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Elezioni Francia, piano anti Le Pen non decolla. Macron:...

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Elezioni Francia, piano anti Le Pen non decolla. Macron: “Destra vicina al potere”

Il presidente spinge per un fronte repubblicano che al secondo turno fermi RN

Emmanuel Macron

Il 'fronte anti Le Pen' ancora non decolla, mentre la Francia si avvia al secondo turno delle elezioni legislative che il 7 luglio potrebbero consegnare le redini del paese al Rassemblement National e il governo all'estrema destra. RN esce dal primo turno con il 33% e la possibilità teorica di arrivare alla maggioranza assoluta di 289 deputati. Se Le Pen e il suo delfino Jordan Bardella, leader di RN, possono permettersi di aspettare il voto del 7 luglio con appelli ordinari all'elettorato, dall'altra parte dell'agone politico si procede tra fibrillazioni e trattative. La costruzione di un 'fronte repubblicano' non procede in maniera fluida, le posizioni non si allineano e i distinguo non mancano.

"E' l'estrema destra che si appresta ad arrivare alle più alte cariche, nessun altro", avrebbe detto il presidente francese Emmanuel Macron all'Eliseo davanti ai suoi ministri, secondo quanto rivelato da uno dei presenti a Bfmtv. Due ministri hanno raccontato di una riunione "tesa". Macron ha ribadito l'auspicio di un "grande" blocco "chiaramente democratico e repubblicano" in vista del secondo turno di domenica prossima. La priorità, come ha ribadito il premier Gabriel Attal, è arginare il Rassemblement National.

Tutto per fermare Le Pen? C'è chi dice no

Dalla compagine governativa, però, sono arrivate nelle stesse ore le parole del ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire che esclude di sostenere il voto per un candidato della France Insoumise anche laddove sia l'unica opzione realistica per fermare un candidato di Rn. "Lfi è un pericolo per la nazione", ha dichiarato Le Maire a France Inter. Pur essendo disposto a incoraggiare gli aventi diritto al voto a scegliere altri partiti del Nuovo Fronte popolare laddove un candidato di centro si ritirerà in vista del servono turno, non chiederà "mai" un voto per Lfi.

I candidati dei vari schieramenti hanno tempo fino alle 18 di oggi per depositare - o meno - la candidatura. Un fronte repubblicano compatto prevederebbe il ritiro dei candidati che non hanno chance di battere gli esponenti di RN: in questo modo, i voti verrebbero convogliati sul nome più credibile per sconfiggere il rappresentante dell'estrema destra. Secondo i rumors, al momento circa 160 candidati avrebbero dato la disponibilità a ritirarsi dal secondo turno per far decollare il 'piano Macron'.

L'esponente socialista Raphaël Glucksmann, artefice della creazione del Nuovo Fronte popolare e del programma moderato dell'alleanza su Israele e Ucraina, ha sollecitato tutti i candidati arrivati terzi nelle diverse circoscrizioni con triangolazione a ritirarsi "immediatamente". "La storia ci guarda e ci giudica. Ognuno di noi deve assumersi le proprie responsabilità. Non è solo una elezione legislativa: è un referendum. Vogliamo, sì o no, che l'estrema destra prenda il potere al ballottaggio per la prima volta? E' l'unica cosa che conta. Tutte le identità politiche, sinistra e destra, svaniscono di fronte a questa clamorosa questione", ha affermato. "Siamo preparati a consegnare il nostro Paese, il Paese di Victor Hugo, Voltaire, Rabelais, alla famiglia Le Pen" E' l'unica questione importante. Per questo chiediamo anche agli aventi diritto di votare, senza ambiguità e senza esitazione, per i repubblicani democratici, che siano di destra o di sinistra, per fermare il Rn. Abbiamo sette giorni per evitare una catastrofe tale che la Francia non ha mai dovuto affrontare nella sua storia".

Record di 'triangolari' se non si ritirano candidati

In un quadro in evoluzione, senza un vero patto di desistenza tra gli anti Le Pen si profilano almeno 306 triangolari e anche un quadrangolare nel secondo turno: un record. Basti pensare che sono stati otto i triangolari nelle elezioni legislativi francesi del 2022 e solo uno nel 2017. Le Figaro spiega come si sia arrivati a una cifra del genere illustrando che per accedere al secondo turno delle elezioni legislative i candidati devono ottenere almeno il 12,5% dei voti degli elettori registrati. Con una partecipazione record alle urne domenica 30 giugno, pari 66,71% degli aventi diritto, la percentuale di voti ''espressi'' necessaria per qualificarsi al secondo turno è inferiore a quella delle elezioni precedenti, attorno al 19%. Pertanto, molti candidati hanno superato questa soglia.

