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Centenario della nascita di Giuseppe Arcaroli, il ricordo dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e del Comune di Verona

Presidente Nazionale dell’Anvcg per oltre 40 anni e ideatore delle Giornate nazionali della vittima civile di guerra

Centenario della nascita di Giuseppe Arcaroli, il ricordo dell'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e del Comune di Verona

Oggi alle 10.30 presso la Sala Renato Gozzi di Palazzo Barbieri, in Piazza Bra 1 a Verona, l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e il Comune di Verona, hanno ricordato, con un evento, Giuseppe Arcaroli nel centenario della sua nascita. Giuseppe Arcaroli, si legge in una nota, è stato Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra per oltre 40 anni, dal 1964 al 2010, rimasto menomato in gioventù in seguito a un bombardamento, la sua vita si è profondamente intrecciata con quella dell’ANVCG. Tra le sue conquiste, l’equiparazione completa, a livello giuridico ed economico, tra le vittime civili di guerra e gli invalidi ex militari, ottenuta nel 1978 dopo anni di battaglie. Arcaroli è stato l’ideatore delle Giornate nazionali della vittima civile di guerra, celebrate per decenni con l’alto patronato del Capo dello Stato. Da questa iniziativa è poi nata, sotto la presidenza del suo successore, la Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo, riconosciuta con legge del 25 gennaio 2017 n. 9, alla quale partecipano ogni 1° febbraio centinaia di Comuni e le istituzioni centrali dello Stato.

L’impegno civile di Arcaroli non si è però limitato alla guida dell’Associazione. Uomo dai modi pacati ed eleganti, colto e animato da una moltitudine di interessi, Arcaroli è stato professore alla Facoltà di Economia e Commercio di Padova-Verona, è stato a lungo assessore e consigliere comunale di Verona, ha diretto per oltre 25 anni, fino al 2007, l’Automobil Club Italiano di Verona ed ancora è stato consigliere dell’Ente Fiere, presidente dell’Ente provinciale per il turismo, consigliere dell’Ente Lirico, commissario straordinario dell’associazione calcio Hellas Verona e socio accademico dell’Accademia di Belle Arti. In considerazione di particolari benemerenze in campo sociale e per l’azione svolta a favore dei giovani, il Capo dello Stato gli ha conferito il 7 dicembre 1978 l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, e il 2 giugno 1980 la Medaglia d’Oro dei benemeriti della Scuola, dell’Arte e della Cultura.

In occasione dell’evento, moderato dalla giornalista Elena Cardinali, è stato proiettato un video che ha riassunto la vita e la carriera in Associazione di Arcaroli. Sono intervenuti Stefano Vallani, Presidente del Consiglio Comunale di Verona, che ha portato i saluti del Sindaco Damiano Tommasi e ha sottolineato l’importanza di una “commemorazione dovuta a una persona che attraverso il suo ruolo politico e la sua presidenza in Associazione ha saputo contribuire con importanti battaglie ai diritti per la categoria, una categoria che aveva bisogno di far sentire la propria voce. In questo ricordo, anche noi amministratori, ritroviamo il senso profondo del nostro impegno odierno per la città”.

Michele Vigne, Presidente Nazionale dell’ANVCG, ha condiviso il suo rapporto con Giuseppe Arcaroli raccontando come lo spronasse ad assumere dirigenziali: “Mi sono sentito guidato da una mano invisibile, la sua (…) Arcaroli mi chiedeva di entrare in Consiglio nazionale ma io declinavo e così presiedevo i Congressi, a Rimini, Viterbo, Arezzo, credo che lo fece per darmi l’autorevolezza di realizzare quello che aveva pianificato per me (…) Carissimo “Bepi” come vedi ci sei riuscito a impegnarmi in Associazione, sapevo che sarebbe finita così e come tuo modesto successore, spero di non deluderti, di continuare a far crescere l’ANVCG, come hai fatto tu, con impegno e passione e mantenerla seria e autorevole”.

Jacopo Buffolo, Assessore alla memoria storica e diritti umani del Comune di Verona, ha ricordato la proficua collaborazione con l’ANVCG anche in occasione della Giornata Nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo. “Grazie all’Associazione per lo stimolo a riscoprire una figura storica cardine della nostra città, è anche questo il senso dellla delega che il Sindaco ha voluto darmi. Approfondire le vicende di Giuseppe Arcaroli ci aiuta a scoprire il percorso democratico che ci ha portato ad oggi e a capire meglio chi siamo”, ha commentato l’Assessore. Adriana Geretto, Vice Presidente Nazionale dell’ANVCG, ha portato un pensiero personale e commosso: “Era un uomo moderno dalle manifeste capacità manageriali che ha tenuto l’Associazione al passo con il mutare dei tempi. Ironico e simpatico, mi chiamava “la mia fanciulla”, mi sembrava di conoscerlo da sempre, ci legava anche l’affetto per il beato Don Carlo Gnocchi”.

