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Kamala Harris, vietato sbagliare: ora la vice di Biden non può permettersi errori

Dopo il flop del 2020 e i gli ultimi, difficili anni alla Casa Bianca, la possibile candidata dem alle presidenziali non può ripetere i passi falsi che hanno affondato la sua prima campagna elettorale

Kamala Harris - Fotogramma /Ipa

La rinuncia di Joe Biden alla candidatura per le elezioni Usa 2024 ha proiettato la 59enne democratica Kamala Harris verso una nomination scontata per la corsa alla Casa Bianca. A novembre, contro Donald Trump. Ci sono 3 mesi e qualche giorno per preparare il duello contro il candidato repubblicano.

Harris ha già alle spalle una prima campagna presidenziale, lanciata di fronte a 20mila sostenitori nel gennaio 2019 e poi conclusa a dicembre, prima dell'inizio delle primarie perché non c'erano più soldi, un messaggio o una struttura operativa, è stato un completo flop. E anche una volta arrivata alla Casa Bianca, prima donna e prima afroamericana vice presidente, i suoi quasi quattro anni da veep accanto a Joe Biden sono stati difficili, con grandi problemi di efficienza e comunicazione del suo ufficio, tensioni con West Wing, e tassi di popolarità sempre molto bassi.

Pochi mesi per la campagna elettorale contro Trump

Ma adesso "Harris, con pochi mesi per lanciare una campagna contro Trump, non può permettersi di ripetere gli errori che hanno affondato la sua prima campagna elettorale. La sua - commenta Nbcnews - deve essere uno sprint verso l'Election Day praticamente senza errori".

Anche perché, sottolineano i commentatori americani, da quando con il disastro del dibattito di Atlanta è iniziata a sgretolarsi la candidatura di Biden, l'immagine di Harris si è rafforzata agli occhi del pubblico, come dimostrano anche gli ultimi sondaggi.

L'ex senatrice della California dovrà anche decidere in tempo record quale sarà la sua piattaforma e se in qualche modo si differenzierà da quella di Biden.

Aborto, diritti delle donne e clima al centro?

Durante la sua breve campagna presidenziale di cinque anni fa, l'ex procuratrice ha avuto dei problemi a trovare uno spazio politico tra i centristi e i progressisti - scettici nei suoi confronti per il suo passato da procuratore considerata troppo dura e severa - che aveva cercato di attirare proponendo un'agenda sul clima da diversi trilioni e sostenendo il piano del super liberal Bernie Sanders per le università gratuite.

Harris candidata alla Casa Bianca potrebbe mettere la questione della difesa dell'aborto e dei diritti riproduttivi delle donne molto più enfaticamente di Biden al centro della campagna elettorale, cercando di fare leva elettorale sullo scontento delle donne nelle decine degli stati a guida repubblicana che dopo l'abolizione del diritto costituzionale all'aborto da parte della Corte Suprema a maggioranza repubblicana. E fare leva anche sul timore che una vittoria di Donald Trump possa portare ad un bando a livello nazionale dell'aborto.

Secondo Politico, Harris potrebbe spingersi più avanti anche sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici, dal momento che nel 2019 aveva proposto un piano da 10 trilioni di dollari, attraverso investimenti pubblici e privati, infinitamente di più del piano da 1,6 trilioni che Biden ha varato con una serie di leggi durante il suo mandato. Inoltre aveva proposto una "tasse per l'inquinamento climatici" e la fine dei sussidi federali all'industria degli idrocarburi. Da senatrice aveva poi sostenuto il Green New Deal, insieme a liberal come Alexandria Ocasio-Cortez, bollato dai repubblicani come "un manifesto socialista".

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Ucraina, ministri Difesa Nato: “Minacce Russia...

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Incontro a Berlino per discutere le misure per rafforzare la sicurezza e la difesa in Europa

Ucraina, ministri Difesa Nato:

Non solo all'Ucraina: le minacce della Russia sono rivolte anche ai paesi Nato allo stesso tempo. Dopo il lancio del nuovo missile a medio raggio, è questa la convinzione dei ministri della Difesa di Germania, Francia, Polonia, Italia e Regno Unito, che ieri si sono incontrati a Berlino per discutere le misure per rafforzare la sicurezza e la difesa in Europa. Il Ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov è intervenuto in videocollegamento.

Pistorius, il francese Sébastien Lecornu, il britannico John Healey, il polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz e il sottosegretario italiano Isabella Rauti in rappresentanza del ministro Guido Crosetto si sono incontrati sullo sfondo dell'incombente presidenza statunitense di Donald Trump, notoriamente critico della Nato che ha chiesto all'Europa di investire molto più denaro nella propria sicurezza e che si prevede che taglierà gli aiuti militari all'Ucraina. La Germania e altri Paesi della Nato intendono incrementare la produzione di armi all'interno dell'Ucraina in risposta all'escalation delle azioni di guerra della Russia, ha dichiarato il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius. Lo sviluppo e l'acquisto di droni controllati dall'intelligenza artificiale è una priorità, ha detto, così come una migliore cooperazione per aiutare la produzione di munizioni.

