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Haniyeh si trovava a Teheran per l'insediamento del nuovo presidente. Hamas: "Attacco non resterà impunito". Si riunisce Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite

Corteo in Iran dopo l'uccisione del leader di Hamas Ismail Haniyeh - Afp

Il capo politico di Hamas Ismail Haniyeh è stato ucciso nella stanza dove alloggiava a Teheran da un razzo. Lo ha detto il portavoce e numero due di Hamas, Khalil al-Hayya, affermando che l'ala militare di Hamas, le Brigate al-Qassam, non lascerà che l'omicidio "passi senza risposta". In precedenza, i media statali iraniani e sauditi avevano riferito che Haniyeh era stato ucciso da un ''missile teleguidato''. Nel corso di una conferenza stampa nella capitale iraniana, al-Hayya ha affermato che Israele ''pagherà il prezzo per l’atroce crimine'' dell'assassinio di Haniyeh.

L'uccisione "nel cuore di Teheran" è un "evento significativo e pericoloso" che "spinge la battaglia" a "nuove dimensioni". Così le Brigate Ezzedin al-Qassam, che accusano il "nemico" di aver "sbagliato ad allargare il cerchio delle ostilità, a uccidere i leader della resistenza in vari luoghi e a violare la sovranità dei Paesi della regione". "Il nemico pagherà il prezzo della sua aggressione con il suo sangue a Gaza, in Cisgiordania e all'interno" di Israele "e in ogni luogo raggiungibile dai mujahiddin del nostro popolo", prosegue un comunicato rilanciato dalla tv satellitare al-Jazeera.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunisce per una sessione di emergenza alle 16 locali, le 22 italiane. La richiesta dell'Iran di convocare la riunione a seguito dell'uccisione di Haniyeh è stata appoggiata dai rappresentanti di Russia, Cina e Algeria. A darne notizia è stato il portavoce della presidenza di turno russa.

L’uccisione di Haniyeh arriva in un momento difficile per il Medio Oriente, con l’escalation degli scontri tra Israele e Hezbollah che minacciano di espandersi in una guerra regionale più ampia e mentre Hamas combatte l’esercito israeliano a Gaza.

Ieri Israele, in un attacco a Beirut, ha ucciso il numero due di Hezbollah Fuad Shukr, accusato di un attacco missilistico sulle alture di Golan che ha ucciso 12 bambini. Oggi Hezbollah ha confermato che il comandante militare del gruppo è rimasto ucciso nel raid israeliano. Nell'attacco a Beirut sono stati uccisi anche due bambini di 10 e 6 anni.

Blinken: "Usa non coinvolti né informati"

Gli Stati Uniti non sono stati coinvolti nell'attacco che ha ucciso Haniyeh, ha dichiarato intanto il Segretario di Stato americano Antony Blinken assicurando che ''non ne eravamo a conoscenza e non siamo stati coinvolti''. Nel corso di un'intervista con Channel News Asia durante la sua visita a Singapore, Blinken ha risposto ''è molto difficile formulare ipotesi'' quando gli è stato chiesto quale impatto avrebbe potuto avere l'uccisione del leader politico di Hamas.

''Abbassare la tensione'' e concentrarsi ''sul cessate il fuoco a Gaza'' che è ''un imperativo'': questa per Washington è la risposta migliore all'assassinio di Haniyeh in Iran. "Una delle cose su cui ci siamo concentrati è cercare di assicurarci che il conflitto che è in corso a Gaza non si intensifichi. Continueremo a farlo", ha aggiunto Blinken.

Ma l'Iran ha puntato il dito anche contro gli Stati Uniti per l'uccisione di Haniyeh. "Anche gli Stati Uniti sono responsabili di questo brutale atto di terrorismo", ha dichiarato in una nota il ministero degli Esteri iraniano, sottolineando che Washington ha sempre sostenuto il governo israeliano e ha "costantemente approvato i suoi crimini". Teheran ha sostenuto quindi di avere "il diritto legittimo di rispondere in modo appropriato a un crimine commesso sul suo territorio".