Renzo Burro, Consigliere Emerito del Comune di Verona ha ripercorso anni condivisi di impegno politico, è stato proprio lui a sostituirlo allo scranno comunale quando Arcaroli passò alla Provincia: “Verona doveva onorare il suo illustre concittadino “Beppino” come lo chiamavano nel cuore di Veronetta (…) Nel primo dopoguerra i veronesi, pur divisi da scelte politiche, si misero a ricostruire: ci si prese responsabilità collettive, e tra questi c’era Arcaroli, al servizio per migliorare la vita dei cittadini (…) ancora ricordo quando insieme a un gruppo di cittadini ottenemmo di far asfaltare una strada e Arcaroli ci invitò a casa sua per festeggiare il successo con una bicchierata”.

Giuseppe Ticò, già Consigliere Nazionale dell’ANVCG, ha paragonato la delicatezza e l’eleganza dell’oratoria di Arcaroli alle note di Puccini che egli amava molto e ha voluto citare una frase dello stesso Arcaroli che riassume il senso del suo impegno civile e appare ancora oggi attuale e necessaria: “Chi muore ha la speranza del riposo nel cielo, chi sopravvive, smembrato e infelice, ha soltanto la speranza della carità”.

Cristina Arcaroli, infine, ha condiviso un ricordo più intimo, un racconto tenero e ironico delle vicende familiari: “quando entrava in casa il lavoro lo lasciava fuori, è stato un grande uomo ma non si vantava mai di cariche ed onoreficienze, sul lavoro trattava tutti alla pari e voleva ascoltare il parere di ognuno. Era contro raccomandazioni e favoritismi, una volta una persona gli chiese di togliergli una multa e lui per non farlo la pagò di tasca sua. Conobbe la mamma quando fu assunta come direttrice della casa di soggiorno delle vittime civili di guerra, incuriosito dalle lodi che riceveva la invitò a un Congresso e se ne innamorò”.

Durante l’evento è stato letto il messaggio di Monsignor Angelo Bazzari che ha ricordato “l’indimenticabile Arcaroli, che ho frequentato e apprezzato con cordialità e amicizia. Ora dalla balconata dell’eternità del cui regno è meritato inquilino, ci assista e accompagni nel continuare a servire la causa con lo stesso impegno, entusiasmo e competenza”. Elena Cardinali, nel ruolo di moderatrice, ha lanciato l’idea per un’ulteriore passo nel ricordo di Giuseppe Arcaroli: intitolargli una via o una piazza nella sua Verona.

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Cronaca

Non reggono il dolore per il suicidio della figlia: marito...

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I due, un medico e una farmacista, sono stati trovati privi di sensi nel loro garage a Orbassano. La ragazza da bambina avrebbe subito abusi di cui i genitori non si erano accorti

Autoambulanza - Fotogramma

Non hanno retto al dolore per la perdita della figlia che si era suicidata due anni fa e hanno deciso di morire insieme. E’ quanto accaduto a Orbassano, comune della provincia torinese. Vittime due coniugi di 64 e 59 anni, medico lui, farmacista lei, che hanno deciso di togliersi la vita insieme, alcuni giorni dopo aver raccontato il loro dramma a un quotidiano locale, l’Eco del Chisone.

Al giornale la coppia aveva raccontato che la figlia 28 enne si era tolta la vita a seguito di un trauma che avrebbe subito da bambina, quando sarebbe stata vittima di abusi di cui nessuno si era accorto ma che erano venuti alla luce quando la giovane, poco più che ventenne aveva cominciato a soffrire di ansia e attacchi di panico.

Alcuni giorni dopo quella rivelazione i due coniugi sono stati trovati nel garage della loro abitazione, ancora vivi ma in gravi condizioni. La moglie si è spenta in ospedale alcuni giorni dopo il ricovero, il marito il 23 dicembre. Un dramma che ha colpito molto la comunità. Sui social la sindaca, Cinzia Bosso, due giorni fa ha pubblicato una foto con tre candele accese accompagnata dal pensiero ‘Possiate ora riposare in pace tutti e tre insieme, a noi resterà per sempre il vostro ricordo’ mentre, sempre sui social, la farmacia dove la donna lavorava, pubblicando una foto della coppia con la figlia, ha scritto “Adesso sono tutti e tre assieme. Ciao Ale’.

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Cronaca

Giubileo, prefetto Roma: “Coniugare sicurezza e...

