Future Health Index 2024, opinion leader: Ia migliora l’assistenza e la qualità delle cure sanitarie
Celli (Philips Italia): "impegnati per una realtà sempre più digitale, connessa e accessibile"
Le innovazioni basate sulla digitalizzazione, l'intelligenza artificiale e l'approccio data-driven sono gli elementi chiave per affrontare le sfide del sistema sanitario italiano , tra cui la carenza di personale, le difficoltà finanziarie, l'aumento delle liste d'attesa e la crescente domanda di cure. E' la fotografia che emerge dal Future Health Index 2024, l'autorevole studio sul settore sanitario a livello mondiale realizzato con il contributo non condizionante di Philips. Condotto tra i leader della sanità di 14 Paesi tra i quali l'Italia - si legge in una nota - lo studio esplora quali sono le sfide e le opportunità che le strutture sanitarie si trovano ad affrontare per mantenere i sistemi sanitari sostenibili e ripensare a nuovi paradigmi di assistenza.
"L'accesso alle cure - afferma Andrea Celli, Managing Director Philips Italia, Israele e Grecia - è parte essenziale e imprescindibile di un sistema sanitario ben funzionante, equo e sostenibile. Ma sempre più spesso la carenza di personale e le pressioni finanziarie stanno determinando ritardi nell'assistenza, con un aumento delle liste d'attesa e una diminuzione della qualità delle cure, con ripercussioni sia sul personale che sui pazienti. Grazie alla digitalizzazione, all'analisi più precisa dei dati e all'intelligenza artificiale - sottolinea - i leader della sanità stanno sempre più spesso automatizzando i flussi di lavoro e utilizzando l'Ia a supporto del processo decisionale, per rendere le diagnosi più precise e accurate. In Philips siamo impegnati a collaborare con gli operatori sanitari in questo percorso di trasformazione per creare una sanità sempre più digitale, connessa e accessibile. Un traguardo che può essere raggiunto solo in partnership, mettendo a fattor comune competenze e know how di tutto l'ecosistema sanitario".
La maggior parte dei leader italiani della sanità riconosce il forte impatto della riduzione del personale sulle attività di reparto. Burnout, stress, peggioramento dell'equilibrio tra lavoro e vita privata e del morale dello staff, secondo gli intervistati, sono superiori in Italia (88%) rispetto al resto del mondo (66%) e all'Europa (71%). Quasi tre quarti dei leader (74%) vedono inoltre il personale abbandonare il proprio ruolo a causa degli eccessivi carichi di lavoro, con un ulteriore impatto sull'erogazione delle cure. In questo contesto, l'automazione è considerata un'alleata per limitare l'impatto della carenza di personale, in particolare per ridurre i compiti amministrativi quotidiani (86%) e per gestire le attività ripetitive (81%), valorizzando le loro competenze (78%). Inoltre, il 37% degli intervistati ritiene che l'assistenza sanitaria virtuale possa aiutare a facilitare la collaborazione tra gli operatori sanitari in diverse sedi, migliorando l'assistenza ai pazienti e riducendo i tempi di risposta clinica.
Inoltre - prosegue la nota - gli insights forniti dai dati racchiudono un enorme potenziale per rendere il settore più efficiente e per migliorare l'assistenza ai pazienti, in primis a supporto delle procedure diagnostiche e terapeutiche (57%), contribuendo a ridurre le liste d'attesa, ma anche per ottimizzare i percorsi di cura (54%) e per ridurre le riammissioni in ospedale (35%). Con l'accelerazione verso l'implementazione del Fascicolo sanitario elettronico 2.0, tra le misure finanziate dai fondi del Pnrr destinati alla sanità, l'interoperabilità dei dati sanitari rappresenta una sfida non più rimandabile per i leader del settore: l'interconnessione tra le informazioni all'interno delle cartelle cliniche e altre piattaforme è un obiettivo da raggiungere per il 40% degli intervistati.
