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Strage Erba, Olindo e Rosa tornano in aula: possibile decisione su revisione processo

La Corte Brescia potrebbe far calare il sipario sul quadruplice omicidio dell'11 dicembre del 2006

Olindo e Rosa Bazzi - (Fotogramma)

Potrebbe calare oggi il sipario sulla strage di Erba. E' infatti attesta la decisione dei giudici della corte d'Appello di Brescia sulle istanze di revisione presentate dalla difesa do Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva all'ergastolo per il quadruplice omicidio dell'11 dicembre del 2006. Una decisione che arriverà "non prima delle ore 14". La procura generale non ha replicato così come le altre parti processuali e i giudici si sono ritirati in camera di consiglio.

"Avvocato, io ci spero tanto", le parole che Olindo Romano ha confidato al suo avvocato Fabio Schembri.

Oggi il procuratore generale di Brescia Guido Rispoli, che insieme all'avvocato generale dello Stato Domenico Chiaro rappresenta la pubblica accusa nel processo di revisione, ha deciso "di non replicare non tanto perché non ci siano argomenti a cui controbattere, ma abbiamo ritenuto che a un anno di distanza dalla prima richiesta di revisione e a quattro mesi dalla prima udienza abbiamo deciso che è ora di sentire la parola del giudice. Concludo insistendo che in questa fase possa esserci una sentenza di inammissibilità anche rispetto all'ultima memoria".

Ls posizione della difesa

"Siamo di fronte a una manifesta inammissibilità delle richieste di prova" è la posizione pronunciata nella prima udienza dal procuratore generale di Brescia Guido Rispoli e dall'avvocato generale dello Stato Domenico Chiaro, mentre quando è stato il suo turno la difesa (i legali Fabio Schembri, Nico D'Ascola, Luisa Bordeaux e Patrizia Morello) ha insistito per chiedere di riaprire un caso mediaticamente controverso e che ha creato una frattura anche nella procura generale di Milano. Un caso dove le "suggestioni mediatiche" hanno permesso di ritrovarsi davanti a quello che, per la pubblica accusa, citando una pellicola francese, è ‘Il grande bluff’.

"C'è un poderoso movente, ci sono le lesioni inferte alle vittime da una mano sinistra meno forte e una destra più forte, i contenuti scritti da Olindo sulla Bibbia, i colloqui psichiatrici. C'è la mancanza di pentimento, la soddisfazione per quanto fatto – le parole scandite in aula da Chiaro e Rispoli -. A Olindo scappa la frase 'io non ho avuto nessuna sensazione quando li ho uccisi, è stata una cosa normalissima come quando uno ammazza un coniglio".

La tesi della pubblica accusa: "Mai pressioni per farli confessare"

Nella 'Palazzina del ghiaccio' sotto i colpi di spranga e coltelli, vengono uccisi Raffaella Castagna (30 anni), il figlio Youssef Marzouk di soli due anni, la nonna materna del piccolo Paola Galli (57). E' la mancina Rosa Bazzi ad affondare la lama nella gola del bambino. Le fiamme appiccate cancellano le tracce, ma quando gli aggressori si chiudono alle spalle la porta dell'appartamento di Raffaella si trovano di fronte, increduli, i vicini di casa: si salva per una malformazione alla carotide Mario Frigerio brutalmente assalito da Olindo Romano, viene colpita sulle scale e poi uccisa nella loro mansarda la moglie Valeria Cherubini (55). Dicono questo le sentenze, conformi, contro i coniugi animati da un profondo odio verso la famiglia Castagna e Azouz Marzouk, unico tra i parenti delle vittime a essere presente in aula mentre gli altri preferiscono restano lontani dal 'circo mediatico'. Posizione anomala la sua: è parte civile, ma crede nell'innocenza della coppia.

"Se veramente si vuole fare chiarezza, bisogna dire che è falso che Mario Frigerio non abbia parlato già il 15 dicembre. Il povero Frigerio l'ha detto subito: 'E' stato Olindo" e "mai furono fatte pressioni" sulla coppia Romano per spingerli a confessare, "e bisogna dirlo a gran voce per difendere l'onore e la reputazione di colleghi che è stata continuamente calpestata" spiega l'avvocato generale. "Gli assassini sono mantidi di sangue e sono armati, la corte di via Diaz è già piena di persone": gli abbaini della mansarda di Frigerio sono una tesi "inverosimile" come la terrazza di Raffaella: "non c'è nulla, non una macchia di sangue. E' un'offesa alla logica pensare che siano passati da qui".

