Politica
Gasparri illustra ddl su reddito maternità: “Attuare...
Gasparri illustra ddl su reddito maternità: “Attuare legge 194”
La proposta: 1000 euro al mese per 5 anni a chi ha Isee inferiore a 15mila euro
Maurizio Gasparri propone il reddito di maternità. Il capogruppo di Forza Italia al Senato ha illustrato, nel corso di una conferenza stampa al Senato, i contenuti del suo disegno di legge: "L'idea di questa proposta", ha spiegato l'esponente azzurro, "risale ad alcuni mesi fa. L'avevo annunciata al congresso di Forza Italia a febbraio in occasione del mio intervento. E' una proposta che nasce dalla volontà di attuare la legge 194 sull'interruzione di gravidanza, che viene evocata e brandita in tutti i modi. Ma quelli che parlano della 194 o sono in malafede o sono disinformati".
"L'articolo 5 della legge 194 in vigore dal 1978 dice che tra i compiti del consultorio c'è quello di esaminare con la donna le possibili soluzioni dei problemi proposti e di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero all'interruzione di gravidanza: quindi, promuovere ogni intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari. Quelli che criticano, vorrei sapere di cosa parlano", ha rimarcato Gasparri.
Il disegno di legge a firma Gasparri prevede "che si possa prospettare un reddito di maternità nella misura di mille euro mensili per 12 mensilità fino a 5 anni, per persone che abbiano l'Isee al di sotto di 15mila euro", ha proseguito il presidente dei senatori di Forza Italia. La copertura finanziaria ipotizzata dalla legge per sostenere questa misura è stimata in 600 milioni di euro, "ma non costerebbe 600 milioni", ha osservato Gasparri, perché l'accesso al reddito di maternità "è una scelta, una opportunità".
Politica
Nuovo gruppo di Orban in Ue ininfluente? Confronto...
Lo scambio a poca distanza tra il leader di Forza Italia e quello della Lega che replica: "Vediamo a luglio chi è influente e chi no"
Il nuovo gruppo politico dei 'Patrioti per l'Europa', promosso dal premier ungherese Viktor Orban, si prende la scena al 'Forum in Masseria' di Manduria. Due interpretazioni opposte, quelle che arrivano da Antonio Tajani e Matteo Salvini, che scontano una collocazione diversa nell'arco parlamentare europeo. La nuova formazione è "ininfluente", dice il primo, "vedremo a luglio chi è rilevante e chi no", replica il secondo facendo chiaramente riferimento a due passaggi chiave, le elezioni di domenica in Francia e soprattutto il voto al Parlamento europeo sulla conferma alla presidenza della Commissione Ue Ursula Von der Leyen.
La domanda iniziale la pone in maniera esplicita Bruno Vespa. L'avvicinamento di Matteo Salvini a Viktor Orban in Europa non può creare problemi in Italia? "No", risponde Tajani, aggiungendo una spiegazione argomentata. No, dice, "perché l'Europa è un'altra cosa rispetto all'Italia. Noi siamo una coalizione politica che governa il Paese, regioni, comuni, che corre sempre unita. Con un'unica eccezione: il collocamento dei singoli partiti del centrodestra nelle famiglie politiche europee".
"Salvini fino all'altro giorno - prosegue Tajani- era nel gruppo Id, che si sta trasformando di fatto nel gruppo dei Patrioti per l'Europa, ma è un gruppo ininfluente perché nessuno vuole discutere poi con loro. Ancora non è neanche ufficialmente formato perché non c'è un numero di nazionalità sufficiente a formare un gruppo politico al Parlamento Europeo. In questo momento è un progetto politico che si sta costruendo ma ancora non c'è". Comunque, aggiunge, "non credo che Salvini sia succube di Orban".
Cambio di panel e risposta pronta di Salvini. ''Vedevo che a pochi metri di distanza l'amico e collega Antonio Tajani definiva ininfluente e irrilevante quello che può essere il terzo gruppo al parlamento Europeo. Io aspetterei metà luglio per verificare chi è rilevante e chi è irrilevante''. Il leader della Lega, poi, ribadisce qual è la strada che potrebbe percorrere: "Siamo seriamente prendendo in considerazione la possibilità di quello che può essere il terzo gruppo europeo".
A dividere Tajani e Salvini è ovviamente anche la posizione rispetto ai voti che cerca la coalizione tra Popolari, Socialisti e Liberali per la conferma di Ursula Von der Leyen alla guida della presidenza della Commissione Ue. Con toni e valutazioni lontane tra loro.
"Spero che non accada", risponde Tajani a chi chiede se Von der Leyen possa rischiare di non trovare in Parlamento i voti necessari, ricordando che si sta lavorando per aprire anche un dialogo con i Conservatori e che la posizione espressa dal Ppe guarda a un allargamento del consenso, "senza per questo fare accordi politici vincolanti" con i Verdi. Salvini la vede al contrario. ''Chiedere alla von der Leyen, che è causa di una parte dei problemi di questi cinque anni, di risolvere i problemi che lei stessa ha contribuito a causare è come insistere con un allenatore scarso, che ti ha fatto retrocedere, sperando che ti porti in Champions. La vedo complicata''. (Di Fabio Insenga)
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Giustizia, Nordio: “Abuso d’ufficio finalmente...
"L'articolo sull'abuso d'ufficio è finalmente abrogato". All'indomani del via libera dell'aula della Camera all'abrogazione del reato di abuso d'ufficio, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in un'intervista a 'SkyTg24', risponde alle polemiche dell'opposizione secondo cui, se da un lato è stato cancellato il reato, dall'altro è spuntata nel dl carceri una nuova fattispecie ossia il reato di 'peculato per distrazione'. "L'abuso d'ufficio - sottolinea Nordio - puniva amministratori che facevano cose che non avrebbero dovuto fare a proprio vantaggio e a danno altrui. Nel peculato per distrazione vi è un'ipotesi completamente diversa, vi è un aspetto patrimoniale, un pubblico ufficiale che fa, di fondi che ha a disposizione, una destinazione diversa da quella per cui gli erano stati concessi".