Il raid nella notte, un missile guidato contro Haniyeh

Haniyeh, che viveva in esilio a Doha, è stato ucciso in un raid nella notte a Teheran, nel quale è rimasta uccisa anche una sua guardia del corpo. Ieri nella capitale iraniana, oltre ad aver incontrato Pezeshkian, il leader di Hamas aveva visto anche la guida spirituale iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei.

Funerali domani a Teheran

"Il desiderio di mio padre è stato esaudito", ha dichiarato intanto Abdul Salam Haniyeh, uno dei figli del capo politico di Hamas riferendosi alla morte da 'martire' a Teheran del padre. "Siamo in una rivoluzione e in una battaglia continua contro il nemico. La resistenza non finisce con l'assassinio dei leader", ha detto Abdul Salam, secondo quanto riferito dall'agenzia iraniana Mehr.

I funerali di Haniyeh si terranno domani mattina alle 8 a Teheran. Lo scrive al Jazeera. Dopo la cerimonia funebre, il corpo del leader di Hamas - riferisce il gruppo islamista su Telegram - sarà trasferito a Doha, in Qatar. Tre i giorni di lutto nazionale annunciati dal governo iraniano, riferiscono i media ufficiali della Repubblica islamica.

Haniyeh ucciso a Teheran, Hamas "sotto shock". Iran: "Faremo pentire invasori"

Netanyahu convoca riunione di sicurezza

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha convocato una riunione con i vertici della sicurezza alla Kirya, il quartier generale delle Forze di difesa dello Stato ebraico a Tel Aviv, per una valutazione della situazione alla luce delle uccisioni del leader politico di Hamas e del comandante di Hezbollah, Fuad Shukr. Lo riferiscono i media israeliani.

Gallant: "Non vogliamo guerra, ma siamo pronti a tutto"

"Non vogliamo una guerra, ma siamo pronti a tutte le opzioni", la dichiarazione del ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, citato dal portale Walla News.

Il ministro Amichay Eliyahu è stato il primo esponente del governo israeliano a intervenire dopo l'uccisione a Teheran di Ismail Haniyeh. "La morte di Haniyeh rende il mondo un po' migliore", ha scritto su X il ministro per il Patrimonio.

"E' il modo giusto per ripulire il mondo da questa sporcizia - ha aggiunto -. Niente più accordi immaginari di 'pace/resa', niente più pietà per questi figli della morte. Il pugno di ferro che li colpirà è quello che porterà pace e un po' di conforto e rafforzerà la nostra capacità di vivere in pace con coloro che desiderano la pace".

Israele non vuole una guerra totale ma "l'unico modo per prevenirla è attuare la risoluzione Onu 1701", ha scritto il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, in una lettera fatta pervenire a "decine di altri capi delle diplomazie", secondo quanto riporta il 'Times of Israel'. "Israele ha condotto ieri un attacco mirato a Beirut contro Fuad Shukr, noto come Sayyid Muhsan, il più alto comandante militare di Hezbollah, responsabile dell'uccisione di 12 bambini che giocavano a calcio a Majdal Shams e dell'uccisione di molti altri cittadini israeliani", si legge nella lettera.

"Fuad Shukr era responsabile di tutti gli incessanti attacchi di Hezbollah contro Israele e del lancio di centinaia di migliaia di missili diretti contro Israele dall'8 ottobre. Inoltre Shukr era anche responsabile dell'attacco del 1983 contri i Marine americani distanza a Beirut che portò all'uccisione di 241 soldati americani e 58 francesi. Shukr era anche stato inserito nella lista dei terroristi più ricercati dagli Stati Uniti, con una taglia di 5 milioni di dollari sulla sua testa".

"Con l'attacco di ieri - prosegue - Israele ha inviato un chiaro messaggio: danneggeremo con grande forza a chiunque danneggi noi. Lo stato di Israele continuerà a difendere se stesso ed i suoi cittadini. Il mondo deve sostenere Israele in questo momento e chiedere la cessazione immediata degli attacchi di Hezbollah, il suo ritiro a nord del fiume Litani, il suo disarmo in linea con la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite". "Decine di migliaia di residenti israeliani costretti a lasciare le loro case nella parte settentrionale di Israele devono tornare alle loro case in sicurezza. Israele non è interessato ad una guerra totale ma l'unico modo per prevenirla è l'attuazione immediata della Risoluzione 1701", ha concluso.

