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Il Policlinico Gemelli di Roma compie 60 anni, Mattarella: “Un punto di riferimento prezioso per il Paese”

Il tributo del capo dello Stato (per lui un camice bianco da direttore dell'Uoc Italia), che ha ricevuto in udienza una delegazione di Fondazione e Università Cattolica. I numeri di una storia cominciata nel 1964 e le parole di Fratta Pasini: "In ospedale un piccolo e faticoso miracolo sanitario quotidiano"

Il Policlinico Gemelli di Roma compie 60 anni, Mattarella:

Era il 10 luglio del 1964 e a Roma veniva inaugurato l'Ospedale Agostino Gemelli, oggi Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs. Sono passati 60 anni e il 10 luglio 2024 l''Ospedale dei Papi' - così tutti gli italiani lo conoscono, da quando il 13 maggio 1981 Giovanni Paolo II, Papa Wojtyła, venne ricoverato proprio al Gemelli dopo l'attentato a piazza S. Pietro - ha festeggiato il suo compleanno in grande stile. Una delegazione della Fondazione è stata ricevuta in udienza dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un camice bianco, quello per la direzione dell'Unità operativa complessa Italia, è il dono che il capo dello Stato ha ricevuto a nome di tutta la comunità del Gemelli da Antonio Gasbarrini, presidente di Medicina dell'Università Cattolica.

"E' davvero un piacere accogliervi qui nelle varie articolazioni della costellazione che contrassegna un grande Policlinico con al centro la persona del paziente - ha dichiarato Mattarella - Non è possibile infatti scindere la considerazione della persona del paziente, da quella della cura, della ricerca scientifica e dell'insegnamento. Che è quanto avviene al Gemelli, che ringraziamo per questo. Anche i numeri sottolineano quanto il Gemelli sia un punto di riferimento prezioso per il nostro Paese. Numeri che dimostrano non solo il contributo offerto dal Gemelli alla salute dei nostri concittadini, ma anche la fiducia che questi vi ripongono. Ed è questa la certificazione più efficace della qualità delle attività svolte. Qualità peraltro ampiamente certificata dai tanti riconoscimenti ottenuti dal Gemelli, sia a livello internazionale che interno. Ma il riconoscimento più efficace - ha aggiunto il presidente - è la fiducia che riscuote tra la gente e il fatto di rappresentare un punto di riferimento per i nostri concittadini. Questi 60 anni, trascorsi nella costante crescita dell'attività di questo Policlinico, sono un'occasione per ringraziare a nome della Repubblica il Gemelli per quanto fa per la salute del nostro Paese e l'Università Cattolica con l'Istituto Toniolo per quanto fanno per sostenerlo. Grazie ancora. E' un piacere farvi gli auguri per i prossimi 60 anni di sempre maggiore crescita".

Alla cerimonia sono intervenuti Carlo Fratta Pasini, presidente della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs; Elena Beccalli, rettore dell'Università Cattolica, e Marco Elefanti, direttore generale della Fondazione Policlinico Gemelli. Presenti Paolo Nusiner, direttore generale dell'Università Cattolica; monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale; il preside di Medicina Gasbarrini; Giuseppe Fioroni, vicepresidente dell'Istituto G. Toniolo di studi superiori, e per lo stesso istituto Enrico Fusi, segretario generale, e Michele Lenoci, componente del Consiglio di amministrazione. Insieme a loro una rappresentanza di medici, ricercatori, operatori sanitari, dipendenti amministrativi, pazienti, associazioni di volontariato, donatori, studenti e specializzandi.

"Ciò che accade ogni giorno nel nostro Policlinico, che Papa Francesco ha definito 'la città del dolore e del sollievo', è un piccolo e faticoso miracolo", ha affermato Fratta Pasini. Un miracolo "che continua a ripetersi - ha spiegato - nonostante le difficoltà legate alla recente impennata dei costi lo rendano sempre più difficile e pesante. Ai nostri collaboratori siamo costretti a chiedere sempre maggior dedizione e sforzi, quando non veri e propri sacrifici, che vengono ogni volta accettati con grande senso di responsabilità. E questo perché i nostri professionisti hanno sempre interpretato la cura e la preoccupazione per i pazienti non tanto come un lavoro, quanto come il senso stesso della propria esistenza. Il nostro Policlinico deve tutto a loro, ma può purtroppo ben poco riconoscere e offrire - ha rimarcato il presidente della Fondazione - per la sofferenza economica legata alle tariffe dei Drg 'congelate' da oltre 12 anni. Ed ecco perché il Policlinico Gemelli, nato 60 anni fa in pieno boom economico, rappresenta oggi un piccolo, quotidiano miracolo sanitario".

