di riferimento, si cerca qualcosa che possa distrarre, che però diventa molto più pericoloso dal punto di vista della salute”, avverte la direttrice di Euromedia Research.
Economia
Tabacco, innovazione e sostenibilità driver filiera...
Gli effetti dell’accordo di filiera Coldiretti-Philip Morris Italia sul comparto
Il settore tabacchicolo italiano rappresenta un elemento centrale per il Paese in termini di sviluppo economico, occupazionale e sociale: l’Italia si conferma primo produttore di tabacco a livello Ue, con oltre 1/3 della produzione complessiva europea. Oltre a vantare importanti risultati sul fronte produttivo, il settore tabacchicolo italiano è un modello di sviluppo integrato della filiera in grado di coniugare crescita, innovazione e sostenibilità. Un contributo cruciale è fornito dall’Accordo di filiera Coldiretti-Philip Morris, avviato nel 2011 e recentemente rinnovato per i prossimi anni, che riveste un asset fondamentale per sostenere questo modello.
Gli ultimi approfondimenti realizzati dal Centro Studi Divulga confermano che il comparto tabacchicolo italiano è trainato dal modello di filiera integrato, in grado di coniugare innovazione e sostenibilità. Emerge infatti che le aziende aderenti all’Accordo di filiera Coldiretti-Philip Morris Italia, registrano un incremento di fatturato del +10,9% (chi resta fuori registra un calo del -14,5%) e un maggiore ottimismo nel futuro. In particolare, le aziende che guardano al futuro in chiave positiva sono il doppio delle non aderenti all’accordo di filiera (28,9% delle imprese tabacchicole aderenti al contratto contro il 12,5% di quelle non aderenti).
Un altro dato di interesse è quello relativo alla sostenibilità e alla funzione che l’innovazione può svolgere per il raggiungimento di tale obiettivo significativo. Il 92% delle aziende che partecipano all’Accordo di filiera Coldiretti-Philip Morris Italia ritengono che sia possibile mettere in atto percorsi legati alla sostenibilità, contro il 38% di quelle non aderenti, confermando come l’Accordo di filiera sia uno strumento in grado di facilitare la programmazione di lungo periodo e generare investimenti anche per la sostenibilità ambientale.
"L’Intesa con Coldiretti rappresenta un modello di filiera verticalmente integrata capace di innovare, creando valore in termini di reddito e di occupazione, oltre che di sostenibilità ambientale e sociale", ha dichiarato Cesare Trippella, Head of Leaf Eu Philip Morris Italia. "Dal 2011 Philip Morris ha deciso di acquistare tabacco direttamente dai coltivatori, riversando le risorse su tutta la filiera: un accordo end to end", sottolinea Trippella, “che garantisce sostenibilità economica alle imprese coinvolte, unita alla possibilità di attuare una programmazione strategica di lungo periodo, con investimenti volti alla salvaguardia dell’ambiente, alla transizione digitale e alla formazione dei giovani coltivatori”.
“I valori riconducibili all’accordo di filiera tra Coldiretti e Philip Morris Italia investono le diverse dimensioni della sostenibilità e consentono alle aziende agricole di guardare al futuro con maggiore fiducia rispetto ai contesti non organizzati”, ha dichiarato Gennarino Masiello, Vice Presidente nazionale di Coldiretti e Presidente di Ont Italia. Le aziende agricole che partecipano all’accordo di filiera sono, rispetto a chi non vi aderisce, più grandi e organizzate, hanno una migliore capacità di generare valore economico, mostrano una maggiore propensione ad investire ed innovare e sono guidate da imprenditori giovani e formati. Questi assetti competitivi nei prossimi anni dovranno confrontarsi con sfide di mercato e regolatorie sempre più impattanti, ma mentre nel caso delle sfide di mercato la risposta la troveremo come sempre all’interno dell’accordo di filiera, per le sfide regolatorie è necessario il contributo di tutti gli stakeholders che a vari livelli dovranno contribuire alla salvaguardia dei valori economici, ambientali e sociali derivanti dall’accordo di filiera. L’accordo di filiera integrata non è solo un contratto fatto di valori economici. Da quattordici anni con Philip Morris lavoriamo sulle buone pratiche agricole, sulla sostenibilità sociale e ambientale. A mio avviso, una filiera cresce quando c’è un paese che fa sistema perché le future sfide regolatorie, come la Ted e la Tpd, potrebbero rappresentare una minaccia per tutti, anche per i nostri agricoltori. Quello con Philip Morris è un partenariato con cui ci siamo dati obiettivi e sfide comuni”, ha concluso il Presidente Masiello.
