‘Hot Rodent Men’, perché definire qualcuno uomo-topo è body shaming
Uomini dal fisico esile, dalla bocca sottile e dal naso pronunciato: forse non lo sapete, ma siete degli ‘Hot Rodent Men’ ed è il vostro momento. Il trend degli ‘uomini-topo’ – perché la bellezza è (anche) una moda – ha appena soppiantato quello dei coccolosissimi e biondissimi ‘Golden Retriever Men’ sui social e, a quanto pare, nelle preferenze estetiche delle donne. Un endorsement importante in questo senso è arrivato recentemente dall’ammiratissima super modella Emily Ratajkowski, che in un video su TikTok – poi tolto – si è dapprima lamentata della mancanza di uomini di qualità, e poi ha dichiarato che le donne preferiscono gli uomini-topo, con fattezze non convenzionali e dal grande fascino.
Alle donne piacciono gli uomini-topo
Queste le parole di Ratajkowski, recentemente tornata single dopo il divorzio da Sebastian Bear-McClard: “Volevo parlare della mancanza di uomini di qualità nel mondo (…). Capisco perché tutte le belle ragazze vanno verso uomini che assomigliano a topi e ratti. Perché come faccio a trovare qualcuno che sia, scusate, più alto di un metro e ottanta? Mi dispiace, tipo divertente, intelligente, gentile? La gentilezza dovrebbe essere al primo posto. La gentilezza è la cosa più importante (..). Insomma, uomini, dove siete finiti?”
Per avere un’idea della tipologia di uomo di cui si parla, ecco dei vip che rientrano nella categoria: Adam Driver, Kieran Culkin, Tobey Maguire, Dustin Hoffman, Timothée Chalamet (su cui però ci sono opinioni contrastanti), Vincent Cassel, William Dafoe, ma anche cantanti come il nostrano Ghali.
Attenzione: non si parla solo di estetica. I Rodent Men si caratterizzano sì per i visi spigolosi, le orecchie grandi, le bocca piccola e il naso grosso ma, senza che la scienza possa evidentemente stabilire una correlazione, sono considerati anche premurosi, attenti, gentili, timidi, sempre pronti al sorriso, rassicuranti. E soprattutto, hanno molto carisma e personalità.
Body shaming o apprezzamento?
La tendenza degli uomini-topo ha un pregio: quello di discostarsi dai canoni di bellezza che soprattutto il cinema, oggi anche dai social, impongono non solo alle donne ma anche agli uomini.
Non a caso, infatti, è la GenZ ad apprezzare particolarmente questa nuova categoria che rigetta gli stereotipi ancora in vigore: i Rodent Men sono magri o magrolini, non troppo muscolosi, hanno lineamenti spigolosi, naso o orecchie pronunciati, labbra sottili. Sono insomma lontani anni luce dal maschio alfa dominante, spesso tossico, che ancora oggi passa per essere il modello di riferimento maschile.
La tendenza perciò è anche un modo per allargare gli standard di attrattività visto che, diciamolo, non tutti possono essere Brad Pitt e definire qualcuno “un ragazzo non Brad Pitt” è probabilmente ancora peggio che dargli del Rodent Men, come fa notare il New York Times che all’argomento ha dedicato un recente articolo.
Allo stesso tempo però il trend degli uomini-topo è stato criticato non solo in quanto trend, quindi ‘moda’ del momento (l’anno scorso i golden retriever, ora i topi, e l’anno prossimo?) ma anche perché definire qualcuno ‘topo’ è pericolosamente vicino al body shaming. In effetti dare a qualcuno del roditore non sembra esattamente un complimento, e chi ha fattezze di questo tipo probabilmente viene facilmente preso in giro.
Gli Hot Rodent Men sono sexy
Sui social si è aperto un dibattito al riguardo. La comunità Thatsfab ha scritto in un post, riferendosi al video di Ratajkowski:
“Viene da chiedersi cosa sarebbe successo se la stessa frase fosse stata detta da uomo. Ma soprattutto se avessero etichettato i lineamenti fisici di una donna appellandola come ‘donna ratto’ o ‘donna maiale’. Il tatto, l’empatia, la sensibilità e il rispetto che chiediamo verso le donne dovrebbero essere riposti anche nei confronti degli uomini. Perché giudicare ed etichettare una persona per il suo aspetto fisico è body shaming, tanto per le donne quanto per gli uomini”.
Il body shaming può sembrare una sofisticheria del nostro tempo, secondo alcuni dominato dal politically correct, per cui ‘non si può più dire niente’, ma in realtà è un problema serio. Così come lo erano le prese in giro quando eravamo bambini, solo che non le chiamavamo bullismo, allo stesso modo a ogni età la messa in risalto dei (presunti) difetti corporei fa male e può portare alla perdita dell’autostima, ai disturbi alimentari, alla depressione, o anche a discriminazioni e violenza di genere.