"Persona, cura, dedizione, solidarietà". Sono le 4 parole che la rettrice Beccalli ha scelto per riassumere "l'orizzonte ideale del Policlinico Gemelli" di Roma. "Il 10 luglio 1964 - ha ricordato - prendeva forma il grande sogno di Padre Agostino Gemelli con l'inaugurazione di un Policlinico, parte integrante dell'Ateneo dei cattolici italiani. L'idea del Policlinico si sviluppò grazie all'appassionata determinazione del nostro fondatore e dei suoi stretti collaboratori di allora, la Beata Armida Barelli e Giancarlo Brasca, convinti che questa iniziativa avrebbe aggiunto un ulteriore, fondamentale, tassello al progetto educativo dell'Università", ha sottolineato Beccalli citando "alcuni padri ispiratori della nostra azione". "Nelle attività del Policlinico - ha sottolineato - presupposto imprescindibile è l'avere un'attenzione alla persona nella sua interezza, che si realizza in presenza di una vera e propria vocazione alla cura di medici e operatori sanitari. Tutto ciò deve avvenire, giorno dopo giorno, con quella dedizione che caratterizza coloro che sono al servizio delle istituzioni nell'ottica di contribuire al bene comune. E, allo stesso tempo, nel rispetto della virtù della solidarietà, uno dei cardini della Dottrina sociale della Chiesa, cui il personale sanitario del Gemelli è chiamato a ispirare il lavoro quotidiano per l'edificazione propria e di tutta la società. La solidarietà presidia e difende la vita di tutti, tutelando il diritto a essere curati. In questo senso il Gemelli è un vero e proprio luogo di solidarietà. Signor Presidente - ha aggiunto la rettrice, rivolgendosi al capo dello Stato - questa occasione è dunque simbolicamente un Suo dono prezioso al personale del Policlinico Gemelli e a tutta la comunità universitaria, perché è la conferma dello stretto legame tra l'Ateneo dei cattolici italiani e la Repubblica italiana. Un legame che noi cerchiamo di rafforzare alimentando quella missione sociale e civile che Lei stesso ci ha indicato come prioritaria nel Suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2020/2021".

Fu per volontà dell'Istituto Toniolo di studi superiori e dell'Università Cattolica del Sacro Cuore che nacque il policlinico intitolato a padre Agostino Gemelli, fondatore della Cattolica. Le attività cliniche iniziarono nel maggio del 1964 con i primi reparti operativi, quelli di Patologia chirurgica e di Patologia medica, per un totale di 70 posti letto. Nel 1977 venne sottoscritta la prima convenzione tra Cattolica e Regione Lazio, che riconobbe al Gemelli la qualifica di Ospedale regionale con una dotazione di 1.786 posti letto e di 55 culle. "Oggi il Gemelli, in stretta unione con la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica - riferiscono dalla Fondazione - è uno dei più grandi ospedali privati non profit d'Europa e luogo in cui la didattica, la ricerca innovativa, le attività di cura e l'assistenza dialogano quotidianamente a beneficio della comunità di Roma, regionale e nazionale, per rendere disponibili le migliori e più avanzate terapie a tutti i pazienti, adulti e pediatrici".

I primi 60 anni del Gemelli sono l'occasione per ricordare "una straordinaria storia di instancabile servizio quotidiano per la tutela della salute e della vita", scrivono dalla Fondazione. Sessant'anni scanditi da "numerosi, tangibili e continui progressi". Fra gli altri, "la trasformazione del Policlinico Gemelli in Fondazione privata no profit nel 2015, che lo ha reso giuridicamente autonomo dall'Università Cattolica del Sacro Cuore, e il suo successivo riconoscimento come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico nel 2018", per le discipline Medicina personalizzata e Biotecnologie innovative. Tappe che "hanno rafforzato ulteriormente l'identità del Policlinico Gemelli come un centro sanitario per 'acuti', orientato alla ricerca. Una storia che oggi fa del Gemelli un punto di riferimento per la sanità nazionale, capace di contemperare l'eccellenza nella missione di cura a vocazione universalistica assicurata a tutti e la non semplice sostenibilità economica, stante le condizioni di contesto".

