Crollo di Scampia, oggi i funerali. Arcivescovo: “Tragedia che va ben oltre le macerie”
"Il vento dell'amore spinga le vele verso la rinascita", ha detto monsignor Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, nel corso dell'omelia
Quello di Scampia, costato la vita a tre persone, è "un crollo che va ben oltre le macerie di cemento e ferro, che assurge a simbolo di un crollo sociale che deve essere arginato, prevenuto, evitato. Non solo qui ma in tutte le periferie di Napoli, del Sud, dell'Italia". A dirlo è l'arcivescovo di Napoli, monsignor Mimmo Battaglia, nel corso dell'omelia durante i funerali delle tre vittime del crollo del ballatoio alla Vela Celeste di Scampia, avvenuto una settimana fa.
Stamattina alle 9, in piazza Giovanni Paolo II, sono state celebrate le esequie di Roberto Abbruzzo, Patrizia e Margherita Della Ragione, le tre persone che hanno perso la vita. Altre 12 persone sono rimaste ferite, 7 sono bambine, due delle quali tuttora ricoverate in Rianimazione all'ospedale Santobono di Napoli. "Il vento dell'amore spinga le vele verso la rinascita" ha aggiunto l'arcivescovo Battaglia. "Gli abitanti di Scampia per già molto tempo hanno subito etichette mediatiche frettolose e generalizzanti, hanno tanto lottato per scrollarsi di dosso un'opinione pubblica che legge le situazioni con una superficialità spesso più attratta dalla decadenza del male che dai tanti segni primaverili di riscatto", ha proseguito l'Arcivescovo.
Sindaco Napoli: "Possibile che alcune famiglie non possano rientrare"
"E’ possibile che alcune famiglie non possano rientrare nella loro casa alla Vela Celeste", ha detto da parte sua il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, prima dei funerali. A proposito di un'ordinanza di sgombero anche sulla Vela Rossa, come avvenuto per Villa Celeste nel 2015 e mai eseguito, Manfredi ha spiegato: "Anche lì è in corso una valutazione dettagliata sulle condizioni di sicurezza:, sulla base di queste, decideremo". Il sindaco inoltre sul contributo di autonoma sistemazione per gli sfollati che non è gradito agli affittuari, ha specificato: "Stiamo raccogliendo anche la disponibilità delle strutture alberghiere affinché poi le famiglie possano decidere. Il contributo di autonoma sistemazione non è contributo all’affitto, non è rimborsato un contratto d'affitto, ma è uno strumento compatibile con la sistemazione presso parenti, famiglie che hanno disponibilità ad accogliere queste persone".
Il sindaco ha spiegato che è stata richiesta dal Comune di Napoli la disponibilità di alberghi, strutture religiose, in città e in provincia, per ospitare gli sfollati. La Giunta comunale ha approvato uno stanziamento di un milione per sussidi che possono variare, in base ai criteri della protezione civile, quindi in base alle caratteristiche del nucleo familiare, da 400 a 900 euro. "E' una giornata di grande dolore di grande cordoglio e partecipazione di tutta la citta' a questa grande tragedia. Siamo ovviamente vicini alle famiglie, però credo che oggi a fianco al cordoglio c'e' l'impegno rinnovato a avere definitivamente un problema che esiste da più di 40 anni e dare una prospettiva certa alle famiglie che vivono oggi nelle vele", ha aggiunto Manfredi, "In base al piano che stiamo realizzando e devono avere una soluzione abitativa dignitosa e definitiva". "Esiste questa fase transitoria da gestire, abbiamo chiesto disponibilità alle strutture ricettive sia in città che in provincia, alle strutture religiose. è stato deliberato un contributo di autonoma sistemazione, può consentire alle persone autonomamente di trovare, anche presso familiari parenti e amici. Abbiamo la necessità di trovare ogni prospettiva di sistemazione", ha chiuso il sindaco.
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Mohamed Al Fayed accusato di stupri e abusi da 20 donne in...
Le accuse al miliardario egiziano ex patron di Harrods, morto un anno fa
Accuse di stupri e abusi sessuali sono state rivolte a Mohamed Al Fayed, l'ex proprietario di Harrods scomparso lo scorso anno a 94 anni, da una ventina di donne intervistate per un documentario della Bbc. Sono cinque le donne che hanno parlato di stupro ed almeno altre 15 hanno denunciato abusi sessuali da parte del miliardario egiziano, padre di Dodi morto insieme a Lady Diana nell'incidente sotto il Ponte dell'Alma a Parigi nell'agosto del 1997.
