Trump e il piano sui migranti: “Lancerò più grande deportazione nella storia Usa”
La promessa del tycoon dal palco della convention di Milwaukee, dove ha accettato formalmente la nomination repubblicana per le elezioni presidenziali del 5 novembre
Dal palco della convention di Milwaukee, dove ha accettato formalmente la nomination repubblicana per le elezioni presidenziali del 5 novembre, Donald Trump lancia "la più grande operazione di deportazione nella storia del nostro paese". E lo fa per contrastare "la crisi legata all'immigrazione illegale", che "è in corso mentre noi siamo seduti qui in questa splendida arena", dice l'ex presidente che usa ripetutamente la parola "invasione" per definire l'ingresso di migranti "dal nostro confine orientale. L'invasione ha portato miseria, crimine, malattie, povertà e distruzione in tutte le nostre comunità. Al centro della nostra piattaforma repubblicana c'è l'impegno a porre fine a quest'invasione, lo faremo dal primo giorno. Ci sono due temi nel primo giorno: trivellazioni e chiudere i nostri confini", dice il tycoon tra gli applausi della folla.
"Vogliamo che la gente venga nel nostro paese, ma deve farlo in maniera legale. Meno di 4 anni fa ho consegnato all'attuale amministrazione il confine più sicuro nella storia degli Stati Uniti", dice rivendicando i risultati ottenuti nel precedente mandato. Trump parla facendo riferimento ai dati che, nel comizio di Butler, venivano esibiti mentre il cecchino apriva il fuoco: "Non ho avuto la possibilità di guardarli l'altra volta...", dice. "Quando ero presidente, chi entrava in maniera illegale veniva bloccato. Questa amministrazione ha smantellato quelle politiche e i migranti illegali entrano come mai è successo prima. Siamo diventati la discarica del mondo".
Esteri
Israele, guerra a Gaza e ostaggi: nuova proposta di accordo...
Secondo i media locali, lo Stato ebraico avrebbe avanzato una nuova proposta quadro: tra i punti, un salvacondotto a Sinwar per uscire dall'enclave palestinese
Israele ha avanzato una proposta quadro con Hamas che prevede il rilascio di tutti gli ostaggi in una sola volta e la fine dei combattimenti nella Striscia di Gaza, oltre ad un salvacondotto per uscire dall'enclave per Yahya Sinwar e i suoi collaboratori. A riferirne è l'emittente pubblica israeliana Kan, citata dal Times of Israel. Il piano proposto prevede il rilascio dei prigionieri palestinesi incarcerati in Israele, la smilitarizzazione della Striscia e un nuovo sistema di governance per Gaza. Non vengono forniti ulteriori dettagli.
Secondo il rapporto, Gal Hirsch, l'inviato di Israele per gli ostaggi, ha detto alle loro famiglie che la proposta è stata presentata la settimana scorsa durante un incontro con funzionari statunitensi della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato. Secondo alcune fonti che hanno incontrato Hirsch la proposta si chiama "accordo per il lasciapassare".
Il piano è stato proposto come 'piano B' secondo un funzionario israeliano citato da Kan. "Alla luce delle difficoltà dei negoziati vorremmo proporre un piano secondario che accorcerebbe le tappe e consentirebbe un accordo più rapido", ha affermato. "Questo accadrà se Sinwar lascerà Gaza e porrà fine alla guerra. Questo ci permetterà di raggiungere gli obiettivi della guerra e alla leadership di Hamas a Gaza di lasciare per un luogo sicuro". Non è la prima volta che viene avanzata una proposta che prevede il rilascio di tutti gli ostaggi in un'unica soluzione in cambio della fine della guerra.
Esteri
Giorgia Meloni, l’elogio del Guardian:...
Sul quotidiano britannico un lungo articolo ricostruisce la carriera della presidente del Consiglio
Un "politico pragmatico e capace", che in due anni "ha sorpreso molte persone". E' il ritratto che il Guardian fa di Giorgia Meloni, in un lungo articolo nel quale ricostruisce la carriera della presidente del Consiglio. Partendo dal G7 in Puglia, dove la premier ha incontrato i leader più potenti del mondo, il giornale britannico sottolinea la "sicurezza di sé di una stella politica emergente che, dopo l'ottimo risultato alle elezioni europee solo pochi giorni prima, era il leader politico più in voga in Europa".
"Meloni ha lavorato duramente per raggiungere la rispettabilità che è sfuggita ad altri partiti di destra come il Rassemblement National di Marine Le Pen - prosegue il Guardian - È stata ricevuta alla Casa Bianca da Joe Biden ed è stata accettata dai partiti centristi all'interno dell'Ue. Ciò è ancora più sorprendente date le origini apertamente neofasciste della sua carriera". Ricordando quanto scritto sullo stesso quotidiano da Roberto Saviano poco prima dell'arrivo a Palazzo Chigi di Giorgia Meloni definita "un pericolo per l'Italia e il resto d'Europa" il Guardian osserva come la leader di Fdi "in due anni, ha sorpreso molte persone per il suo pragmatismo politico e la sua scaltrezza".
