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Ue, confronto “intenso” Von der Leyen-Ecr. Metsola cerca la riconferma a Strasburgo
La presidente della Commissione ha incontrato il gruppo dei Conservatori e Riformisti e, a quanto apprende l'Adnkronos, ha chiesto un approccio "molto pragmatico" e "molto aperto tecnologicamente" al Green Deal. Mantovano: "Lei ha fatto la sua parte, faremo le nostra valutazioni". In corso le votazioni al Parlamento europeo
Trattative in Ue per raccogliere i voti necessari per la guida della Commissione europea che vede Ursula von der Leyen ricandidata, e la presidenza del Parlamento di Strasburgo con l'uscente Roberta Metsola a caccia del bis in questi minuti.
"E' stata un'ora intensa"
Questa mattina alle 9 von der Leyen ha incontrato il gruppo Conservatori e Riformisti Europei (Ecr) al Parlamento Europeo. "E' stata un'ora intensa", ha detto la presidente della Commissione dopo l'incontro.
A quanto apprende l'Adnkronos, von der Leyen ha detto che occorre avere un approccio "molto pragmatico" e "molto aperto tecnologicamente" al Green Deal. La presidente ha fatto riferimento all'Inflation Reduction Act statunitense, ricordando che anche altri Paesi, come Cina e i Paesi del Golfo, stanno investendo massicciamente nelle tecnologie pulite. "Il futuro è lì e dobbiamo stare al passo", ha aggiunto.
La presidente, apprende l'Adnkronos, ha anche detto che pensa di nominare un "vicepresidente" dell'esecutivo Ue che "coordini" il lavoro per "ridurre la burocrazia" in Europa.
Quindi ha parlato di TikTok, il social network specializzato nella condivisione di brevi video controllato dalla cinese Bytedance che la preoccupa "molto". Secondo von der Leyen, mentre nell'Ue TikTok è "scuro, depressivo, negativo", in Cina è "positivo, illuminante, positivo". Così, ha aggiunto, non può continuare, anche perché gli anni dell'adolescenza sono molto importanti per le "funzioni cerebrali" e per lo sviluppo della personalità".
Mantovani: "Faremo le nostre valutazioni"
Durante l'incontro con il gruppo dell'Ecr la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen "ha presentato il proprio programma e i propri progetti. Quindi, ora faremo le nostre debite valutazioni". Von der Leyen "ha risposto a modo proprio, tenendo fede al suo progetto e ai programmi che ha presentato", riferisce l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Mario Mantovani. Von der Leyen "ha fatto la sua parte. Ora faremo le nostre valutazioni".
Van Overtveldt: "Risposte non del tutto soddisfacenti"
Per gli indipendentisti fiamminghi dell'N-Va, del gruppo Ecr, "il mood sta andando nella direzione giusta. Le risposte" di Ursula von der Leyen "non sono state veramente soddisfacenti, ma andavano nella giusta direzione", ha detto Johan van Overtveldt, dell'N-Va, dopo l'incontro a Strasburgo tra il gruppo dei Conservatori e la presidente della Commissione, in corsa per la riconferma.
L'appello di Metsola
"Se mi date fiducia, non vi deluderò", ha assicurato Roberta Metsola rivolta alla plenaria a Strasburgo prima che in aula iniziasse il voto per la nuova presidenza. L'unica concorrente oltre a lei è Irene Montero, eurodeputata spagnola di Podemos, candidata dalla Sinistra.
Sostegno di Ecr a Metsola
Ecr già nella tarda serata di ieri, dopo una riunione del gruppo a Strasburgo, ha annunciato che la stragrande maggioranza dei suoi membri voterà a favore della rielezione dell'attuale presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola. Per il copresidente Nicola Procaccini "Roberta Metsola ha dimostrato il suo impegno per il dialogo e la sua apertura all'equilibrio e al compromesso, anche quando ci sono forti differenze di opinione. È in grado di costruire ponti e di trovare un terreno comune tra gli schieramenti politici".
Per il copresidente Joachim Brudzinski "Metsola ha molte delle qualità di cui una presidente del Parlamento ha bisogno: è pragmatica e orientata al consenso. Anche il suo impegno nei confronti dell'Ucraina è notevole. Questi punti costituiscono la base del nostro sostegno a lei rielezione." Nel corso dell'incontro i conservatori hanno anche deciso di proporre gli eurodeputati Roberts Zile e Antonella Sberna come candidati per i 14 posti di vicepresidente del Parlamento europeo. Inoltre, Kosma Złotowski è stato nominato candidato dell'Ecr per uno dei cinque questori. Stamani si tiene l'elezione del presidente del Parlamento, oggi pomeriggio quella dei vicepresidenti. Domattina i deputati eleggeranno i questori.
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Ucraina, ecco gli Storm Shadow: i missili per colpire la...