Anche la pista 'straniera' viene esclusa, così come è "inverosimile pensare alla criminalità organizzata", a una vendetta nei confronti di Azouz, a un contrasto nel mondo del piccolo spaccio di droga. "Le armi utilizzate, la spranghetta e il coltello, non sono quelli che utilizzerebbe la criminalità" che ha proprie 'regole': "Per quale motivo uccidere donne e bambini? Ma la logica dove la buttiamo: Azouz dopo la strage dice che era 'il momento migliore della sua vita' e secondo quale logica si può pensare che la criminalità abbia agito e lui non sia terrorizzato?" sono le domande dell’accusa che risuonano in aula.

La difesa: "Sentenze non hanno spiegato i dubbi, ma li hanno nascosti"

"Le sentenze non hanno spiegato i dubbi, ma li hanno nascosti. Vi chiedo di ammettere i testi e accertare i fatti che devono essere accertati" è la richiesta dell’avvocato Fabio Schembri, da sempre accanto a Olindo Romano. "Nelle confessioni dicono che ci sono dettagli che potevano conoscere solo gli assassini, ma quei dettagli li conoscono tutti. Non sapevano i punti di innesco nell'appartamento dei Castagna, sapevano quello che risultava dalle fotografie, parlano di un accendino, ma invece vengono utilizzati più acceleranti. Queste leggende metropolitane che sono andate avanti sono false".

Le confessioni sono "un atto di generosità che compiono entrambi, un atto generoso: Olindo per salvare Rosa e Rosa per salvare Olindo", per il loro 'amore quadrupede' la confessione "è il minore dei mali" per ottenere quella "cella matrimoniale" che è l'unica cosa che vogliono. La difesa conta "243 errori" nelle confessioni da parte dell'ex netturbino e della moglie descritti in sentenza come "intelligenti, capaci, astuti, capaci di mettere in piedi un alibi assai complesso", ma che invece "non sanno cosa è il luminol o le intercettazioni. Rosa non distingue la destra dalla sinistra, non sa leggere, Olindo non sa che l'ergastolo non si dà in cinque minuti, che la pena non si divide in due e non esistono camere doppie in carcere. Le pressioni ci sono state e il giudice della condanna le ha certificate".

La difesa non tergiversa nel definire "falsa" la testimonianza dell'unico sopravvissuto Frigerio che soffre di "amnesia anterograda. Il 15 dicembre del 2020 ricordava, il 20 e il 26 dicembre non ricorda nulla, questo è un dato che corrisponde con l'amnesia", la sua sintetizzando è una "memoria indotta" da domande suggestive. E la traccia di sangue (di Valeria Cherubini, ndr) trovata sull’auto di Olindo Romano, altra prova contro i coniugi, “non c’è mai stata sul battitacco". La foto scattata dai carabinieri "non dice nulla, all'interno del cerchietto rosso, con il numero 3, non c'è luminol, ci vorrebbe Houdinì". Sono alcuni di quei carabinieri, ma anche esperti di fama internazionale e tra i primi testimoni della strage di Erba che si compone l'elenco di persone che si chiede vengano sentiti.

A quasi 13 anni dal verdetto Cassazione è attesa una nuova pronuncia

Da sempre la difesa batte la pista della vendetta legata allo spaccio di droga che in passato ha visto protagonista Azouz Marzouk, marito e padre di due delle vittime della strage dell’11 dicembre del 2006 nel piccolo comune in provincia di Como. "Minacce ce ne furono, Azouz fu massacrato di botte nel carcere di Como, Raffaella era spaventatissima: venne avvicinata, venne minacciata, altro che non ci sono state minacce. Ci furono anche gli accoltellamenti, il cugino di Azouz venne accoltellato per questioni legate al traffico di droga. Non ci inventiamo nulla e non ci vergogniamo di nulla, non possiamo abdicare a dichiarazioni che hanno reso. Abbiamo un testimone che dice che c'era una faida interna e ci dà esattamente un movente alternativo" le parole in aula dell’avvocato Schembri.

Oggi a quasi 18 anni dalla strage di Erba e a circa 13 anni dalla condanna definitiva all'ergastolo decisa dalla Cassazione, che ricalca le due sentenze precedenti, la corte di Brescia è chiamata a stabilire se Olindo Romano e Rosa Bazzi possono tornano a sperare di smontare una sentenza granitica che con la presenza del testimone oculare, di più confessioni e un movente ha finora messo d'accordo tutti i giudici.