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Khan Yunis presa di mira da diversi attacchi israeliani...

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(Ipa/Fotogramma)

Si intensificano i combattimenti tra Israele e Hamas. L'esercito israeliano ha confermato di aver colpito durante la notte a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, i siti da cui ieri sono stati lanciati circa 20 razzi dalla Jihad islamica verso le comunità israeliane a ridosso della Striscia. Tra i siti c'erano anche depositi di armi e infrastrutture dell'organizzazione terroristica. Prima del raid l'Idf ha chiesto ai residenti dei quartieri orientali di Khan Yunis di spostarsi nelle zone umanitarie sulla costa. Il bilancio è di 8 morti e decine di feriti.

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Gaza, Netanyahu contro ruolo Anp nel dopoguerra: “Ma...

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La testimonianza di tre funzionari israeliani al Times of Israel. Lo sviluppo dopo mesi in cui l'ufficio del premier israeliano ha ordinato di non includere l'Autorità nazionale palestinese in alcun piano per il futuro della Striscia

Benjamin Netanyahu - Afp

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu continua a opporsi, almeno pubblicamente, al fatto che l'Autorità nazionale palestinese (Anp) possa avere un ruolo nel dopoguerra nella gestione della Striscia di Gaza. Dietro le quinte, senza farne pubblicità, Netanyahu ha invece ritirato privatamente la sua opposizione al coinvolgimento di individui legati all'Anp nella gestione di Gaza dopo la guerra contro Hamas. Lo hanno dichiarato al Times of Israel tre funzionari israeliani a conoscenza della questione.

Uno sviluppo che arriva dopo che per mesi l'ufficio di Netanyahu ha ordinato all'apparato di sicurezza di non includere l'Autorità Nazionale Palestinese in nessuno dei suoi piani per la gestione postbellica di Gaza. Un'indicazione che, spiegano due funzionari israeliani, ha ostacolato in modo significativo gli sforzi per elaborare proposte realistiche per quello che è "il giorno dopo".

Pubblicamente, Netanyahu continua a respingere l'idea di un governo dell'Anp sulla Striscia di Gaza. Solo la scorsa settimana a Channel 14 ha detto che non permetterà la creazione di uno stato palestinese nell'enclave palestinese e di "non essere pronto a dare Gaza all'Autorità Nazionale Palestinese". Il suo obiettivo dichiarato è quello di istituire una ''amministrazione civile, se possibile con i palestinesi locali e, si spera, con il sostegno dei paesi della regione''. Ma in privato i principali collaboratori di Netanyahu hanno concluso che gli individui con legami con l'Autorità Nazionale Palestinese sono l'unica opzione praticabile per Israele se vuole affidarsi ai "palestinesi locali" per gestire gli affari civili a Gaza dopo la guerra, come hanno confermato la scorsa settimana due funzionari israeliani e uno statunitense.

Due funzionari israeliani hanno spiegato al Times of Israel che gli individui in questione sono cittadini di Gaza pagati dall'Autorità Nazionale Palestinese che hanno gestito gli affari civili nella Striscia fino alla presa del potere da parte di Hamas nel 2007. E che ora sono sottoposti a verifica da parte di Israele.

Un secondo funzionario israeliano ha affermato che l'ufficio di Netanyahu ha iniziato a fare distinzioni tra la dirigenza dell'Autorità Nazionale Palestinese guidata dal presidente Mahmoud Abbas, che deve ancora condannare pubblicamente l'attacco di Hamas del 7 ottobre che ha dato inizio alla guerra, e i dipendenti di "livello inferiore" dell'Anp che fanno parte di istituzioni già costituite a Gaza e che sono più adatte a gestire gli affari amministrativi dell'enclave.

La probabilità che Abbas autorizzi questi funzionari e istituzioni a gestire Gaza senza un impegno israeliano a stabilire un orizzonte politico che porti a una soluzione a due stati rimane però estremamente bassa. Lo stesso vale per il coinvolgimento dei paesi arabi confinanti nella governance postbellica o nella messa in sicurezza di Gaza, dato che l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, il Qatar, l'Egitto, la Giordania e altri hanno condizionato la loro assistenza a un percorso praticabile verso una soluzione a due stati.

