Economia
Turismo, da Giubileo a Olimpiadi invernali 2026: esperti...
Turismo, da Giubileo a Olimpiadi invernali 2026: esperti ‘grandi eventi sfida per Italia’
A Roma il dibattito in occasione della presentazione del nuovo numero del The Corporate Communication Magazine, edito dall’International Corporate Communication Hub, il primo Osservatorio internazionale sulla comunicazione corporate e istituzionale
Un grande evento può cambiare il volto di un Paese: economia, tessuto sociale, arricchimento culturale, reputazione e riconoscibilità a livello internazionale. Da un lato la rilevanza economica dei grandi eventi risiede nella loro capacità di attrarre investimenti, stimolare il turismo, incrementare la visibilità delle marche coinvolte e generare significativi flussi di ricavi diretti e indiretti, dall’altro, la loro rilevanza culturale risiede nella capacità di riattivare il tessuto sociale e rinvigorire la storia e la cultura comune del luogo ospitante. Sono queste le premesse che hanno dato vita a Roma al dibattito in occasione della presentazione del nuovo numero del The Corporate Communication Magazine edito dall’International Corporate Communication Hub (www.icch.it), il primo Osservatorio internazionale sulla comunicazione corporate e istituzionale composto da un Comitato scientifico e da un Comitato accademico coordinato dall’Università Iulm. Un appuntamento - riporta una nota - che ha riunito rappresentanti delle istituzioni e del mondo manageriale favorendo il dialogo tra diversi settori tutti legati dal filo rosso dei grandi eventi: culturali, religiosi, sportivi, catalizzatori di risorse economiche anche grazie anche all’aumento del turismo verso il Paese.
Dopo l'apertura dei lavori a cura di Pierangelo Fabiano, Segretario generale Icch, e Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda Comune di Roma, l'avvio del dibattito a cui hanno partecipato Padre Enzo Fortunato, direttore della comunicazione della Basilica di San Pietro e coordinatore della Giornata mondiale dei bambini; Costanza Tarola, Head of Brand, Adv and Internal Communication Enel; Alessandra Priante, presidente Enit; Beniamino Quintieri, presidente Istituto per il Credito Sportivo; Stefania Romenti, coordinatrice Comitato accademico, ICCH e professore ordinario di comunicazione strategica e sostenibilità, Università Iulm; Federico Silvestri, Amministratore delegato 24 Ore Eventi.
"I grandi eventi hanno il potere di trasformare il volto di un Paese influendo positivamente su molti aspetti, dall’economia alla reputazione e alla percezione dell’Italia nel mondo e apportando grandi benefici per i diversi attori della società, dalle aziende ai cittadini - ha detto Fabiano - Questi appuntamenti di rilevanza internazionale - pensiamo al Giubileo 2025 o a Milano Cortina 2026 - rappresentano una straordinaria sfida e opportunità di visibilità per il Paese sotto diversi punti di vista. Hanno ricadute sull’economia in quanto attirano grandi investimenti volti a modernizzare e creare nuove infrastrutture; culturale, perché accrescono la partecipazione dei cittadini e il senso di appartenenza alla comunità. Infine, gli eventi sono un importante mezzo di promozione per enti e aziende che supportano tali iniziative".
"Roma nel 2024 supererà il record di 50 milioni di presenze turistiche del 2023 - ha sottolineato l'assessore Onorato - Le proiezioni sono chiare: nel primo quadrimestre abbiamo registrato un + 7,52% di arrivi e + 5,36% di presenze rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre l’aeroporto di Fiumicino il 21 giugno ha segnato il primato di passeggeri in transito, 169 mila in un solo giorno". Non sono numeri casuali, ha ribadito Onorato "perché il turismo è una scienza esatta. Noi grazie a una strategia legata ai grandi eventi abbiamo reso Roma più dinamica, aperta e attrattiva, offrendo ai visitatori occasioni per tornare in città più di una volta: non più soltanto per ammirare i siti archeologici e i monumenti, che sono un patrimonio inestimabile da valorizzare, ma anche per assistere ad appuntamenti di sport, musica e cultura".
