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Biden: “Ritiro la candidatura se Dio mi dice di mollare”

Il presidente a Abc News: "Sono in buona forma. Nel dibattito con Trump ho avuto una brutta serata"

Biden e Stephanopoulos - Abc News

"Mi ritirerei se non potessi battere Donald Trump? Dipende, se Dio Onnipotente venisse giù e me lo dicesse, potrei farlo". Joe Biden risponde così a George Stephanopoulos, nell'intervista di 22 minuti alla Abc News, alla domanda sull'ipotesi di ritirare la candidatura e abbandonare la corsa alla Casa Bianca per le elezioni Usa 2024. Il presidente degli Stati Uniti, che evidenzia gli obiettivi centrati e i risultati raggiunti nel suo mandato, ribadisce i concetti espressi in un comizio in Wisconsin. "Corro ancora perché credo di capire meglio" di tutti "cosa deve essere fatto per portare questa nazione ad un livello completamente nuovo".

"Se il Signore Onnipotente scendesse e dicesse 'Joe, esci dalla corsa', io mi ritirerei", dice aggiungendo che "il Signore Onnipotente non scenderà". Stephanopoulos torna su un "livello più pratico" prospetta l'ipotesi di un forcing generale del partito democratico per convincerlo a compiere un passo indietro: "Non succederà".

"Il dibattito con Trump è stata una serata storta"

La pessima prestazione nel dibattito televisivo con Donald Trump, la scorsa settimana in uno studio della Cnn, ha alimentato ulteriormente le domande sulle capacità fisiche e cognitive del presidente. "È stato un episodio negativo, non c'è nessuna indicazione relativa a condizioni gravi. Ero esausto. Non ho ascoltato il mio istinto in termini di preparazione", dice il presidente, che ricorda anche il contesto particolare: "Trump ha mentito 28 volte". "Io ero malato. Mi sentivo malissimo. Ho chiesto ai dottori se avessero fatto un test Covid perché stavano cercando di capire cosa non andava. Hanno fatto un test per vedere se avevo o meno qualche infezione, qualche virus. Non ce l'avevo. Avevo solo un brutto raffreddore", spiega.

"Sono in grado di fare il presidente"

"Ha le capacità mentali e fisiche per farcela altri 4 anni?", la domanda diretta. "Ne sono convinto. Non mi candiderei se non lo pensassi", risponde Biden. "Mi candido di nuovo perché penso di capire meglio di chiunque altro cosa si deve fare per portare questa nazione a un livello completamente nuovo. Siamo sulla buona strada. Siamo sulla buona strada", afferma.

Il giornalista ripete la domanda in un'altra forma. Biden è onesto con se stesso quando si tratta di valutare le proprie reali condizioni e capacità? "Sì, lo sono. L'ultima cosa che voglio è non essere in grado di fare tutto questo. Penso, come dicono alcuni economisti e analisti di politica estera, che se mi fermo ora passerò alla storia come un presidente di grande successo. Nessuno pensava che potessi fare quello che abbiamo fatto noi", dice.

"Posso correre i 100 metri in 10 secondi netti? No, ma sono in buona forma", dice Biden, mentre l'intervistatore si sofferma sulle condizioni fisiche del presidente. Cosa ha detto il medico dopo il dibattito? "Mi ha guardato e ha detto: 'Sei esausto'. Tutto qui. Ho medici, tra i migliori al mondo, che viaggiano con me ovunque. C'è una valutazione continua su quello che sto facendo, non esitano a dirmi se pensano che ci sia qualcosa che non va".

"Io il più qualificato per battere Trump"

Sarebbe disposto a sottoporti a sottoporsi a una valutazione medica indipendente che includa test neurologici e cognitivi e a comunicare i risultati al popolo americano? "Faccio un test cognitivo ogni singolo giorno. Ogni giorno faccio quel test. Tutto quello che faccio. Non solo sto facendo campagna elettorale, ma sto governando il mondo. Non è una cosa da poco, siamo la nazione essenziale al mondo...". E' convinto di poter battere Trump, anche se alcuni sondaggi evidenziano il vantaggio dell'ex presidente? "Sono convinto di 2 cose: sono la persona più qualificata per batterlo e so come portare a termine la missione, dice Biden, che non sembra dare troppo credito ai sondaggi che gli attribuiscono un gradimento bassissimo.