"A capo di un partito tradizionalmente ostile all'Unione Europea, Meloni ha invece lavorato a stretto contatto con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e ha fatto le necessarie concessioni per ottenere finanziamenti Ue per la sua agenda interna. È emersa come una delle sostenitrici più affidabili dell'Ucraina, cosa sorprendente dati i sentimenti tradizionalmente pro-Putin nella destra europea, e ha convinto il suo 'connazionale ideologico', l'ungherese Viktor Orbán, ad approvare finalmente gli aiuti militari dell'Ue all'Ucraina. È riuscita a spostare l'Ue verso la sua posizione sull'immigrazione, espandendo notevolmente un programma per pagare i paesi nordafricani per fermare il flusso di migranti attraverso il Mediterraneo. Con la sua credibilità guadagnata a fatica, Meloni è riuscita a uscire dalla cella neofascista in cui i suoi critici hanno cercato di confinarla".
Sul fronte interno, si chiede il Guardian, "la vera Giorgia Meloni è una fascista nascosta o una democratica conservatrice?" La risposta, aggiunge, "forse non ha importanza" perché "Meloni è, prima di tutto, una politica abile e disciplinata che è salita al potere conquistando un territorio di centro-destra. Lei e il suo partito hanno aumentato la loro quota di voti dal 2% al 26% in pochi anni, e non è stato facendo appello all'estrema destra o promettendo un'avventura autoritaria. Ha evitato di allearsi con Alternativa per la Germania e il Rassemblement National. Ha lasciato che la Lega di Matteo Salvini la superasse a destra, usando un linguaggio xenofobo e razzista molto più crudo di Fratelli d'Italia, e ha rubato gli elettori più moderati della Lega".
Esteri
Corea del Nord testa nuovo missile: testata gigante da 4,5...
Il leader Kim Jong Un ha supervisionato il lancio
La Corea del Nord continua con i suoi test missilistici, e pochi giorni dopo aver annunciato di voler ampliare il suo arsenale di armi nucleari, Pyongyang ha testato con successo un nuovo missile balistico in grado di trasportare una "testata convenzionale di dimensioni particolarmente grandi". A riferirne sono stati i media statali
Citando l'Autorità missilistica del Paese, l'agenzia di stampa Kcna ha parlato di un test che si è svolto come previsto, e specificato che Kim Jong Un ha supervisionato il lancio ed espresso grande soddisfazione. "Il missile balistico tattico di nuovo tipo è stato dotato di una testata convenzionale di 4,5 tonnellate", ha riferito l'agenzia.
Il test mirava a verificare "l'accuratezza del lancio a medio raggio di 320 km e la potenza esplosiva della testata". Lo stesso tipo di missile era stato testato a luglio, secondo Pyongyang. Ieri, l'esercito della Corea del Sud aveva reso noto che il Nord aveva lanciato diversi missili balistici a corto raggio.
Kim avverte: "Amplieremo arsenale armi nucleari"
"Stiamo portando avanti perfettamente la politica di costruzione delle forze armate nucleari attraverso l'aumento del numero di armi nucleari secondo una progressione geometrica", ha dichiarato Kim Jong un, citato dall'agenzia di stampa statale KCNA, nel corso di un incontro con alti funzionari del partito e del governo, accusando poi non meglio precisate forze 'ostili' di voler attaccare la Corea del Nord con armi nucleari.
La 'partnership strategica globale' con la Russia
Russia e Corea del Nord continueranno a rafforzare la loro partnership strategica globale, che è in linea con il percorso per garantire sicurezza e stabilità nella penisola coreana e nell'Asia nord-orientale. Lo ha affermato - ha scritto ieri l'agenzia nordcoreana Kcna - il presidente russo Vladimir Putin nel telegramma di congratulazioni al leader nordcoreano Kim Jong Un in occasione dell'anniversario della fondazione.
"Le relazioni tra i nostri Paesi, basate su eccellenti tradizioni di amicizia e buon vicinato, sono ad alto livello: ciò è stato pienamente confermato dai nostri recenti negoziati costruttivi e sostanziali a Pyongyang", ha aggiunto Putin. "Sono certo che, con sforzi congiunti, continueremo a rafforzare gradualmente la partnership strategica globale tra Russia e Corea del Nord. Questo, senza dubbio, soddisfa gli interessi fondamentali dei nostri popoli ed è in linea con il percorso per garantire sicurezza e stabilità nella penisola coreana e nella regione dell'Asia nord-orientale in generale".