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Cultura

Renzo Piano a New York: l’influenza...

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Renzo Piano a New York: l’influenza dell’architetto sulla Grande Mela

Renzo Piano a New York: l'influenza dell'architetto sulla Grande Mela

in collaborazione con Gruppo Evenit

Renzo Piano, uno degli architetti più celebri al mondo, ha lasciato la sua impronta indelebile anche nel panorama architettonico di New York. Le sue opere nella città riflettono la sua visione innovativa dell’architettura, che coniuga estetica, funzionalità e sostenibilità.

Vediamo allora di conoscere da vicino le principali opere di Renzo Piano a New York, analizzandone le caratteristiche architettoniche e la loro capacità di inserirsi nel contesto urbano.

Whitney Museum of American Art

Situato al 99 di Gansevoort Street, nel Meatpacking District di Manhattan, il Whitney Museum of American Art è stato inaugurato nel 2015 e incarna in pieno lo stile innovativo e al tempo stesso funzionale di Renzo Piano, che ha concepito un edificio che integra perfettamente l'arte contemporanea con il contesto urbano circostante.

L'edificio del Whitney Museum è infatti caratterizzato da una struttura asimmetrica e dinamica, con un uso abbondante di vetro e acciaio, che consente un'ampia illuminazione naturale. Questo design non solo mette in risalto le opere d'arte esposte, ma crea anche un collegamento visivo tra l'interno del museo e la città. Le terrazze esterne, collegate da una serie di scale e rampe, offrono spazi per l’esposizione di sculture all'aperto e per splendide viste panoramiche sulla città.

Il museo è composto in tutto da otto piani. Le gallerie espositive, flessibili e aperte, permettono al museo di ospitare una vasta gamma di mostre d'arte contemporanea e moderna. Proprio questo approccio flessibile rispecchia la filosofia di Piano per la progettazione di spazi che possano adattarsi alle esigenze mutevoli dell'arte e della comunità.

Il Whitney non è solo un esempio di eccellenza architettonica, ma anche un centro culturale vitale per New York City: ospita una vasta collezione di arte americana del XX e XXI secolo, con opere di artisti come Edward Hopper, Georgia O'Keeffe e Jasper Johns.

Visitarlo quindi significa non solo inoltrarsi all’interno di una magnifica costruzione architettonica, ma anche venire a contatto con alcuni mostri sacri dell’arte americana. I biglietti per gli adulti costano 30 dollari ma è possibile risparmiare sul biglietto d’ingresso utilizzando i city pass per le attrazioni di New York.

The New York Times Building

Completata nel 2007, la sede del New York Times è un imponente grattacielo situato al 620 dell’Ottava Avenue, nel cuore di Midtown Manhattan, vicino a Times Square. Progettato da Renzo Piano insieme allo studio d’architettura Fox & Fowle, l'edificio rappresenta un notevole esempio di architettura moderna e sostenibile. Alto 319 metri, inclusa la sua antenna, è uno dei grattacieli più distintivi di New York.

L'importanza architettonica del New York Times Building risiede nella sua facciata innovativa, composta da una parete di vetro e da barre in ceramica. Queste barre, circa 186000, sono posizionate davanti alla parete di vetro per ridurre il calore e l'intensità della luce solare diretta, pur mantenendo un aspetto trasparente e luminoso. La trasparenza del vetro invece simboleggia l'impegno del New York Times per l'onestà e la trasparenza nel giornalismo.

Renzo Piano ha voluto creare un edificio che non solo fosse funzionale, ma che interagisse con l'ambiente circostante in modo sostenibile. Il design cruciforme e la struttura in acciaio, visibile agli angoli dell'edificio, aggiungono un elemento estetico unico. La scelta di utilizzare acciaio riciclato per oltre il 95% delle travi è un ulteriore esempio dell'approccio ecologico adottato nella costruzione.

L'edificio è stato progettato per essere un green building, riducendo significativamente il consumo energetico rispetto ad altri edifici di dimensioni simili. Nonostante la mancanza della certificazione ecologica LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), gli studi hanno comunque dimostrato che il New York Times Building utilizza meno della metà dell'energia per il riscaldamento rispetto alla media, riducendo in modo significativo i consumi e il dispendio energetico.