“L'Ucraina deve essere in grado di agire da una posizione di forza”, ha detto Pistorius, sottolineando che l'invasione russa ha “assunto una dimensione internazionale”, riferendosi ai circa 10.000 soldati della Corea del Nord che il Presidente russo Vladimir Putin ha fatto entrare nel Paese per addestrarsi e combattere. "La Russia ha preso di mira l'Ucraina con un nuovo missile a medio raggio, che ha implicazioni di sicurezza per tutta l'Europa, ha avuto un ruolo durante le discussioni - ha detto Pistorius - Le minacce russe sono sempre rivolte a noi allo stesso tempo”.

Francia e Regno Unito non escludono l'ipotesi di inviare soldati in Ucraina.

E mentre aumenta la pressione delle forze armate russe nel Donetsk e le difficoltà ucraine a tenere botta, secondo Le Monde torna d'attualità la discussione sull'ipotesi di intervento di soldati di altri paesi. "Sono in corso discussioni tra Regno Unito e Francia sulla cooperazione in materia di difesa, in particolare con l'obiettivo di creare un nucleo di alleati in Europa, concentrato sull'Ucraina e sulla sicurezza europea in generale", riferisce a Le Monde una fonte militare britannica.

Germania pensa a bunker antiatomici

La Germania, davanti all'ipotesi di un'escalation della guerra tra Kiev e la Russia, comincia a pensare ai bunker antiatomici. Berlino sta stilando una lista di bunker che potrebbero rappresentare un rifugio di emergenza per i civili, come ha annunciato il ministero degli Interni, specificando che l'elenco includerebbe stazioni ferroviarie sotterranee, parcheggi, edifici statali e proprietà private.

Un portavoce del ministero ha dichiarato che verrà redatto un elenco digitale di bunker e rifugi di emergenza, in modo che le persone possano trovarli rapidamente utilizzando un'app telefonica. Il portavoce ha inoltre incoraggiato la popolazione a creare rifugi nelle proprie case, convertendo scantinati e garage.

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Esteri

Ucraina, asse Mosca-Pyongyang allarma Cina: silenzio su...

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Pechino teme che la collusione militare possa favorire la spinta americana a tessere una rete di alleanze con la Corea del Sud e il Giappone in Asia orientale

Esercito Corea del Nord

La Cina non vede di buon occhio il riavvicinamento e la crescente cooperazione tra Corea del Nord e Russia. A dirsene convinto è stato il vicesegretario di stato americano Kurt Campbell, dando il proprio contributo al dibattito tra i partner asiatici degli Stati Uniti sulla posizione cinese. Il silenzio di Pechino, secondo il ministero degli Esteri giapponese, sarebbe un chiaro segnale di questo disagio e del timore che la collusione militare sull'Ucraina possa favorire la spinta americana a tessere una rete di alleanze con la Corea del Sud e il Giappone in Asia orientale. Finalizzata, per la Cina, a limitare il suo potere.

Il gesto conciliante recentemente compiuto da Pechino nei confronti del Giappone - cui ha annunciato l'intenzione di rimuovere una boa di segnalazione installata all'interno della zona economica esclusiva giapponese vicino alle isole Senkaku, amministrate da Tokio, nel Mar Cinese Orientale - viene visto come il segno di uno sforzo volto a incoraggiare quanti in Giappone non vogliono essere coinvolti in un conflitto con la Cina diretto dagli Usa. Un passo piccolo, ma che riguarda un tema delicato.

"Il tema che sta diventando sempre più scomodo per gli interlocutori cinesi è l'impegno della Corea del Nord con la Russia", ha dichiarato Campbell - citato dal Guardian - nel corso di un recente seminario presso il Center for Strategic and International Studies, un thinktank di Washington. "In alcune discussioni che abbiamo avuto, sembra che li stiamo informando di cose di cui non erano a conoscenza sulle attività della Corea del nord, e sono preoccupati che l'incoraggiamento russo possa portare Pyongyang a contemplare mosse o azioni militari che potrebbero non rientrare nell'interesse della Cina". "La Cina non è intervenuta direttamente per criticare la Russia, ma crediamo che il crescente coordinamento tra Pyongyang e Mosca li stia innervosendo", ha aggiunto.

Frattura tra Cina e Russia?

Ma gli analisti non sono unanimi sull'esistenza di una frattura tra Cina e Russia. Per l'ammiraglio Samuel Paparo, a capo del Comando indo-pacifico degli Stati Uniti, nelle relazioni tra Russia, Cina e Corea del Nord c'è una "certa simbiosi transazionale". "La Corea del Nord - ha dichiarato al forum sulla sicurezza di Halifax - soddisfa le richieste di artiglieria e missili della Russia e la Russia in cambio fornirà probabilmente tecnologia missilistica e sottomarina alla Corea del Nord". La Cina da parte sua avrebbe fornito alla Russia il 90% dei suoi semiconduttori e il 70% delle sue macchine utensili per ricostruire la sua macchina da guerra.

