Concordato preventivo biennale: pro e contro dopo le novità sulla flat tax
Conviene aderire al concordato preventivo biennale? Per le partite IVA è tempo di valutare pro e contro, anche alla luce delle novità sulla flat tax sul maggior reddito che verrà proposto dal Fisco
Il concordato preventivo biennale conviene? Questa una delle domande che si pongono i titolari di partita IVA, alle prese con le valutazioni circa gli effetti dell’adesione al patto con il Fisco.
Alla luce degli ultimi ritocchi, tra cui la flat tax sul maggior reddito proposto dall’Agenzia delle Entrate, è bene analizzare quali sono i pro e i contro previsti per chi sceglierà di aderire al concordato preventivo biennale.
Concordato preventivo biennale: i vantaggi per chi aderirà al patto con il Fisco
È ormai noto che il concordato preventivo biennale consiste in una proposta di reddito che verrà formulata dall’Agenzia delle Entrate nei confronti dei titolari di partita IVA soggetti all’applicazione degli ISA, forfettari compresi.
Si tratterà nella maggior parte dei casi di un reddito al rialzo rispetto alle annualità precedenti, secondo un meccanismo di crescita graduale che accompagnerà professionisti e imprese verso l’obiettivo della piena affidabilità fiscale.
In caso di adesione, il reddito proposto sarà la base per la determinazione delle imposte sui redditi e dell’IRAP: chi sceglierà di aderire al concordato verrà quindi di fatto vincolato a pagare le imposte sulle somme determinate dall’Agenzia delle Entrate, a prescindere dall’effettivo andamento della propria attività.
Per quel che riguarda i soggetti ISA, l’adesione al concordato preventivo biennale rappresenta una vera e propria scommessa sul proprio futuro imprenditoriale, legando l’importo delle somme dovute al Fisco al reddito proposto in via anticipata. In caso di redditi effettivi inferiori - fatta eccezione di specifiche casistiche - non sarà possibile ridurre l’importo dei versamenti già programmati, e la stessa cosa avverrà conseguentemente anche in caso di redditi superiori.
Bisogna inoltre evidenziare che per i forfettari la “scommessa” sarà limitata: il concordato partirà nel 2024 in via sperimentale e per una sola annualità. Considerando che si potrà aderire fino alla fine di ottobre, di fatto le partite IVA minori avranno già un quadro chiaro dell’andamento della propria attività e potranno quindi meglio valutare lo scostamento tra reddito effettivo e reddito proposto dall’Agenzia delle Entrate.
Questi i primi aspetti da considerare nelle valutazioni circa gli effetti positivi e negativi del concordato preventivo biennale, sul quale però non si possono non considerare le ultime novità approvate dal Governo.
Flat tax dal 10% al 15% al sul maggior reddito da concordato
Per rendere più conveniente l’accettazione del patto con il Fisco entra in campo la flat tax.
Nel decreto correttivo approvato in Consiglio dei Ministri del 26 luglio è confermata la tassa piatta strutturata su tre aliquote e che si applicherà sul reddito incrementale concordato rispetto a quanto dichiarato nell’anno precedente.
Una flat tax che consente di ridurre il peso degli acconti dovuti a novembre, secondo le seguenti misure:
● 10% per le partite IVA con punteggio ISA da 8 a 10;
● 12% in caso di punteggio tra 6 e 10;
● 15% in caso di punteggio inferiore a 6.
Una mossa volta ad evitare di fatto il fallimento di uno strumento dal quale il Governo conta di incassare risorse utili per la messa a punto della prossima Manovra di Bilancio, e che rimescola le carte sulla valutazione di pro e contro del concordato preventivo biennale.
Nella pratica, sulle maggiori imposte dovute sulla base del reddito proposto dal Fisco e accettato dal contribuente, in luogo delle aliquote IRPEF ordinarie si applicherà quindi un’imposta sostitutiva crescente, sulla base del punteggio ISA ottenuto.
Concordato preventivo biennale, non solo flat tax: i vantaggi dell’adesione
Al netto delle novità in materia di tassazione, è bene soffermarsi anche sui benefici previsti per chi aderirà al concordato preventivo biennale.
Tra questi vi è l’esonero dall’apposizione del visto di conformità per le compensazioni IVA fino a 50.000 euro e fino a 20.000 euro in relazione ai crediti IRPEF, IRAP e IRES. Saranno inoltre sospesi gli accertamenti basati su presunzioni semplici così come verrà anticipato il termine di decadenza per le attività di accertamento.