Da "metà maggio - ha ricordato Onorato - abbiamo ospitato oltre 10 eventi sportivi di rilevanza internazionale, che diventeranno 15 entro i primi di luglio. Gli organizzatori ora vogliono investire nella Capitale. Grazie a questa strategia, è cresciuta anche la permanenza media dei turisti a Roma: nel 2024 rimangono 3,9 notti, di più rispetto all’anno scorso (3,7) e rispetto ai 2,5 giorni dell’era pre-Covid. I benefici per la città sono enormi, penso alle ricadute economiche per le imprese e all’occupazione stabile nel comparto turismo: è cresciuta del +2,17% sul 2023, a cui aggiungere addetti del lavoro extra, ovvero impiegati per singoli eventi di massimo tre giorni, per arrivare a un +2,50%".
Sul fronte sport, secondo Quintieri "Ospitare grandi eventi sportivi internazionali rappresenta una ricchezza economica e culturale per il Paese. Al momento l’Italia non esprime tutto il potenziale che potrebbe avere in questo settore - ha evidenziato - in quanto l’elevato grado di obsolescenza degli impianti, che hanno un’età media superiore ai 60 anni, rende necessaria una nuova stagione di riqualificazione". Le Olimpiadi di Milano Cortina 2026 "sono un’opportunità unica dato che si stima che genereranno 14 miliardi di euro d’indotto per il territorio e 2,3 miliardi di euro complessivi di impatto positivo sul Pil italiano fino al 2028. Ma è necessario vincere la sfida delle infrastrutture per poter candidare l’Italia a ospitare sempre più eventi" ha concluso.
Economia
Pirateria audiovisiva, nel 2023 almeno un atto da 39%...
Si stima una perdita di fatturato per l'economia italiana pari a circa 2 miliardi di euro
Secondo un'indagine sulla pirateria audiovisiva, nel 2023 almeno il 39% degli adulti italiani ha usufruito illecitamente di film, serie/fiction, programmi o sport live. La perdita stimata di fatturato per l'economia italiana è pari a circa 2 miliardi di euro, che implica una perdita di pil di circa 821 milioni di euro e una contrazione dei posti di lavoro pari a circa 11.200 unità. Per quanto riguarda le industrie dei contenuti audiovisivi la stima del danno economico potenziale ammonta a circa 767 milioni di euro (+14% rispetto al 2021).
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Ue: Mf, debito francese e tedesco è cresciuto più di quello...
Il debito francese e tedesco è cresciuto più di quello italiano negli ultimi 4 anni. E' quanto rileva Roberto Sommella su 'Milano Finanza'. "I primi tre paesi per aumento del debito sono, nell’ordine, la Francia (che ha fatto registrare un aumento dell’indebitamento pari a 715 mld per un rialzo del 29%), seguita dalla Germania (aumento del debito di 553 miliardi per un rialzo del 26%) e dall’Italia in terza posizione (più 496 miliardi, +20%). Sono andati ancora meglio i tre paesi che un tempo con l’Italia formavano i Pigs, ovvero Grecia, Irlanda e Portogallo, rispettivamente con aumenti del debito pubblico del 14%, 8% e 5%. In tutto, il debito dell’eurozona dal 2019 ad oggi è aumentato di quasi 2.598 miliardi di euro, mentre quello dell'Ue rasenta i 3.000 miliardi in più (2.954): hanno pesato il Covid, le politiche di sostegno all’economia e quelle per attutire il costo della bolletta energetica a causa della guerra un Ucraina", scrive.
Che l’Italia sia dietro la Germania e la Francia risulta a questo punto, sottolinea, "un dato rimarchevole, visto che non si tratta di un merito stare sul podio. Ma la cosa deve far riflettere: Parigi balla sull’orlo del baratro del debito pubblico ma mantiene sempre un rating ben superiore all’Italia e fa e disfa a suo piacimento nomine, politiche e rapporti comunitari, mentre la Germania che ha imposto il ritorno del rigore in tutta l’Unione, ha i suoi problemi di bilancio, rimarcati anche dalla Corte Costituzionale tedesca e un’economia che da tempo batte in testa. Eppure la pecora nera siamo sempre noi italiani, a dispetto dei numeri appena ricordati. Anche nei vertici europei. Un po’ di orgoglio in più e di gioco di squadra (non solo a parole) non guasterebbe, anzi sarebbe fondamentale".