In sintesi, il New York Times Building non è solo la sede di uno dei quotidiani più influenti al mondo, ma anche un capolavoro di design moderno e sostenibile, che riflette la visione innovativa di Renzo Piano per un futuro più green. Differentemente dal Whitney Museum, questo edificio, almeno allo stato attuale, non può essere visitato all’interno, tuttavia ammirarlo dall’esterno è già di per sé una bella esperienza.

The Morgan Library & Museum Expansion

La Morgan Library, ubicata a Midtown Manhattan, al 225 di Madison Avenue, è una biblioteca storica di New York risalente al 1906, un edificio splendido, in cui nel tempo si è però manifestata la necessità di aumentare lo spazio espositivo e migliorare l'accessibilità.

Renzo Piano, a cui è stato affidato il progetto di espansione, ha “ridisegnato” la struttura della biblioteca nel 2006, spostando l’accesso principale e aggiungendo nuove aree espositive.

Il design di Piano è caratterizzato da trasparenza e leggerezza, avvalendosi della luce naturale per illuminare il museo. I padiglioni in vetro non solo forniscono una connessione visiva con il paesaggio urbano circostante, ma creano anche un ambiente interno piacevole e sereno. L'elemento centrale dell'espansione è l'atrio vetrato, che funge da nuovo ingresso e spazio di ritrovo per i visitatori.

Questo atrio si fonde armoniosamente con gli edifici storici, mantenendo la loro grandezza e introducendo al contempo un'estetica contemporanea. L'espansione del Morgan Library & Museum ha ricevuto ampi consensi per la sua importanza architettonica e per la capacità di bilanciare la conservazione del passato con l'innovazione.

Columbia University, Manhattanville Campus

Renzo Piano ha anche lavorato al progetto del nuovo campus della Columbia University  a Manhattanville Questo progetto, iniziato nel 2003 e ancora in corso, prevede la creazione di diversi nuovi edifici accademici. Uno dei più noti è il Jerome L. Greene Science Center, che ospita il Mortimer B. Zuckerman Mind Brain Behavior Institute.

La visione architettonica di Piano per il Campus si concentra su trasparenza, sostenibilità e integrazione con il tessuto urbano. Gli edifici progettati sono caratterizzati da ampie vetrate che permettono una connessione visiva tra l'interno e l'esterno, favorendo un senso di apertura e interazione. Questa scelta stilistica non solo promuove la trasparenza, ma consente anche di sfruttare al meglio la luce naturale, riducendo così il consumo energetico.

Il campus è stato progettato per ottenere la certificazione LEED attraverso l'uso di materiali eco-compatibili, sistemi avanzati di gestione delle acque e l'implementazione di tecnologie per il risparmio energetico.

Il Manhattanville Campus è anche un esempio di come l'architettura possa influenzare positivamente la comunità locale; infatti, gli spazi aperti e accessibili al pubblico, come piazze e parchi, sono stati progettati per essere luoghi di incontro e scambio culturale, favorendo l'inclusione sociale e la vivacità del quartiere.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Cultura

Maxxi, Raffaella Docimo farà le veci di Giuli e scatta il...

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Nel ventaglio di ipotesi l'ex presidente della Quadriennale di Roma Umberto Croppi e il direttore della Pinacoteca di Brera Angelo Crespi

Raffaella Docimo

Sarà Raffaella Docimo a fare le veci di presidente della Fondazione Maxxi, ruolo rivestito finora da Alessandro Giuli nominato ministro della Cultura in sostituzione del dimissionario Gennaro Sangiuliano.

Docimo - giornalista pubblicista, membro dell'associazione Amici del Maxxi dal 2016 e docente universitaria e recentemente candidata alle elezioni europee nelle liste di Fratelli d'Italia - è la consigliera anziana del Cda della Fondazione. Sarà lei a gestire il Maxxi dopo l'uscita di Giuli almeno fino alla nomina di un nuovo presidente. E probabilmente non sarà una parentesi breve. Da quanto apprende l'Adnkronos, al Mic travolto dal caso Sangiuliano hanno sul tavolo non poche questioni. A partire dall'organizzazione dell'imminente G7 della Cultura a Napoli.