Un secondo funzionario israeliano ha spiegato che l'opposizione di Netanyahu a cedere il controllo di Gaza all'''attuale Autorità Nazionale Palestinese'' rimane in vigore, ma che potrebbe essere più flessibile se Ramallah attuasse riforme significative per affrontare meglio l'incitamento e il terrorismo in Cisgiordania. Tuttavia, due fonti a conoscenza della questione hanno dichiarato a marzo al Times of Israel che l'ufficio di Netanyahu stava temporeggiando nell'accettare un importante rinnovamento dell'Autorità Nazionale Palestinese, che avrebbe incluso la fine dei sussidi sociali erogati alle famiglie dei detenuti per terrorismo palestinesi in base alla durata delle loro condanne in carcere, una politica criticata come "paga per uccidere".

Per mesi la Casa Bianca ha cercato di ottenere il consenso di Israele prima che la proposta di riforma dell'Autorità Nazionale Palestinese fosse attuata, preoccupata che il rifiuto del piano da parte di Tel Aviv potesse indurre i repubblicani e alcuni democratici al Congresso a fare lo stesso, indebolendo così la legittimità dell'iniziativa a Washington, hanno affermato le fonti.

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India, migliaia in piazza contro test ingresso Medicina:...

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A essere contestato è un nuovo metodo di selezione per accedere alle facoltà, chieste le dimissioni del ministro dell'Istruzione e l'intervento del premier dopo irregolarità emerse durante la prova

Polizia indiana - Fotogramma /Ipa

Centinaia di migliaia di aspiranti medici sono scesi in piazza in tutta l'India per una protesta nazionale a tratti violenta mirata a contestare il nuovo test introdotto dal ministro dell'Istruzione Dharmendra Pradhan e le irregolarità emerse durante la prova. La polizia è intervenuta per sedare la manifestazione, durante la quale si sono chieste le dimissioni del ministro e chiesto l'intervento del premier Narendra Modi, e una decina di studenti sono stati arrestati. A essere contestato è un nuovo metodo di selezione per accedere alle facoltà di Medicina in India che, al termine dell'esame, ha permesso a migliaia di studenti di avere voti molto alti. Troppi per essere realistico. Un dato anomalo rispetto al passato che ha ristretto le possibilità per chi, solo lo scorso anno, avrebbe avuto un punteggio considerato idoneo. Un vero e proprio scandalo, con punteggi favoriti da presunte fughe delle risposte corrette, che è approdato in Parlamento e che la Corte Suprema di Nuova Delhi analizzerà il prossimo 8 luglio.

Nel frattempo è stato rimosso il direttore generale dell'Agenzia nazionale dei test, Subodh Singh, e nominato un comitato di alto livello con l'auspicio che possa garantire uno svolgimento equo e trasparente del prossimo test. L'annuncio della data del secondo test di Medicina, che era atteso per oggi, è stato rinviato ai prossimi giorni della settimana, come ha dichiarato un alto funzionario del National Board of Examination a Indian Express.

Intanto, dopo che i manifestanti hanno chiesto che il test possa essere ripetuto, due stati indiani, il Tamil Nadu e il Bengala Occidentale, che venga abolito a livello nazionale e ripristinato il vecchio sistema in cui erano gli stati che conducevano i propri test. Un esame condotto a livello nazionale diventa elitario e sfavorisce chi viene dalle zone rurali a favore di chi proviene da ambienti benestanti, contesta in particolare il Parlamento dello stato del Tamil Nadu dove si trova il numero maggiore di università di Medicina dell'India e dove si sono registrate le maggiori proteste.

leader opposizione Gandhi scrive a Modi

Il leader dell'opposizione Raul Gandhi ha scritto al primo ministro indiano Narendra Modi per chiedere che domani il Parlamento affronti la questione dei test di Medicina contestati. "Il nostro obiettivo è impegnarci in modo costruttivo per trovare una via da seguire. In questo momento, la nostra unica preoccupazione è il benessere di quasi 24 milioni di aspiranti medici in tutta l'India'', ha scritto Gandhi. ''Migliaia di famiglie hanno fatto enormi sacrifici personali per sostenere i propri figli. Per molti, la fuga di risposte è il tradimento del sogno di una vita'', ha aggiunto. ''Oggi questi studenti e le loro famiglie si rivolgono a noi, ai loro rappresentanti pubblici, affinché adottiamo misure coraggiose e decisive per risolvere il problema'', ha proseguito ricordando che ''negli ultimi sette anni si sono verificate oltre 70 fughe di documenti, che hanno colpito oltre due milioni di studenti", ha detto Gandhi nella lettera a Modi.

Intanto lGli studenti nel frattempo non demordono e annunciano una manifestazione che raggiunga il Parlamento di Nuova Delhi.

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