Le donne lo sanno benissimo, essendo da sempre bersaglio prediletto di qualsiasi tipo di critica e derisione per qualsiasi cosa. Ma non c’è da gioire se anche gli uomini vengono fatti oggetto di attenzione per quanto riguarda l’estetica. Non è certo questa la ‘parità’ di genere da ricercare, che poi a ben guardare non è parità neanche nel caso del body shaming.
C’è una differenza, infatti, e sta nella parolina ‘hot’ che il NYT ha accostato alla definizione ‘Rodent Men’. In pratica, gli uomini-topo sono sexy, e infatti tutti i vip che vengono citati come rappresentanti della categoria sono considerati affascinanti e piacciono a tutte – o quasi – le donne.
E piacciono proprio per il loro essere lontani dai canoni convenzionali, per essere belli in modo diverso. Niente più sorrisi a 32 denti e volti cesellati à la Brad Pitt o Chris Hemsworth. La loro attrattiva sta proprio nel proporre una bellezza più reale: desiderare gli uomini topo significherebbe anche rifiutare l’Intelligenza Artificiale, i filtri, le app di ritocco e la chirurgia estetica. “Se ci viene offerta una falsa perfezione, desidereremo ardentemente le imperfezioni umane”, dice il NYT.
Purtroppo, difficilmente si sente dire altrettanto delle imperfezioni femminili: cantanti, attrici e vip di ogni genere sono costantemente criticate senza se e senza ma per l’abbigliamento, per la cellulite, per le rughe, per i capelli, e se hanno mangiato un piatto di pasta subito ci si chiede se siano incinte. Insomma, per loro il giudizio rimane tale e senza sfumature.
Tuttavia rimane vera una riflessione più generale, e cioè che anche gli uomini ormai sono vittima di valutazioni negative sul loro corpo, che passano dal loro peso alla loro muscolosità, dalla presenza o assenza di un addominale scolpito alla calvizie, fino alla loro ‘dotazione’. Il problema in pratica invece di migliorare si è allargato e non risparmia più nessuno.
Rimane infine anche un altro dubbio: per i diretti interessati essere definiti uomini-topo ma sexy è un insulto o un complimento? E i comuni mortali, non corazzati dall’essere vip amati e venerati, come la pensano? Nel dubbio, per fare colpo su un uomo meglio non dirgli che è un ‘Hot Rodent Man’.
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Russia, multe a chi promuove una propaganda child free
In Russia è vietata la propaganda child free. Il provvedimento è stato votato ieri, martedì 12 novembre, dalla camera bassa del parlamento russo. Con il parere favorevole all’unanimità il provvedimento sarà legge e prevede il divieto di quella che le autorità hanno definito una “propaganda perniciosa a favore di uno stile di vita senza figli”, nella speranza di rilanciare un tasso di natalità in calo.
E sono previste anche multe per chi contravviene e promuoverà “uno stile di vita Occidentale”, contro i valori tradizionali della famiglia.
La natalità in Russia
Il tasso di natalità in Russia è arrivato, lo scorso settembre, ad essere il più basso degli ultimi 25 anni. Dai dati ufficiali pubblicati è emerso che nascono meno bambini, mentre aumentano i tassi di mortalità con la guerra di Mosca in Ucraina. Il Cremlino ha definito le cifre “catastrofiche per il futuro della nazione”.
Il numero di neonati nella prima metà del 2024 è stato pari a circa 599.600 bambini, 16.000 in meno rispetto alla prima metà del 2023 e il numero più basso dal 1999. Il numero di decessi è aumentato di 49.000. Tuttavia, l’immigrazione è aumentata del 20%.
Il presidente Vladimir Putin ha, così, incoraggiato le donne ad avere almeno tre figli, dicendo che ciò aiuterà a garantire il futuro dei russi e del Paese. Ma a pesare sulle scelte delle donne ci sarebbero i “valori tradizionali dell’Occidente” che promuovono una propaganda child free.
Il provvedimento si unisce alle restrizioni alla libertà di espressione, al divieto di relazioni omosessuali e al divieto di adozione da parte di coppie formate da due persone dello stesso sesso o all’estero (Italia compresa, la cui sospensione di adozioni internazionali con la Russia risale già al 2022 da parte del Bel Paese).
Multe in arrivo
Cosa succede a chi promuove una vita senza figli? Le multe saranno fino a 400mila rubli (3.840 euro) per i cittadini, 800mila (7.680 euro) per i funzionari pubblici e fino a 5 milioni di rubli (47.992 euro) per enti giuridici.