Inoltre, per i periodi d’imposta oggetto di concordato, l’Agenzia delle Entrate non potrà effettuare accertamenti sul reddito d’impresa e di lavoro autonomo, così come saranno congelati gli accertamenti IRAP.
Economia
Arval (Gruppo BNP Paribas) rinnova il proprio contratto...
Smart working più esteso e flessibile, orario ridotto nei mesi estivi, contributi per famiglie e genitorialità e integrazione al 100% del congedo parentale
Flessibilità per un migliore work-life balance, tutele per famiglie e genitorialità e solidarietà: sono questi i pilastri fondanti del nuovo Contratto Integrativo Aziendale siglato da Arval Italia, società del Gruppo BNP Paribas specializzata nel noleggio auto e in soluzioni di mobilità per aziende, liberi professionisti e privati, insieme alle parti sociali (Fisascat Cisl e Filcams Cgil e le rispettive delegazioni). Tante le novità contenute nel nuovo CIA che coinvolgerà i quasi 1.200 collaboratori delle sedi di Scandicci (FI), Assago (MI), Roma e Verona e che sarà in vigore fino al 2027.
Smart working esteso, sempre più flessibile
Nella convinzione che il lavoro in modalità “smart” possa efficacemente contribuire a un aumento della produttività, favorendo la responsabilizzazione, l’autonomia e l’orientamento ai risultati di ciascun collaboratore, il nuovo contratto integrativo conferma le 10 giornate mensili già previste dagli accordi individuali, fruibili con molta maggiore flessibilità, e aggiunge altre 4 giornate di smart working per ciascun semestre (per un totale di 8 giornate aggiuntive all’anno).
Inoltre, nei mesi di giugno, luglio e agosto, viene introdotta la riduzione dell’orario di lavoro da 40 a 38 ore sui 5 giorni, senza alcuna riduzione della retribuzione: pomeriggi liberi nei venerdì estivi, così da favorire il work-life balance.
Tutela e supporto alla famiglia e alla genitorialità
Novità importanti per i neo-genitori: a loro, viene riconosciuto il congedo parentale previsto per legge con una integrazione dell’indennità Inps fino al 100% della retribuzione (era all’80% nel precedente accordo contrattuale aziendale). La normativa italiana in materia di lavoro prevede, invece, il 30% della retribuzione per il congedo parentale facoltativo. E quando tornano in azienda, qualora ne facciano richiesta, part-time fino al terzo anno del bambino.
Tra le molteplici misure pensate per famiglie e genitori, Arval propone inoltre, a tutela delle famiglie, bonus del valore di 600 euro per la nascita o l’adozione o l’affido dei figli, un bonus del valore lordo di 400 euro per matrimonio o inizio di una convivenza, per qualsiasi tipo di famiglia, in un’ottica di inclusione e tutela delle diversità.
Nel nuovo contratto integrativo, è poi previsto un contributo per l’iscrizione dei figli all’asilo nido, inclusi adottivi o affidatari, così da favorire il reinserimento lavorativo dei genitori.
Ci sono poi i permessi retribuiti per nascita, adozione o affidamento di un minore, per l’inserimento dei figli al nido o alla scuola materna, oltre che per figli affetti da problemi di apprendimento, congedi per malattia dei figli o di parenti di primo grado.
Misure di tutela significative sono previste per le/i lavoratrici/ori vittime di violenza di genere, con 2 mesi di congedo oltre quanto previsto dalla normativa di legge e di contratto.
Solidarietà
Nell’ottica condivisa di concepire l’impresa come una comunità solidale di persone, il Contratto Integrativo di Arval Italia rafforza l’istituto della Banca Ore Solidale, che permette la cessione volontaria, a titolo gratuito e anonimo, di ore di R.O.L. ed ex- Festività residue a favore di colleghi che devono affrontare situazioni di grave necessità.
E ancora, prosegue l’attenzione al tema del volontariato aziendale pensato per incoraggiare e supportare la partecipazione attiva e concreta dei collaboratori alla vita della comunità locale e a sostegno di organizzazioni no profit: fino a 4 ore all’anno, con permessi retribuiti.