Se rimane in corsa e perde contro Trump, come si sentirà a gennaio? "Mi sentirò come uno che ha dato il massimo e ha fatto il lavoro al meglio. Penso che gli Stati Uniti e il mondo siano a un punto di svolta, ciò che accadrà nei prossimi anni determinerà i prossimi sei, sette decenni. E chi sarà in grado di tenere unita la Nato come ho fatto io? Chi sarà in grado di mantenere la posizione che abbiamo assunto nel Pacifico dando scacco matto alla Cina? Chi. Per giudicarmi, c'è il vertice Nato della prossima settimana. Venite ad ascoltare. Sentite cosa dicono", conclude Biden.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Ucraina, centinaia di yemeniti reclutati dalla Russia:...

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La mossa di una misteriosa compagnia legata ai ribelli dello Yemen per mandarli con l'inganno al fronte: la rivelazione del Financial Times

Soldati a Mosca - Afp

Reclutati con l'inganno, mandati con la forza a combattere in Ucraina. La Russia starebbe reclutando centinaia di yemeniti per combattere contro le truppe di Kiev, in una mossa che evidenzia i crescenti legami tra Mosca ed i ribelli Houthi, movimento filo-iraniano di fede zaydita che controlla ampie zone dello Yemen tra cui la capitale Sana'a. A rivelarlo è il Financial Times, secondo cui gli yemeniti verrebbero arruolati con la forza e quindi inviati in prima linea.

La promessa: stipendio alto e cittadinanza russa

Le reclute hanno raccontato al giornale della City di essere arrivate in Russia tramite una misteriosa società collegata agli Houthi, con la promessa di un impiego con stipendi elevati e persino della cittadinanza russa. La notizia, evidenzia il Ft, mostra il sempre maggiore allargamento del conflitto, mentre aumenta il numero delle vittime e il Cremlino cerca di evitare una mobilitazione generale. Tra le file russe ci sono già mercenari provenienti da Nepal e India e circa 12mila soldati dell'esercito regolare nordcoreano di stanza nella provincia russa di Kursk.

Il legame Russia-Houthi

L'inviato speciale degli Stati Uniti per lo Yemen, Tim Lenderking, ha spiegato che la Russia sta lavorando per aumentare i legami con gli Houthi e che tra le parti ci sono colloqui sui trasferimenti di armi. "Sappiamo che c'è personale russo a Sana'a che aiuta ad approfondire questo dialogo - ha precisato - I tipi di armi di cui si sta discutendo sono molto allarmanti e consentirebbero agli Houthi di colpire meglio le navi nel Mar Rosso e forse oltre".

Il mese scorso è emersa la notizia che la Russia ha fornito dati satellitari per aiutare gli Houthi ad attaccare le navi nel Mar Rosso. I ribelli da tempo prendono di mira le navi commerciali in questo tratto di mira in quella che definiscono un'azione solidale con i palestinesi nella Striscia di Gaza.

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Esteri

Trovato corpo del rabbino scomparso negli Emirati, ira...

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Rav Zvi Kogan, scomparso giovedì scorso, è stato trovato morto. Netanyahu: "Atto abominevole". Spari nei pressi dell'ambasciata israeliana ad Amman, Giordania: "Attacco terroristico"

Zvi Kogan nell'immagine dell'appello pubblicato su Facebook da Harvard Chabad

E' stato ritrovato il corpo del rabbino Zvi Kogan, scomparso giovedì negli Emirati Arabi Uniti e la cui auto era stata individuata ieri abbandonata ad Al-Ain, a circa 90 minuti da Dubai. Ad annunciarlo l'ufficio del primo ministro emiratino ed il ministero degli Esteri in una nota congiunta.

Nel comunicato, riporta il Times of Israel, si precisa che l'ambasciata di Israele nel Paese del Golfo è in contatto con la famiglia del rabbino Chabad, che è cittadino israeliano e moldavo. Secondo Channel 12, Kogan è imparentato con il rabbino Gavriel Holtzberg, assassinato insieme alla moglie in un attacco terroristico alla Nariman Chabad House di Mumbai nel 2008.

I media israeliani ieri evidenziavano i timori dei servizi di intelligence e sicurezza, i quali sospettavano che Kogan fosse stato rapito da tre cittadini uzbeki - presumibilmente incaricati dall'Iran e poi fuggiti in Turchia - e assassinato.

L'omicidio del rabbino Zvi Kogan negli Emirati è un "crimine terroristico antisemita codardo e spregevole", il commento del ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, sul social X. "Lo Stato di Israele non si fermerà né rimarrà in silenzio finché i responsabili di questo atto criminale non pagheranno per le loro azioni", ha aggiunto.

"L'omicidio di Zvi Kogan, sia benedetta la sua memoria, è un atto abominevole di terrorismo antisemita. Lo Stato di Israele userà tutti i mezzi e tratterà i criminali responsabili della sua morte con il massimo rigore della legge". Così l'ufficio del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha commentato la notizia del ritrovamento.