"Dobbiamo chiedere ai politici di rispondere con il buon senso a queste direttive e di contenere l’approccio ideologico registrato fino ad ora. Vigilare per me vuol dire costruire e ragionare come 'Sistema Europa', mantenendo l’interesse nazionale soprattutto per la filiera tabacchicola, visti gli impatti economici che ha sul Paese", spiega Elena Donazzan, Assessore all'Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari opportunità della Regione Veneto e neoeletta al Parlamento Europeo. "Non bisogna demonizzare il settore e per confutare questo approccio bisogna continuare a sviluppare studi che, attraverso i dati, dimostrino il valore che genera questa filiera integrata. Dobbiamo tradurre la demonizzazione in sostenibilità sociale e in valore economico. Infine, un’altra considerazione da fare riguarda gli accordi: quando facciamo accordi di filiera e si riesce a modificare la mentalità e i modelli di gestione, stiamo difendendo gli interessi di un comparto e delle persone che ci lavorano", aggiunge.
L’accordo di filiera tra Coldiretti e Philip Morris Italia è collegato al Verbale di Intesa sottoscritto tra il Ministero dell’Agricoltura e Philip Morris Italia, rinnovato nel 2023 prevede investimenti fino a 500 milioni di euro per i prossimi cinque anni. Si tratta del più alto investimento da parte di un’azienda privata sulla tabacchicoltura italiana. L’Accordo, giunto al suo quarto rinnovo pluriennale, a partire dal 2011 è il primo esempio di un modello di integrazione che ha consentito una programmazione strategica a circa 1000 imprese tabacchicole in Campania, Umbria, Veneto e Toscana. Nella sola regione Veneto l’impatto occupazionale stimato diretto, indiretto ed indotto è di circa 9200 addetti, per un impatto economico stimato diretto, indiretto ed indotto di 75 milioni di euro.
Philip Morris, primo acquirente del tabacco veneto (il 60% della produzione tabacchicola complessiva), investe ogni anno circa 30 milioni di euro sul territorio regionale, sostenendo la filiera e gli agricoltori. L’Accordo di filiera Coldiretti-Philip Morris Italia ha avuto ricadute positive anche nella regione Veneto che oggi rappresenta un modello a livello internazionale in termini di innovazione, digitalizzazione e sostenibilità. L'Azienda si impegna inoltre affinché le zone di produzione del tabacco vengano gestite in maniera sostenibile, per tutelare e conservare la biodiversità degli ecosistemi, con un’attenzione particolare all’uso delle risorse naturali e al mantenimento della fertilità del suolo.
Di questi temi hanno discusso Cesare Trippella, Head of Leaf EU, Philip Morris Italia; Gennarino Masiello, Vice-presidente nazionale di Coldiretti e Presidente ONT Italia; Angelo Campi, Sindaco di Salizzole; Paola Fortuna, Sindaco di Pojana Maggiore; Elena Donazzan, Assessore all'Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari opportunità e , neoeletta al Parlamento Europeo durante il panel “La filiera integrata del tabacco italiano, sfide e opportunità”.
"Se oggi possiamo raccontare questi numeri - commenta Ettore Prandini, il presidente di Coldiretti - è grazie a un rapporto sinergico con una multinazionale che ha deciso di investire in Italia, in agricoltura e industria. Sono convinto che più andremo ad esaltare l’Italia come esempio virtuoso anche nel contesto europeo, più potremo far emergere che è possibile fare agricoltura in questo Paese. Il percorso che abbiamo fatto con Philip Morris dovremmo mutuarlo anche in altri settori".
