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Euro2024, la Nazionale delle Suore fa gli auguri agli Azzurri e consiglia: “Jorginho lontano dal dischetto”
![Suor Daniela Cancilia](https://www.adnkronos.com/resources/028e-1b3f94796725-952f10df9ae7-1000/format/big/clipboard.jpeg)
Roma, 29 giu. (Adnkronos) - Un in bocca al lupo alla nostra Nazionale di calcio, che stasera contro la Svizzera deve vincere o sarà fuori dagli Europei, arriva da un’altra Nazionale: quella delle Sister Football Team, la prima Nazionale di calcio al mondo di suore e religiose. “Spero che gli Azzurri scendano in campo con tanta determinazione e tanta fiducia perché il potenziale italiano è sicuramente importante. Ci sono ottimi calciatori, un ottimo allenatore quindi io credo che debbano avere maggiore fiducia nelle loro capacità”, premette all’Adnkronos suor Daniela Cancilia, un passato come portiere in una squadra di calcio, che a Gubbio ha fondato un ordine religioso, tra le supporter della Nazionale di religiose.
Suor Daniela, che sostiene tutte le iniziative della Nazionale pur non giocando ora per i troppi impegni, osserva forte della sua competenza: “Finora gli Azzurri non hanno espresso un bel calcio, hanno giocato male, come se non ci fosse determinazione. E’ vero che arrivano stanchi dal campionato e dagli impegni precedenti. In Italia il campionato è molto impegnativo, però io sono e voglio essere ottimista”. La suora spera che la Nazionale possa arrivare fino alla fine anche per il clima che si crea nel Paese: “Gli Europei creano un clima di grande solidarietà italiana. Le strade diventano deserte quando sta per giocare l’Italia, le famiglie si riuniscono con gli amici, abbiamo bisogno di queste atmosfere”.
Da ex portiere non può che salvare l’unico giocatore che finora in campo non ha deluso: “Donnarumma è stato bravissimo, eccezionale. Finora non gli si può dire nulla se non di continuare”. Arriva invece il consiglio in caso si arrivasse ai rigori: “Tenete lontano dal dischetto Jorginho e attenzione a Sommer (il portiere svizzero) che è un grandissimo pararigori con grandi capacità atletiche. Se poi si arriverà ai rigori, ci vuole solo lo Spirito Santo!”. Suor Daniela, che con le consorelle non perde una partita della Nazionale (“quando esce il calendario fissiamo gli appuntamenti per non mancare”, dice) si sta preparando al tifo per gli Azzurri: “Ce la vivremo con grande desiderio di vittoria”. C’è un ultimo prezioso consiglio per la Nazionale di Spalletti: “La Svizzera va presa sul serio. Ricordiamoci dei Mondiali. Forza Azzurri!”.
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Tour de France, Girmay vince terza tappa e Carapaz nuova...
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Domani la corsa lascia l'Italia
![Biniam Girmay](https://www.adnkronos.com/resources/028f-1b43b9962225-e70ee42ed948-1000/format/big/000_36288pb.jpeg)
Biniam Girmay vince oggi in volata la terza tappa del Tour de France, la Piacenza-Torino di 230 km. L'eritreo del team Intermarché-Wanty si impone davanti al colombiano Fernando Gaviria (Movistar) e al belga Arnaud De Lie (Lotto Dstny). L'acuadoriano Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) è la nuova maglia gialla di leader della corsa, strappata allo sloveno Tadej Pogacar. Domani quarta frazione, con partenza da Pinerolo e arrivo a Valloire dopo 139 km.
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Euro 2024, Briatore: “Disastro Italia, senza...
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"Abbiamo giocato all'incontrario, Spalletti non ha creato nessun gruppo"
![Flavio Briatore](https://www.adnkronos.com/resources/028f-1b43a9702d26-081d6de8e750-1000/format/big/briatore_f1_fg.jpeg)
"Euro 2024 è stato un grande disastro". Flavio Briatore analizza così la spedizione azzurra a Euro 2024, con l'eliminazione dell'Italia negli ottavi di finale contro la Svizzera. "Noi non abbiamo dei giocatori in questo momento. Basta vedere la Francia, ci sono almeno sei giocatori che giocano in Inghilterra o in Italia. I nostri, a parte Donnarumma, nessuno li vuole. E se non c'era Donnarumma in vena di miracoli, prendevamo 5-6 pere da tutti quanti", dice Briatore a 'La Politica nel Pallone' su Gr Parlamento.
"Abbiamo giocato all'incontrario: noi siamo italiani e Spalletti deve pensare che siamo italiani e convincersi che dobbiamo giocare come giocano gli italiani, non voler scimmiottare e copiare la Spagna, o altri. Perché era come fosse la prima partita di questi ragazzi. Confusionari, a testa bassa, non capivano la posizione. Per cui è stato veramente uno shock vedere l'Italia così", aggiunge.
