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Agroalimentare, Nomisma: “Su transizione ecologica ed energetica per imprese italiane resta gap competenze”

Indagine presentata a Verona in convegno organizzato in collaborazione con Philip Morris Italia

Agroalimentare, Nomisma:

In un contesto in cui agricoltura e industria alimentare valgono 77 miliardi di euro di valore aggiunto e un export che nel 2023 ha superato i 64 miliardi di euro (comprensivo dei prodotti a base di tabacco) le sfide della transizione ecologica ed energetica a cui le nostre imprese sono chiamate non possono prescindere dallo sviluppo dell’innovazione, in particolare digitale.

Si tratta di sfide che richiedono un continuo aggiornamento delle competenze e delle professionalità in grado di gestire il percorso di transizione. Attraverso un’indagine originale sulle imprese agricole e alimentari italiane (con un focus specifico su quelle tabacchicole), Nomisma ha approfondito questi aspetti, che sono stati presentati oggi Verona in occasione del convegno organizzato in collaborazione con Philip Morris Italia “Le competenze per la transizione ecologica ed energetica nelle imprese agroalimentari italiane: stato dell’arte e fabbisogni” alla presenza di importanti stakeholder del settore come Roberto Mancini, CEO Diagram, Angelo Frascarelli, Professore UniPG e CESAR, Alberto Mantovanelli, Presidente OPIT, Cesare Trippella, Head of Leaf EU Philip Morris Italia nonché di rappresentanti istituzionali del Parlamento Europeo, tra i quali Sergio Berlato, Paolo Borchia, Herbert Dorfmann e Dario Nardella, e Luca De Carlo, Presidente Commissione Agricoltura del Senato. La presentazione della ricerca è stata affidata al Responsabile Agroalimentare di Nomisma, Denis Pantini, mentre la moderazione dell’evento è stata curata da Paolo De Castro, Presidente del Comitato Scientifico di Nomisma.

L’indagine, condotta su un campione ragionato di imprese agricole ed alimentari, ha rilevato sia gli investimenti realizzati dalle imprese e funzionali alla transizione eco-energetica, sia lo stato dell’arte sulle competenze necessarie alla transizione. Rispetto agli obiettivi di produzione di energie rinnovabili e digitalizzazione dell’economia e della società l’Italia evidenzia valori sotto la media rispetto agli altri paesi UE. In particolare, se si guarda al Digital Economy and Society Index (DESI), l’Italia sconta un ritardo soprattutto nella componente del “capitale umano”, in altre parole nelle competenze digitali delle persone.

Ed è proprio il gap nelle competenze uno dei principali punti di miglioramento propedeutici alla diffusione in Italia delle innovazioni tecnologiche nelle imprese agricole ed alimentari. Se infatti nel corso degli ultimi anni, il 71% delle imprese agroalimentari intervistate ha già effettuato investimenti per la transizione eco-energetica, 1 azienda su 4 lamenta la mancanza di competenze specifiche e la necessità di formazione come i principali vincoli ad una maggior diffusione di tali innovazioni.

Stringendo la maglia alle aziende tabacchicole, l’indagine Nomisma rileva come il 29% di esse ritiene necessario lo sviluppo di competenze specifiche sull’utilizzo degli strumenti che favoriscano le innovazioni tecnologiche. Il gap da colmare emerge anche nella consapevolezza delle aziende sulla preparazione professionale dei propri addetti: dall’indagine emerge infatti che il 44% del campione intervistato ritiene molto importante la formazione, percentuale che sale al 59% nel caso delle aziende tabacchicole. E in effetti, già oggi 1 impresa su 2 investe nella formazione dei propri addetti (oltre a quella obbligatoria prevista per legge), mentre un ulteriore 30% ha già pianificato attività in tal senso nei prossimi 2/3 anni, mentre per le aziende tabacchicole la percentuale sale al 44%, a testimonianza dell’efficacia dell’accordo di filiera nel comparto che abilita le aziende ad effettuare una programmazione strategica a medio termine anche sul tema delle competenze.