Economia
Ferrari, Elkann: “Diventerà elettrica senza perdere...
Newey nella scuderia di F1? "Ci sono tante valutazioni, bisogna fare attenzione", spiega il presidente di Ferrari in un'intervista al 'Corriere della Sera'
Una Ferrari elettrica è "un'altra grande opportunità, non è un obbligo né un rischio. Inventare è creare emozioni. Se ci volessero criticare potrebbero dire: 'Perché non avete ancora prodotto un'elettrica?'. Ci siamo presi del tempo per fare la migliore elettrica possibile". "Il rumore è legato a un'emozione: Von Karajan diceva così perché era un grande amante della guida. Chi sarà al volante della nostra elettrica proverà emozioni altrettanto forti, in modo diverso. Anche il silenzio della natura può dare sensazioni forti, come nella vela". Ad affermarlo, in un'intervista al 'Corriere della Sera', è il presidente di Ferrari, John Elkann.
Per quanto riguarda lo scetticismo sulle auto elettriche in generale, Elkann spiega: "Dipende da cosa viene proposto. Esco un attimo dal pianeta Ferrari: da qui al 2030 avremo vetture elettriche molto meno care, e quando arriverà quel momento non ci porremo neanche il problema della scelta. Tornando alla Ferrari: non ci sogneremo mai di togliere il motore dodici cilindri a chi lo vuole".
L'E-building, il nuovo stabilimento che abbiamo inaugurato la scorsa settimana - sottolinea ancora Elkann-, è la sintesi di un impegno che riguarda insieme le persone, la tecnologia e l'ambiente. Anche grazie ai suoi 3.000 pannelli solari, entro la fine dell'anno sarà interamente alimentato da energia rinnovabile, avvicinandoci a un obiettivo importante: creare auto straordinarie nel rispetto dell'ambiente, che portano nel mondo l’eccellenza italiana a partire da qui, a Maranello. Per questo stiamo rafforzando l’impegno che ci lega al nostro territorio, collaborando con la scuola fondata da Enzo Ferrari, l’istituto che porta il nome di suo figlio Dino".
Per quanto riguarda all'eventuale arrivo del direttore tecnico della Red Bull, Adrian Newey nella scuderia, Elkann spiega: "Ci sono tante valutazioni, bisogna fare attenzione. Va trovato il giusto momento in cui fare le cose, come è successo con Hamilton. Con lui c’è stata una convergenza di intenti che ha consentito di lavorare insieme. Esistono tante possibilità, Newey o altri, bisogna valutare bene se ci sono le condizioni. Vanno capiti quali sono il livello di motivazione e la capacità di creare cose nuove piuttosto che replicarne altre".
Per quanto riguarda il fatto che la Ferrari non vince un titolo dal 2008 in Formula Uno, Elkann risponde: "Lavoriamo sempre per quell’obiettivo: quest’anno abbiamo visto dei progressi e anche delle difficoltà. Abbiamo bisogno di continuare a crescere: va trovato l’equilibrio fra la valorizzazione delle tante persone capaci qui dentro, un aspetto che sottolineo con forza, e la possibilità di attrarre nuovi talenti. È stato bello sentire un’ingegnere appena arrivata dalla Red Bull parlare del nostro potenziale. È la conferma che c’è una grande voglia di venire in Ferrari".
Economia
It Wallet, parte a luglio il portafoglio digitale
Si partirà con un campione rappresentativo per età, Regione e professione
Innovazione in arrivo da luglio con IT Wallet, un sistema di portafoglio digitale, che consentirà di conservare documenti digitali come tessera sanitaria, carta europea della disabilità e patente sull'app Io, a portata di smartphone. Gli utenti dell'app integrata dei servizi della pubblica amministrazione riceveranno un avviso che li informerà dell'attivazione del portafoglio digitale relativamente ai documenti principali.