I resti trovati in un borsone da calcio vicino alla vecchia statale 125, dove nei giorni scorsi erano stati ritrovati oggetti appartenenti alla donna
È stato ritrovato il copro di Francesca Deidda, scomparsa a maggio da San Sperate (Sud Sardegna). I resti sono stati ritrovati vicino alla vecchia statale 125, dove nei giorni scorsi erano stati ritrovati oggetti appartenenti alla donna. I resti della 42enne erano dentro un borsone da calcio e adesso saranno esaminati dal medico legale che dovrà effettuare l'autopsia.
Il marito Igor Sollai si trova in carcere con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere ed è stato interrogato anche stamattina, ma continua a negare ogni responsabilità.
Il marito arrestato per omicidio: usava il suo telefono fingendosi lei
Dalle indagini è emerso che l'uomo, un autotrasportare 42enne, dopo che si erano perse le tracce della donna avrebbe utilizzato il telefonino della moglie per far credere ad amici e parenti che fosse ancora viva. Le incongruenze nelle versioni fornite ai carabinieri hanno permesso di approfondire la situazione e scoprire che dopo aver ucciso la moglie si era sostituito a lei.
Era lui che spiegava ad amici e parenti della vittima che si trattava un allontanamento volontario, ma senza voler mai parlare al telefono. Con una mail aveva pure annunciato il suo licenziamento. I carabinieri hanno raccolto elementi sufficienti per incastrare il 42enne.
Spettacolo
Domenica In, oggi torna Mara Venier. Dal gioco a premi...
Ospiti della prima puntata Renzo Arbore, Riccardo Cocciante, Teo Mammucari e Sal Da Vinci
Prende il via oggi, 15 settembre alle 14 su Rai1, in diretta dagli ‘Studi Rai Fabrizio Frizzi’, la nuova edizione 2024/25 di 'Domenica In', condotta anche quest’anno (per l'ultima volta) da Mara Venier. Per la popolare e amatissima conduttrice sarà la 16ma volta alla conduzione della trasmissione (la sua prima edizione è stata quella del 1993/94) e la settima consecutiva.
Novità nuova edizione
La formula di 'Domenica In' 2024/25 si presenta con tante novità, a partire dallo studio che avrà una scenografia completamente rinnovata, in grado di valorizzare al meglio i diversi momenti di spettacolo e di intrattenimento di uno dei programmi più popolari e longevi della Rai. Non mancheranno le celebri e richiestissime interviste ‘One-to-One’ di Mara Venier, ormai un elemento centrale e imprescindibile per il successo del programma.
Un ampio salotto con vista sui tetti di Roma ospiterà lo spazio dedicato all’approfondimento del tema della settimana, fatti di cronaca, eventi di particolare interesse e importanza sociale o anche argomenti più leggeri di costume e di spettacolo. Non mancheranno ospiti prestigiosi del mondo della musica e dello spettacolo, che potranno esibirsi in una nuova zona dello studio dedicata appositamente alle performance musicali. Altra novità, un gioco telefonico denominato ‘Mara 500+’, che coinvolgerà il pubblico da casa in un nuovo quiz a premi basato su filmati e momenti di repertorio che rievocheranno le oltre 500 puntate di 'Domenica In' condotte da Mara, ma anche le tante edizioni del popolare contenitore domenicale che si sono susseguite dal 1976 ad oggi.
In studio anche una band di 8 elementi, diretta dal maestro Stefano Magnanensi, pronta ad accompagnare le esibizioni ‘live’ dei vari ospiti che sceglieranno 'Domenica In' per presentare in anteprima i loro album e i loro tour. E poi un nuovo corpo di ballo, composto da 8 ballerini, che interverrà in alcuni momenti della puntata, per sottolineare o accompagnare, con coreografie studiate ad hoc, i vari momenti dello spettacolo.
Gli ospiti di oggi
Tra gli ospiti della prima puntata Renzo Arbore, Riccardo Cocciante, Teo Mammucari e Sal Da Vinci. Lo spazio attualità vedrà la storia di Valeria Bartolucci, moglie di Louis Dessilva, in studio anche la criminologa Roberta Bruzzone.
"Nella prima puntata ci sarà in studio Valeria, moglie di Luis, il ragazzo arrestato per l'omicidio di Pierina Paganelli", ha detto Venier incuriosita "dalla storia d'amore personale di questa coppia: lei è stata tradita, ma continua a difenderlo". Non si parlerà di politica: "Non posso farlo, non sono una giornalista".
"Lo studio è stato rinnovato, presenterà una tridimensionalità per dare la possibilità alla conduttrice di muoversi in tutto lo spazio. Oltre all'intrattenimento ci sarà un momento di attualità in cui Mara farà da interprete dei principali temi della settimana. Sarà un programma proprio come la forma dello studio: a 360 gradi", ha spiegato Angelo Mellone, direttore intrattenimento day time. Per questa edizione "siamo riusciti a realizzare un gioco, che riguarda la storia della televisione, avevo voglia del contatto con il pubblico da casa, di leggerezza e di ritornare ad essere la Mara della mia prima 'Domenica In'", ha raccontato la conduttrice.