E questo, spiega Sommella, "perché i numeri sono dalla nostra parte. Non solo sul debito siamo considerati peggio degli altri ma non lo siamo, anche sulla crescita ci sarebbe da dire. Un’analisi della fondazione Edison ha messo in evidenza come dagli anni sessanta ad oggi la crescita del pil pro capite italiano non ha avuto nulla da invidiare a quella degli altri Paesi del G7. Anzi, nell’ultimo decennio l’Italia(+1,1% in media) ha corso più degli alleati, restando dietro solo agli Usa (+1,6%). Il dato conferma quindi che i record post pandemia non sono un’eccezione e infatti anche nel 2023 Roma (+0,9%) ha tenuto il passo di Parigi (+0,9%) e ha battuto Berlino, finita addirittura in recessione (-0,3%), mentre per il 2024 la Commissione europea prevede per l’Italia una crescita analoga a quella di Francia e Germania".
Ma, osserva, "tutto questo sembra non contare quando si prendono le decisioni su chi debba guidare l’Unione Europea. Quindi siamo al paradosso: andare meglio degli altri paesi dal punto di vista economico non è un merito ma diventa un demerito quando si tratta di avviare le procedure d’infrazione che non tengono mai in considerazione l’ottima tenuta, anche debitoria, del settore privato, la forza del settore bancario (cosa che non si può dire della Germania, alle prese con la crisi immobiliare che contagia il settore del credito) e il buono stato di salute delle aziende italiane. Si legge solo il debito pubblico, ma si è appena spiegato che anche lì c’è un altro racconto da narrare".
Il futuro italiano è quindi così roseo? "No - spiega Sommella - ma occorre che chi governa abbia una visione di insieme e che sia capace di spiegarlo all’estero e a Bruxelles fuori dagli stereotipi, perché ormai la competizione globale e le differenti regolazioni mettono in difficoltà tutti i paesi europei, sovranisti o meno che siano. Non siamo l’ultima ruota del carro ma tendono a dipingerci così e facciamo poco per far cambiare questa idea del tutto sbagliata".
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Ita-Lufthansa, verso ok Ue definitivo a nozze il 2 o 3...
Il disco verde definitivo di Bruxelles potrebbe arrivare in anticipo
E' questione di ore per il via libera dell'Ue alle nozze tra Ita Airways e Lufthansa. Il disco verde definitivo di Bruxelles, infatti, secondo quanto si apprende, potrebbe arrivare in anticipo rispetto alla scadenza fissata per il 4 luglio, già il 2 anche se molto probabilmente arriverà il 3 luglio.
Il 17 giugno scorso la Commissione Ue aveva adottato, a livello tecnico, un primo orientamento positivo informale sull'intesa tra Ita e Lufthansa. Le parti, infatti, avevano presentato informalmente alla Commissione Europea, misure che ponevano rimedio in modo soddisfacente alle preoccupazioni per la concorrenza espresse riguardo all'operazione che porterà gradualmente Ita sotto il controllo di Lufthansa, oggetto di un'indagine approfondita da parte della Dg Concorrenza.
Si erano registrati progressi notevoli sui rimedi sui voli a corto raggio, per i quali già c'era già un accordo di massima, che è stato ulteriormente migliorato da Lufthansa, in particolare su Milano Linate. Sul lungo raggio, Lufthansa avrebbe offerto un rimedio simile a quello del corto raggio: o un nuovo entrante che garantisca la stessa presenza, con la stessa frequenza, per almeno tre anni; oppure, nel caso in cui non ci fosse un nuovo entrante che garantisca il volo diretto, due nuovi entranti, che garantiscano un volo con scalo, ma che abbia una durata non superiore a tre ore in più rispetto al volo diretto.