Da poco più di 300 ricoveri l'anno a quasi 100mila, 1 su 5 da fuori regione. Totale: Milioni di persone curate in 60 anni di attività. "Alcuni numeri rendono immediatamente il senso di questa storia prodigiosa", riporta la Fondazione. "Dai 304 ricoveri del 1964 ai 99.564 nel 2023. Dai 471 bambini nati nel 1967, anno di apertura della sala parto, ai 4.358 nati al Gemelli nel 2023. Settanta erano i posti letto nei primi reparti funzionanti nel primo anno di attività", mentre "oggi sono attivi 1.611 posti letto". Nel suo lungo cammino il policlinico si è affermato come "il più grande centro oncologico in Italia per numero di pazienti curati (57.751 nel 2023). Numerosi e prestigiosi i riconoscimenti ottenuti a livello mondiale. Il Gemelli per il quarto anno consecutivo si è confermato il 'migliore ospedale d'Italia' secondo la classifica stilata dal magazine americano 'Newsweek', e si colloca al 35simo posto del mondo e tra i primi 10 in Europa. Rimarchevole la recente conferma dell'accreditamento da parte della Joint Commission International (Jci)", ottenuto per la prima volta nel giugno 2021. Risultati a cui ha contribuito la "stretta collaborazione con la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica, con i suoi oltre 5.500 studenti e 2.100 specializzandi, che negli oltre 60 anni dall'istituzione (il 5 novembre 1961) ha dato un notevole contributo nella formazione di generazioni di medici e operatori sanitari. A oggi sono 10.838 i laureati in Medicina e Chirurgia, 214 i laureati in Medicine and Surgery e oltre 16.000 i laureati nelle Professioni sanitarie (4.844 presso la sede di Roma e 11.342 presso le sedi collegate). Il Gemelli è oggi anche uno dei più importanti centri di ricerca nazionali e internazionali. Sono 1.199 i progetti di ricerca clinica attivi, per un valore di 22.979.885 euro, oltre al valore delle sperimentazioni cofinanziate da aziende che è di 1.965.999 euro".

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Cronaca

Rigopiano, ‘l’ultimo sopravvissuto’...

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Giampaolo Matrone è stato estratto vivo, ma con pesanti menomazioni, e lo strazio di aver perso la moglie e madre di sua figlia

Parte della copertina di 'L'ultimo sopravvissuto di Rigopiano'

"L’ultimo sopravvissuto, 62 ore sotto la neve, un disastro ancora senza colpevoli": titolo e sottotitolo dicono tutto dei temi e dell’intensità del libro sulla tragedia di Rigopiano di Giampaolo Matrone, pubblicato da Newton Compton Editori e che uscirà domani, venerdì 20 settembre. "Il pasticcere di Monterotondo (Roma), oggi quarantenne - viene detto in una nota - è uno dei simboli del più grave disastro sulle nevi mai accaduto in Italia, quello del resort nel comune di Farindola, nel Pescarese, spazzato via, il 18 gennaio 2017, da una valanga sotto la quale sono morte 29 persone, tra cui sua moglie Valentina Cicioni: è stato l’ultimo superstite a essere estratto dalle macerie dai soccorritori, dopo, appunto, 62 lunghe e interminabili ore, vivo ma con pesanti menomazioni, soprattutto agli arti, e con lo strazio di aver perso la sua compagna di vita nonché mamma della loro figlioletta, Gaia, che all’epoca aveva appena cinque anni (oggi ne ha dodici)".

Il volume, in 180 pagine, racconta "quell’inferno, la disperazione, la speranza, ma anche la rabbia, per le gravi lacune nei soccorsi e per l’amaro esito dei processi sulle responsabilità di questa "catastrofe di Stato" che ha visto il coinvolgimento delle massime istituzioni territoriali, Regione Abruzzo, Provincia e Prefettura di Pescara (è rimasta tristemente famosa la frase di una funzionaria prefettizia, "la mamma degli imbecilli è sempre incinta", rivolta a chi aveva segnalato per primo che l’hotel era crollato sotto la slavina, una "bufala" a suo dire), nonché il Comune di Farindola, dato che la stessa struttura, collocata in una posizione ad altissimo rischio, era di fatto abusiva. Anni di udienze alla fine non hanno prodotto quasi nulla, le vittime e i loro familiari fin qui di giustizia ne hanno ricevuta ben poca dai contestati verdetti".