Abbas: "Atto codardo, sviluppo pericoloso"

Il leader dell'Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, ha condannato l'uccisione del capo politico di Hamas. "Un atto codardo e uno sviluppo pericoloso", nelle parole di Abbas, secondo quanto riporta l'agenzia palestinese Wafa. Abbas ha invitato i palestinesi "a unirsi, essere pazienti e alla fermezza di fronte all'occupazione israeliana". Abbas ha poi proclamato una giornata di lutto per oggi, riferisce ancora l'agenzia Wafa, precisando che in Cisgiordania saranno a mezz'asta le bandiere degli edifici istituzionali palestinesi.

Cosa dicono Hezbollah, Fatah, Jihad islamica, Houthi e talebani

L'uccisione a Teheran del capo politico di Hamas "aumenterà la determinazione dei combattenti della resistenza". Così gli Hezbollah libanesi, secondo quanto riportano le tv satellitari arabe.

"Un crimine atroce" e un "atto vile". Così Fatah dopo la notizia. "La politica degli omicidi - afferma il movimento secondo quanto riporta l'agenzia palestinese Wafa - non riuscirà a spezzare la volontà del nostro popolo di realizzare i suoi diritti nazionali alla libertà e all'indipendenza". L'invito ai palestinesi è a "unirsi" e a "respingere ogni cospirazione che miri a liquidare la nostra causa".

La Jihad islamica denuncia "il vergognoso assassinio" di Haniyeh. In una nota. il gruppo assicura che la morte del "simbolo della resistenza" non scoraggerà la nazione palestinese dal rimanere sulla via della resistenza e dal continuare a impegnarsi per porre fine ai crimini del regime che hanno “superato ogni limite”. “Affermiamo la nostra coesione con i nostri fratelli del movimento di Hamas nel resistere all'entità usurpatrice”, dice la Jihad.

"Netanyahu è tornato dall’America con il via libera agli omicidi" dei leader palestinesi: "L’America è coinvolta in tutto ciò che sta accadendo e deve pagarne il prezzo". Lo si legge in una dichiarazione ufficiale degli Houthi yemeniti riportata sui social.

Una "grave perdita" perché il leader politico di Hamas "era un musulmano palestinese saggio e capace che ha fatto sacrifici significativi nel suo jihad di successo, rimanendo fedele alla sua causa". Lo ha dichiarato in una nota il portavoce del governo talebano, Zabihullah Mujahid.

Haniyeh "ha lasciato ai suoi seguaci lezioni di resistenza, sacrificio, pazienza, tolleranza, lotta e sacrificio pratico", ha proseguito il portavoce del gruppo che controlla Kabul, sottolineando come "il martirio sia la vittoria più grande per un musulmano e un mujahid".

I talebani hanno quindi ribadito il loro impegno a difendere la Palestina e Hamas ed esortato i Paesi musulmani e arabi a fare ogni sforzo per fermare gli attacchi israeliani, avvertendo che i continui "crimini israeliani" porteranno a ulteriore "instabilità" nella regione.

Iran: "Martirio Haniyeh rafforza legami con Palestina"

"Il martirio di Haniyeh rafforzerà il legame profondo e indissolubile tra la Repubblica Islamica dell'Iran, la cara Palestina e la resistenza". Così il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, in dichiarazioni riportate dall'agenzia iraniana Mehr.