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Cronaca

Covid, chi deve fare il vaccino e quando: tutte le risposte

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Si 'riscaldano i motori' della campagna vaccinale, che partirà in contemporanea con quella antinfluenzale i primi di ottobre

Vaccino anti covid - Fotogramma

Nell'ultima settimana sono stati registrati in Italia 9.670 nuovi contagi Covid, in calo del 25% circa rispetto ai 12.876 della settimana precedente. I decessi sono passati invece da 75 a 97, in aumento di circa il 30%. Con questi numeri si 'riscaldano i motori' della campagna vaccinale anti-Covid, che partirà in contemporanea con quella antinfluenzale i primi ottobre. Ma chi dovrà fare il vaccino e quando? E chi ha avuto la malattia da Sars-CoV-2 in estate - quando c'è stato un rialzo dei casi - quando deve fare il vaccino?

Vaccino anti covid, chi e quando? Tutte le risposte

Alla prima domanda ha risposto la circolare del ministero della Salute con le indicazioni per la campagna vaccinale. I pilastri sono la raccomandazione per alcune categorie e l'offerta gratuita comunque per chi vuole fare la dose dei vaccini adattati alla variante JN.1. Alla seconda domanda risponde Roberta Siliquini, presidente della Società italiana di igiene e medicina preventiva e sanità pubblica (Siti). "Per chi ha avuto la malattia Covid in estate e rientra nelle categorie per cui il ministero ha indicato la raccomandazione, le linee guida dell'Oms e della Siti ci dicono che è opportuno fare la dose di richiamo dopo 3 mesi dalla positività al Covid. Quindi - chiarisce all'Adnkronos Salute - chi ha fatto la malattia a luglio-agosto può fare il vaccino, aggiornato all'ultima variante, a novembre".

Il vaccino è quindi raccomandato alle "persone con età superiore a 60 anni; ospiti delle strutture per lungodegenti; donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo post-partum, comprese le donne in allattamento; operatori sanitari e sociosanitari addetti all'assistenza negli ospedali, nel territorio e nelle strutture di lungodegenza; studenti di medicina, delle professioni sanitarie che effettuano tirocini in strutture assistenziali e tutto il personale sanitario e sociosanitario in formazione; persone dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di Covid-19 grave".

"Dobbiamo ricordare - sottolinea Siliquini - che il vaccino non è lo stesso della campagna 2023-2024, ma è aggiornato alla variante JN.1. Quindi non può esserci la scusa 'ma ho fatto la dose lo scorso anno': chi è nelle categorie per cui è raccomandato, è bene che faccia il richiamo da ottobre". Si può fare il vaccino anti-Covid insieme all'antinfluenzale? Sì, anzi è consigliato dagli esperti e infatti la circolare Covid chiarisce che è "possibile la co-somministrazione dei nuovi vaccini aggiornati con altri vaccini (con particolare riferimento al vaccino antinfluenzale), fatte salve eventuali specifiche indicazioni d'uso o valutazioni cliniche".

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Cronaca

Maculopatia ed edema diabetico, studi confermano efficacia...

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Ulteriori evidenze dagli studi Pulsar e Photon presentate al Meeting annuale di Euretina2024 a Barcellona

Maculopatia ed edema diabetico, studi confermano efficacia aflibercept

La degenerazione maculare di tipo neovascolare correlata all'età (nAmd) è una patologia dell'occhio che progredisce rapidamente e che, se non trattata, può portare alla perdita della vista in pochi mesi. Nel mondo 170 milioni di persone sono affette da degenerazione maculare correlata all'età (Amd) e si prevede che questa cifra arriverà a 288 milioni entro il 2040. Circa il 10% delle persone affette da Amd svilupperà la forma avanzata neovascolare. L'edema maculare diabetico (Dme) è una complicanza oculare delle persone affette da diabete che può portare alla perdita della vista e, in alcuni casi, alla cecità. Attualmente, a livello globale, 146 milioni di persone soffrono di retinopatia diabetica (Rd), che può evolvere in una condizione più grave, il Dme che colpisce circa 27 milioni di persone nel mondo. Per questi pazienti una buona notizia arriva dal Meeting annuale della Società europea degli specialisti della retina (Euretina2024), in programma dal 19 al 22 settembre a Barcellona: ulteriori evidenze dagli studi Pulsar e Photon confermano i dati di efficacia e sicurezza duraturi di aflibercept 8 mg intravitreale, con lunghi intervalli di trattamento, in diverse popolazioni di pazienti affetti da nAmd e Dme.