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Giannini all'Adnkronos: "Sinergia tra istituzioni è modello da esportare. Grazie ai romani per la loro pazienza, ora continui collaborazione"

Il prefetto di Roma Lamberto Giannini - (Fotogramma)

Sicurezza e serenità. I due punti cardini che il prefetto di Roma Lamberto Giannini a due giorni dall'apertura della Porta Santa, intervistato dall'Adnkronos, vuole vedere viaggiare insieme per tutto il Giubileo. "Sia per la cerimonia solenne del 24 dicembre con l'apertura della Porta Santa sia per la giornata di Natale, che ha visto un afflusso di oltre trentacinquemila persone nella zona di San Pietro, il sistema - sottolinea Giannini - ha funzionato. Dal sopralluogo fatto con il questore e i comandanti provinciali dei carabinieri e della Guardia di Finanza all'apertura dei servizi abbiamo visto come tutto si sta svolgendo in modo molto ordinato. Tutto dà una grande idea di serenità e sicurezza che viaggiano insieme. C'è un sistema non immediatamente visibile, con un'attività di prevenzione, di controlli nelle strutture ricettive, all'attività informativa a quello di controllo alle persone, alle attività svolte attraverso le varie specialità, dalle unità cinofile ai tiratori scelti".

Gli eventi giubilari porteranno nella Capitale milioni di pellegrini e Giannini vede una capitale pronta. "Roma è pronta ad accoglierli, ad accoglierli in sicurezza. Una città che si è preparata molto e che - ricorda - ha una grande tradizione di accoglienza. Le stime parlano di 35 milioni di persone attese ma immagino picchi di presenze in prossimità di eventi particolarmente significativi come il Giubileo dei giovani, degli adolescenti, delle confraternite, dei lavoratori". Importante il dispiegamento di forze dell'ordine previsto. "Nella giornata di ieri erano impegnate 700 tra donne e uomini delle forze dell'ordine e si avrà uno standard di presenze e di controllo molto importante - spiega il prefetto della Capitale - Le zone nevralgiche saranno quelle di San Pietro e più in generale i luoghi di aggregazione ma - chiarisce - non saranno trascurate le periferie per rendere la città più accogliente e sicura possibile in ogni luogo".

Da più parti, a cominciare dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è stato elogiato il ‘metodo Giubileo’, che ha visto lavorare insieme schieramenti opposti e che ha portato alla chiusura dei cantieri in tempo per l’apertura della Porta Santa. "E' un modello da esportare, da ripetere - sottolinea Giannini - Sono sempre stato un fautore, per quello che riguarda il mio campo che è quello delle forze di polizia, del coordinamento, dell'agire in sinergia. E ancora più da prefetto di Roma quello che è importante è il sistema, nella Capitale c'è stato un lavoro di grande coesione: la squadra Stato deve agire compatta, così come ha fatto, verso gli obiettivi comuni".

Monitoraggi e attività prevenzione antiterrorismo

L’attentato di Magdeburgo ha riacceso i timori per i possibili propositi terroristici di ‘lupi solitari’. "C'è un sistema che a fronte di una minaccia così importante è sempre in piena attività", spiega Lamberto Giannini che ha alle spalle un'importante esperienza nel contrasto al terrorismo. Sono in corso "monitoraggi della rete, si sta operando con attività di prevenzione e informativa. Al momento non ci sono segnalazioni specifiche ma Roma - ricorda - da sempre mantiene altissima l'attenzione".

Controlli aumentati anche sul fronte dei reati come rapine, truffe e borseggi che rischiano di crescere con l’arrivo di milioni di pellegrini. "Sono stati implementati servizi che già importanti, anche in borghese - spiega - e negli ultimi tempi sui borseggi sulle metropolitane sono stati eseguiti numerosi arresti. Si lavorerà anche sul fronte della prevenzione con un'attività che richiami l'attenzione sui possibili rischi dove ci sono situazioni di affollamento per mantenere alta l'attenzione". Un evento, il Giubileo della Speranza, che ha visto cantieri sparsi per la città con ripercussioni sulla vita dei romani. "I cittadini romani vanno prima di tutto ringraziati per la loro pazienza. Cittadini che hanno sempre dimostrato anche una grande collaborazione con le forze dell'ordine, un'attenzione che chiediamo in maniera particolare per segnalare eventuali anomalie. Tutti possono contribuire alla sicurezza", spiega.