Nel frattempo negli uffici di via del Collegio Romano è già scattato il toto-nomi. Identificare una figura che abbia le caratteristiche giuste per ricoprire il ruolo di presidente della Fondazione Maxxi, lasciata scoperta dal giornalista neo ministro, non è cosa facile. Lo scenario che si prospetta può avere due direzioni. Una è quella di proseguire sulla linea di una figura di intellettuale, come quella di Giuli. Ma c'è anche la possibilità che il ministero si orienti ora su una figura più 'manageriale', che lasci dunque la parte culturale al direttore artistico e punti maggiormente sull'aspetto di sviluppo economico dell'istituzione museale.

A quanto apprende l'Adnkronos, sono già al vaglio in queste ore diversi curriculum di manager con esperienza. Se però si proseguirà sulla linea della figura di un 'tecnico', sono diversi i nomi che potrebbero essere 'papabili' per guidare il Maxxi. Nel gioco del toto-nomi, uno potrebbe essere quello di Umberto Croppi, ex assessore capitolino alla Cultura della Giunta Alemanno ed ex presidente della Quadriennale di Roma fino al 2023. Piace anche il direttore della Pinacoteca di Brera, Angelo Crespi, docente e manager culturale di lungo corso, al quale a quel punto si chiederebbe di trasferirsi nella Capitale.

Nel frattempo, l'attività di ordinaria amministrazione della macchina museale del Maxxi verrà ora portata avanti da Raffaella Docimo e dallo staff del museo. "Gli uffici sono a pieno regime", rassicurano fonti interne alla Fondazione.

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Cultura

‘Il Milione’ di Marco Polo ritrovato,...

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L'eccezionale scoperta nella Biblioteca Diocesana Ludovico Jacobilli di Foligno

'Il Milione' di Marco Polo ritrovato, individuato nuovo manoscritto

Eccezionale ritrovamento in occasione dei 700 anni dalla morte di Marco Polo (1254-1324): nella Biblioteca Diocesana 'Ludovico Jacobilli' di Foligno (Perugia) è tornato alla luce un manoscritto del "Devisement dou monde/Milione" presente nei cataloghi ma ignoto agli studiosi (è assente da tutti i censimenti del "Milione") che risulta essere l'ultimo dei codici oggi noti in ordine di tempo del testo del grande viaggiatore veneziano (sono 145 raggruppati in diverse famiglie).

Il ritrovamento, che si inserisce nel più ampio lavoro sul "Milione" coordinato da Eugenio Burgio, Marina Buzzoni e Samuela Simion dell’Università Ca' Foscari di Venezia e Antonio Montefusco dell'Università di Nancy, riveste notevole interesse perché aggiunge nuove importanti informazioni riguardo alla trasmissione del testo e alle sue varie versioni.

Il manoscritto è conservato nella Biblioteca Diocesana di Foligno con segnatura "Jacobilli A.II.9" e trasmette la traduzione che gli studiosi chiamano VA, realizzata entro il primo quarto del Trecento nell'Italia nord-orientale. L'importanza di questa traduzione, spiegano i docenti universitari autori della scoperta, risiede soprattutto nell'ampiezza della sua diffusione: il testo di VA venne infatti sottoposto a numerose traduzioni, sia in latino che in volgare, tanto che gran parte dei manoscritti superstiti è, direttamente o indirettamente, una sua emanazione. Essa è quindi la versione in cui il libro di Marco Polo venne più letto e conosciuto in Europa.

La traduzione VA ebbe una prima circolazione in area emiliana e lombarda, anche se poco sappiamo dell’ambiente in cui venne prodotto. In questo manoscritto inoltre il traduttore non esita a tagliare informazioni eterodosse o scabrose, ciò suggerisce che provenga da un ambiente religioso.

Il manoscritto è stato segnalato da Fabio Soncin, dottorando del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati dell'Università Ca' Foscari di Venezia (sotto la supervisione di Marina Buzzoni), che lo aveva visionato durante una visita a Foligno, mentre è il bibliotecario Ivan Petrini che dalla Biblioteca di Foligno ne ha dato una prima presentazione: manoscritto quattrocentesco, scritto da una sola mano in una minuscola umanistica, è un cartaceo di 110 carte, privo delle carte iniziali e di alcune carte interne. La sua origine e la sua storia sono oscure: fa parte dell'ampio corpus donato da Ludovico Jacobilli (1598-1664) alla biblioteca tra il 1662 e il 1664, ma non è chiaro dove e quando l’erudito folignate ne sia entrato in possesso.