Francesco Sbrascini, Direttore Risorse Umane e Segretario Generale di Arval Italia, evidenzia: “Siamo soddisfatti del lavoro fatto insieme alle parti sociali nel rinnovo del Contratto Integrativo. Siamo partiti dall’ascolto delle esigenze dei nostri collaboratori, che chiedevano in primis una maggiore responsabilizzazione e flessibilità nella gestione del proprio tempo: abbiamo quindi puntato sull’estensione dello smart working e soprattutto su una maggiore flessibilità. Un altro elemento imprescindibile su cui ci siamo concentrati è stato il tema delle tutele e del supporto verso qualsiasi tipo di famiglia”.
Economia
Professioni, Istituto Zaccagnini: 21.500 ottici abilitati...
I numeri di scenario studiati e analizzati da Istituto Zaccagnini, scuola per ottici e optometristi, che ha inaugurato l’anno accademico 2024-2025 organizzando una mattinata di dialogo dal titolo 'Ottici e optometristi nell’Italia che cambia' per confrontarsi sul presente e il futuro dell’istruzione professionale nel settore dell’ottica.
In Italia gli ottici abilitati attivi nella filiera sono 21.500: 19.500 nel retail specializzato e 2.000 nelle altre imprese. Nella sola Lombardia gli ottici sono 2148 (Registro Imprese), a Milano 1074. Le professioni dell’ottico e dell’ottico optometrista sono molto richieste in un mercato come quello italiano che, solo per quanto riguarda l’occhialeria, ha una produzione del valore di 5,53 miliardi di euro (2023, dati Anfao). La filiera italiana dell’ottica ha un valore complessivo di 9.23 miliardi di euro.
Questi sono i numeri di scenario studiati e analizzati da Istituto Zaccagnini, scuola per ottici e optometristi, con sedi principali a Bologna e Milano e corsi di specializzazione a Venezia e Torino, che ha inaugurato l’anno accademico 2024-2025 organizzando, nella cornice della sede milanese in via Crespi, una mattinata di dialogo dal titolo 'Ottici e optometristi nell’Italia che cambia' per confrontarsi sul presente e il futuro dell’istruzione professionale nel settore dell’ottica.
A partire da dati nazionali e di settore sull’istruzione professionale in ottica e optometria e sul modello didattico di Istituto Zaccagnini si è dibattuto sul ruolo che ottici e optometristi svolgono e potrebbero svolgere grazie ad una migliore collaborazione ed integrazione con la classe medica, oculisti in primis, per garantire un’adeguata visione e contribuire alla cura e salute degli occhi a tutti i cittadini italiani.
In Italia sette sono i corsi di laurea triennale in Ottica e Optometria (dopo la laurea triennale è necessario prendere l’abilitazione) e sono a Torino, Milano, Padova, Firenze, Roma3, Napoli, Lecce. Per diventare ottico è anche possibile studiare presso un Istituto professionale post diploma, presso il quale si ottiene, dopo un biennio di studi, l’abilitazione. Secondo il Consorzio Interuniversitario Alma Laurea, il numero dei laureati dal 2018 al 2022 è sceso del 46,7%. Nel 2018 i sette atenei hanno proclamato 250 laureati in Ottica e Optometria, mentre nel 2022, i medesimi sette atenei ne hanno proclamati 128. Anche se non vi sono dati ufficiali, nel comparto si stima che il sistema scolastico nazionale abiliti ogni anno circa 650-700 ottici, compresi i privatisti ed i candidati laureati in O.O. Il percorso universitario, va detto, non completa del tutto il curriculum di chi vuole diventare ottico, perché dopo la laurea è necessario comunque sostenere l’esame di stato. Il numero, secondo gli addetti del settore, è insufficiente a coprire la domanda della filiera.
La laurea in Ottica e Optometria - fonte Consorzio Interuniversitario Alma Laurea - vede un bassissimo tasso di disoccupazione, un sicuro ingresso nel mondo del lavoro, retribuzioni nazionali in aumento. Un giovane neodiplomato, assunto in un negozio di ottica, viene inquadrato al terzo livello del commercio con una RAL non inferiore ai 25.000 euro e ha diverse possibilità di carriera. Un dettaglio da rilevare: nel settore non ci sono differenze di remunerazione tra donne e uomini. A fronte di questo scenario, molte domande restano aperte.