Forze dell'ordine impegnate sul fronte sorveglianza di siti e possibili obiettivi sensibili legati anche alla comunità ebraica nella città di Roma. "C'è sempre stata grandissima attenzione, con un aumento di questi servizi a partire dal 7 ottobre e poi con la guerra a Gaza. Stiamo continuando a mantenere alta l'attenzione", spiega il prefetto. Capitale che ospita frequenti manifestazioni anche con un numero importante di partecipanti. Ma il prefetto Giannini non si dice preoccupato della concomitanza con gli eventi del Giubileo. "E' già stato sottoscritto un protocollo con diverse organizzazioni sindacali e sono assolutamente ottimista che anche con chi non ha inteso al momento aderire si troverà una mediazione e una soluzione". Per quanto riguarda il tema degli affitti brevi, delle key-box e della circolare indirizzata alle prefetture sull''identificazione da remoto' degli ospiti nelle strutture ricettive, Giannini ha spiegato che sono in corso diversi controlli. "La circolare ha ribadito un concetto molto chiaro che per assicurare la sicurezza bisogna avere la certezza dell'identità di chi viene ospitato e segnalare la sua presenza alle autorità. I controlli sono in corso e - dice Giannini - abbiamo già fatto le prime sanzioni".

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Cronaca

Torino, papà dona parte del suo fegato e salva la figlia di...

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L’intervento all’ospedale Molinette della Città della Salute

Torino, papà dona parte del suo fegato e salva la figlia di 11 mesi

Come regalo di Natale un papà greco di 31 anni ha donato parte del suo fegato salvando così la figlia di 11 mesi affetta da una grave cirrosi epatica scompensata, esito del fallimento di due precedenti interventi chirurgici eseguiti in Grecia nel tentativo di riparare la malformazione da cui era affetta, l’atresia delle vie biliari. E’ successo all’ospedale Molinette di Torino dove nei giorni scorsi è stato eseguito il primo trapianto di fegato pediatrico in Piemonte, nell’ambito di una specifica collaborazione attiva tra Italia e Grecia, sotto l’egida del Centro Nazionale Trapianti (Cnt) di Roma. L’Hellenic Transplant Organization di Atene ha inviato richiesta al Cnt di Roma di attivazione dell’accordo tra Italia e Grecia, valido per lo scambio di pazienti con necessità di trapianto e di organi idonei per trapianto.

Il Centro Regionale Trapianti del Piemonte-Valle d’Aosta, interpellato dal CNT, ha inoltrato la richiesta al professor Renato Romagnoli, direttore del Dipartimento Trapianti della Città della Salute che ha dato subito parere favorevole alla presa in carico ed al trasferimento della bambina e dei suoi familiari a Torino.

Lo scorso agosto la bimba è arrivata all’ospedale Infantile Regina Margherita dove è stata presa in cura dal dottor Pierluigi Calvo direttore della Gastroenterologia pediatrica e una volta completate le necessarie pratiche burocratiche e le valutazioni mediche di bilancio per trapianto, la bimba è stata inserita nella lista d’attesa nazionale italiana per trapianto di fegato pediatrico.

Dopo una ventina di giorni senza aver ricevuto valide offerte di donazione di fegato da soggetto deceduto, il papà della bimba ha deciso di donare la parte di fegato necessaria per salvare la vita della sua bimba e con il supporto della Direzione sanitaria dell'ospedale Molinette le pratiche di autorizzazione del trapianto con donazione da vivente sono state espletate in tempi record. Entrambi gli interventi (di prelievo di fegato sinistro dal papà e di trapianto nella bimba) si sono svolti in contemporanea presso il blocco operatorio della Chirurgia Trapianto Fegato dell’ospedale Molinette. Le procedure chirurgiche sono durate circa 16 ore. Molto complesso è’ stato l’impianto del fegato nella piccola paziente (di meno di 8 kg di peso), in quanto la severa ipoplasia della sua vena porta ha richiesto la sostituzione con prelievo ed autotrapianto di vena giugulare della bambina stessa.

Dopo una degenza della bimba di 5 giorni in terapia intensiva presso la Rianimazione Centrale delle Molinette, attualmente entrambi i pazienti operati stanno bene. Il papà è stato dimesso. La bimba è degente presso l’Area Semintensiva Chirurgica del professor Romagnoli. "La sanità piemontese si conferma un punto di riferimento di eccellenza per la sanità italiana ed anche internazionale, soprattutto nel campo dei trapianti. Un grande applauso ai nostri professionisti ed al papà che, con un grande gesto, ha salvato la vita della piccola figlia come miglior dono di Natale”, commenta l’assessore regionale, Federico Riboldi e il dg della Città della Salute, Giovanni La Valle aggiunge: “ancora una volta una grande Azienda ospedaliero-universitaria italiana come la Città della Salute di Torino è riuscita in tempi rapidi a dare una risposta efficace ad un così grave problema di salute di una bambina proveniente da un altro Paese dell'Unione Europea".

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