"Questo vile attacco antisemita è un promemoria della barbarie dei nemici del popolo ebraico", le parole su X del presidente israeliano, Isaac Herzog, esprimendo "dolore e indignazione" per la morte del rabbino. Quanto accaduto "non ci impedirà di continuare a far crescere comunità fiorenti negli Emirati Arabi Uniti o altrove, specialmente con l'aiuto dell'impegno e del lavoro degli emissari Chabad in tutto il mondo", ha aggiunto Herzog, il quale ha quindi ringraziato gli Emirati per la loro "rapida azione", confidando che faranno tutto il possibile per assicurare alla giustizia i responsabili.

Il Consiglio di sicurezza nazionale israeliano ha intanto ribadito l'invito ai suoi connazionali ad evitare i viaggi non essenziali negli Emirati. Il Consiglio, riporta il Times of Israel, attribuisce agli Emirati un livello di allerta 3 in quanto persiste una minaccia per gli israeliani e gli ebrei che si trovano nel Paese.

"Evitate di visitare attività commerciali, luoghi di ritrovo e luoghi di intrattenimento identificati con la popolazione israeliana ed ebraica", si sottolinea nel 'warning' in cui si chiede anche di "mantenere una maggiore vigilanza nei luoghi pubblici (inclusi ristoranti, hotel, bar, ecc.) ed evitare di esporre simboli israeliani". I viaggiatori sono inoltre invitati ad evitare di pubblicare sui social media e a bloccare i loro profili online.

Spari vicino ambasciata israeliana ad Amman: "E' terrorismo"

La sparatoria avvenuta nei pressi dell'ambasciata israeliana ad Amman, in Giordania, è stata un "attacco terroristico" che ha preso di mira le forze di sicurezza del Paese arabo, ha dichiarato il ministro delle Comunicazioni del governo giordano, Mohamed Momani, precisando in una nota che sono in corso indagini sull'attacco.

Secondo l'agenzia di stampa ufficiale Petra, nelle scorse ore la polizia ha sparato e ucciso un uomo armato che aveva aperto il fuoco contro una pattuglia nel quartiere Rabiah. Tre agenti sono rimasti feriti.

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Esteri

Cop29 raggiunge accordo sul clima, Biden: “Nessuno...

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L'intesa: 300 miliardi di dollari all'anno entro il 2035 alle nazioni più povere, chiamate a contrastare fenomeni sempre più gravi in relazione alla crisi climatica, Pichetto: "Italia ha portato spirito del Piano Mattei"

Cop29 di Baku - Afp

Accordo raggiunto sul clima alla Cop29 di Baku, in Azerbaigian, e il presidente degli Stati Uniti uscente, Joe Biden, esulta parlando di "risultato storico" e "rivoluzione verde" che "nessuno può impedire".

"Oggi alla Cop29, grazie in parte agli instancabili sforzi di una forte delegazione statunitense, il mondo ha raggiunto un accordo su un altro risultato storico. A Baku, gli Stati Uniti hanno sfidato i Paesi a fare una scelta urgente: consegnare le comunità vulnerabili a disastri climatici sempre più catastrofici o farsi avanti e mettere tutti noi su un percorso più sicuro verso un futuro migliore", ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti commentando l'accordo raggiunto.

"Insieme, i Paesi hanno fissato un ambizioso obiettivo di finanziamento internazionale per il clima entro il 2035. Aiuterà a mobilitare il livello di finanziamento, da tutte le fonti, di cui i Paesi in via di sviluppo hanno bisogno per accelerare la transizione verso economie pulite e sostenibili, aprendo al contempo nuovi mercati per veicoli elettrici, batterie e altri prodotti di fabbricazione americana", ha proseguito Biden in una nota.

Il presidente americano si è quindi detto fiducioso che "negli anni a venire" gli Stati Uniti continueranno questo lavoro "attraverso i nostri Stati e le nostre città, le nostre aziende e i nostri cittadini, sostenuti da una legge duratura come l'Inflation Reduction Act, il più grande investimento nel clima e nell'energia pulita della storia". Biden ha poi lanciato indirettamente una stoccata alla futura Amministrazione Trump, che secondo diversi media come il New York Times avrebbe già pronto l'ordine esecutivo per abbandonare l'Accordo di Parigi. "Mentre alcuni potrebbero cercare di negare o ritardare la rivoluzione dell'energia pulita in corso in America e nel mondo, nessuno può invertirla, nessuno", ha scandito il presidente.

