Concerti d’estate, tra caldo acquazzoni, zanzare e virus: ecco come sopravvivere
Nello zaino cappello e crema solare, ma anche impermeabile per piogge improvvise e repellenti anti zanzare
A metà luglio le immagini dei fan accampati in zona stadio San Siro a Milano in attesa che aprissero i cancelli per uno dei concerti dell'anno, quello di Taylor Swift, hanno fatto il giro del web. Faceva caldo, ma il popolo degli 'Swifties', devoti alla cantautrice statunitense, è stato anche colpito da una bomba d'acqua e ha potuto sperimentare sulla propria pelle la violenza degli sbalzi climatici. La vita di uno spettatore di concerti estivi può essere dura. Oltre a disidratazione e problemi legati a sole ed alte temperature, alla sicurezza del cibo e alle difficoltà di movimento nelle grandi folle, in agguato ci sono anche rischi infettivi.
Nel 'manuale di sopravvivenza' per i maxi eventi della bella stagione, proprio per questo, rientra pure il 'bon ton' respiratorio. "La prima raccomandazione è che, se si è raffreddati, non si sta tanto bene, si sta tossendo, starnutendo o si ha la gola in fiamme, e a un concerto ci si deve andare perché si è preso il biglietto, è bene proteggere gli altri indossando una mascherina. Non c'è niente di male a mettersela", evidenzia all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova.
Messaggio condiviso anche dal virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell'università Statale di Milano: "Se si ha una sintomatologia respiratoria, la mascherina non sarebbe una brutta cosa, perché da sintomatici - nel caso di manifestazioni di tipo infettivologico, quali che siano (anche il Covid sta vedendo un incremento) - si è contagiosi verso gli altri. Eventualmente rinunciare, anche se è facile dirlo, ma più difficile farlo", riflette.
Una seconda raccomandazione, elenca Bassetti, "è evitare sbalzi di temperatura troppo importanti. Per esempio, ai concerti capita che si vada a comprare una bibita in luoghi dove c'è l'aria condizionata e poi si esca fuori a 40 gradi. Ecco, questo può portare congestioni o altri problemi importanti a livello generale". E ovviamente se piove "bisogna avere qualcosa per coprirsi, quindi portare con sé impermeabili, anche quelli di plastica da usare all'ultimo momento, perché bagnarsi e poi restare al freddo non aiuta".
Non sono poche le guide 'istituzionali' che vengono diffuse in vista proprio degli eventi di massa che si svolgono molto più spesso in estate. Anche l'Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha diramato consigli di salute pubblica, preparati con l'Oms Europa e con le autorità sanitarie francesi perché mirati questa volta alle Olimpiadi di Parigi 2024, evento che monopolizzerà molti spostamenti nella regione. Nella guida per i Giochi ci sono indicazioni su come proteggersi da varie patologie, come le malattie respiratorie o le malattie trasmesse da zanzare e zecche; suggerimenti su come rimanere freschi quando fa caldo, su come prevenire i colpi di sole e rimanere idratati. Ma anche raccomandazioni sulla sicurezza dei cibi che si consumano, informazioni sulla salute sessuale - con l'invito a usare i preservativi e a stare attenti al rischio di infezioni trasmissibili per via sessuale, Mpox (vaiolo delle scimmie) compreso - e sul consumo di alcol e tabacco.
"In ogni caso, ben vengano momenti aggregativi - rimarca Pregliasco - concerti, eventi che rispondono a una voglia di recuperare, soprattutto da parte dei giovani, la socialità che è venuta a mancare con Covid. E' chiaro che il buonsenso ci vorrebbe e ci vuole, rispetto a norme igieniche che abbiamo imparato in occasione della pandemia e che sono utili anche per altre patologie. Sono consigli da rilanciare, insieme agli elementi di attenzione su idratazione, rischio di colpi di calore e altre situazioni delicate che possono esserci specialmente nelle fasi di coda e di attesa".
