Economia
Atitech atterra in Sardegna, accordo con Alisarda per i 2...
Atitech atterra in Sardegna, accordo con Alisarda per i 2 hangar di Olbia
All’Aeroporto di Olbia Costa Smeralda firma dell’accordo strategico tra Atitech Spa, la più grande Mro (Maintenance, Repair and Overhaul) indipendente del mercato Emea presieduta da Gianni Lettieri, e Alisarda Real Estate Srl, società interamente controllata da Geasar S.p.a., che gestisce l’aeroporto di Olbia-Costa Smeralda e guidata dall’AD del Gruppo Silvio Pippobello. Oggetto del contratto, di durata decennale, la nuova destinazione degli hangar Avio1 e Avio2 dell’aeroporto di Olbia dove saranno allestite fino a sei baie di manutenzione di base e due di “interiors refurbishment” (ristrutturazione interni di cabina) per il target “business aviation”, quello di jet privati.
Atitech è stata selezionata come affidataria dei due hangar in seguito a una procedura di selezione internazionale avviata lo scorso anno, che ha visto la partecipazione di oltre 30 società specializzate nella manutenzione aeronautica. Le aziende partecipanti sono state valutate in base alla proposta progettuale, alla solidità del business plan, agli investimenti pianificati, nonché all’impatto economico diretto e indiretto sul Gruppo Geasar e sul territorio.
“Il posizionamento geografico dell’aeroporto di Olbia e il traffico storico registrato in questo segmento di mercato garantiscono un sicuro bacino di domanda a sostegno del nostro progetto”, ha spiegato nel corso dell’evento il presidente e amministratore delegato di Atitech, Gianni Lettieri. “Da parte nostra – ha proseguito – siamo certi di poter garantire il know-how giusto per offrire risposte rapide, concrete e performanti alle richieste di servizi manutentivi che provengono da questo particolare segmento di mercato. Ma non solo. Ci avvarremo del personale della ex Air Italy e faremo leva sulla formazione di nuove risorse, anche attraverso la collaborazione con le istituzioni regionali e gli istituti superiori locali del settore tecnico e aeronautico . È un progetto molto ambizioso, che punta a realizzare qui in Sardegna un polo delle manutenzioni per jet privati unico in Italia in grado di guardare con fiducia al futuro – ha concluso Lettieri – nella piena consapevolezza che si tratta di un disegno perfettamente in linea con l’attuale tessuto economico e produttivo del luogo”.
Il riferimento è senz’altro al segmento della nautica e dei maxi-yacht. Nell’area di Olbia e della Gallura, infatti, tale comparto ha registrato negli ultimi anni un marcato sviluppo, con l’insediamento di prestigiosi marchi del settore, che hanno consentito la crescita e il consolidamento delle competenze e delle professionalità di alto profilo e che ora potranno essere declinate anche nell’attività di dettaglio per i jet privati. Un mercato quest’ultimo in piena espansione, che secondo gli analisti punta a crescere nel segmento specialistico delle MRO con un tasso del 4% annuo, arrivando a portare il suo volume d’affari entro il 2028 da circa 10,7 a 14 miliardi di dollari.
“Si tratta di un momento di grande importanza sia per l’aeroporto che per il territorio. Abbiamo oggi posto le basi per ridar vita a un’avventura iniziata 60 anni fa grazie alla lungimiranza di S.A. il Principe Aga Khan. La manutenzione aeronautica è sempre stata il fiore all’occhiello del nostro territorio e siamo sicuri che con Atitech continuerà a rappresentare, anche in futuro, un’attività strategica per la Sardegna, grazie al suo alto valore aggiunto e al grande contenuto in termini di tecnologia e innovazione. Elementi questi che si sposano perfettamente con la vision aeroportuale e coi programmi formativi e industriali del territorio. Ringraziamo il dottor Gianni Lettieri per aver creduto nella grande opportunità rappresentata dalla immediata disponibilità di strutture e risorse umane altamente qualificate e dall’importanza dell’aeroporto di Olbia, in ambito internazionale, nel settore dell’assistenza ai voli executive”, ha dichiarato Silvio Pippobello, Ad del Gruppo Geasar S.p.A.
La partenza del progetto è prevista tra pochi mesi, almeno per le prime attività di “light maintenance” (manutenzione leggera). Per Atitech, Il contratto è stato negoziato con il supporto dell’ufficio legale interno coordinato dall’avvocato Annalaura Lettieri. Per Alisarda Real Estate, la stesura e la negoziazione del contratto sono state gestite dallo Studio Pavia e Ansaldo, mentre la società di consulenza CBRE ha assistito nella selezione dell’affidatario, supportando una commissione ad hoc composta da membri interni ed esterni. A suggellare l’accordo questa mattina presso lo scalo sardo, un evento tuttora in corso – apertosi con i saluti istituzionali del sindaco di Olbia Settimo Nizzi e con quelli della Regione Autonoma della Sardegna rappresentata dalle due assessore al Lavoro e ai Trasporti, Desiré Alma Manca e Barbara Manca, e dal vicepresidente e assessore al Bilancio, Giuseppe Meloni - a cui hanno preso parte, attraverso la tavola rotonda condotta dal giornalista Davide Mosca, lo stesso Gianni Lettieri (Presidente Atitech); Alberto Solinas (Direttore Enac aeroporti Sardegna); Silvio Pippobello (AD Geasar/Sogeaal); Mario Garau (AD Alisarda srl). Nello spazio dell’evento è stata allestita una piccola mostra fotografica con immagini del business di Atitech e dell’Aeroporto di Olbia.