"Scrivere questo libro era un sogno che cullavo da tanto tempo, per far conoscere a tutta l’Italia la verità su come sono andati davvero i fatti di Rigopiano e per lasciare un ricordo della mamma e della nostra storia a mia figlia Gaia - spiega l’autore, che nei prossimi mesi sarà impegnato in presentazioni in tutto il Paese – E' stato un 'parto' faticoso durato più di un anno e mezzo di lavoro, ripercorrere tutto non è stato facile, in alcuni momenti ero proprio stremato, anche perché contemporaneamente impegnato in un'altra battaglia, quella in tribunale. Ma rivisitare tutti questi eventi e metterli nero su bianco mi ha fatto bene, ha aiutato anche il mio continuo percorso fisico-riabilitativo, e poi confido sempre che questo volume possa smuovere anche le coscienze dei giudici, oltre che dell’opinione pubblica, in vista del processo di Cassazione previsto per il prossimo inverno e dei giudizi civili per i risarcimenti”.

La pubblicazione del volume, viene ancora spiegato, "è stata possibile grazie anche a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela del diritti dei cittadini, che ha assistito fin dall’inizio Giampaolo Matrone facendosi carico di tutte le sue necessità e assecondando, sostenendo e contribuendo a realizzare, tra gli altri, anche il suo desiderio di raccontare la sua storia, oltre ovviamente alla casa editrice Newton Compton che ha 'scommesso' su un 'prodotto editoriale' ma anche dall'alta valenza civile".

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Cronaca

Allerta meteo rossa in Emilia Romagna, oggi chiuse le...

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Ancora piogge e nubifragi nella Regione con l'arrivo del ciclone Boris. Il Comune di Bologna invita aziende ed enti a utilizzare lo smartworking

Temporali (Fotogramma)

Ancora pioggia e freddo oggi con il ciclone Boris in Italia. Il maltempo nella giornata di giovedì 19 settembre colpisce in particolare Emilia Romagna - con allerta meteo rossa e allarme per il livello dei fiumi - e Marche. Le previsioni delineano un quadro con possibili nubifragi nelle zone appenniniche, ma non è escluso che i temporali si estendano anche alle regioni merdionali sul versante del Tirreno. La pioggia cadrà abbondante soprattutto in Emilia Romagna e Marche, dove potrebbero cadere tra gli 80 e i 90 millimetri sono previsti accumuli tra 80 e 90 mm tra queste due regioni che, sommati a quelli del giorno precedente, faranno superare localmente i 150 litri per metro quadrato in 48 ore.

In particolare in Romagna, all'allerta meteo si associa l'allarme rosso idrogeologico e idraulico, che diventa arancione in alcune zone della regione e scatta anche per settori di Marche, Puglia e Toscana. L'ampia portata del ciclone Boris è testimoniata dal lungo elenco di regioni caratterizzate dall'allerta gialla per temporali: dall'Abruzzo alla Basilicata, dalla Calabria alla Campania, dall'Emilia Romagna al Lazio, dal Molise alla Puglia, dalla Sicilia all'Umbria.

Scuole chiuse a Bologna

Il quadro meteo complicato porta alle scuole chiuse oggi a Bologna per l'avviso di criticità idrogeologica. ''L'attività didattica sarà sospesa, in via precauzionale, nelle scuole del territorio (comprese relative palestre scolastiche) a eccezione di nidi, scuole dell’infanzia e primarie per cui, al momento, non si prevede la chiusura" si legge in una nota del Comune, che dà notizia del "monitoraggio costante delle strutture e potranno essere valutate chiusure mirate in caso di criticità e che verranno eventualmente comunicate direttamente dalle singole scuole''.

''Si invitano inoltre le aziende e gli enti del territorio a favorire per la giornata di domani l’utilizzo dello smart working" si legge nello stesso comunicato. "Chiusi, in via precauzionale, i parchi e le aree verdi e si stanno monitorando i principali sottopassi e le zone fluviali che, al momento, non presentano particolari criticità''.

Allerta arancione in Toscana

La Toscana si prepara a una giornata potenzialmente complicata soprattutto sul versante nord orientale Toscana. La Sala operativa della Protezione civile regionale ha emesso un’allerta arancione per rischio idrogeologico idraulico del reticolo minore sui versanti romagnoli dell'appennino, il Mugello, il Casentino e la Valtiberina.