Cosa non deve mai mancare nello zaino del perfetto spettatore? Un cappello per proteggersi dal sole forte, al quale si rischia di restare esposti a lungo durante le code per entrare nella location dell'evento. Ma anche la crema solare per evitare scottature, e quando cala il sole spray o stick repellenti antizanzare per non diventare bersaglio di fastidiose punture. Poi gel disinfettante, strategico in assenza di acqua e sapone per curare l'igiene delle mani, cibo leggero e a misura di alte temperature (quindi cotto e ben conservato) e acqua per tenersi idratati. E ancora fazzoletti e salviettine umide, un telo se si prospetta la necessità di sedersi su prati o altri spazi. Infine, per essere pronti agli sbalzi meteo, quindi anche in caso di temporali estivi improvvisi, portare con sé un ombrello o impermeabile.
Cronaca
Violenza su donne, il presidente del Tribunale di Milano:...
Roia: "L'intermittenza o il giustificazionismo non fa bene, non fa bene un linguaggio improprio, non fanno bene interventi scomposti o inappropriati perché il tema maggiore è fare capire agli uomini che agiscono violenza che quello è un crimine"
"Non sono gli immigrati che creano il problema della violenza sulle donne, il problema della violenza di genere è storico, strutturale e sociale". Il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia, intervistato dall’Adnkronos alla vigilia della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, non fa giri di parole e d'altronde ha i numeri dalla sua parte.
Gli italiani condannati in tribunale a Milano per reati legati al genere sono 440 negli ultimi 12 mesi, con un incremento del 15%. Se si guarda alla nazionalità, gli italiani rappresentano il 62% delle 714 condanne totali, in crescita del 3% rispetto all'anno precedente. Nel 2024 il Tribunale di Milano, dove si registra un aumento delle misure cautelari (1.246 a fronte delle 758 precedenti, +64% in un anno) ha inflitto pene per 798 anni di carcere. Inutile negare che in alcuni paesi la donna gode di meno diritti rispetto agli standard medi europei, ma se "questo può incrementare il numero delle violenze, non incrementa un fenomeno che ha solide radici nel patriarcato".
E' l'identità della donna che chi compie violenza vuole cancellare. "Deve cambiare il linguaggio, a maggior ragione quello degli atti giudiziari", per non incorrere in "una cattiva informazione e nella vittimizzazione secondaria" spiega Roia. "Ad esempio, abbiamo ancora una categoria giuridica, che applichiamo dal diritto romano, che è la 'diligenza del buon padre di famiglia' che è espressione di un linguaggio antico che necessiterebbe di un cambiamento". Occorre insomma una rivoluzione culturale per un fenomeno che anche quest'anno tocca le tre cifre: sono quasi cento i femminicidi in Italia. Secondo i dati diffusi a inizio novembre dal Tribunale di Milano, le vittime più numerose - il totale è di 1.132 (circa il 70% italiane) - ha tra 26-35 anni (187, pari al 16,5%) seguita dalla fascia 36-45 anni (180).
E' tra le "mure domestiche" che si annida maggiormente la violenza, conferma il presidente Roia che definisce "Allarmante" i dato sui minorenni coinvolti come vittime: sono 325 con un aumento pari al 46% rispetto al 2023. "Quando i figli sono esposti a situazioni di violenza subiscono un trauma e da adulti possono sviluppare un trauma mediato, come autori o come vittime. Quando ci sono minori che assistono a fatti di violenza è importante parlarne, andare ai centri antiviolenza, trovare dei riferimenti per uscire da un legame tossico che fa più vittime".
Gli strumenti offerti dal legislatore sono "ottimi per intervenire sotto tutti i punti di vista: nel settore penale, nel campo della prevenzione dove possiamo usare per la violenza domestica il codice antimafia, o nel civile con gli ordini di protezione in caso di violenza familiare in presenza di un bambino. Le leggi ci sono, vanno applicate bene, con competenza, efficacia e specializzazione". Eppure la violenza di genere sembra un problema che non riguarda tutti.
L'emergenza "viene vista a intermittenza, con troppo giustificazionismo, forse con troppa ideologia, non capendo che questo è un tema di civiltà trasversale che deve andare da destra a sinistra, da sinistra a destra passando per il centro, che deve interessare e impegnare tutti i punti cardinali della politica perché è una spia del grado di civiltà di un paese". L'intermittenza o il giustificazionismo "non fa bene, come non fa bene un linguaggio improprio, come non fanno bene certi interventi scomposti o inappropriati perché il tema maggiore è fare capire agli uomini che agiscono violenza che quello è un crimine al pari di commettere una rapina in un officio postale o spacciare droga" conclude il presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia. (di Antonietta Ferrante)
Cronaca
‘Aspettando Atreju’, Bellucci: “Con...