Ira Turchia, Russia e Siria. Cina teme "ulteriore instabilità"

"Il governo Netanyahu non intende raggiungere la pace". Così in una nota il ministero degli Esteri turco. Per la diplomazia di Ankara, l'uccisione di Haniyeh "punta ad allargare la guerra a Gaza su scala regionale". "Se la comunità internazionale non interverrà per fermare Israele, la regione dovrà affrontare conflitti molto più gravi", si legge. Anche il leader turco Recep Tayyip Erdogan "condanna con forza" l'uccisione di Haniyeh. Un atto "perfido, atroce e spregevole" secondo le parole di Erdogan diffuse via X, in cui Haniyeh viene indicato come "mio fratello". Per il presidente turco l'obiettivo è "minare la causa palestinese, la resistenza gloriosa di Gaza e la lotta giusta dei nostri fratelli palestinesi", ma la "barbarie sionista non riuscirà mai a raggiungere i suoi obiettivi".

Nel post vengono citati Ahmed Yassin e Abdel Aziz al-Rantisi, entrambi esponenti di Hamas uccisi nel 2004. Secondo Erdogan, riporta il Daily Sabah, una posizione "più forte" da parte del mondo islamico porrebbe fine alla "tirannia e al genocidio a Gaza e al terrorismo nella nostra regione".

La Turchia "continuerà a provare ogni strada, a spingere ogni porta e a sostenere i palestinesi con tutti i mezzi", aggiunge nel post Erdogan, ribadendo l'impegno di Ankara per uno stato palestinese.

L'uccisione del leader politico di Hamas, è "un omicidio politico assolutamente inaccettabile", che "porterà a un'ulteriore escalation delle tensioni". Queste le parole del vice ministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, riportate dall'agenzia russa Ria. Il Cremlino ha quindi avvertito che l'omicidio di Haniyeh potrebbe "destabilizzare significativamente" il Medio Oriente. Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov ha affermato che il Cremlino ha "fermamente condannato" l'uccisione del capo di Hamas. "Riteniamo che tali azioni siano dirette contro i tentativi di ripristinare la pace nella regione e potrebbero destabilizzare in modo significativo una situazione già tesa", ha detto ai giornalisti.

Anche la Siria ha condannato l'uccisione, parlando di "una palese aggressione sionista" e di "una violazione della sovranità della Repubblica islamica" e del "diritto internazionale". Una nota del ministero degli Esteri di Damasco citata dall'agenzia ufficiale Sana riporta come l' "entità sionista" abbia commesso "un nuovo crimine all'alba quando ha compiuto un attacco terroristico nella capitale iraniana, Teheran, che ha portato al martirio" di Haniyeh. Questo atto "spregevole", ha proseguito Damasco, è stato condotto nel solco degli "attacchi" effettuati dallo Stato ebraico contro "il Golan siriano occupato, il Libano e l'Iraq" e dei "genocidi contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania". Il ministero degli Esteri, si conclude la nota, ritiene che "il continuo disprezzo dell'entità israeliana per il diritto internazionale, il suo mancato rispetto delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e dell'Assemblea Generale dell'Onu, e degli appelli della maggior parte dei paesi del mondo a fermare i suoi massacri potrebbero incendiare l'intera area".

La Cina ha intanto condannato l'"assassinio" di Haniyeh, avvertendo che potrebbe portare ulteriore instabilità nella regione. "Siamo molto preoccupati per questo evento, ci opponiamo con forza e condanniamo questo assassinio", ha dichiarato il portavoce della diplomazia cinese, Lin Jian, durante una conferenza stampa, sottolineando il rischio che quanto accaduto "possa portare ulteriore instabilità nella situazione regionale".

"La Cina ha sempre sostenuto la risoluzione delle controversie regionali attraverso negoziati e dialogo", ha aggiunto il portavoce, auspicando che a Gaza si raggiunga "un cessate il fuoco completo e permanente il prima possibile per evitare un'ulteriore escalation di conflitti e scontri".

La condanna dei mediatori Qatar e Egitto

Il Qatar condanna "nei termini più forti l'uccisione di Imail Haniyeh". Per il ministero degli Esteri di Doha si tratta di un "crimine orrendo", di una "pericolosa escalation" e di una "palese violazione del diritto internazionale e umanitario".