Con una crescita degli investimenti del 35% nel 2023, l'intelligenza artificiale rappresenta una realtà diffusa in particolare in radiologia dove l'Ia non solo consente di accelerare il processo di acquisizione delle immagini senza artefatti e rumore, evitando di ripetere l'esame, ma può anche supportare i clinici nel processo decisionale. Tra le aree dove sono previsti investimenti in Ia a supporto del processo decisionale nei prossimi 3 anni spiccano: da soluzioni capaci di rendere più efficiente il monitoraggio dei pazienti in ospedale (38%) e da remoto (41%), a quelle che migliorino la prevenzione e l'individuazione delle patologie (38%). Il settore, però, pone l'accento anche sulla necessità di individuare politiche sull'uso etico dei dati e dell'Ia: per circa la metà dei leader italiani è fondamentale non solo investire in formazione ed educazione in modo costante (55%), ma anche rendere l'intelligenza artificiale più trasparente e interpretabile (49%), dimostrando di essere in linea con le premesse dell'Ai Act recentemente approvato dal Parlamento europeo e con il disegno di legge proposto dal Consiglio dei ministri.
Infine, responsabile di oltre il 4% delle emissioni globali di CO2, più dell'industria aeronautica e dei trasporti, il settore sanitario non può tendere all'efficienza senza impegnarsi per diminuire il proprio impatto ambientale. Una sensibilità avvertita dall'83% degli intervistati, che ritengono la sostenibilità una priorità assoluta per le organizzazioni sanitarie. Le azioni già intraprese riguardano soprattutto la riduzione dei rifiuti (45%), l'eliminazione delle sostanze pericolose (39%) e l'efficienza energetica (32%), quest'ultima considerata una strategia da implementare nelle proprie strutture nei prossimi tre anni dal 42% dei leader di settore.
La sostenibilità, inoltre, rappresenta una tematica sempre più determinante anche negli acquisti: il 46% dichiara di voler selezionare fornitori con target e iniziative di sostenibilità e di privilegiare l'acquisto di apparecchiature più sostenibili anche in ottica di economia circolare (44%). Una sensibilità condivisa in particolare con le aziende health tech, che per quasi un terzo (32%) dei leader italiani rivestono un ruolo chiave nel migliorare la tempestività e la qualità dell'assistenza, oltre alle istituzioni governative (55%).
"E' incoraggiante - osserva Celli - notare che la stragrande maggioranza dei leader italiani della sanità coinvolti nello studio riconosca che la riduzione dell'impatto ambientale dei sistemi sanitari dovrebbe essere una priorità assoluta. Tuttavia, molti di loro sono alle prese con sfide senza precedenti. Questo dimostra l'urgenza di adottare soluzioni tecnologiche che siano al tempo stesso innovative e sostenibili e - conclude - contribuiscano a ridurre i costi delle cure".
Cronaca
Rigopiano, ‘l’ultimo sopravvissuto’...
Giampaolo Matrone è stato estratto vivo, ma con pesanti menomazioni, e lo strazio di aver perso la moglie e madre di sua figlia
"L’ultimo sopravvissuto, 62 ore sotto la neve, un disastro ancora senza colpevoli": titolo e sottotitolo dicono tutto dei temi e dell’intensità del libro sulla tragedia di Rigopiano di Giampaolo Matrone, pubblicato da Newton Compton Editori e che uscirà domani, venerdì 20 settembre. "Il pasticcere di Monterotondo (Roma), oggi quarantenne - viene detto in una nota - è uno dei simboli del più grave disastro sulle nevi mai accaduto in Italia, quello del resort nel comune di Farindola, nel Pescarese, spazzato via, il 18 gennaio 2017, da una valanga sotto la quale sono morte 29 persone, tra cui sua moglie Valentina Cicioni: è stato l’ultimo superstite a essere estratto dalle macerie dai soccorritori, dopo, appunto, 62 lunghe e interminabili ore, vivo ma con pesanti menomazioni, soprattutto agli arti, e con lo strazio di aver perso la sua compagna di vita nonché mamma della loro figlioletta, Gaia, che all’epoca aveva appena cinque anni (oggi ne ha dodici)".
Il volume, in 180 pagine, racconta "quell’inferno, la disperazione, la speranza, ma anche la rabbia, per le gravi lacune nei soccorsi e per l’amaro esito dei processi sulle responsabilità di questa "catastrofe di Stato" che ha visto il coinvolgimento delle massime istituzioni territoriali, Regione Abruzzo, Provincia e Prefettura di Pescara (è rimasta tristemente famosa la frase di una funzionaria prefettizia, "la mamma degli imbecilli è sempre incinta", rivolta a chi aveva segnalato per primo che l’hotel era crollato sotto la slavina, una "bufala" a suo dire), nonché il Comune di Farindola, dato che la stessa struttura, collocata in una posizione ad altissimo rischio, era di fatto abusiva. Anni di udienze alla fine non hanno prodotto quasi nulla, le vittime e i loro familiari fin qui di giustizia ne hanno ricevuta ben poca dai contestati verdetti".