"Il primo è un reato mono offensivo contro l'imparzialità della Pa, il secondo ha un aspetto di malversazione", spiega Nordio sottolineando che è stato inserito nel dl carceri "perché quando proponemmo un pacchetto di riforma sulla Pa avevamo detto che era parziale perché questi reati contro la Pa sono abbastanza scoordinati e disordinati. L'interpretazione giurisprudenziale data, molto controversa, sull'abuso d'ufficio aveva rivelato una sorta di vuoto di tutela per il peculato per distrazione - osserva Nordio - per evitare l'incertezza del diritto lo abbiamo inserito in via di urgenza per eliminare qualsiasi incertezza, ma non ha nulla a che fare con l'abuso d'ufficio". Nordio sottolinea che con l'abolizione del reato di abuso di ufficio e l'introduzione del nuovo reato "siamo in linea con l'Europa e abbiamo colmato un piccolo vuoto normativo".
Il ministro rivendica la scelta di eliminare l'abuso d'ufficio: "La situazione era diventata intollerabile, vi erano migliaia e migliaia di indagini nei confronti di sindaci e pubblici amministratori che per anni sono rimasti sotto la tagliola giudiziaria, sono stati addirittura costretti alle dimissioni e poi assolti o addirittura archiviati". E sulle critiche avanzate anche da parte dell'Associazione nazionale magistrati osserva: "L'Anm dovrebbe domandarsi allora perché non prendere in considerazione la professionalità dei magistrati che hanno tenuto sotto pressing 5mila e passa sindaci e amministratori, hanno rovinato la loro carriera politica, personale, finanziaria per poi sentirsi dire che hanno sbagliato". Il ministro, nel corso dell'intervista, assicura comunque che il "dialogo con i magistrati è sempre aperto". "Ognuno ha le sue idee ma alcuni vincoli, dati dall'elettorato, non sono negoziabili - puntualizza - faremo la separazione delle carriere, così come abbiamo abolito il reato di abuso di ufficio", ma aggiunge che "tutto ciò che riguarda l'efficienza della giustizia lo facciamo in piena sintonia con i magistrati".
Non si è fatta attendere la replica dell'Associazione nazionale dei magistrati (Anm): “Credo che il ministro non possa limitarsi a generiche contestazioni di scarsa professionalità dei magistrati ma dovrebbe far capire a chi e a che cosa si riferisce, proprio perché lui, e non l’Anm, è titolare di poteri ispettivi", afferma all'Adnkronos Salvatore Casciaro, segretario generale dell'Anm. "Se si basa sul mero rapporto statistico indagini/condanne per abuso d’ufficio - sottolinea - è un dato di per sé fuorviante che non tiene conto, tra le altre cose, della parziale abrogazione del reato col decreto semplificazioni del 2020 e delle modifiche intervenute con la riforma Cartabia sulla regola di giudizio della ragionevole previsione di condanna”. “Simili affermazioni - conclude - finiscono purtroppo col tradursi solo in un’opera di ingiusta e sommaria denigrazione della magistratura dinanzi all’opinione pubblica”.
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Autonomia differenziata, cinque Regioni pronte a dare...
Oggi il testo delle opposizioni in Cassazione. Definita la roadmap per bloccare quella che l'opposizione definisce la riforma 'Spacca Italia'. Dall'8 luglio i voti in Consiglio
Autonomia differenziata, oggi la presentazione del testo delle opposizioni in Cassazione. Ad annunciarlo è Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, di Avs. "Depositeremo il quesito referendario insieme alle organizzazioni sindacali, ai partiti dell’opposizione e a tante associazioni" dicono. "L’autonomia differenziata è una pessima riforma che penalizzerà la qualità della vita dei cittadini delle Regioni che sono più indietro e creerà maggiori diseguaglianze e problemi di bilancio" sottolinea anche il segretario di Più Europa Riccardo Magi. Per questo Più Europa sarà in campo nel sostenere il referendum abrogativo. Meloni intanto consenta di firmare i referendum con firma digitale gratuitamente, sbloccando la piattaforma che da due anni e mezzo il governo deve realizzare. Non abbia paura del popolo”.
Le Regioni sul piede di guerra
Sì inizia l'8 luglio, lunedì prossimo, con il consiglio regionale della Campania. Poi l'indomani, 9 luglio, si prosegue in Emilia Romagna per poi passare la 'palla' a Toscana, Puglia e Sardegna, la regione guidata dalla 5 Stelle Alessandra Todde capofila dell'iniziativa. La riunione tecnica delle 5 regioni progressiste pronte a dare battaglia alla riforma Calderoli sull'autonomia differenziata, a quanto apprende l'Adnkronos, ha definito una roadmap finalizzata a dare l''altolà a quella che l'opposizione definisce la riforma 'Spacca Italia'.
Due i testi su cui il coordinamento ragiona: uno totalmente abrogativo della legge, l'altro per un colpo di bianchetto parziale, che però di fatto fermerebbe la riforma. I voti nei consigli regionali sono finalizzati a scongiurare la raccolta firme per il referendum, con una deadline che incombe: i testi referendari vanno depositati entro e non oltre il 30 settembre. Quanto all'ipotesi di impugnare la riforma, appellandosi alla Corte costituzionale, da quanto emerso dalla riunione sembrerebbe la Sardegna l'unica regione destinata a un passo di questo tipo, essendo l'unica a statuto speciale tra le 5.