“Stiamo parlando di proteggere i cittadini, in primo luogo le giovani generazioni, dalle informazioni diffuse dai media che hanno un impatto negativo sulla formazione della personalità delle persone”, ha affermato Vyacheslav Volodin, presidente della Camera bassa e alleato di Putin. “Bisogna fare tutto il possibile per garantire che le nuove generazioni dei nostri cittadini crescano incentrate sui valori tradizionali della famiglia”.
Per il World Factbook della Cia, la Russia rientra tra i 40 Paesi col tasso di natalità più basso nel 2023: circa 9,22 ogni 1.000 abitanti. Nei prossimi 20 anni, sostiene l’agenzia di statistica statale Rosstat, la popolazione passerà da 146,1 milioni di abitanti a 130 milioni. Il presidente russo aveva proclamato il 2024 come “anno della famiglia”: ma qualcosa sembra essere andato storto.
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Una mamma su quattro si addormenta mentre allatta il...
Un quarto delle madri che allattano al seno ammette di addormentarsi mentre il neonato è impegnato a nutrirsi. Un comportamento che, purtroppo, può aumentare i rischi di soffocamento e di sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS). A rilevarlo è una ricerca condotta dal team dell’Università della Virginia a Charlottesville, che ha evidenziato che quando un bambino si addormenta in ambienti con cuscini morbidi e spazi angusti, come quelli di divani, poltrone o letti, il rischio di improvvisa morte aumenta significativamente.
Nell’80% dei casi, le madri non avevano intenzione di addormentarsi, ma è accaduto spontaneamente.
Lo studio
La dottoressa Fern Hauck, ricercatrice e esperta di sonno sicuro presso l’Università della Virginia Health and School of Medicine, ha spiegato che “mentre il fatto di addormentarsi quando si allatta non è sorprendente di per sé, ciò che è allarmante è che la maggior parte delle madri non aveva pianificato di addormentarsi, creando quindi un ambiente potenzialmente pericoloso per il bambino mentre entrambi dormivano”.
Il team di ricerca, infatti, ha sottolinea l’importanza di educare i genitori sui rischi legati al sonno durante l’allattamento e sulla necessità di pianificare lo spazio in cui il bambino si trova. “È essenziale preparare l’ambiente per garantire che la via respiratoria del bambino rimanga libera“, ha aggiunto la dottoressa Hauck.
Ciò include la rimozione di cuscini e coperte, per evitare che il neonato possa trovarsi in una posizione pericolosa.
Lo studio si basa su un’indagine condotta su 1.250 neomamme intervistate in 16 ospedali negli Stati Uniti. I bambini avevano tra i 2 e i 3 mesi al momento dell’intervista. Più del 28% delle donne ha dichiarato di essersi addormentata “a volte” o “solitamente” durante l’allattamento nelle due settimane precedenti alla rilevazione.
Molte mamme che si sono addormentate durante l’allattamento hanno scelto di farlo su un divano o su una poltrona, piuttosto che sul letto, per cercare di evitare di addormentarsi. Tuttavia, spesso questa precauzione non ha funzionato.
L’importanza della posizione e delle raccomandazioni ufficiali
Le raccomandazioni attuali dell’American Academy of Pediatrics (Aap) non supportano la condivisione del letto con un neonato, per evitare il rischio di rotolarsi sopra il bambino o che quest’ultimo si ritrovi intrappolato nei cuscini o nelle coperte.
Lo studio ha mostrato che le probabilità di addormentarsi durante l’allattamento sono molto più alte quando il bambino è nel letto (circa il 34% dei casi) rispetto a quando è su un divano o una poltrona (circa il 17%).
Tuttavia, le linee guida sottolineano anche che se la madre teme di addormentarsi, il letto è un posto relativamente più sicuro rispetto a un divano o una poltrona. La questione principale, spiegano i ricercatori, è trovare soluzioni per aiutare le mamme ad evitare il sonno mentre allattano, specialmente quando sono particolarmente stanche.
Soluzioni pratiche e consapevolezza
“È importante venire incontro alle esigenze delle famiglie e aiutarle a pianificare un programma per l’allattamento e il sonno che funzioni per loro e che sia il più sicuro possibile”, ha affermato la dottoressa Ann Kellams, pediatra e specialista in medicina dell’allattamento presso il dipartimento di Health Children’s dell’Università della Virginia. “I nostri dati suggeriscono che troppi incidenti di sonno non sono pianificati, quindi è fondamentale discutere di come gestire l’allattamento quando si è molto stanchi“.
L’educazione delle madri sui pericoli potenziali legati al sonno durante l’allattamento è cruciale, affermano i ricercatori. “Speriamo che i genitori di neonati pensino proattivamente a cosa potrebbe accadere nel mezzo della notte”, ha concluso la dottoressa Rachel Moon, pediatra e esperta di sonno sicuro. “Allattare il proprio bambino nel letto è più sicuro che farlo su un divano o una poltrona, se si rischia di addormentarsi”.