Le donne, tutte ex dipendente del grande magazzino londinese che, intervistate per un documentario della Bbc, hanno detto di essere state aggredite dal miliardario e che poi Harrods ha insabbiato gli abusi. L'attuale proprietario di Harrods, che Fayed ha venduto nel 2010, si è detto "sconvolto" da queste accuse ed ha presentato le sue scuse alle vittime degli abusi.
Le accuse di molestie sessuali a Fayed non sono una novità. Nel 2009 il Crown Prosecution Service decise di non incriminarlo dopo essere stato accusato di aver aggredito sessualmente una ragazza di 15 anni nei grandi magazzini. Ed ancora nel 2013 fu interrogato dalla polizia dopo che una donna l'aveva accusato di averla aggredita dopo un colloquio di lavoro nell'appartamento del miliardario. Nel 2015 la polizia riaprì l'inchiesta ma non arrivò a nulla.
Nel documentario, intitolato "Al Fayed: Predator at Harrods", le donne hanno raccontato nei dettagli gli abusi, ed alcune si sono fatte intervistate. I fatti denunciati si sarebbero svolti non solo a Londra, ma anche a Parigi, Saint-Tropez e Abu Dhabi. Una delle donne ha raccontato alla Bbc di essere stata violentata, quando era una teenager, da Fayed nel suo appartamento a Park Lane: "era un mostro, un predatore sessuale, senza nessuna moralità", ha detto.
Altre tre donne hanno denunciato di essere state violentate nell'appartamento del miliardario. Ed una quinta, identificata come Gemma, ha detto in un'intervista, che Fayed l'ha violentata nel suo appartamento a Parigi e poi l'ha costretta a lavarsi con il disinfettante, "ovviamente per cancellare ogni traccia". Le donne hanno spiegato di aver deciso di farsi avanti dopo aver visto il ritratto positivo fatto di Fayed nella serie di Netflix "The Crown".
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Roma, esplosione per fuga di gas in appartamento: un ferito...
E' in codice rosso al Policlinico Tor Vergata
Esplosione per una fuga di gas in un appartamento al piano terra di una palazzina in via Rocco Pozzi nel quartiere Torrenova a Roma. Una persona è rimasta ferita e trasportata al Policlinico Tor Vergata in codice rosso. Sul posto cinque squadre dei vigili del Fuoco che stanno mettendo in sicurezza l'area coinvolta.
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Migranti, Mediterranea denuncia Piantedosi al Tribunale...
A renderlo noto è la stessa ong
Mediterranea Saving Humans denuncia il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, al Tribunale Penale Internazionale. A renderlo noto è la stessa ong. "L'ufficio legale di Mediterranea Saving Humans, ha provveduto a trasmettere nella giornata di oggi all'Ufficio del Procuratore del Tribunale Penale Internazionale Mr. Karim Khan KC, copia della pubblica dichiarazione del Ministro degli Interni italiano, Matteo Piantedosi, riguardanti respingimenti collettivi in Libia operati da milizie facenti capo ad autorità del paese nordafricano", scrive l'ong.
"Piantedosi, con comunicazione su social 'X' pubblicata alle ore 11.15 del giorno 19 settembre 2024, dichiara: 'Sono 16.220 i migranti diretti verso le coste europee intercettati in mare e riportati in sicurezza in Libia da gennaio a oggi. Un dato che testimonia l’efficacia della collaborazione dell’Italia con i Paesi di origine e transito dei migranti nel contrastare i trafficanti di essere umani e le morti in mare'. Essendo la Libia 'posto non sicuro', come certificato dai più autorevoli organismi internazionali e dalle Nazioni Unite - si legge nella nota di Mediterranea - nel caso di collaborazione ad attività di deportazione in quel paese di profughi e rifugiati, si configura il reato di violazione della Convenzione di Ginevra sui profughi e rifugiati e della Convenzione di Amburgo sul soccorso in mare".
E ancora: "Abbiamo provveduto a segnalare quindi al Tribunale Penale Internazionale la 'rivendicazione' di questo gravissimo reato, che per stessa ammissione del ministro Piantedosi, è stato compiuto contro 16.220 esseri umani, dei quali né lui, né altri, possono oggi sapere il destino dopo che sono ricaduti nelle mani dei carcerieri dai quali provavano a fuggire. Auspichiamo di poter contribuire con questa segnalazione al TPI, all'apertura, ai sensi dell'art.15 della Carta di Roma, di un'indagine indipendente condotta dallo staff dell'OTP presso il Tribunale Penale Internazionale".