"Volevo fare una 'Domenica In' al femminile, ma i nomi erano difficili da mettere insieme", ha detto ancora Venier promettendo, nella nuova edizione, di raccontare "storie di donne con un vissuto importante da raccontare, come Valeria. Non voglio intervistare solo star ma anche avere un rapporto diretto con donne normali", ha aggiunto quindi la conduttrice, sottolineando che le piacerebbe coinvolgere la comica Barbara Foria in qualche puntata: "Ne stiamo parlando. Dobbiamo trovare un’idea carina e non banale".
Esteri
Harris e Trump, strategie diverse con un occhio alla...
Solo punto in comune lo Stato in bilico che le campagne di entrambi i candidati sanno di dover conquistare per poter vincere la corsa alla Casa Bianca
Kamala Harris e Donald Trump hanno in comune solo la Pennsylvania, lo Stato in bilico che le campagne di entrambi i candidati sanno di dover conquistare per poter vincere la corsa alla Casa Bianca. Ma in questo Stato i repubblicani hanno investito il 36 per cento delle loro spese per la campagna e i democratici il 21. Harris, che sta investendo più del suo rivale a livello nazionale, però vi ha trascorso gli ultimi sette giorni.
Stati in bilico, la strategia repubblicana e dem
"Pennsylvania e Georgia occupano lo spazio centrale di questo atto finale della corsa. La mappa salta per i repubblicani senza la Georgia, e per i democratici senza la Pennsylvania", ha spiegato John Ashbrook, stratega repubblicano. "Tutto si riduce due stati, Pennsylvania e Georgia. Se Trump fa esattamente quello che ha già fatto e vince Pennsylvania e Georgia, arriva a 270. Non ha bisogno dell'Arizona, non ha bisogno del Nevada", concorda McCarthy.
La candidata dem sta lavorando molto e da mesi su Wisconsin e Michigan considerati come "la strada più diretta", insieme alla Pennsylvania, per la vittoria. Mentre l'ex presidente investe in Carolina del Nord e Georgia.
Ma "la nostra strategia si basa su una mappa estesa. Trump si concentra su uno o due stati da vincere per forza. Noi non possiamo permetterci questo lusso. Ogni singolo stato in bilico lo è di poco, quindi abbiamo bisogno di competere in modo aggressivo in ogni stato per costruirci una strada ai 270 voti elettorali", spiega la direttrice della campagna di Harris, Jen O'Malley Dillon.
Nei sette stati in bilico (Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, Carolina del Nord, Pennsylvania e Wisconsin) la campagna di Trump ha invece identificato "gli obiettivi persuadibili", vale a dire l'11 per cento degli elettori, e su questi investe, così come anche sui repubblicani che potrebbero non andare a votare.
La campagna di Kamala Harris fa invece leva su spot trasmessi a livello nazionale che non prendono di mira stati specifici. Il 18 per cento del denaro speso da Harris in spot viene investito a livello nazionale, per Trump è solo l'8 per cento. La campagna di Harris ha speso 933 milioni per gli spot, mentre quella di Trump solo 485 milioni (al tre settembre).
I repubblicani hanno speso il 19 per cento del loro denaro, fra il 12 marzo e il 3 settembre, in Georgia. Uno stato in cui i democratici hanno investito l'11 per cento del loro budget. I democratici invece hanno concentrato il 16 per cento delle loro spese in Michigan, dove i repubblicani hanno speso solo il 12 per cento.
Le campagne dei due candidati continuano ad avere staff dispiegati in stati come il Minnesota, la Virginia e il New Hampshire, dove Harris è stata in visita lo scorso 4 settembre. Ma l'attenzione delle due campagne è nei sette stati in bilico, oltre che nel secondo distretto per il Congresso del Nebraska.
Una vittoria di Kamala in Arizona e Nevada compenserebbe una sconfitta in Wisconsin o Michigan. Per questo la campagna investe il 13 per cento del suo budget per gli spot negli stati nei due stati, contro il 9 per cento della campagna di Trump. Se Harris vincesse invece Michigan e Wisconsin, ma perdesse in Pennsylavania, dovrebbe vincere in Carolina del Nord o Georgia e in uno dei due stati occidentali.
Uno dei principali gruppi in sostegno di Harris, American Bridge 21st Century, ha deciso di concentrare tutte le sue spese in Wisconsin, Pennsylvania e Michigan. Future Forward, un altro grande super Pac democratico, ha suddiviso i suoi investimenti in tutti gli stati in bilico.