Il professor Simion dell'Università Ca' Foscari, ha riconosciuto la traduzione VA nel codice e il suo lavoro di trascrizione ha già permesso di riconoscere le particolarità e l’importanza del ritrovamento. Solo nei prossimi mesi si potrà aggiungere qualche informazione sulla posizione del manoscritto all’interno della tradizione manoscritta del "Milione", in attesa di uno studio più ampio che sarà pubblicato su una delle riviste principali del settore.

Il ritrovamento avviene pochi giorni prima del convegno "Marco Polo, il libro e l'Asia. Prospettive di ricerca vent'anni dopo", organizzato dall'Università Ca' Foscari a Venezia (Auditorium Santa Margherita – Emanuele Severino), dall'11 al 14 settembre, iniziativa che rientra nel programma ufficiale delle celebrazioni per i 700 anni della morte dell'esploratore veneziano e sostenuta dal Comitato Nazionale, dal Ministero della Cultura, con il patrocinio di Rai Veneto e Rai Cultura.

Una sessione del convegno sarà dedicata all'edizione digitale dell'opera del grande viaggiatore. Tra le attività dell'anno dedicato a Marco Polo anche la pubblicazione della prima edizione digitale dell'opera di Marco Polo, resa disponibile agli studiosi di tutto il mondo e pubblicata da Edizioni Ca' Foscari in open access e open source.

L'ambiente digitale riesce a valorizzare molto meglio del libro cartaceo la mobilità intrinseca al testo trasmesso da tanti manoscritti, redatti in molte lingue diverse (almeno 11), che appartengono a tradizioni culturali differenti. Per questa edizione digitale sono state scelte 12 redazioni e una versione ulteriore del testo (Fr2) che vengono offerte in presentazione sinottica (ovvero affiancate le une alle altre). L'opera digitale, che segue gli standard di codifica internazionali, offre anche un testo critico unitario, in lingua inglese per facilitarne la diffusione sia presso la comunità degli studiosi sia presso il pubblico degli interessati. E’ completata da un glossario dei termini che hanno un importante valore culturale, in particolare i termini che designano persone, animali e cose legate all’Oriente, di mappe interattive dei luoghi toccati da Marco Polo nel suo lungo viaggio; di informazioni bibliografiche di potenziale interesse per il lettore.

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Cultura

Premio ‘Giuseppe Colalucci’, la cerimonia il 27...

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Il riconoscimento, giunto alla decima edizione, vuole ricordare la figura del giornalista, fondatore della storica testata 'Tifone' e grande cronista sportivo romano che dagli anni '50 agli '80 animò il panorama dell’informazione della Capitale

Premio 'Giuseppe Colalucci', la cerimonia il 27 settembre a Roma

Giunge alla decima edizione il 'Premio Giuseppe Colalucci', istituito per ricordare la figura del giornalista, storico fondatore del 'Tifone', e grande cronista sportivo romano che dagli anni '50 agli '80 animò fortemente il panorama dell’informazione della Capitale. Quest'anno la cerimonia di premiazione si terrà a Roma, venerdì 27 settembre alle 20.30, presso il circolo 'Antico Tiro a volo'.

Il Premio - ideato dal presidente dell'Ordine dei giornalisti del Lazio, Guido D'Ubaldo, con l'obiettivo di riscoprire lo spirito vivace dell’informazione sportiva e non - nlle precedenti edizioni ha premiato tante firme del giornalismo e affermati personaggi dello sport, della cultura, dello spettacolo, della politica italiana.

Fra i tanti premiati Roberto Gualtieri, Roberto Mancini, Mario Sconcerti, Gabriele Gravina, Sigfrido Ranucci, Edoardo Leo, Carlo Verdone, Antonello Venditti, Nicola Piovani, Massimo D’Alema, Zdenek Zeman, Carlo Paris, Fabrizio Roncone, Rocco Papaleo, Alessandro Roja, Deborah Serracchiani, Gianni Petrucci, Bruno Giordano, Aldo Cazzullo, Gianni Riotta, Massimo Martinelli, Stefano Barigelli, Gianni Togni, Roberto Mancini e Lorella Cuccarini.

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