Anche Andrew Shearer, direttore generale dell'Office of National Intelligence australiano, si è detto scettico sulla portata del disagio della Cina. "L'idea di ampliare presunte divisioni tra Putin e Xi è piuttosto fantasiosa e se non affrontiamo la realtà che Putin è ancora in guerra in Ucraina oggi solo grazie al sostegno militare, diplomatico e di tecnologia dual use della Cina, non riusciremo a elaborare strategie efficaci".

I dubbi del Giappone

I dubbi sull'atteggiamento della Cina si riflettono anche tra gli osservatori in Giappone. "Non è possibile che la Cina non sapesse cosa stava progettando la Russia. La Cina non può permettersi di vedere la Russia perdere contro l'Occidente, e se la Russia contribuisce a creare una propaganda" di successo, "sarà un precedente per la Cina nel tentativo di controllare Taiwain", ha dichiarato la professoressa Emi Mifune, della facoltà di legge dell'Università di Komazawa.

E per Hideya Kurata, dell'Accademia Nazionale di Difesa del Giappone, la posizione di Pechino non è di approvazione o disapprovazione, ma di disagio e difficoltà. Il conflitto - ha sottolineato - deve essere visto nel contesto della decisione della Corea del Nord di abbandonare gli sforzi per riunificare la penisola coreana. Pyongyang sta cercando di definire e impostare una escalation a tappe, progressiva, che parte dalle armi nucleari tattiche, si estende ai missili balistici a raggio intermedio diretti in Giappone, quelli a medio-lungo raggio diretti a Guam e ai missili balistici intercontinentali che potrebbero colpire la terraferma degli Stati Uniti.

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Spettacolo

Carmen Di Pietro a Belve, dai film erotici all’amore...

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Il secondo appuntamento con Francesca Fagnani stasera su Rai 2

Carmen Di Pietro - Stefania Casellato

Torna 'Belve' con il secondo appuntamento stasera, martedì 26 novembre. Tra gli ospiti di Francesca Fagnani, l'attrice Carmen Di Pietro, che in un’intervista effervescente e assolutamente divertente svela un lato mai visto. Dagli esordi sexy con i film erotici “In ogni cosa che ho fatto mi sono divertita”, alla pensione di reversibilità dell’ex marito Paternostro: ”non si è mai risposata per non perderla?”, Di Pietro ammette : “All’inizio era vero …Qui nessuno è fesso”.

L'intervista a Carmen Di Pietro

Incalzata dalle domande di Fagnani, l’attrice risponde con sincerità , uscendo dal suo ‘storico’ personaggio, non senza attimi di tensione sugli esordi con i film erotici, sui vantaggi della pensione di reversibilità del defunto marito Sandro Paternostro, fino ai dubbi sulla famosa esplosione in aereo di una sua protesi al seno con Fagnani che punge: “Dopo 20 anni possiamo finalmente dire che s’è inventata tutto ?”. “Non era una bufala. Mi scoppiò una tetta in volo!”, risponde l’attrice.

Nello studio di Belve, emerge una Carmen Di Pietro divertente e ironica che si dice: “Fervente cattolica”. “Prega ?”, domanda Fagnani . “La sera, dopo aver letto Topolino, dico il Pater..”, “ Recita il Pater Nostro? Grazie per la pensione di reversibilità…", scherza la conduttrice. Di Pietro confessa poi che la sua maggiore trasgressione non è la droga: “Mai provata per carità”, ma “i peccati di gola”, eppure ha “un’ossessione per la palestra”.

Qualche momento di tensione quando Fagnani le fa notare gli inizi della carriera con i film “al limite del porno”. “Se lo dice lei”, risponde stizzita Di Pietro. “In ogni cosa che ho fatto mi sono divertita” prosegue l’attrice, che pure non risponde alle domande sulle trame dei film e dice più volte “Non mi ricordo”. L’intervista prosegue su temi a volte surreali, come la sua lotta contro il costo delle buste della spesa al supermercato, a confessioni personali: “Sono single da 10 anni”.

A quel punto Fagnani le chiede di raccontare la storia d’amore con Paternostro , di 43 anni più vecchio . “Con Sandro è stato il mio amore vero. Non l’ho mai abbandonato e per me Sandro c’è sempre”. Fagnani quindi chiede: “Dicono che dopo la morte di Paternostro non si è mai sposata per non perdere la pensione di reversibilità”. “All’inizio era vero…” risponde ancora innervosita Di Pietro.

Grande ilarità quando Carmen Di Pietro rivendica una love story con Maradona “Guardavamo le stelle. Una storia vera” e dice di non aver ceduto alle avance di Sylvester Stallone. “Si piace fisicamente?”, domanda Fagnani. “Sì certo. A 60 anni porto la 40, non è da tutti!”. Di Pietro si definisce “coraggiosa” sia quando “avevo tutti contro” durante il fidanzamento con Sandro Paternostro, sia oggi a Tale Quale show.

Fagnani le chiede diretta “qual è il suo talento?”. E lei sembra non scomporsi nel replicare che “non ho un talento particolare”. “Si piace come personaggio che ha costruito? ” insiste Fagnani; “Non sono personaggio, sono in effetti così”, prova a replicare lei.

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