"Hanno cambiato il blocco della nazionale quattro volte. Fagioli erano nove mesi che non giocava, che non faceva una partita. Poi c'è sempre un po' d'arroganza da parte loro, da parte del Ct. E poi la cosa fantastica: i grandi capi del calcio rimangono sempre lì. Perché noi con questo gruppo qui non andiamo neanche ai mondiali. Quello è il problema, rischiamo di perdere contro la Sangiovese, con quella squadra lì", aggiunge.
"Abbiamo giocato malissimo. Giocatori fuori forma, giocatori fuori posizione. Non c'era la voglia di menare, di picchiare. Siamo più deboli, almeno cerchiamo di essere aggressivi. A noi ci è capitata la Croazia, la Svizzera, ma se ci capitava qualunque altra squadra ci faceva fuori. E poi la figura proprio di non giocare, con due tiri in porta, in tutto questo europeo", aggiunge.
"Non hanno fatto gruppo, noi non avevamo un gruppo. Noi avevamo una banda di persone non legate tra di loro, paurosi, che non riuscivano a fare un passaggio. L'allenatore il gruppo non l'ha fatto, questo è sicuro. I giocatori mi sembravano rimbambiti completamente, gente irriconoscibile, senza personalità. Da Chiesa a Barella, mi sembrava che avessero tutti paura di giocare, non legassero tra di loro, non capissero la posizione che avevano. Mancini quando ha capito il livello del calcio che avevamo ha preferito andarsene, non fare questa figura che facciamo adesso. Avrà visto la situazione politica, avrà visto la situazione in cui si trova la nazionale di calcio. Ha mandato tutti a quel paese ed è andato in Arabia Saudita. Lì c'era un gruppo unito, un gruppo che era l'allenatore, gli accompagnatori e tutti quanti, lo staff nazionale. Noi qui avevamo 11 scappati di casa", conclude Briatore.
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Ciclismo, Lorenzo Bernard: “Pedalo per i bambini e i...
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Il messaggio di rimasto vittima dell’esplosione di un ordigno bellico della Seconda Guerra Mondiale
![Ciclismo, Lorenzo Bernard:](https://www.adnkronos.com/resources/028f-1b4396d23278-7c67980a21a5-1000/format/big/bernard_plebani_tourdefrance.jpeg)
A tagliare il traguardo del Tour de France c’è anche Lorenzo Bernard, atleta paralimpico e vittima civile di guerra. La sua pedalata ha un forte valore simbolico perché Lorenzo, classe ’97, nato a Novalesa, nel 2013 a soli 15 anni, è rimasto vittima dell’esplosione di un ordigno bellico della Seconda Guerra Mondiale: una bomba a mano scambiata per un lumino da cimitero gli ha portato via la vista rendendolo una vittima civile di guerra. Il messaggio di Lorenzo - che incarna le possibilità di riscatto che possono dare lo sport e l’impegno civile che svolge attraverso l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (ANVCG) - è diretto ai giovani che vivono negli attuali scenari di conflitto nel mondo: “Penso ai bambini e ai ragazzi di Gaza, dell’Ucraina e delle tante altre, troppe, guerre che affliggono i civili in tutto il mondo. Penso a chi vive una cecità, una mutilazione, o una disabilità in giovane età e in contesti dove l’assistenza, se non la sopravvivenza, è difficile. Pedalo per chi oggi non può farlo, per mostrare a tutti che il prezzo più alto della guerra lo pagano i civili: assistiamo ad un orrore senza senso”.
Su parte del percorso della terza tappa del Grand Départ, la più lunga, da Piacenza a Torino, è sfrecciato anche il tandem di Bernard con la sua guida Davide Plebani, una coppia che ha da poco portato a casa il bronzo ai Mondiali di paraciclismo di Rio de Janeiro 2024, nell'inseguimento individuale sui 4000 metri, e che è nel pieno della preparazione atletica per le Paralimpiadi di fine agosto a Parigi. Lorenzo, oltre a consacrarsi allo sport ottenendo grandi risultati – è anche arrivato quinto nel canottaggio alle Paralimpiadi di Tokyo di 3 anni fa – partecipa attivamente alle attività dell’ANVCG, di cui è Consigliere della sede piemontese, presieduta da Nicolas Marzolino, l’amico che nel 2013, nel suo stesso incidente, ha perso la vista e la mano destra. Bernard e Plebani, con una divisa gialla e nera fornita dalla Regione Piemonte, sono partiti alle 13.30 da Carmagnola per arrivare nel capoluogo piemontese un’ora più tardi ed attendere poi la carovana del Tour all’Inalpi Arena.