Da parte repubblicana, i due principali super Pac si sono divisi gli stati, con una sovrapposizione in Pennsylvania. Preserve America sostenuto dalla magnate dei casino Miriam Adelson, si concentra in Michigan, Wisconsin e Pennsylvania, mentre Maga schiera le sue risorse in Georgia, Arizona, Nevada e Pennsylvania.
Esteri
Ucraina, Russia avverte: “Nostra risposta a uso...
Il monito del viceministro degli Esteri russo, le minacce di Medvedev, il sostegno "incrollabile" di Stati Uniti e Gran Bretagna a Kiev
La risposta della Russia al via libera degli Usa a Kiev per colpire con missili a lungo raggio in profondità nel territorio di Mosca "sarà brutale". Questo l'avvertimento lanciato dal viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov che ha poi precisato come, secondo la Russia, la decisione sia già stata presa.
Vladimir Putin, ha poi sottolineato, su questo "ha già detto tutto. Noi risponderemo in modo brutale. C'è un elemento di rischio serio perché i nostri oppositori a Washington, Londra e altrove stanno sottostimando il grado di pericolo del gioco che continuano a fare".
Nuove minacce all'Ucraina sono intanto arrivate anche da Dmitry Medvedev, ex presidente russo e numero due del Consiglio di Sicurezza nazionale di Mosca. Commentando l'ipotesi dell'uso di missili a lungo raggio occidentali, Medvedev ha affermato che Mosca ha già motivi formali per ricorrere all'utilizzo di armi nucleari dopo l’incursione dell’Ucraina nella regione di Kursk, ma potrebbe invece utilizzare alcune delle sue nuove tecnologie belliche per ridurre Kiev a "un gigantesco luogo fuso".
La Russia - ha aggiunto - potrebbe distruggere la capitale dell'Ucraina solo con le sue armi non nucleari. Finora ha 'scelto' di non farlo, ha voluto puntualizzare, sottolineando poi che la "pazienza ha i suoi limiti".
Da Usa e Regno Unito sostegno "incrollabile" a Kiev
Il primo ministro britannico Keir Starmer ha intanto dichiarato che Regno Unito e Stati Uniti hanno raggiunto una “posizione forte” nella ricerca di una soluzione al conflitto in Ucraina dopo il suo incontro con il presidente Joe Biden. Con un punto fermo: il sostegno incrollabile a Kiev contro la Russia, fino alla sconfitta di Vladimir Putin nella guerra.
Starmer ha descritto i suoi colloqui con Biden come “lunghi e produttivi”, ma non ha voluto precisare quali siano le decisioni prese dai due in merito al potenziale uso di armi occidentali da parte dell'Ucraina contro obiettivi russi.
All'inizio del loro incontro nella Blue Room della Casa Bianca a Washington DC, Biden ha detto “non penso molto a Vladimir Putin” quando gli è stata chiesto delle minacce del presidente russo contro la Nato. Interrogato su cosa avessero deciso in relazione al potenziale uso di missili a lungo raggio da parte dell'Ucraina, Starmer ha dichiarato: “Abbiamo avuto un'ampia discussione sulla strategia in Ucraina, naturalmente, in Medio Oriente e in altre parti del mondo".
I due leader avrebbero insomma parlato poco della questione più importante che aleggia sul loro incontro: se gli alleati americani come la Gran Bretagna potrebbero permettere all'Ucraina di usare le loro armi per attaccare obiettivi militari nel profondo della Russia. Putin questa settimana ha messo in guardia da una simile mossa.
All'inizio del colloquio, Starmer ha dichiarato che le prossime settimane e i prossimi mesi saranno “cruciali” per l'Ucraina e che è “importante” che i due Paesi continuino a sostenere la nazione dell'Europa orientale nella sua lotta contro la Russia. L'incontro avviene mentre Zelensky ha espresso la sua frustrazione per le continue restrizioni all'uso di armi occidentali contro obiettivi russi.
La preoccupazione di un'escalation è stata una delle ragioni per cui non è stata ancora data a Kiev l'autorizzazione all'uso illimitato delle armi occidentali. L'Iran è stato colpito da sanzioni da parte di Regno Unito e Stati Uniti dopo che i due Paesi hanno formalmente accusato Teheran di fornire missili balistici alla Russia. Lammy e Blinken hanno annunciato un ulteriore sostegno finanziario per l'Ucraina, compreso un pacchetto di 600 milioni di sterline (788 milioni di dollari) da parte del Regno Unito e di 717 milioni di dollari da parte degli Stati Uniti per soddisfare le esigenze umanitarie, energetiche e di stabilizzazione immediate.
Il pacchetto del Regno Unito include la riconferma dell'impegno di Rishi Sunak di 242 milioni di sterline, oltre a 484 milioni di dollari di garanzie sui prestiti della Banca Mondiale entro la fine dell'anno, mentre il pacchetto degli Stati Uniti comprende 325 milioni di dollari per sostenere le esigenze energetiche dell'Ucraina.