Strage a Mosca, uomini in mimetica sparano al Crocus City Hall: 12 morti
In cinque hanno aperto il fuoco e lanciato una granata facendo scoppiare un enorme incendio. Crollata una parte del tetto della sala concerti. Cremlino: "E' terrorismo". Usa: "Kiev non è coinvolta". Podolyak: "Noi non c'entriamo". Tajani: "Non ho notizie di italiani coinvolti"
E' di almeno 40 morti e 100 feriti il bilancio dell'attentato alla Crocus City Hall, la più grande sala di concerti a Mosca, dove almeno cinque uomini armati e in mimetica sono entrati e hanno iniziato a sparare. Lo riferiscono media locali, specificando che la sala ha una capienza di circa 6.200 persone e che tutti i biglietti della serata erano stati venduti. Nella sala concerti, secondo i media, anche bambini. Il complesso è stato semidistrutto da un vasto incendio. Lo Stato Islamico ha rivendicato la responsabilità dell'attacco terroristico. La rivendicazione è avvenuta tramite Telegram.
Putin "ha dato istruzioni necessarie"
Il presidente russo Vladimir Putin è stato immediatamente informato. "Il presidente ha già dato tutte le istruzioni necessarie", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. ''E' stato un attacco terroristico'', ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.
La Russia risponderà ''alla morte con la morte'', ha dichiarato il vice presidente del Consiglio nazionale di sicurezza russo Dmitry Medvedev in un messaggio pubblicato sul suo canale Telegram. E ''se verrà accertato che ci sono i terroristi del regime di Kiev'' dietro all'attacco al Crocus City Hall di Mosca, ''è impossibile rispondere in modo diverso''. ''I terroristi comprendono solo il terrore come ritorsione'', ha affermato l'ex presidente russo.
L'attacco
L'agenzia di stampa Tass scrive che gli aggressori avrebbero usato delle mitragliatrici. La Ria Novosti afferma che gli uomini armati hanno anche "lanciato una granata o una bomba incendiaria facendo scoppiare un incendio".
Il canale Telegram 112, legato alle forze di sicurezza, ha pubblicato un video di uno degli spettatori che parla di un incendio. Secondo il canale Telegram "Attenzione Mosca", riferisce il sito Meduza, il tetto della sala concerti del Crocus è crollato causa dell'incendio. Le fiamme sono visibili su vari video circolati sui social. Altri video dall'interno del Crocus mostrano corpi a terra.
La Tass riferisce dell'arrivo sul posto degli agenti delle forze speciali degli Omon. All'interno della sala, dove si stava svolgendo un concerto del gruppo Picnic. Nessuno dei musicisti è rimasto colpito. Il canale Telegram Baza parla di un centinaio di persone rimaste intrappolate dall'incendio. Il governatore della regione di Mosca, Andrei Vorobyov, si trova sul posto.
Una cinquantina di ambulanze sono arrivate al Crocus secondo Ria Novosti. "Ho visto gente buttarsi a terra per sfuggire alla sparatoria e, poi, restare fermi per 15-20 minuti, poi, hanno cominciato a strisciare verso l'uscita. Molti sono riusciti a uscire" ha riferito un giornalista presente, citato da Ria Novosti.
Trovata auto con esplosivo nel parcheggio
Un'auto imbottita di esplosivo è stata trovata nel parcheggio del Crocus City Hall, preso d'assalto da uomini armati. Lo riporta il canale 112 di Telegram spiegando che l'area dove si trova la vettura è stata transennata. Cinque dipendenti del Crocus City Hall sono stati fermati dalla polizia russa e vengono interrogati.
Mosca a Washington: "Condivida informazioni su attacco se ne ha"
La Russia ha chiesto agli Stati Uniti di condividere, se ne ha, le informazioni in loro possesso sull'attacco terroristico al Crocus City Hall. L'appello arriva dalla portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. "Se gli Stati Uniti hanno o avevano dati attendibili su quanto accaduto, allora devono immediatamente trasferirli alla parte russa", ha scritto Zakharova sul suo canale Telegram. Il suo intervento segue quello del consigliere per la sicurezza della Casa Bianca Kirby, che aveva affermato che non si hanno indicazioni sul fatto che l'Ucraina o gli ucraini stiano coinvolti nell'attacco a Mosca.
Casa Bianca: "Kiev non è coinvolta"
''Non ci sono indicazioni che l'Ucraina o gli ucraini siano coinvolti nell'attacco a Mosca'' contro la più grande sala concerti della capitale russa. Lo ha dichiarato il portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale Usa John Kirby. ''Stiamo esaminando l'accaduto, ma vorrei evitare in questo momento qualsiasi collegamento con l’Ucraina'', ha detto Kirby, dicendo che ''c'è bisogno di tempo e di acquisire informazioni''. ''Ci sono persone a Mosca e in Russia che si oppongono al modo in cui Putin governa il Paese, ma non credo che, in questo momento, che possiamo stabilire un collegamento tra l'attacco e le motivazioni politiche'' aggiunge.