Quanto alla transizione eco-energetica le competenze necessarie più richieste dalle imprese risultano: per il 48% delle aziende intervistate, quelle legate alla gestione sostenibile delle risorse e all’ottimizzazione dei processi produttivi. Un altro 33% segnala la capacità di utilizzare software per la gestione sostenibile dell’azienda, mentre il 28% individua le competenze biologiche e chimiche legate alla produzione sostenibile. La vera sfida è riuscire a trovare risorse umane competenti. Una problematica fortemente sentita: solo 1 azienda su 10 non ritiene importante disporre di competenze nel percorso verso la transizione eco-energetica, una consapevolezza che tra le aziende tabacchicole trova conferma nel 100% delle imprese intervistate.

“Chi pensa che l’agricoltura sia ancora quella di cento anni fa commette un errore gravissimo: oggi l’innovazione è fondamentale" commenta il senatore Luca De Carlo. "Per mantenere ad altissimi livelli la qualità della nostra agricoltura, la formazione degli addetti è indispensabile: la filiera diventa quindi lo strumento cardine che permette da un lato di lavorare su economie di scala e ottenere così prezzi migliori e, dall’altro, di aumentare le conoscenze delle imprese e dei lavoratori, attraverso lo studio e l’introduzione di innovazioni che permettano di produrre di più e meglio”.

In conclusione, al di là dell’attuale dotazione di risorse umane in grado di sostenere la sfida della transizione eco-energetica (che soddisfa pienamente solo il 30% delle aziende intervistate), resta nel tessuto imprenditoriale agroalimentare italiano un gap di competenze da colmare. Un divario che, nel caso del comparto tabacchicolo, trova un importante contributo alla sua riduzione nell’accordo di filiera in cui la formazione è parte integrante delle attività e dei servizi collegati a tale strumento. La visione innovativa di filiera richiede un approccio fortemente orientato allo sviluppo di nuove competenze che favoriscano l’impegno per le transizioni, la continuità generazionale all’interno delle aziende agricole e modelli innovativi a supporto dell’efficienza in agricoltura.

“Nel caso della filiera tabacchicola, in particolare per quella componente organizzata fin dal 2011 all’interno dell’accordo di filiera Coldiretti-Philip Morris, lo sviluppo delle competenze e della formazione è sempre stato al centro della visione di sviluppo, a partire dalle buone pratiche agricole e del lavoro per arrivare a meccanismi di facilitazione delle innovazioni in favore della transizione digitale, ecologica ed energetica” ha dichiarato Alberto Mantovanelli, Presidente dell’Organizzazione Produttori Italiani di Tabacco (OPIT). “Le sfide che nei prossimi anni attendono la filiera tabacchicola italiana, che resta la prima in Europa con oltre 1/3 dei volumi complessivi, riguarderanno certamente la capacità di rimanere competitiva su tutte le dimensioni della sostenibilità, ma un aspetto fondamentale coinvolgerà anche le nuove regolamentazioni che a livello europeo verranno definite nei prossimi appuntamenti legislativi, che potranno influenzare gli agricoltori italiani e potenzialmente avere un impatto direttamente o indirettamente sui valori economici, ambientali e sociali collegati alla filiera integrata. Per queste ragioni sarà necessario mantenere alta l’attenzione e monitorare tutti insieme che le prossime regole europee non siano penalizzanti per un comparto chiave dell’economia agricola italiana” ha concluso Mantovanelli.

“Se per vincere la doppia sfida della transizione ecologica ed energetica il digitale può rappresentare uno strumento importante, competenze e formazione si configurano come due leve strategiche altrettanto necessarie alle imprese agricole ed alimentari per governare piuttosto che subire questa transizione, restando così al passo degli enormi cambiamenti che stanno interessando la filiera agroalimentare” – conclude Paolo De Castro, Presidente del Comitato Scientifico di Nomisma.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Economia

Il Mega di Musk e il Maga di Trump possono stare insieme?...

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La 'grande Europa' che viene invocata dalla 'grande America' difficilmente può essere pensata insieme a una Unione europea forte che punta su libero mercato e concorrenza

Elon Musk

Una grande America e una grande Europa. Il Mega (Make Europe Great Again) lanciato da Elon Musk su X e il Maga (Make America Great Again), marchio di fabbrica del nuovo mandato di Donald Trump alla Casa Bianca, possono stare insieme? La domanda si presta a un'interpretazione politica e a una economica e i due piani sono evidentemente legati tra loro.