Lo comunica Bayer, presente a Euretina2024 con 3 simposi e 8 abstract per dibattere sui risultati degli studi registrativi nella pratica clinica nella nAmd e nel Dme, mettendo in luce i benefici per i pazienti trattati con aflibercept 8 mg. Aflibercept 8 mg - riporta la nota - è stato sviluppato per ridurre il burden della gestione della patologia e prolungare gli intervalli di trattamento tra le somministrazioni, con un'efficacia e una sicurezza equiparabili a quelle dello standard di cura aflibercept 2 mg. Il successo degli studi clinici registrativi Pulsar e Photon ha portato all'approvazione del farmaco nell'Ue per la nAmd e il Dme, con la possibilità per la prima volta di estendere gli intervalli di trattamento fino a 5 mesi. Inoltre, l'iniziale fase di loading prevede, sempre per la prima volta, solo 3 iniezioni mensili sia per i pazienti affetti da nAmd sia per i pazienti con Dme con ulteriore riduzione del burden.

"Molti dei nostri pazienti necessitano di un approccio prolungato per controllare la loro malattia retinica e preservare la loro capacità visiva. Questo è esattamente ciò che gli studi clinici con aflibercept 8 mg hanno dimostrato e rappresenta un punto di svolta nella cura delle patologie della retina", ha dichiarato Anat Loewenstein, Direttore del Dipartimento di Oftalmologia del Tel Aviv Medical Center.

In questi giorni - si legge nella nota - aflibercept 8 mg ha inoltre ottenuto dal Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell'Agenzia europea dei medicinali (Ema) parere positivo per l'approvazione in Ue della siringa preriempita per la somministrazione di aflibercept 8 mg (114,3 mg/ml soluzione iniettabile). Il nuovo dispositivo (OcuClickTM) offrirà agli oftalmologi una modalità semplice ed efficace per somministrare con precisione la dose da 70 μl di aflibercept 8 mg nelle indicazioni approvate. Questo sistema semplice, maneggevole e accurato porterà notevoli benefici ai pazienti e agli oftalmologi, con la certezza di somministrare in modo rapido e preciso il corretto dosaggio di aflibercept 8 mg.

Aflibercept 8 mg è stato sviluppato da Bayer insieme a Regeneron, che detiene i diritti esclusivi per aflibercept 2 mg e aflibercep 8 mg negli Stati Uniti. Bayer ha in licenza i diritti esclusivi di commercializzazione al di fuori degli Stati Uniti. Aflibercept 8 mg (114,3 mg/ml soluzione iniettabile) è stato finora approvato in oltre 40 Paesi per il trattamento della degenerazione maculare di tipo neovascolare correlata all'età e dell'edema maculare diabetico. In altri Paesi sono in corso richieste di autorizzazione per l'utilizzo di aflibercept 8 mg.

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Cronaca

Corazza (Apiafco): “Pazienti psoriasi aspettano 12...

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"Chiediamo sia inserita nel Piano nazionale di cronicità per dare dignità alla malattia"

Corazza (Apiafco):

"Ben vengano tutte le innovazioni terapeutiche in grado di normalizzare il decorso della psoriasi, anche perché in genere il tempo medio per accedere a trattamenti specifici per noi pazienti è di 12 anni. Un'eternità, se consideriamo che la psoriasi presenta un forte impatto sulla vita quotidiana, in quanto i sintomi sono molto visibili e provocano un senso di vergogna e frustrazione. Parliamo di una malattia cronica e recidivante, ma che non è ancora inserita nel Piano nazionale di cronicità. E' una battaglia che combattiamo da 4 anni per dare 'dignità alla malattia'". Lo ha detto Valeria Corazza, presidente Apiafco-Associazione psoriasici italiani amici Fondazione Corazza, intervendo alla conferenza stampa a Roma sull'approvazione della rimborsabilità per il farmaco deucravacitinib.

"Oggi vivere con la psoriasi non è certamente come quando è stata diagnostica a me che di anni ne avevo 10 - spiega all'Adnkronos Salute - Oggi abbiamo a disposizione tantissime proposte terapeutiche che possono curare chi ha due macchioline ma, soprattutto, quei 250mila pazienti che invece soffrono di psoriasi severe e che per questo motivo possono avere il 90% del corpo coperto da placche oppure localizzate su viso e mani, il nostro biglietto di presentazione. Quindi poter avere più opzioni terapeutiche non è poco". Però, per la rappresentate dei pazienti, "c'è ancora una mancanza di informazione. Come associazione lavoriamo su questo aspetto - sottolinea Corazza - perché moltissime persone continuano a non curarsi, hanno paura degli effetti collaterali delle terapie o le abbandonano, o non sanno in quale centro e a quale specialista affidarsi". "Credetemi, c'è chi non sa dove andare, c'è chi non conosce le bellissime cose che vengono fatte per questa patologia che quando è in forma severa è una malattia devastante", conclude.

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