Ucraina: "Noi non c'entriamo"
''L'Ucraina non ha nulla a che vedere con l'attacco terroristico al Crocus'' City Hall a Mosca. E' quanto ha dichiarato il Consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. L'intelligence militare ucraina afferma che l'attacco di questa sera alla sala concerti Crocus è una provocazione organizzata dal regime di Putin, che la comunità internazionale aveva anticipato.
"Questa è una consapevole provocazione dei servizi speciali di Putin per la quale eravamo stati avvertiti dalla comunità internazionale. Il tiranno del Cremlino ha cominciato così la sua carriera e ora vuole concluderla nello stesso modo: commettendo crimini verso i suoi cittadini", ha detto Andrii Yusov, rappresentante dell'intelligence militare ucraina, a Ukrainska Pravda. Yusov si riferisce all'allerta per possibili attentati diramata due settimane fa dall'ambasciata americana a Mosca.
Cancellati tutti gli eventi pubblici a Mosca
Tutti gli eventi pubblici, sportivi e culturali sono stati annullati a Mosca per il weekend, dopo l'attacco armato alla sala da concerti Crocus. L'annuncio del sindaco della capitale russa, Sergey Sobyanin, mentre sono state rafforzate le misure di sicurezza negli aeroporti e le stazioni ferroviarie di Mosca.
Le parole di Mattarella, Meloni e Tajani
"Il crudele attentato terroristico consumato a Mosca invoca la più ferma condanna. Orrore ed esecrazione debbono accompagnare la violenza contro tutte le innocenti vittime civili. Combattere ogni forma di terrorismo deve essere un impegno comune a tutta la comunità internazionale". Lo dichiara il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"L'orrore del massacro di civili innocenti a Mosca è inaccettabile. Ferma e totale condanna del Governo italiano a questo efferato atto di terrorismo. Esprimo la piena solidarietà alle persone colpite e ai familiari delle vittime", dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
''Al momento non abbiamo notizie di italiani coinvolti nell'attacco a Mosca'', dove uomini armati hanno assaltato il Crocus City Hall, le parole dell vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani al Tg1. ''Stiamo seguendo minuto per minuto ciò che accade, sia attraverso l'ambasciata, sia attraverso l'unità di crisi'', ha spiegato Tajani, dicendo di aver ''informato la presidente del Consiglio''.
A Mosca, ha ricordato Tajani, ci sono 2.700 italiani iscritti all'Aire, l'Anagrafe degli italiani residenti all'estero. Tajani ha espresso, poi, una ''ferma condanna da parte dell'Italia e vicinanza alle famiglie delle vittime innocenti'' dell'attentato al Crocus City Hall. ''Il governo condanna con fermezza ogni atto terroristico e siamo vicini alle famiglie delle vittime'', ha aggiunto Tajani.
Esteri
“Lo scontro Trump-Bergoglio è già iniziato”,...
Per Robert Gorelick, i cattolici americani sono più vicini a Trump che al Papa
È stato presentato al Centro Studi Americani il libro di Maria Antonietta Calabrò, giornalista vaticanista, “Il trono e l’altare” (Cantagalli). All’incontro hanno partecipato Francesco Clementi, ordinario di diritto pubblico comparato alla Sapienza e autore di “Città del Vaticano” (il Mulino); Robert Gorelick, fondatore di Globintech, già capocentro della Cia a Roma; Gregory Alegi, professore di storia americana alla Luiss; Mario Caligiuri, presidente della Società italiana di intelligence e ordinario all’Università della Calabria; la moderazione è stata a cura di Giorgio Rutelli, vicedirettore Adnkronos.
L'ex agente Cia: "Cattolici Usa più vicini a Trump che a Bergoglio"
“I cattolici americani sono più vicini a Trump che a Papa Francesco”. È netto Robert Gorelick, ex capocentro della Cia a Roma, nel suo intervento. “Quando ero ragazzino a New York, i cattolici erano blue collar, operai, e la religione di appartenenza influiva: irlandesi, italiani e polacchi in certi casi formavano un blocco. Oggi no, la situazione è talmente variegata. Anche i cosiddetti latinos non sono una realtà uniforme, vengono messi insieme dalla stampa ma tra cubani e messicani o tra venezuelani e honduregni c’è grande differenza”.
Quando gli si chiede se Bergoglio avrà un impatto sulla seconda presidenza Trump, è scettico: “Ci sarà una differenza di tono nel dialogo tra Washington e il Vaticano rispetto alla fase Biden, ma le parole del Papa non condizionano la politica estera americana. I temi su cui il pontefice può avere un impatto sono l’aborto, la migrazione e il clima. Ma bisogna ricordare che l’opinione pubblica italiana è sempre al corrente delle mosse della Santa Sede, negli Usa questa attenzione non c’è”.
Gorelick ha raccontato che durante il suo mandato romano (2003-2008) a Washington non erano interessati alle faccende vaticane. “I miei capi mi avevano detto di non mandare relazioni sul Papa. C’è stato uno scambio di informazioni, da entrambe le parti, sui rischi per l’incolumità del pontefice, su possibili attentati. E poi su questioni umanitarie. Ma l’intelligence americana non aveva interesse a seguire gli affari interni della Chiesa”.