Codice giallo fino alle 18 di oggi nelle aree confinanti con quelle interessate dal codice arancione: l’area di Firenze, la Val di Bisenzio e dell’Ombrone, il Valdarno superiore, la Valdichiana e la Valle del Serchio in Garfagnana. Le piogge oggi saranno insistenti in particolare nella prima parte della giornata, appunto sulle zone appenniniche e tenderanno ad attenuarsi dal pomeriggio.

Campania

La Protezione Civile della Regione Campania ha prorogato l'allerta temporali fino alle 6 di venerdì 20 settembre. Itemporali saranno repentini ma intensi a scala locale e potranno essere accompagnati da grandine, fulmini, raffiche di vento. Saranno possibili allagamenti, esondazioni, ruscellamenti, caduta massi e frane in considerazione della fragilità dei territori e degli incendi dei mesi scorsi.

Sicilia

La Protezione civile regionale siciliana ha diffuso un avviso per il rischio meteo-idrogeologico e idraulico, valido fino alle 24. In tutta la Sicilia è prevista l'allerta gialla. Sono attese, infatti, precipitazioni da isolate a sparse, a prevalente carattere di rovescio o temporale, su tutta la Regione, con quantitativi cumulati da deboli a puntualmente moderati.

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Cronaca

Stop a cellulari in classe, Valditara: “In 50mila non...

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Il ministro dell'Istruzione parla del provvedimento che vieta l'uso dello smartphone nelle classi elementari e medie

Ragazza con smatrtphone - 123rf

Il provvedimento che vieta l'uso dei cellulari in classe, alle elementari e alle medie, ha avuto una reazione molto positiva nel mondo della scuola. A dirlo è il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, a 'Porta a Porta' su Rai 1. "La reazione del mondo della scuola è stata molto positiva. I ragazzi hanno capito che ci si sta prendendo cura di loro e si ha a cuore la loro salute", ha spiegato il ministro.

"Abbiamo lanciato una grande questione sociale - ha dichiarato Valditara - e abbiamo reso protagonista la scuola di questo dibattito credo che sia una decisione importante perché dimostra che la scuola vuole prendersi a cuore la salute dei nostri ragazzi, creare un momento di disintossicazione dal cellulare. La scuola deve insegnare a guardarsi negli occhi".

"Abbiamo calcolato - ha spiegato il ministro dell'Istruzione a 'Porta a Porta' - 50mila ragazzi che non vanno più a scuola per stare attaccati a cellulari e social. Si rinchiudono per almeno sei mesi nella loro stanza, dipendenti totalmente da questi strumenti virtuali. I dati sono drammatici. È un problema sociale, sorto in Giappone, che si sta espandendo in tutta Europa. E i genitori non sanno cosa fare: è difficilissimo vincere questa dipendenza e quindi noi dobbiamo fare una grande campagna di convincimento, perché non si dia in mano a dei minori e bambini questo strumento di distruzione di massa. Il cellulare dato a bambini di 7-8 anni ha effetti veramente tremendi. Partiamo dalle scuole con una educazione forte: dobbiamo ricostruire l'alleanza tra genitori, ragazzi e scuola".

Nel corso della trasmissione, Valditara ha spiegato che è fondamentale "educare anche i genitori". "Lancio questo appello: siccome ormai la scienza è abbastanza univoca, - ha detto il ministro - il cellulare soprattutto per i ragazzi più giovani, per i bambini, fa male, torniamo ad abituarci ad avere relazioni positive, belle immediate, dirette con i nostri figli. Quando un genitore mette a letto il proprio figlio non gli dia in mano un cellulare, gli racconti, gli legga una bella storia perché anche in questo modo si abitua il ragazzo alla fantasia".

Nel futuro c'è anche il progetto di proporre questo provvedimento all'Unione Europea. "Ho incontrato la ministra dell'istruzione di Cipro che ha molto apprezzato la decisione di vietare il cellulare a scuola. Abbiamo pensato - ha dichiarato Valditara - di preparare un documento da sottoporre a Bruxelles a tutti i ministri dell'Istruzione sul tema, anche perché alcuni stati come la Francia, l'Olanda, la Svezia, già si sono avviati in questa direzione e credo che raggiungeremo facilmente, credo, un forte consenso".

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