Hanno una gittata superiore ai 250 km, Kiev può colpire in profondità
L'Ucraina si appresta a colpire obiettivi in Russia con gli Storm Shadow, missili da crociera franco britannici con una gittata potenzialmente superiore ai 250 chilometri. Le armi prodotte dalla MBDA possono rappresentare un 'game changer' nella fase attuale della guerra e fornire un vantaggio sensibile a Kiev. I missili sono stati già forniti all'Ucraina da Londra e Parigi, ma ora lo stop al loro impiego in territorio russo dovrebbe essere cancellato. I missili, che possono essere montati sotto le ali dei Sukhoi Su-24 ucraini, saranno lanciati da posizioni più avanzate, se si considera che reparti ucraini da oltre un mese controllano una porzione della regione russa di Kursk.
Come funziona uno Storm Shadow, cosa colpirà in Russia
Il missile Storm Shadow, sviluppato sin dal 1994, oggi è considerato il sistema ideale per penetrare nei bunker blindati e nei magazzini di munizioni in Russia. Ogni missile costa quasi un milione di dollari, quindi vengono usati usualmente in attacchi ben pianificati, come il raid contro la base della Flotta del Mar Nero a Sebastopoli. Gli Storm Shadow, una volta programmati con le coordinate dell'obiettivo, sono totalmente autonomi. Le coordinate non possono essere modificate in volo, per questo tali missili vengono impiegati prevalentemente contro edifici e strutture individuati come target.
Kiev chiede di poterli usare contro le basi militari russe lontane dal confine, in Russia, da cui sono lanciati gli attacchi con bombe plananti o aerei. Con i droni l'Ucraina riesce infatti ad arrivare anche molto in profondità in territorio russo. Ma possono portare solo un carico di piccole dimensioni e molti vengono intercettari.
Per questo l'Ucraina ha bisogno dei missili come gli Storm Shadow, o degli Atacms americani, che hanno una gittata ancora superiore. Tuttavia, Mosca ha spostato in questi mesi le basi o gli obiettivi importanti ancora più a est per renderli irraggiungibili anche ad attacchi condotti con missili.
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Ucraina, missili Storm Shadow per colpire Russia. Putin:...
Oggi il vertice tra Biden e Starmer a Washington: verso il sì all'uso di missili britannici per colpire obiettivi russi
L'Ucraina chiede l'ok per usare missili occidentali nel territorio della Russia, Vladimir Putin minaccia una risposta adeguata di Mosca in caso di "coinvolgimento della Nato". A Washington, nella giornata di venerdì, si incontrano il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il premier britannico Keir Starmer.
Secondo le news diffuse dal Times e dal Guardian, si profila un via libera 'a metà' per Kiev: le forze armate ucraine potranno utilizzare i missili britannici Storm Shadow in territorio russo, mentre non dovrebbe arrivare l'ok di Biden all'utilizzo senza limiti dei missili Atacms, che hanno una gittata di 300 km come gli Storm Shadow, che impiegano anche tecnologia americana.
Come ha fatto intendere il segretario di Stato americano Antony Blinken nella sua visita a Kiev, il piano per revocare alcuni limiti all'uso delle armi donate all'Ucraina è in dirittura d'arrivo. L'accelerazione è arrivata con la conferma del ruolo assunto dell'Iran, che fornisce missili balistici alla Russia: l'escalation c'è già stata, dice Blinken, e la responsabilità è di Vladimir Putin.
Kiev potrebbe lanciare i missili da posizioni avanzate, considerando che continua ad occupare una considerevole fetta della regione russa di Kursk. Mosca, attraverso le parole del ministro degli Esteri Sergei Lavrov, annuncia l'avvio delle operazioni per respingere i soldati ucraini al di là del confine.
"E' iniziata l'offensiva russa", conferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che non appare particolarmente sorpreso dagli sviluppi sul campo: la situazione "è coerente con il piano ucraino", dice senza fornire altri elementi.
La minaccia di Putin
Dalla Russia, intanto, quasi quotidianamente arrivano le minacce di Putin. Se l'Ucraina potrà usare le armi fornite da Usa e Regno Unito contro obiettivi in Russia, i paesi della Nato saranno in guerra con Mosca, tuona il presidente russo promettendo una risposta adeguata.
"La diretta partecipazione dell'Occidente cambia l'essenza del conflitto in Ucraina. La Russia sarà costretta a prendere decisioni basate sulle minacce che vengono poste in questo modo", dice Putin, proponendo uno scenario che delinea una responsabilità diretta dei paesi del Patto Atlantico. "Solo le forze armate della Nato" sono in grado di utilizzare i missili al centro della situazione, mentre "le forze armate ucraine" non ne hanno la capacità.