"Scontro Trump-Bergoglio già iniziato, basta vedere le nomine"
Gorelick, che ha detto di aver letto il libro di Calabrò con “gli occhi della spia”, ha poi parlato dell’ostilità tra Trump e Bergoglio, già emersa durante il primo mandato, ci sono due segnali importanti: la nomina come ambasciatore presso la Santa Sede di Brian Burch, presidente di Catholic Vote e noto critico del pontefice. Una figura vicina all’arcivescovo Viganò, l’ex nunzio negli Stati Uniti accusato di scisma, scomunicato e nemico del Papa. Dall’altra parte, la recentissima nomina del cardinale Robert Walter McElroy ad arcivescovo di Washington, che aveva definito il muro al confine tra Stati Uniti e Messico voluto da Trump “inefficace e grottesco”. Lo scontro insomma è già in atto, e si acuirà sulla Cina (con cui il Vaticano ha confermato l’accordo sui vescovi nell’ottobre 2024) e su Gaza. “Un punto di incontro, invece, ci potrà essere sull’approccio alla guerra in Ucraina e sulla questione dell’ideologia di genere”, conclude l’ex agente segreto.
"Il trono e l'altare"
Il libro di Maria Antonietta Calabrò racconta una storia inedita di guerra in Vaticano, focalizzandosi su scandali finanziari, intrighi di potere e segreti che hanno scosso la Santa Sede negli ultimi 25 anni, e seguiti in prima persona dall’autrice. Attraverso documenti, fonti aperte e testimonianze dirette, Calabrò ricostruisce un quadro di lotte interne, ricatti e manipolazioni che hanno coinvolto alti prelati, politici e persino servizi segreti. L'opera analizza in dettaglio casi controversi come l'acquisto del Palazzo di Londra, Vatileaks e la scomparsa di Emanuela Orlandi, spesso usata come arma di distrazione di massa, mettendo in luce l'opacità del sistema finanziario vaticano e i conseguenti tentativi di riforma di Papa Francesco. Che alla fine, con fatica e con varie trappole messe a tutela del sistema precedente, è riuscito a portare trasparenza nelle finanze della Chiesa.
Alla presentazione si è dato particolare spazio al rapporto tra Stati Uniti e Vaticano, caratterizzato da influenza, tensioni e divergenze. Si racconta nel dettaglio l’appoggio americano all'elezione di Papa Francesco, in particolare grazie a figure come il cardinale Dolan, ma allo stesso tempo si analizzano le frizioni sorte per lo scandalo McCarrick e le accuse dell’arcivescovo scomunicato Carlo Maria Viganò. L'accordo Vaticano-Cina e le posizioni di Papa Francesco su temi come immigrazione e multilateralismo hanno creato ulteriori attriti con l'amministrazione Trump.
Esteri
Italiano arrestato in Venezuela, Tajani convoca incaricato...
Il ministro degli Esteri su X: "Protestiamo con forza per mancanza informazioni su detenzione"
"Ho fatto convocare stamani l’incaricato d’affari del Venezuela per protestare con forza per la mancanza di informazioni sulla detenzione del cittadino italiano Alberto Trentini e per contestare l’espulsione di 3 nostri diplomatici da Caracas. L’Italia continuerà a chiedere al Venezuela di rispettare leggi internazionali e volontà democratica del suo popolo". Così in un post su X il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Alberto Trentini, chi è e cosa è successo
E' di ieri l'appello al governo italiano da parte dei familiari di Alberto Trentini, cooperante italiano di cui non si hanno più notizie da quando è stato fermato il 15 novembre scorso dalle autorità del Venezuela. La famiglia, in una nota diffusa con l’avvocato Alessandra Ballerini, chiede di "porre in essere tutti gli sforzi diplomatici possibili e necessari, aprendo un dialogo costruttivo con le istituzioni Venezuelane, per ripotare a casa Alberto e garantirne l'incolumità".
Alberto Trentini è un cooperante italiano della Ong Humanity & Inclusion. Fondata nel 1982, la Ong lavora in una sessantina di Paesi "al fianco delle popolazioni vulnerabili, specialmente quelle con disabilità". Laurea in storia moderna e contemporanea all'Università Ca' Foscari, prima di collaborare con Humanity & Inclusion Trentini, di origini veneziane, ha lavorato nel campo della cooperazione internazionale in tutto il mondo.
Esteri
Accordo tra Israele e Hamas raggiunto solo in parte –...
L'accordo tra Hamas e Israele per un cessate il fuoco a Gaza è solo in parte raggiunto. Anche se come scrive Haaretz che cita una fonte israeliana i negoziati sono ancora in corso. Secondo fonti palestinesi è stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco a Gaza, ma il suo annuncio è stato ritardato a causa di disaccordi sui meccanismi di attuazione. Per il Wall Street Journal, che cita fonti arabe, il leader de facto di Hamas a Gaza, Muhammad Sinwar, è d'accordo in linea di principio con i termini dell'accordo per il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco.