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Libano, Crosetto: “Militari italiani non sono target diretto”

Informativa del ministro della Difesa alla Camera: "L'attacco missilistico di sabato 27 luglio nel Golan rischia di provocare una tragica escalation"

Guido Crosetto nell'informativa alla Camera

"Dobbiamo procedere su tre binari: da un lato rafforzare le forze armate libanesi per mettere in condizioni di operare efficacemente e costituire un'alternativa ad Hezbollah, dall’altro sensibilizzare le Nazioni Unite affinché ci sia la piena applicazione della risoluzione 1701 anche rafforzando il contingente Unifil; ed infine garantire la sicurezza del contingente italiano impiegato in Unifil. Oggi ritengo che la sicurezza dei nostri militari non sia più a rischio che nei mesi scorsi, non sono un target diretto e abbiamo un ottimo apparato di intelligence, tuttavia potrebbero essere coinvolti incidentalmente negli scontri tra le parti". Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nell'informativa al Governo sugli esiti del vertice Nato di Washington.

"L'attacco missilistico di sabato 27 luglio nel Golan che ha provocato morti e feriti, gran parte bambini e adolescenti, ha innalzato ulteriormente l'attenzione e rischia di provocare una tragica escalation degli eventi in Medio Oriente", ha detto il ministro della Difesa nell'informativa alla Camera.

Crosetto ha sottolineato che "l'Italia continua a considerare il Medio Oriente di primaria importanza, a ritenere il Libano un elemento chiave per la sua stabilità. Sono convinto che la nostra presenza con Unifil sia l'unico elemento che può portare stabilità ed evitare ulteriori escalation". "La presenza di 10mila soldati che appartengono all'Onu in quella zona può essere uno degli elementi che consente che non ci sia uno scontro diretto: è un elemento di pacificazione. Certo chiedo all'Onu, da oltre un anno, garanzie di sicurezza rispetto ai soldati impegnati e una sua forte presenza attraverso il dialogo costante con tutti gli attori in campo", ha aggiunto.

Vertice Nato

Riguardo agli esiti del vertice Nato di Washington, durante il summit è stato riconosciuto "un irreversibile percorso che condurrà l'Ucraina a una graduale adesione all'Alleanza, complementare anche al suo ingresso nell'Unione europea", ha detto il ministro della Difesa, sottolineando anche che "uno degli insegnamenti del conflitto russo-ucraino è che la difesa transatlantica non è attualmente in grado di soddisfare la domanda che nasce dall'esigenza di ripianare o ampliare le scorte, nonché di ammodernare gli strumenti militari e mantenere la superiorità tecnologica rispetto alle produzioni russe, cinesi, iraniane, nord coreane".

Quanto alla spesa per la Difesa, "nel 2024 l'Italia è sestultima all'interno della Nato per il rapporto spese difesa/Pil, con un valore dell'1,53%. A riguardo abbiamo rassicurato i partner rinnovando l'impegno italiano per il raggiungimento del 2% del Pil. Obiettivo comunque difficilmente raggiungibile nel 2028". "Nel corso del summit è stato evidenziato come 23 Paesi abbiano già raggiunto il parametro del 2%, visto ormai da molti come requisito imprescindibile per la credibilità di modernizzazione della difesa e delle capacità di deterrenza dell'Alleanza", ha affermato il ministro.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Terremoto oggi in Giappone, scossa 5.9 e allarme tsunami

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Allerta per le isole di Izu e Ogasawara

Un sismografo

Un terremoto di magnitudo 5.9 in Giappone oggi, 24 settembre 2024, fa scattare l'allarme tsunami. Dopo il sisma, registrato alle 8.14 locali nelle acque dell'isola di Torishima a 10 km di profondità, l'agenzia meteorologica ha emesso l'allerta tsunami in particolare per le isole di Izu e Ogasawara, a sud di Tokyo. Sono previste onde di un metro e si chiede alla popolazione di rimanere lontana dalla costa.

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Esteri

Usa, l’accusa in un report: “Finanziamenti a...

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Anche big come ExxonMobil e Blackstone nel mirino del rapporto dell'International Trade Union Confederation: "Operano per indebolire la democrazia"

Amazon, Tesla, Meta - Fotogramma /Ipa

Amazon, Tesla, Meta, ExxonMobil, Blackstone, Vanguard, Glencore sono alcune delle mega aziende che, secondo un rapporto dell'International Trade Union Confederation (Ituc) operano per indebolire la democrazia nel mondo, finanziando movimenti politici di estrema destra, acuendo la crisi del clima e violando i diritti sindacali e umani. Le aziende citate non solo le uniche. Ce ne sono molte altre fra le società pubbliche in Russia, Cina e Arabia saudita, contractor militari privati o start up tecnologiche anti regolamentazioni.