Al Museo delle Genti di Pescara momento di confronto sui principali temi di attualità, analizzati dagli esponenti nazionali di Fratelli d’Italia
Maria Teresa Bellucci (Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali) è intervenuta nel corso dell’iniziativa “Aspettando Atreju”. L’appuntamento, tenutosi al Museo delle Genti di Pescara, è stato un momento di confronto sui principali temi di attualità, analizzati dagli esponenti nazionali di Fratelli d’Italia. Insieme al Viceministro sono intervenuti nel panel “L’Italia torna a correre” anche Giovanni Donzelli (Responsabile Nazionale Dipartimento Organizzazione di Fratelli d’Italia), Sara Kelany (Responsabile Nazionale Dipartimento Immigrazione di Fratelli d’Italia), Marco Osnato (Presidente della VI Commissione Finanze) e Marco Marsilio (Presidente della Regione Abruzzo). Il Viceministro Bellucci ha dichiarato: "Per chi governa questa nazione e, come me, ha responsabilità di governo, immergersi tra le persone è la possibilità di avere un ritorno di energia positiva che ci incoraggia ad andare avanti".
"Come Governo Meloni abbiamo cambiato paradigma non solo del lavoro, ma anche delle politiche sociali. Ad una cultura basata meramente sui sussidi, noi abbiamo proposto un paradigma fondato sulla libertà, sul diritto al lavoro e sul poter e dover partecipare alla crescita dell’Italia. Abbiamo voluto riconoscere un ruolo da protagonista al lavoro. Sono particolarmente fiera di poter parlare di record d’occupazione femminile, oggi al 53%, ma ogni mattina mi alzo e penso a quelle restanti donne escluse ancora dal mercato lavoro -ha aggiunto Bellucci-. Il diritto di ogni donna ad essere riconosciuta per quanto vale non passa per una vocale al femminile: è la destra italiana ad aver determinato la prima donna alla Presidenza del Consiglio dei ministri; siamo stati noi a raggiungere il record occupazionale; siamo stati noi a varare numerose misure volte all’inclusione lavorativa delle donne così da contribuire allo sviluppo del paese".
"L’obiettivo è uno solo: far partecipare tutti, nessuno escluso, e avere pensatori liberi di poter pensare e partecipare in ogni modo, autonomo o dipendente che sia. La mia identità professionale è la cosa più cara che ho, e io credo che ogni imprenditore che si alza la mattina e mette a rischio tutto sia un eroe, e come tale vada riconosciuto, non con l’etichetta di evasore che da sempre gli mette addosso la sinistra", ha spiegato il viceministro.
"Il Governo Meloni è quello che dice che non esistono lavori o cittadini di serie a e di serie b, ma solo italiani a cui va garantito il diritto di vivere la propria vita in maniera libera e autodeterminata. A chi ci dice che siamo disattenti verso i giovani e i più fragili, ricordo che nei confronti dei primi è il Governo Meloni ad aver stanziato oltre 250 milioni di euro per aprire comunità giovanili in nome dello sport, della formazione, della musica e dell’arte. Ed è sempre questo esecutivo a potenziare i servizi sociali con oltre 300 milioni di euro come ad aver varato la prima riforma in favore delle persone anziane, in 78 anni della Repubblica italiana, con oltre un miliardo di euro messo a disposizione che ancora non basta ma che dà sicuramente il segno di quanto le persone siano per noi una priorità", ha proseguito Bellucci.
Infine, in vista della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il Viceministro ha detto: "Per una vera difesa della donna, tra le tante azioni del Governo Meloni, abbiamo raddoppiato i fondi del Piano di prevenzione e contrasto alla violenza, abbiamo diffuso il numero antiviolenza 1522, abbiamo reso strutturale il reddito di libertà. Sono sempre stata convinta che una donna è molto più fragile quando non può puntare sulle proprie risorse economiche, e la nostra azione in questo senso è sempre stata - e continuerà ad essere - particolarmente incisiva".