"Scrivere questo libro era un sogno che cullavo da tanto tempo, per far conoscere a tutta l’Italia la verità su come sono andati davvero i fatti di Rigopiano e per lasciare un ricordo della mamma e della nostra storia a mia figlia Gaia - spiega l’autore, che nei prossimi mesi sarà impegnato in presentazioni in tutto il Paese – E' stato un 'parto' faticoso durato più di un anno e mezzo di lavoro, ripercorrere tutto non è stato facile, in alcuni momenti ero proprio stremato, anche perché contemporaneamente impegnato in un'altra battaglia, quella in tribunale. Ma rivisitare tutti questi eventi e metterli nero su bianco mi ha fatto bene, ha aiutato anche il mio continuo percorso fisico-riabilitativo, e poi confido sempre che questo volume possa smuovere anche le coscienze dei giudici, oltre che dell’opinione pubblica, in vista del processo di Cassazione previsto per il prossimo inverno e dei giudizi civili per i risarcimenti”.
La pubblicazione del volume, viene ancora spiegato, "è stata possibile grazie anche a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela del diritti dei cittadini, che ha assistito fin dall’inizio Giampaolo Matrone facendosi carico di tutte le sue necessità e assecondando, sostenendo e contribuendo a realizzare, tra gli altri, anche il suo desiderio di raccontare la sua storia, oltre ovviamente alla casa editrice Newton Compton che ha 'scommesso' su un 'prodotto editoriale' ma anche dall'alta valenza civile".
Cronaca
Allerta meteo rossa in Emilia Romagna, oggi chiuse le...
Ancora piogge e nubifragi nella Regione con l'arrivo del ciclone Boris. Il Comune di Bologna invita aziende ed enti a utilizzare lo smartworking
Ancora pioggia e freddo oggi con il ciclone Boris in Italia. Il maltempo nella giornata di giovedì 19 settembre colpisce in particolare Emilia Romagna - con allerta meteo rossa e allarme per il livello dei fiumi - e Marche. Le previsioni delineano un quadro con possibili nubifragi nelle zone appenniniche, ma non è escluso che i temporali si estendano anche alle regioni merdionali sul versante del Tirreno. La pioggia cadrà abbondante soprattutto in Emilia Romagna e Marche, dove potrebbero cadere tra gli 80 e i 90 millimetri sono previsti accumuli tra 80 e 90 mm tra queste due regioni che, sommati a quelli del giorno precedente, faranno superare localmente i 150 litri per metro quadrato in 48 ore.
In particolare in Romagna, all'allerta meteo si associa l'allarme rosso idrogeologico e idraulico, che diventa arancione in alcune zone della regione e scatta anche per settori di Marche, Puglia e Toscana. L'ampia portata del ciclone Boris è testimoniata dal lungo elenco di regioni caratterizzate dall'allerta gialla per temporali: dall'Abruzzo alla Basilicata, dalla Calabria alla Campania, dall'Emilia Romagna al Lazio, dal Molise alla Puglia, dalla Sicilia all'Umbria.
Scuole chiuse a Bologna
Il quadro meteo complicato porta alle scuole chiuse oggi a Bologna per l'avviso di criticità idrogeologica. ''L'attività didattica sarà sospesa, in via precauzionale, nelle scuole del territorio (comprese relative palestre scolastiche) a eccezione di nidi, scuole dell’infanzia e primarie per cui, al momento, non si prevede la chiusura" si legge in una nota del Comune, che dà notizia del "monitoraggio costante delle strutture e potranno essere valutate chiusure mirate in caso di criticità e che verranno eventualmente comunicate direttamente dalle singole scuole''.
''Si invitano inoltre le aziende e gli enti del territorio a favorire per la giornata di domani l’utilizzo dello smart working" si legge nello stesso comunicato. "Chiusi, in via precauzionale, i parchi e le aree verdi e si stanno monitorando i principali sottopassi e le zone fluviali che, al momento, non presentano particolari criticità''.
Allerta arancione in Toscana
La Toscana si prepara a una giornata potenzialmente complicata soprattutto sul versante nord orientale Toscana. La Sala operativa della Protezione civile regionale ha emesso un’allerta arancione per rischio idrogeologico idraulico del reticolo minore sui versanti romagnoli dell'appennino, il Mugello, il Casentino e la Valtiberina.
