Salute, Trombelli (Sidp): “Fumo e diabete fattori di rischio parodontite”
Il presidente eletto della società scientifica: "Trattare le gengiviti è la prevenzione migliore della patologia"
"Tendenzialmente il paziente affetto da parodontite è nella quinta decade di vita e, in genere, presenta fattori di rischio, uno dei quali è certamente un'igiene orale insufficiente che ha determinato una condizione che precede quella della parodontite, che è la gengivite, cioè l'infiammazione delle gengive, da cui poi si sviluppa il corteo fisiopatologico che determina la distruzione del tessuto di supporto al dente. L'abitudine al fumo certamente determina un'accelerazione nella distruzione dei tessuti parodontali: tanto più il paziente è fumatore, tanto più rischia tale condizione con progressione più rapida. Altro fattore di rischio fondamentale è il diabete, in particolare, il diabete non controllato". Lo spiega Leonardo Trombelli, presidente eletto Sidp, Società italiana di parodontologia e implantologia, all'Adnkronos Salute in occasione della Giornata nazionale della parodontite.
"Nel momento in cui ci troviamo davanti a una condizione di parodontite severa - aggiunge Trombelli - è sempre importante fare una valutazione anche del metabolismo glicemico, della glicemia e dell'emoglobina glicosilata, in modo da accertare che non vi sia una coesistenza di un diabete non diagnosticato. E' altrettanto vero, però, che la parodontite può esacerbare il diabete, nel senso che l'infezione orale potrebbe determinare uno scompenso metabolico nel paziente diabetico". Nel dettaglio, "la parodontite è una condizione infettivo-infiammatoria che è determinata da una disbiosi, cioè da un'alterazione di quella che è la flora orale, che determina una condizione infiammatoria. Inoltre - precisa lo specialista - i batteri possono andare continuamente in circolo filtrando dal margine gengivale ed essere immessi nel torrente circolatorio, anche semplicemente durante le fasi di masticazione. La persistente condizione infiammatoria, d'altro lato, può scatenare delle complicanze anche in organi e distretti corporei diversi, come l'insorgenza di lesioni e placche aterosclerotiche che predispongono poi il paziente a una patologia cardiovascolare".
Tecnicamente, la parodontite "è una patologia polifattoriale, in cui entrano sia componenti genetiche che ambientali - rimarca l'esperto - Dal punto di vista genetico è poligenica, per cui ci sono un corredo di geni che sembrano essere sottesi alla suscettibilità nei confronti della parodontite, nessuno dei quali però la determina. Diventa quindi particolarmente complesso identificare dei marker, siano essi legati al microbioma o a fattori e mediatori dell'infiammazione, come del resto fattori di carattere genetico ed epigenetico del paziente a rischio. Per questo è estremamente importante la diagnosi precoce - conclude Trombelli - cioè intercettare quelle che sono le forme precoci di malattia, come ad esempio la gengivite, perché il trattamento della gengivite è la miglior prevenzione primaria per la parodontite".
Cronaca
Salute, paziente con Cmio: “Ho ricevuto diagnosi un...
Alla campagna dedicata alla cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, sull’importanza del centro specializzato ‘ho trovato la speranza di avere una qualità di vita migliore'
“Mi è stata diagnosticata la cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva a gennaio 2021, ma è stata una diagnosi un po’ tardiva in quanto era già da molto tempo che avvertivo alcuni sintomi. Successivamente, nell’ultimo anno, questi sintomi si sono presentati in modo più severo. Ho convissuto con la cardiomiopatia sin dall’adolescenza. Dopo aver ricevuto questa diagnosi in ospedale mi è stato detto tutto ciò che non avrei più potuto fare, con una prospettiva di vita un po’ grigia, una vita un po’ a metà. Ma non ho voluto rassegnarmi a questa sentenza”. Così, Rossella Repaci, paziente con Cmio, oggi a Milano, alla presentazione della campagna ‘Fai posto al cuore’, racconta: “ho iniziato, quindi, a fare delle ricerche che mi hanno portato all’ospedale Careggi di Firenze, in quanto è il centro Italiano specifico per il trattamento della cardiomiopatia. In quell’ospedale c’è stato un approccio al paziente nettamente differente: mi è stata data la speranza che, con la terapia giusta, avrei avuto una qualità di vita migliore”.
Riferendosi alla campagna nazionale, Repaci osserva che “iniziative come queste sono importanti specialmente per le persone che sono a casa e si sentono sole, che magari hanno ricevuto una diagnosi e la vivono come una ‘sentenza’ o come un qualcosa pronto a travolgere. A loro dico di non fermarsi, di non scoraggiarsi e di andare fino in fondo, recandosi in centri specifici dove poter trovare delle soluzioni migliorative e di non fermarsi a una prima diagnosi - conclude - ma di approfondire maggiormente”.
Cronaca
Cecchi (Aicarm), ‘importante avviare corretto iter...
“La cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva è una patologia determinata dall’ispessimento delle pareti del cuore. La cavità cardiaca diviene quindi più piccola e, se si crea un’ostruzione, il sangue fatica ad uscire. Solo quando l’ostruzione comincia ad essere frequente il paziente asintomatico diventa sintomatico e prende il via l’iter diagnostico che, se portato avanti nelle sedi giuste e nei centri con esperienza, porterà alla soluzione dei propri problemi, sia sul piano farmacologico che chirurgico. Aicarm aiuta il paziente anche in questo”. Lo ha detto Franco Cecchi, presidente di Aicarm Aps, Associazione italiana cardiomiopatie, partecipando, oggi a Milano alla presentazione della campagna nazionale ‘Fai posto al cuore’, alla vigilia della terza ‘Run for inclusion’.
La campagna, promossa da Bms e realizzata con il patrocinio di Aicarm Aps, di Sic, Società italiana cardiologia e Anmco, Associazione nazionale medici cardiologi, “mira a far conoscere questa malattia ospitando pazienti che hanno già avuto la possibilità di avere una diagnosi corretta e, soprattutto, di trovare la soluzione. L’associazione - conclude Cecchi - ha un servizio che si chiama ‘Cuore in ascolto’. Funziona grazie a dei volontari che rispondono alle domande dei pazienti. Solo l’anno scorso abbiamo avuto oltre 300 richieste, è un servizio veramente di aiuto per le persone”.
Cronaca
Perquisita casa di Maria Rosaria Boccia, sequestrato...
Tra il materiale trovato e sequestrato dai carabinieri ci sarebbero anche gli occhiali smart che Boccia aveva utilizzato all'interno di Montecitorio
I carabinieri del nucleo investigativo hanno perquisito l’abitazione a Pompei di Maria Rosaria Boccia in relazione all’indagine aperta in seguito alla denuncia presentata dall’ex ministro Gennaro Sangiuliano. Nel corso dell’attività istruttoria è stato sequestrato materiale informatico tra cui il telefonino dell’imprenditrice, che è iscritta nel registro degli indagati.
Tra il materiale trovato e sequestrato dai carabinieri, delegati dai pm capitolini, ci sarebbero anche gli occhiali smart che Boccia aveva utilizzato all'interno di Montecitorio.