"Mi congratulo con le parti e la presidenza della Cop29 per aver raggiunto questo risultato. Sebbene ci sia ancora molto lavoro da fare per raggiungere i nostri obiettivi sul clima, il risultato di oggi ci avvicina significativamente - ha concluso Biden - A nome del popolo americano e delle generazioni future, dobbiamo continuare ad accelerare il nostro lavoro per mantenere un pianeta più pulito, più sicuro e più sano alla nostra portata".

Ue: "Nuova era per finanza climatica"

Anche l'Unione Europea ha accolto con favore l'accordo raggiunto al vertice Cop 29 definendolo l'inizio di una "nuova era" nella finanza "climatica" per i Paesi più poveri per combattere il riscaldamento globale. "La Cop29 sarà ricordata come l'inizio di una nuova era per la finanza climatica", ha affermato il commissario europeo per l'Azione per il clima, Wopke Hoekstra, dopo l'intesa che aumenta l'assistenza finanziaria alle nazioni povere a circa 300 miliardi di dollari all'anno nel prossimo decennio

"L'Unione Europea e i suoi Stati membri continueranno a svolgere un ruolo di primo piano in questo processo. Abbiamo lavorato attivamente con tutti i partecipanti per aumentare significativamente il volume dei finanziamenti. Abbiamo triplicato l'obiettivo di 100 miliardi di dollari e consideriamo questo obiettivo ambizioso, necessario, realistico e realizzabile", ha osservato.

Guterres: "Accordo è base, ora onorare impegni"

Non nasconde invece di avere sperato in un accordo più ambizioso il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres commentando sui social l'intesa, definendola una "base" per il futuro e aggiungendo che i 300 miliardi di dollari promessi dai paesi più ricchi per aiutare quelli più poveri dovrebbero essere erogati al più presto. L'accordo - sottolinea - "deve essere onorato per intero e in tempo. Faccio appello ai governi affinché lo facciano con urgenza". "Avevo sperato in un risultato più ambizioso, sia in termini finanziari che di mitigazione, per soddisfare la portata della grande sfida che ci troviamo ad affrontare, ma l'accordo raggiunto fornisce una base su cui costruire", ha affermato il capo delle Nazioni Unite sottolineando come la fine dell'era dei combustibili fossili è inevitabile, mentre il Gruppo dei 20, ovvero i paesi con le maggiori emissioni climalteranti, devono guidare la strada verso un futuro più sostenibile.

Pichetto: "Portato spirito del Piano Mattei nel dibattito"

"Con una semplificazione potremmo dire che abbiamo portato lo spirito del Piano Mattei nel dibattito della Cop29", sottolinea quindi il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, commentando l'accordo finale raggiunto a Baku.

"Il significato e la rilevanza del numero finale - osserva - vanno analizzati rispetto al risultato raggiunto nell'allargare la platea di attori che partecipano a questo processo e soprattutto al modo in cui vi partecipano, utilizzando ad esempio meccanismi di finanziamento pubblico-privato che noi già stiamo sperimentando nei nostri progetti dedicati all'Africa, non solo nel settore climatico, attraverso partenariati paritari e non predatori"

"Nel negoziato condotto dall'Unione europea a nome dei 27 - ricorda - l'Italia ha portato la sua strategia per una finanza climatica più efficace che rifletta i nuovi equilibri globali con alcuni obiettivi specifici: allargare la base dei contributori con un ruolo maggiore dei paesi sin qui non considerati donatori; contabilizzare i contributi delle banche multilaterali di sviluppo; incoraggiare le iniziative filantropiche; favorire meccanismi che, partendo dai contributi degli stati, spingano i grandi investitori a finanziare progetti per una decarbonizzazione come motore di sviluppo nei paesi più vulnerabili". Parlando a Rainews 24 il ministro definisce "importante" l'indicazione "di allargare la base dei contributori".

Cop29, cosa prevede l'accordo

Nel cuore della notte, è stata raggiunta l'intesa secondo cui i paesi più ricchi e avanzati garantiranno 300 miliardi di dollari all'anno entro il 2035 alle nazioni più povere, chiamate a contrastare fenomeni sempre più gravi in relazione alla crisi climatica. "Le persone dubitavano che l'Azerbaigian potesse mantenere le promesse e che tutti potessero essere d'accordo. Si sbagliavano su entrambi i fronti", ha detto Mukhtar Babayev, , presidente della Cop29. L'accordo, che coinvolge circa 200 paesi, è stato raggiunto dopo complesse trattative che sono state sul punto di naufragare. Molte, tra le nazioni più povere, hanno considerato la cifra di 300 miliardi largamente insufficiente.

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