Dal 2021, con il decreto legge 2018 n. 42 che ha riformato il profilo dell’ottico, sono effettive - a livello nazionale - le norme che stabiliscono il nuovo percorso formativo di questa figura professionale. Gli studenti che avranno completato il biennio e il quinquennio per l’abilitazione alla professione di ottico dovranno avere una formazione avanzata, orientata ad assistere, consigliare il cliente sui prodotti migliori per la correzione del difetto visivo, ma non solo. Il 'nuovo' ottico, come da decreto, è chiamato anche a 'Effettuare, con adeguate tecnologie e nei casi consentiti dalla normativa vigente, l’esame delle abilità visive e della capacità visiva binoculare in relazione alla progettazione e all’assemblaggio degli ausili ottici necessari, segnalando all’attenzione medica eventuali condizioni del cliente che indichino anomalie degli occhi e della salute' (Competenza numero 3, Allegato M, Decreto interministeriale 92, 24 maggio 2018).
Nasce così il profilo di uno specialista che deve segnalare al medico eventuali situazioni di allerta, facendo così da prima barriera di controllo e difesa della visione e della salute dell’occhio. Il mercato richiede ottici e optometristi sempre più formati per rispondere al bisogno di servizi oftalmici di una popolazione ametrope che invecchia e pertanto ha una crescente necessità di assistenza e riferimenti facili da raggiungere. Due dati: entro il 2050 la proporzione di anziani tenderà a raddoppiare, passando dall'11% al 22% della popolazione totale; l'indice di vecchiaia (calcolato come rapporto tra over 65 e under 15), sintetizza al meglio l'invecchiamento della popolazione e, nel 2022, risultava pari a 188, ad indicare che vi sono circa 1,88 anziani per ogni giovane.
Osserva Giorgio Righetti, direttore di Istituto Zaccagnini: “Nel difficile quadro economico nazionale, è necessario valorizzare una professione con sbocchi professionali sicuri che svolge un ruolo determinante nel contesto attuale in cui il bisogno di salute cresce - e continua - Credo che nell’ottica si vedano le conseguenze di una mancata sensibilità sistemica nei confronti dell’istruzione professionale. Di fatto, l’offerta scolastica italiana non risponde ai bisogni degli studenti, che spesso abbandonano gli studi, e della filiera, che richiede competenze avanzate. Noi di Istituto Zaccagnini abbiamo, negli anni, rinnovato la didattica e la tecnologia e abbiamo mantenuto stabili i nostri risultati: il 97% dei Diplomati IBZ trova un lavoro o una collocazione qualificata e stabile in meno di sei mesi. Nell’iniziare un nuovo anno di studi, in Istituto Zaccagnini siamo soddisfatti dei nostri risultati, ma siamo anche convinti che serve una riflessione sul presente e sul futuro dell’istruzione professionale dell’ottica”. L’Istituto Zaccagnini diploma quasi il 70% degli ottici richiesti dal mercato regionale e oltre il 20% delle richieste nazionali.
L’Istituto Zaccagnini, fondato a Bologna nel 1977 e a Milano dal 2018, con i Corsi di specializzazione in Optometria a Torino e Venezia, ha in media ogni anno 600 studenti, italiani e stranieri. Presso Istituto Zaccagnini, nell’anno scolastico 2023/2024, gli studenti che hanno conseguito l’Abilitazione di Ottico (ai sensi dell’art. 140 del Testo Unico, Regio Decreto n. 1265 del 1934) sono stati 166 e gli Ottici abilitati che hanno concluso i Corsi di Specializzazione di Optometria 100. Un punto di forza in Istituto Zaccagnini è una didattica avanzata, che si fonda sull’integrazione tra le lezioni in presenza, attività di laboratorio, con strumentazione avanzata, ed una piattaforma digitale che offre dirette streaming e in differita, short lesson e video preparativi per gli esami, tutoring on line.
Nel corso della mattinata, rappresentanti delle Istituzioni e della filiera si sono confrontati sulla figura dell’ottica e sul ruolo che questa professione può svolgere anche in ambito sanitario.
"Il tema delle competenze e della formazione per Regione Lombardia - ha detto Simona Tironi, assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro, Regione Lombardia - è centrale, soprattutto nel momento attuale di evoluzione del mercato del lavoro. In Regione, abbiamo un Osservatorio privilegiato dal quale osserviamo quanto il profilo professionale dell’ottico e dell’optometrista sia richiesto. Corsi sempre più aggiornati permettono ai futuri ottici di acquisire competenze complementari e di imparare a guidare tecnologie moderne e innovative per una professionale oggi sempre più di rilievo per il sistema Paese".