Lo studio, che è stato pubblicato nel numero di novembre della rivista Pediatrics, invita quindi le famiglie a riflettere sui rischi e a prendere precauzioni per garantire un sonno sicuro per il neonato, senza compromettere la sicurezza durante i momenti di allattamento.
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Una mamma su quattro si addormenta mentre allatta il...
Un quarto delle madri che allattano al seno ammette di addormentarsi mentre il neonato è impegnato a nutrirsi. Un comportamento che, purtroppo, può aumentare i rischi di soffocamento e di sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS). A rilevarlo è una ricerca condotta dal team dell’Università della Virginia a Charlottesville, che ha evidenziato che quando un bambino si addormenta in ambienti con cuscini morbidi e spazi angusti, come quelli di divani, poltrone o letti, il rischio di improvvisa morte aumenta significativamente.
Nell’80% dei casi, le madri non avevano intenzione di addormentarsi, ma è accaduto spontaneamente.
Lo studio
La dottoressa Fern Hauck, ricercatrice e esperta di sonno sicuro presso l’Università della Virginia Health and School of Medicine, ha spiegato che “mentre il fatto di addormentarsi quando si allatta non è sorprendente di per sé, ciò che è allarmante è che la maggior parte delle madri non aveva pianificato di addormentarsi, creando quindi un ambiente potenzialmente pericoloso per il bambino mentre entrambi dormivano”.
Il team di ricerca, infatti, ha sottolinea l’importanza di educare i genitori sui rischi legati al sonno durante l’allattamento e sulla necessità di pianificare lo spazio in cui il bambino si trova. “È essenziale preparare l’ambiente per garantire che la via respiratoria del bambino rimanga libera“, ha aggiunto la dottoressa Hauck.
Ciò include la rimozione di cuscini e coperte, per evitare che il neonato possa trovarsi in una posizione pericolosa.
Lo studio si basa su un’indagine condotta su 1.250 neomamme intervistate in 16 ospedali negli Stati Uniti. I bambini avevano tra i 2 e i 3 mesi al momento dell’intervista. Più del 28% delle donne ha dichiarato di essersi addormentata “a volte” o “solitamente” durante l’allattamento nelle due settimane precedenti alla rilevazione.
Molte mamme che si sono addormentate durante l’allattamento hanno scelto di farlo su un divano o su una poltrona, piuttosto che sul letto, per cercare di evitare di addormentarsi. Tuttavia, spesso questa precauzione non ha funzionato.
L’importanza della posizione e delle raccomandazioni ufficiali
Le raccomandazioni attuali dell’American Academy of Pediatrics (Aap) non supportano la condivisione del letto con un neonato, per evitare il rischio di rotolarsi sopra il bambino o che quest’ultimo si ritrovi intrappolato nei cuscini o nelle coperte.
Lo studio ha mostrato che le probabilità di addormentarsi durante l’allattamento sono molto più alte quando il bambino è nel letto (circa il 34% dei casi) rispetto a quando è su un divano o una poltrona (circa il 17%).
Tuttavia, le linee guida sottolineano anche che se la madre teme di addormentarsi, il letto è un posto relativamente più sicuro rispetto a un divano o una poltrona. La questione principale, spiegano i ricercatori, è trovare soluzioni per aiutare le mamme ad evitare il sonno mentre allattano, specialmente quando sono particolarmente stanche.
Soluzioni pratiche e consapevolezza
“È importante venire incontro alle esigenze delle famiglie e aiutarle a pianificare un programma per l’allattamento e il sonno che funzioni per loro e che sia il più sicuro possibile”, ha affermato la dottoressa Ann Kellams, pediatra e specialista in medicina dell’allattamento presso il dipartimento di Health Children’s dell’Università della Virginia. “I nostri dati suggeriscono che troppi incidenti di sonno non sono pianificati, quindi è fondamentale discutere di come gestire l’allattamento quando si è molto stanchi“.
L’educazione delle madri sui pericoli potenziali legati al sonno durante l’allattamento è cruciale, affermano i ricercatori. “Speriamo che i genitori di neonati pensino proattivamente a cosa potrebbe accadere nel mezzo della notte”, ha concluso la dottoressa Rachel Moon, pediatra e esperta di sonno sicuro. “Allattare il proprio bambino nel letto è più sicuro che farlo su un divano o una poltrona, se si rischia di addormentarsi”.
Lo studio, che è stato pubblicato nel numero di novembre della rivista Pediatrics, invita quindi le famiglie a riflettere sui rischi e a prendere precauzioni per garantire un sonno sicuro per il neonato, senza compromettere la sicurezza durante i momenti di allattamento.