Da una parte c'è il tentativo esplicito del miliardario americano di aggregare forze sovraniste anche in Europa e il referente 'naturale' è il gruppo dei Patrioti, che a Strasburgo unisce le forze di destra che hanno risposto all'iniziativa politica del premier ungherese Viktor Orban: insieme al suo partito, Fidesz, il Rassemblement national francese di Marine Le Pen e Jordan Bardella, la Lega di Matteo Salvini, i cechi di Ano, l’Fpö austriaco, gli spagnoli di Vox e gli olandesi di Pvv. Non ci sono i tedeschi di Afd, per il veto imposto da Le Pen, ma nella geografia politica che ha in testa Musk sono inclusi anche loro. Fdi di Giorgia Meloni e i polacchi di Pis, i Conservatori e Riformisti europei, sono impegnati in una posizione più moderata, in contatto diretto con il Ppe (Forza Italia per l'Italia) e con la maggioranza che sostiene Ursula von der Leyen.

Dall'altra parte, ci sono le implicazioni economiche. Perché se 'una grande America' e 'una grande Europa' non sono entità necessariamente in contrapposizione tra loro, la traduzione sul piano industriale e commerciale dello schema deve necessariamente confrontarsi con la nozione del protezionismo e con l'applicazione degli strumenti che lo fanno funzionare, i dazi e le politiche commerciali aggressive. La stessa definizione di protezionismo, "Politica economica che prevede aiuti pubblici ad alcuni segmenti produttivi, attraverso dazi che ostacolino o impediscano la concorrenza di prodotti stranieri sul mercato nazionale" recita la Treccani, ricalca in maniera puntuale le intenzioni e le promesse, minacce, di Trump. Il contrario delle frontiere aperte e della globalizzazione, pilastri del libero commercio internazionale.

E' su questo piano che la teoria economica si deve confrontare con la tendenza politica, genericamente definibile sovranismo, che unisce la presidenza di Trump negli Stati Uniti e la campagna di Musk, convinto che si possa esportare in Europa un modello che è più affine al nuovo corso americano. La chiave per leggere il tentativo, e anche la pretesa, di tenere insieme Maga e Mega sta nella contestazione di tre principi chiave della globalizzazione: l’effetto pro-competitivo dell’apertura delle frontiere; il vantaggio per i consumatori di un mercato aperto; l'efficienza degli scambi internazionali.

Siamo di fronte a un movimento che, tecnicamente ancora prima che politicamente, mette in discussioni le fondamenta economiche dell'Unione europea: coordinamento multilaterale delle politiche economiche, libera circolazione delle merci e delle persone, mercato unico, dottrina antitrust e tutela della concorrenza.

Guardata con le lenti dell'economia la 'grande Europa' che viene invocata dalla 'grande America', e quindi Mega che coesiste con Maga, difficilmente può essere pensata insieme a una Unione europea forte. (Di Fabio Insenga)

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Economia

Sostenibilità, Dal Fabbro (Iren): “Premiamo impegno...

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La terza edizione del Premio Esg Challenge

Luca Dal Fabbro, presidente del Gruppo Iren

"Abbiamo raccolto più di 400 tesi: se pensate che l'altro anno erano meno di 130 è evidente il grande interesse da parte degli studenti alle tematiche Esg". Così Luca Dal Fabbro, presidente del Gruppo Iren, in occasione della terza edizione del Premio Esg Challenge Iren, ospitato a Palazzo Madama a Torino.

"Oggi premiamo le 10 tesi migliori che arrivano da tutta Italia, a ciascun tesista daremo 1.000 euro - dice - certamente è una cifra simbolica, ma attesta il fatto che vi siano stati ben 430 studenti che hanno lavorato, si sono impegnati su di un tema molto importante per Iren, ma ritengo per tutta l'economia, che è appunto il fattore Esg, quindi ambiente, sociale, buona governance".