Cronaca
Violenza su donne, pm Stagnaro: “Mai incontrato...
La sostituta procuratrice in forza al quinto dipartimento della procura di Milano racconta la sua esperienza e svela che non c'è l'identikit del malvagio: pensarlo è un concetto tranquillizzante per tutti, per delimitare persone che percepiamo estranee a noi.
Nessun lupo cattivo delle fiabe, la violenza ha il volto di chi ci sta accanto. Rosaria Stagnaro, sostituta procuratrice in forza al quinto dipartimento della procura di Milano, combatte da anni il fenomeno e sa bene che non esiste nessun identikit del malvagio. "Il problema principale della violenza di genere è che è prossima, è familiare, e vicina; non può essere delimitata e quindi appiccicata come una etichetta deteriore ai confini della società. In questi anni in cui mi sono occupata principalmente di violenza di genere io non ho incontrato mostri; ho incontrato padri, fratelli, nonni, fidanzati" dice in un'intervista all'Adnkronos alla vigilia del 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
"Credo non esista alcun identikit dell'uomo violento e che pensarlo sia un concetto tranquillizzante per tutti, per delimitare persone - lo straniero, il folle, ', il geloso ossessivo, il paranoico - che percepiamo estranee a noi". Un inganno per sentirsi diversi, innocenti, per non far parte della schiera dei quasi 100 uomini che solo nel 2024 hanno ucciso una donna. "La violenza è la forma di controllo materiale, psicologico e di possesso da parte di un uomo, determinata dall’esigenza di attaccare la sua identità di donna" che si concretizza nell'abominio "tu hai senso in quanto mia e ora te lo dimostro".
Un'aggressione costante, stabile, che trova terreno fertile "nelle relazioni familiari, domestiche e anche lavorative perché è in tutti questi rapporti che emerge con evidenza l’identità di donna" spiega la magistrata che rileva come le denunce sul lavoro siano ancora poche, quasi nulle. Un dato che ribadisce come il sommerso sia troppo diffuso. Eppure uscire dal silenzio è l'unica strada possibile. "Bisogna denunciare perché non è vero che non serve, non è vero che non accade nulla, non è vero che gli uomini violenti non vengono condannati, non è vero che le vittime non vengono credute".
Il processo penale, spiega la magistrata Rosaria Stagnaro "può e deve rappresentare un nuovo inizio in cui la vittima comincia a guardarsi non più come la guarda l'uomo violento, ma come lei guarda se stessa e come la società la guarda: una donna che ha subito un'ingiustizia". E osservare l'altro, a casa come a scuola, resta importante per cogliere possibili campanelli d’allarme in chi, "anche nelle generazioni più giovani, vede la donna come oggetto di un possesso da esercitare e di uno strumento da utilizzare per un personale appagamento", portando così la vittima a isolarsi "convinta dall'autore della violenza di avere bisogno solo di lui. Bisogna spezzare la catena dell'isolamento e dell'esclusività".
Le riforme, come il 'codice rosso', hanno introdotto "una serie di strumenti legislativi e operativi efficaci e più rapidi" per affrontare un argomento che ha assunto i caratteri "di un fenomeno criminologico caratterizzato da stabilità: non ci occupiamo più di singoli episodi o di una situazione transitoria di mera emergenza". Ogni quattro giorni c'è un femminicidio, ma almeno sei vittime su dieci non hanno mai raccontato a nessuno le violenze subite.
"E' evidente che permane una difficoltà delle donne a rivolgersi all'autorità giudiziaria e a denunciare, e questo impone una responsabilità aggiuntiva. Occorre che nelle realtà più prossime ai nuclei familiari (istituti scolatici, servizi sociali, presidi medici, consultori) sia presente personale specializzato per fornire alla vittima le informazioni necessarie, in relazione ai centri antiviolenza, al supporto legale e anche i contatti con le forze dell'ordine territorialmente competenti. Il primo contatto con la vittima assume una valenza decisiva, è l'inizio di un percorso in cui si dice alla vittima 'non sei sola con lui'" conclude la pm Rosaria Stagnaro. (di Antonietta Ferrante)