Per Marco Bestetti, Consigliere, vice presidente della commissione Speciale Autonomia e riordino autonomie locali, Regione Lombardia: "Il mercato del lavoro è in trasformazione, la ricerca degli ottici è alta. Determinante è l’alleanza tra formazione, industria e ricerca. Regione Lombardia è sensibile al settore dell’ottica e dell’oculista, sia in ambito formativo per preparare professionisti formati e competenti che possano lavorare nell’industria, sia in ambito sanitario. La prevenzione è importante. Curare la salute dell’occhio consente anche di risparmiare risorse pubbliche e private".
Andrea Afragoli, Presidente nazionale della Federottica, Federazione Nazionale Ottici Optometristi ha chiarito che "il settore dell’ottica ha delle potenzialità ancora inespresse che, grazie al ruolo della formazione, andremo nei prossimi anni ad esplorare".
"Il mondo dell’ottica - ha spiegato Massimo Barberis, vice presidente Anfao con delega al Mercato Interno, rapporti con il retail e la classe medica e presidente del Gruppo Lenti - ha una responsabilità sociale. Formare i giovani è importante per la filiera, non è semplice per l’industria trovare le figure competenti e la scuola ha un ruolo determinante nello sviluppare capacità e competenz".
Danilo Mazzacane, segretario Goal e vicepresidente Commissione Difesa Vista, ha aggiunto: "I giovani sono una finestra sul futuro. La figura dell’ottica merita di essere valorizzata, è fondamentale formare professionisti che possano curare la capacità e, insieme, la funzione visiva, anche in un’ottica di prevenzione per i cittadini".
Nicoletta Losi, ex studentessa dell’Istituto, professional education and development director France Italy Iberia and Ema key account Johnson&Johnson, Euromcontact president ha affermato: "Gli sbocchi lavorativi per i futuri ottici oggi sono molteplici. Diplomarsi in ottica e optometria consente di lavorare non solo in un negozio ma permette anche di seguire carriere diverse e importanti nelle industrie del settore".
Lucrezia Gilardoni, direttrice dell’Istituto Zaccagnini, sede di Milano, ha detto: "Questa città gioca un ruolo centrale nella nostra strategia. E' il centro nevralgico della filiera ottica italiana, sede di aziende farmaceutiche, produttori di lenti e montature, distributori ottici e designer di fama internazionale. Desideriamo formare professionisti che non siano solo tecnicamente preparati, ma anche consapevoli del loro ruolo strategico all’interno di questo ecosistema".
Economia
Autostrade, Cavhere: sempre più servizi in info-point di...
Dal 2 dicembre oltre alle consuete informazioni su viabilità, traffico e turismo, i viaggiatori potranno ottenere anche assistenza per quanto riguarda tutti i servizi autostradali
Baricentrico rispetto ai flussi di mobilità in Veneto, l’info-point “CAVhere” gestito da Cav-Concessioni Autostradali Venete, si trova nell’area di servizio Arino Est lungo la A4 in direzione Trieste e Venezia, in uno dei punti di sosta maggiormente frequentati dell’arteria autostradale. Dal 2 dicembre, oltre alle consuete informazioni su viabilità, traffico e turismo, i viaggiatori potranno ottenere anche assistenza per quanto riguarda tutti i servizi autostradali, fino a prima erogati solo dal Centro Servizi Cav di Mestre: sottoscrizione di contratti e distribuzione di apparati di telepedaggio, con assistenza post-vendita, cambi targa e smarrimenti, regolarizzazione dei mancati pagamenti del pedaggio, informazione sui pedaggi autostradali, rilascio di abbonamenti e altre forme di scontistica previste per l’utenza.
L’obiettivo è estendere i punti di accesso all’assistenza garantita da Cav permettendo ai viaggiatori di fruire di tutte le informazioni e di tutti i servizi senza uscire dall’autostrada e in un unico contenitore. Progettato per offrire ai viaggiatori un’informazione completa e una sosta in un ambiente accogliente, connesso e digitale, CAVhere è stato concepito come spazio polifunzionale, grazie alla sua multimodalità e multimedialità, con l’utilizzo di schermi, collegamenti alla centrale operativa, telecamere e servizi da remoto. Nel 2022 CAVhere è entrato anche nella rete di promozione turistica regionale, offrendo, grazie a una partnership con la Regione del Veneto, un info-point afferente al marchio “The Land of Venice” per promuovere eventi e destinazioni del territorio.
Ora, nella nuova veste di “Infopoint più Centro Servizi”, CAVhere sarà un punto di assistenza a tutto tondo per ogni necessità relativa al viaggio: sarà aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle 14:00 e dalle 15:00 alle 18:00. Il recapito telefonico è lo 041.5497184.