Codice giallo fino alle 18 di oggi nelle aree confinanti con quelle interessate dal codice arancione: l’area di Firenze, la Val di Bisenzio e dell’Ombrone, il Valdarno superiore, la Valdichiana e la Valle del Serchio in Garfagnana. Le piogge oggi saranno insistenti in particolare nella prima parte della giornata, appunto sulle zone appenniniche e tenderanno ad attenuarsi dal pomeriggio.
Campania
La Protezione Civile della Regione Campania ha prorogato l'allerta temporali fino alle 6 di venerdì 20 settembre. Itemporali saranno repentini ma intensi a scala locale e potranno essere accompagnati da grandine, fulmini, raffiche di vento. Saranno possibili allagamenti, esondazioni, ruscellamenti, caduta massi e frane in considerazione della fragilità dei territori e degli incendi dei mesi scorsi.
Sicilia
La Protezione civile regionale siciliana ha diffuso un avviso per il rischio meteo-idrogeologico e idraulico, valido fino alle 24. In tutta la Sicilia è prevista l'allerta gialla. Sono attese, infatti, precipitazioni da isolate a sparse, a prevalente carattere di rovescio o temporale, su tutta la Regione, con quantitativi cumulati da deboli a puntualmente moderati.
Cronaca
Stop a cellulari in classe, Valditara: “In 50mila non...
Il ministro dell'Istruzione parla del provvedimento che vieta l'uso dello smartphone nelle classi elementari e medie
Il provvedimento che vieta l'uso dei cellulari in classe, alle elementari e alle medie, ha avuto una reazione molto positiva nel mondo della scuola. A dirlo è il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, a 'Porta a Porta' su Rai 1. "La reazione del mondo della scuola è stata molto positiva. I ragazzi hanno capito che ci si sta prendendo cura di loro e si ha a cuore la loro salute", ha spiegato il ministro.
"Abbiamo lanciato una grande questione sociale - ha dichiarato Valditara - e abbiamo reso protagonista la scuola di questo dibattito credo che sia una decisione importante perché dimostra che la scuola vuole prendersi a cuore la salute dei nostri ragazzi, creare un momento di disintossicazione dal cellulare. La scuola deve insegnare a guardarsi negli occhi".
"Abbiamo calcolato - ha spiegato il ministro dell'Istruzione a 'Porta a Porta' - 50mila ragazzi che non vanno più a scuola per stare attaccati a cellulari e social. Si rinchiudono per almeno sei mesi nella loro stanza, dipendenti totalmente da questi strumenti virtuali. I dati sono drammatici. È un problema sociale, sorto in Giappone, che si sta espandendo in tutta Europa. E i genitori non sanno cosa fare: è difficilissimo vincere questa dipendenza e quindi noi dobbiamo fare una grande campagna di convincimento, perché non si dia in mano a dei minori e bambini questo strumento di distruzione di massa. Il cellulare dato a bambini di 7-8 anni ha effetti veramente tremendi. Partiamo dalle scuole con una educazione forte: dobbiamo ricostruire l'alleanza tra genitori, ragazzi e scuola".
Nel corso della trasmissione, Valditara ha spiegato che è fondamentale "educare anche i genitori". "Lancio questo appello: siccome ormai la scienza è abbastanza univoca, - ha detto il ministro - il cellulare soprattutto per i ragazzi più giovani, per i bambini, fa male, torniamo ad abituarci ad avere relazioni positive, belle immediate, dirette con i nostri figli. Quando un genitore mette a letto il proprio figlio non gli dia in mano un cellulare, gli racconti, gli legga una bella storia perché anche in questo modo si abitua il ragazzo alla fantasia".
Nel futuro c'è anche il progetto di proporre questo provvedimento all'Unione Europea. "Ho incontrato la ministra dell'istruzione di Cipro che ha molto apprezzato la decisione di vietare il cellulare a scuola. Abbiamo pensato - ha dichiarato Valditara - di preparare un documento da sottoporre a Bruxelles a tutti i ministri dell'Istruzione sul tema, anche perché alcuni stati come la Francia, l'Olanda, la Svezia, già si sono avviati in questa direzione e credo che raggiungeremo facilmente, credo, un forte consenso".