"Gli omicidi politici e i continui attacchi contro i civili a Gaza mentre i colloqui proseguono ci portano a chiedere: come può una mediazione avere successo se una parte uccide il negoziatore dell'altra parte?", così su X il premier e ministro Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani. "La pace ha bisogno di partner seri e di una posizione globale contro il disprezzo per la vita umana", aggiunge.

Dall'ottobre dello scorso anno il Qatar è, con Egitto e Usa, tra i mediatori nella guerra a Gaza fra Israele e Hamas, innescata dal massacro del 7 ottobre in Israele.

Dopo il Qatar, anche l'Egitto condanna quindi "l'escalation". In una nota il ministero degli Esteri del Cairo parla di "escalation israeliana degli ultimi due giorni" che complica ulteriormente i colloqui per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Per l'Egitto, il quadro indica "l'assenza di volontà politica da parte di Israele" per una de-escalation e compromette "il lavoro intenso dell'Egitto e dei partner per fermare la guerra nella Striscia di Gaza".

Ue: "No esecuzioni extragiudiziali ma Hamas terrorista"

In linea di principio, l'Unione Europea "respinge" le esecuzioni extragiudiziali, anche se Hamas è considerata a Bruxelles un'organizzazione "terroristica". Lo dice il portavoce dell'Ue per gli Affari Esteri Peter Stano, a proposito dell'uccisione di Haniyeh.

“Stiamo seguendo con attenzione - afferma Stano - le notizie sull’assassinio del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh, avvenuto a Teheran ieri sera. L’Ue ha una posizione di principio che consiste nel respingere le esecuzioni extragiudiziali e nel sostenere lo Stato di diritto, anche nell’ambito del diritto penale internazionale".

"Ricordiamo - continua - che l'Ue e altri partner hanno classificato Hamas come organizzazione terroristica e che il procuratore della Corte Penale Internazionale stava richiedendo un mandato di arresto contro Ismail Haniyeh, con varie accuse di crimini di guerra. Invitiamo tutte le parti a esercitare la massima moderazione e ad evitare qualsiasi ulteriore escalation. Nessun Paese e nessuna nazione trarrà vantaggio da un’ulteriore escalation in Medio Oriente”, conclude.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

La minaccia di Mosca, missili russi possono colpire...

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L’approvazione da parte del Parlamento europeo del paragrafo 8 della risoluzione sul sostegno all'Ucraina che “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull'uso delle armi occidentali consegnate all'Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo”, non ha mancato di provocare una a pronta reazione di Mosca per bocca del presidente del Parlamento russo, Viaceslav Volodin.

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Esteri

Mohamed Al Fayed, salite ad almeno 37 le donne che lo...

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Lo riferiscono gli avvocati delle donne annunciando che presenteranno un'azione civile contro Harrods per violazione ''abietta'' della responsabilità aziendale

Mohamed Al-Fayed - (Fotogramma)

E' salito ad almeno 37 il numero delle donne che accusano Mohamed Al-Fayed, ex proprietario di Harrods scomparso ad agosto 2023, di violenza sessuale. Lo riferiscono gli avvocati delle donne annunciando che presenteranno un'azione civile contro Harrods per violazione ''abietta'' della responsabilità aziendale. ''E' arrivato il momento della giustizia", ​​ha dichiarato l'avvocato americano Gloria Allred, che fa parte del gruppo di legali incaricati di questo caso, durante una conferenza stampa a Londra.

L'avvocato Dean Armstrong Kc ha affermato che c'è stato un "abietto" fallimento della responsabilità aziendale da parte di Harrods. Il grande magazzino è stato acquistato nel 2010 dal fondo sovrano Qatar Investment Authority. Ci sono vittime ''in tutto il mondo'', ha detto l'avvocato Bruce Drummond. Anche ex dipendenti del Ritz di Parigi hanno accusato l'imprenditore di violenza sessuale.