"Quindi il punto non è se permettere al regime ucraino di colpire la Russia con queste armi - dice il leader russo - Si tratta di decidere se i Paesi della Nato sono coinvolti direttamente in un conflitto militare oppure no. Se questa decisione verrà presa, non significherà altro che la partecipazione diretta dei paesi della Nato - Stati Uniti, Paesi europei - nella guerra in Ucraina" e quindi nella "guerra contro la Russia".
Washington e Londra hanno già deciso?
I messaggi del leader del Cremlino, in realtà, non sembrano in grado di fermare un treno già in corsa. L'ok angloamericano all'uso di missili occidentali contro obiettivi russi è questione di giorni, se non di ore. Devono ancora essere definiti i dettagli del piano ma negli ultimi giorni ne stanno parlando insieme non solo funzionari americani ma anche britannici e ucraini.
C'è stato un significativo cambio di toni nei colloqui sul dossier dall'inizio dell'estate. Lo scorso giugno il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan aveva indicato che gli Stati Uniti avrebbero potuto decidere di estendere l'area in cui gli ucraini avrebbero potuto colpire in Russia, usando armi americane.
"Non è una questione di geografia, ma di buon senso. Se la Russia attacca, o sta per attaccare, l'Ucraina dal suo territorio, è solo buon senso lasciare che l'Ucraina risponda", aveva dichiarato. Nel giorni scorsi, Biden ha risposto a chi gli chiedeva se gli americani erano pronti a sollevare le restrizioni: "Ci stiamo lavorando proprio ora".
Perché gli Atacms no
Lo scorso maggio, dopo l'incursione delle forze di Mosca oltre il confine, nella regione ucraina di Kharkiv, gli Stati Uniti avevano autorizzato l'uso di alcune armi per colpire il territorio russo, ma non con missili a lungo raggio e con una serie di caveat. I limiti all'uso dei missili in territorio russo sono stati introdotti per evitare una escalation delle tensioni con Mosca e perché la Russia ha comunque spostato troppi possibili obiettivi importanti oltre la gittata di tali armi.
La prudenza degli Usa fino a ora è giustificata dal fatto che gli Atacms, prodotti dalla Lockheed Martin, non sono più acquistati dall'esercito americano: l'inventario è limitato e prossimo al punto in cui gli Stati Uniti potrebbero avere problemi con le loro riserve. Ne vengono ancora prodotti alcune centinaia di unità l'anno, ma sono vendute all'estero. Il nuovo sistema, Precision Strike Missile, ha cominciato solo ora a essere dispiegato ma in numeri limitati.
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Trump: “Non ci sarà terzo dibattito”. Harris...
L'ex inquilino della Casa Bianca attacca: "Quando un pugile perde un incontro vuole la rivincita"
''Non ci sarà un terzo dibattito'' dopo quello con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e con la sua vice presidente Kamala Harris. Lo ha scritto l'ex inquilino della Casa Bianca e candidato repubblicano Donald Trump sul suo social Truth.
"Kamala dovrebbe concentrarsi su ciò che avrebbe dovuto fare durante gli ultimi quattro anni. Non ci sarà nessun terzo dibattito'', ha scritto Trump in un lungo post su Truth Social.
"Quando un pugile perde un incontro, le prime parole che gli escono dalla bocca sono: 'Voglio una rivincita'", ha scritto Trump. "I sondaggi mostrano chiaramente che ho vinto il dibattito contro la compagna Kamala Harris, la candidata della sinistra radicale dei democratici, martedì sera, e lei ha immediatamente chiesto un secondo dibattito", ha aggiunto.
Harris: "Lo dobbiamo agli elettori"
"Penso che abbiamo il dovere nei confronti degli elettori di organizzare un altro dibattito'', ha invece dichiarato Kamala Harris dopo essere salita sul palco per il suo comizio elettorale a Charlotte, nella Carolina del Nord. Entrata sulle note di Freedom di Beyoncé, la colonna sonora della sua campagna, e tra gli applausi scroscianti del pubblico, Harris ha calmato i suoi sostenitori dicendo: "Ok, abbiamo del lavoro da fare. Lo faremo nella Carolina del Nord?".
Dibattito Harris-Trump visto da oltre 67 milioni
Sono oltre 67 milioni i telespettatori che martedì sera hanno assistito al dibattito televisivo tra la vice presidente americana Kamala Harris e il candidato repubblicano Donald Trump. Lo rende noto Nielsen, spiegando che 67,1 milioni di telespettatori hanno visto su 17 reti il dibattito a Philadelphia, ospitato da Abc News. Si tratta di un dato nettamente superiore rispetto a quanti hanno visto il dibattito tra Trump e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, 51 milioni a giugno sulla Cnn.
Ma il primo dibattito tra Biden e Trump, nel 2020, aveva attirato più di 73 milioni di persone su tutte le reti televisive. Il record risale però al 2016, quando 84 milioni di persone si sono sintonizzate sul primo confronto di dibattito tra Hillary Clinton e Trump.