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Cibo taroccato, all’estero 1 turista italiano su 2 si...
Si va dall'olio 'pompeiano' al vino Chianti Sangiovese fatto in California fino a uno dei prodotti simbolo dei fake, il parmesan
Secondo un'indagine Coldiretti, almeno un turista italiano su due che viaggia all'estero si è ritrovato a tavola prodotti tricolori taroccati, fatti con ingredienti e procedure che nulla hanno a che fare con la cucina italiana. Si va dall'olio 'pompeiano' al vino Chianti Sangiovese fatto in California fino a uno dei prodotti simbolo dei fake, il parmesan. Gli Usa in cima alla classifica dei maggiori taroccatori.
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Pirateria audiovisiva, nel 2023 almeno un atto da 39%...
Si stima una perdita di fatturato per l'economia italiana pari a circa 2 miliardi di euro
Secondo un'indagine sulla pirateria audiovisiva, nel 2023 almeno il 39% degli adulti italiani ha usufruito illecitamente di film, serie/fiction, programmi o sport live. La perdita stimata di fatturato per l'economia italiana è pari a circa 2 miliardi di euro, che implica una perdita di pil di circa 821 milioni di euro e una contrazione dei posti di lavoro pari a circa 11.200 unità. Per quanto riguarda le industrie dei contenuti audiovisivi la stima del danno economico potenziale ammonta a circa 767 milioni di euro (+14% rispetto al 2021).
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Ue: Mf, debito francese e tedesco è cresciuto più di quello...
Il debito francese e tedesco è cresciuto più di quello italiano negli ultimi 4 anni. E' quanto rileva Roberto Sommella su 'Milano Finanza'. "I primi tre paesi per aumento del debito sono, nell’ordine, la Francia (che ha fatto registrare un aumento dell’indebitamento pari a 715 mld per un rialzo del 29%), seguita dalla Germania (aumento del debito di 553 miliardi per un rialzo del 26%) e dall’Italia in terza posizione (più 496 miliardi, +20%). Sono andati ancora meglio i tre paesi che un tempo con l’Italia formavano i Pigs, ovvero Grecia, Irlanda e Portogallo, rispettivamente con aumenti del debito pubblico del 14%, 8% e 5%. In tutto, il debito dell’eurozona dal 2019 ad oggi è aumentato di quasi 2.598 miliardi di euro, mentre quello dell'Ue rasenta i 3.000 miliardi in più (2.954): hanno pesato il Covid, le politiche di sostegno all’economia e quelle per attutire il costo della bolletta energetica a causa della guerra un Ucraina", scrive.
Che l’Italia sia dietro la Germania e la Francia risulta a questo punto, sottolinea, "un dato rimarchevole, visto che non si tratta di un merito stare sul podio. Ma la cosa deve far riflettere: Parigi balla sull’orlo del baratro del debito pubblico ma mantiene sempre un rating ben superiore all’Italia e fa e disfa a suo piacimento nomine, politiche e rapporti comunitari, mentre la Germania che ha imposto il ritorno del rigore in tutta l’Unione, ha i suoi problemi di bilancio, rimarcati anche dalla Corte Costituzionale tedesca e un’economia che da tempo batte in testa. Eppure la pecora nera siamo sempre noi italiani, a dispetto dei numeri appena ricordati. Anche nei vertici europei. Un po’ di orgoglio in più e di gioco di squadra (non solo a parole) non guasterebbe, anzi sarebbe fondamentale".
E questo, spiega Sommella, "perché i numeri sono dalla nostra parte. Non solo sul debito siamo considerati peggio degli altri ma non lo siamo, anche sulla crescita ci sarebbe da dire. Un’analisi della fondazione Edison ha messo in evidenza come dagli anni sessanta ad oggi la crescita del pil pro capite italiano non ha avuto nulla da invidiare a quella degli altri Paesi del G7. Anzi, nell’ultimo decennio l’Italia(+1,1% in media) ha corso più degli alleati, restando dietro solo agli Usa (+1,6%). Il dato conferma quindi che i record post pandemia non sono un’eccezione e infatti anche nel 2023 Roma (+0,9%) ha tenuto il passo di Parigi (+0,9%) e ha battuto Berlino, finita addirittura in recessione (-0,3%), mentre per il 2024 la Commissione europea prevede per l’Italia una crescita analoga a quella di Francia e Germania".
Ma, osserva, "tutto questo sembra non contare quando si prendono le decisioni su chi debba guidare l’Unione Europea. Quindi siamo al paradosso: andare meglio degli altri paesi dal punto di vista economico non è un merito ma diventa un demerito quando si tratta di avviare le procedure d’infrazione che non tengono mai in considerazione l’ottima tenuta, anche debitoria, del settore privato, la forza del settore bancario (cosa che non si può dire della Germania, alle prese con la crisi immobiliare che contagia il settore del credito) e il buono stato di salute delle aziende italiane. Si legge solo il debito pubblico, ma si è appena spiegato che anche lì c’è un altro racconto da narrare".
Il futuro italiano è quindi così roseo? "No - spiega Sommella - ma occorre che chi governa abbia una visione di insieme e che sia capace di spiegarlo all’estero e a Bruxelles fuori dagli stereotipi, perché ormai la competizione globale e le differenti regolazioni mettono in difficoltà tutti i paesi europei, sovranisti o meno che siano. Non siamo l’ultima ruota del carro ma tendono a dipingerci così e facciamo poco per far cambiare questa idea del tutto sbagliata".