"Oggi abbiamo chiamato esperti a parlare del tema Esg, abbiamo esperti che si occupano di scienze naturali, di finanza, di economia, di sociale, per dibattere su quale sia il futuro dei fattori Esg e in generale quale sia il futuro del capitalismo italiano, tra industria, profitto, ma anche giuste esigenze di sviluppo e giustizia sociale, di attenzione a coloro che possono rimanere indietro - prosegue il presidente Dal Fabbro - Crediamo che fare impresa significhi avere una responsabilità sociale importante e non preoccuparsi solo del business. Dobbiamo riuscire a fare proprio questo: coniugare business, società, ambiente, e impatto sul territorio in modo tale da proiettarsi nel futuro e prosperare con business, da una parte, e salvaguardia dell'ambiente e buona governance dall'altra".

"E' inutile fare catastrofismi, dobbiamo guardare al futuro, con ottimismo e con sano realismo - ribadisce a proposito di alcune questioni sollevate nell'ambito delle varie tavole rotonde - Il sano realismo è quello che ci impone di coniugare, quando si parla di energia e di ambiente, tre fattori: la sicurezza energetica, la competitività, quindi il costo per famiglie e imprese dell'energia, che non deve mai essere eccessivamente gravoso. E infine l'ambiente, ultimo ma non meno importante. Questi tre fattori insieme rappresentano e rappresenteranno i pilastri su cui ogni azienda che si occupa di energia e di ambiente deve lavorare per il futuro".

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Economia

Moxa Distry Shop chiude un 2024 da record: crescita,...

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L’e-commerce leader in Italia per la vendita di prodotti Moxa registra un aumento delle vendite da utenti ricorrenti, migliora la reputazione online e rafforza il servizio di supporto post-vendita.

Moxa Distry Shop chiude un 2024 da record: crescita, fiducia e servizio al top

In collaborazione con: Moxa Distry Shop

Il 2024 si chiude con numeri straordinari per Moxa Distry Shop , che conferma la propria leadership nel mercato italiano della distribuzione di prodotti a marchio Moxa. Il sito ha registrato un incremento significativo delle vendite, con un dato particolarmente rilevante: la crescita degli acquisti da parte di utenti ricorrenti. Questo elemento è un chiaro segnale dell’alta qualità dell’esperienza d’acquisto e dell’affidabilità del supporto post-vendita, ormai riconosciuto come il vero valore aggiunto dell’e-commerce.

A certificare ulteriormente l’eccellenza del servizio è Trustpilot, dove il punteggio di Moxa DistryShop è salito a 4.9 su 5, con recensioni verificate che elogiano la facilità di acquisto, la rapidità della spedizione – che in molti casi avviene in sole 24 ore – e soprattutto l’efficacia del supporto post-vendita. Quest’ultimo rappresenta il vero fiore all’occhiello della piattaforma, garantendo assistenza continua ai clienti e rendendo Moxa Distry Shop un punto di riferimento assoluto nel settore.

Oltre alla qualità del servizio, l’e-commerce si distingue per il miglior prezzo di mercato garantito, la spedizione gratuita e una politica di reso e rimborso gratuito entro 14 giorni dall’acquisto, un’eccezione nel settore B2B, dove queste condizioni sono estremamente rare. I clienti possono inoltre contare su un’assistenza altamente qualificata, grazie al supporto di uno staff tecnico certificato MOXA MTSC, sempre disponibile per consulenze e suggerimenti personalizzati.

Soddisfatto dei risultati raggiunti, Alessandro Di Banella, vice-presidente di Jampel e di MoxaDistry Shop, sottolinea l’importanza della fiducia guadagnata dai clienti e guarda al futuro con ambizione: “Il 2024 è stato un anno straordinario, frutto dell’impegno costante nel garantire ai nostri clienti un’esperienza d’acquisto di livello superiore. La nostra priorità è continuare a crescere e migliorare, offrendo sempre più valore, supporto e innovazione”.

Con un 2024 chiuso in forte crescita e una reputazione sempre più solida, Moxa Distry Shop si prepara a un 2025 all’insegna dell’innovazione e del consolidamento della propria posizione di mercato, con l’obiettivo di offrire ai clienti un servizio sempre più rapido, efficiente e professionale.

Per informazioni: JAMPEL S.R.L.Sede legale: Via Degli Stradelli Guelfi, 86 40138 Bologna Partita IVA: 03116900378 Capitale Sociale: € 500.000

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