La conferenza stampa si è tenuta il giorno dopo la trasmissione di un'inchiesta della Bbc intitolata ''Al-Fayed: un predatore ad Harrods''. Una ventina di donne hanno testimoniato nel documentario e cinque di loro lo accusano di stupri commessi a Londra o Parigi. Al-Fayed era ''un mostro'', ''un mostro che sapeva agire grazie a un sistema'', ha denunciato l'avvocato Armstrong KC. ''Se la direzione di Harrods pensasse di dover risarcire finanziariamente queste donne, lo accoglieremmo con favore, ma non accetteremo di essere accusati di essere interessati solo al denaro. Si tratta di molto più di questo'', ha aggiunto.

L'avvocato Allred ha sottolineato che ''sotto lo sfarzo e il glamour'' dei famosi grandi magazzini esiste ''un ambiente tossico, pericoloso e violento''. Secondo lei, le azioni di Al-Fayed erano ''costanti e ripetute''. "C'è stato un quarto di secolo di violenza sessuale ad Harrods", aggiungendo che gli abusi si sono registrati anche al Ritz di Parigi, di proprietà dell'uomo d'affari, e nella sua residenza parigina, Villa Windsor.

L'avvocato Anna Mulla ha parlato della ''paura'' e dell'''angoscia'' che attanagliano da anni le tante presunte vittime. Mohamed Al-Fayed era "intelligente e molto manipolatore", ha detto una delle presunte vittime, Natacha, durante la conferenza stampa. ''Era un mostro anche se in quel momento non ce ne rendevamo conto'', ha aggiunto. Secondo la Bbc, l'imprenditore era già stato accusato di atti simili e la polizia aveva aperto un’indagine nel 2015 per stupro.

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Esteri

Le gemelline dello zoo di Berlino e la diplomazia dei panda

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Foto di repertorio - The Washington Post

In collaborazione con Italiaambiente.it

Dei due piccoli panda giganti dello zoo di Berlino, gli unici nati in Europa, conosciamo molti dettagli. Sono due femmine, hanno appena compiuto un mese e già la loro colorazione è quella bianca e nera, tipica di questa specie. Meno conosciuta è l’importanza che rivestono queste due neonate per i rapporti diplomatici intercontinentali della Cina. Basti pensare che nel 2017, quando i loro genitori sbarcarono all’aeroporto di Berlino con un volo proveniente dal Centro di Riproduzione e Ricerca di Chengdu, a dare loro il benvenuto fu l’allora cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente Xi Jinping. Le gemelline sono protagoniste di una vera e propria “diplomazia dei panda”, grazie alla quale il Dragone può stringere o rafforzare le relazioni internazionali con i Paesi amici.

Le due sorelline sono venute alla luce lo scorso 22 agosto. Hanno superato il chilo di peso, raddoppiandolo negli ultimi 14 giorni, e ancora trascorrono alcune ore i incubatrice. L’allattamento è sempre stato affidato alla madre, alla quale vengono portate quando è il momento di nutrirsi. In questa fase allattano ormai solo tre o quattro volte al giorno, mentre mamma Meng Meng sfrutta il resto del tempo per accudirli tra proprie braccia. Tutto si svolge sotto il controllo attento dello staff, che mette in atto tutte le precauzioni necessarie per una specie così preziosa, classificata come “vulnerabile” di estinzione dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Oltrechè tutte quelle opportune, considerando che la loro permanenza nel parco zoologico della capitale tedesca non è definitiva ma a termine. Così come quella di Meng Meng e Jiao, i loro genitori, per i quali alcuni organi di stampa riportano che Berlino corrisponda a Pechino un cachet di 900mila euro l’anno. Un “prestito” già onorato nel 2019 quando, dalla capitale tedesca, fecero ritorno a casa Paul e Piet, i due primogeniti della coppia, al termine del loro periodo di permanenza contrattuale.

Non appena le due sorelline saranno abbastanza grandi da farsi ammirare dal pubblico, sarà senz’altro una gioia per visitatori. E per la riuscita delle relazioni internazionali di Pechino, al quale comunque si deve riconoscere il merito di aver contribuito ad invertire il destino segnato di una specie che alla fine degli anni ’80, contava circa 1200 individui in natura. Mentre oggi, si stimano vivere in Cina un totale di circa 1900 esemplari.

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