Da Amazon a Meta, le accuse del report

Amazon, la creatura di Jezz Bezos che è quinto datore di lavoro al mondo, principale piattaforma di vendite online e di servizi cloud, ha un impatto profondo sulle imprese e sulle comunità in cui opera. "La compagnia si è fatta notare per le sue attività antisindacali, per i bassi salari erogati ai suoi dipendenti in svariati continenti, per il monopolio del commercio online, per le emissioni di anidride carbonica nei suoi data center, per l'evasione fiscale e per le attività di lobbying a livello nazionale e internazionale", denuncia il rapporto. Ma ha anche finanziato gli sforzi di gruppi politici dell'estrema destra per indebolire i diritti delle donne e le norme anti trust. I siti di vendita sono usati da gruppi estremisti per raccogliere fonti e vendere prodotti.

Tesla di Elon Musk ha una politica anti sindacale negli Stati Uniti, in Germania e in Svezia. Violazioni dei diritti umani lungo la sua catena di rifornimento. E l'opposizione espressa da Elon Musk contro i sindacati e la democrazia. Il supporto per Donald Trump negli Usa, Javier Milei in Argentina e Narendra Modi in India. Meta di Mark Zuckerberg consente la propaganda dell'estrema destra e ai gruppi di usare la sua piattaforma per raccogliere sostenitori e supporto negli Stati Uniti e all'estero.

Glencore è stata inclusa nel rapporto per il suo ruolo nel finanziare campagne in tutto il mondo contro le comunità e gli attivisti indigeni. Blackstone, la compagnia di private equity di Stephen Schwarzman, il miliardario sostenitore di Trump, viene citata per il suo ruolo nel finanziare movimenti politici dell'estrema destra, investimenti in progetti di combustibili fossili e deforestazione in Amazzonia. "La rete di Blackstone ha speso decine di milioni di dollari per sostenere politici e forze politiche che promettono di prevenire o eliminare le regolamentazioni che possono renderla perseguibile".

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Esteri

Israele, attacco totale contro Hezbollah: centinaia di...

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Quasi 2mila feriti nel Paese dei Cedri. Giallo sulle sorti del numero tre di Hezbollah. Netanyahu avverte: "Non aspettiamo una minaccia, la anticipiamo"

Raid israeliano in Libano - Afp

Si intensifica l'escalation tra Israele e Hezbollah, con una ondata di raid e l'attacco totale da parte di Tel Aviv. E' stato per il Libano il giorno più lungo e sanguinoso, il peggiore da quasi 12 mesi, da quando cioè l'8 ottobre dello scorso anno sono iniziate le ostilità al confine tra lo Stato ebraico e il Paese dei cedri. Schermaglie innescate dal sostegno di Hezbollah a Hamas, che il giorno precedente aveva attaccato Israele e scatenato la campagna militare delle forze israeliane nella Striscia di Gaza.

Dalle prime ore di ieri, le Idf hanno confermato una lunga serie di attacchi contro siti di Hezbollah, anche abitazioni in cui venivano - secondo i militari israeliani - custodite armi per il Partito di Dio. I civili, nel sud e anche nella valle della Bekaa, sono stati invitati dalle forze israeliane ad abbandonare gli edifici con missili, razzi e altre armi custoditi al loro interno. 1.300 gli obiettivi di Hezbollah colpiti finora nei raid ha precisato il portavoce dell'Idf, Daniel Hagari, anticipando che "ci saranno giorni impegnativi". I raid proseguono, ha aggiunto. Fra gli obiettivi colpiti anche missili cruise "in grado di colpire a centinaia di chilometri", razzi con testate da mille chili, missili e droni.

Il capo di Stato maggiore delle forze militari dell'Idf, Herzi Halevi, ha spiegato intanto che nei raid sono state smantellate capacità costruite da Hezbollah in 20 anni. "E' stata una operazione difensiva proattiva. Stiamo portando via le infrastrutture che Hezbollah ha costruito per 20 anni. E' molto significativo", ha dichiarato, aggiungendo: "Stiamo colpendo obiettivi, preparando le prossime fasi...tutto deve avere come obiettivo quello di creare le condizioni per far tornare gli sfollati del nord alle loro case".

Le vittime? Per Hagari sono "numerosi i terroristi che si trovavano accanto ai sistemi d'arma". Ma intanto il ministero della Salute libanese traccia un devastante bilancio provvisorio e in continua evoluzione: sarebbero 492 i morti, fra cui almeno 24 bambini e 42 donne, e almeno 1.645 i feriti. La situazione, si precisa, rimane fluida dal momento che le autorità non hanno ancora concluso la valutazione dell'impatto degli attacchi. Il bollettino libanese non fa distinzioni tra uomini di Hezbollah e civili. Il ministero precisava però in mattinata che il bilancio comprendeva "bambini, donne e paramedici".

Per il premier libanese Najib Miqati i raid israeliani sono "un piano distruttivo che mira a distruggere i villaggi e le località libanesi", sono una "guerra di sterminio".

Migliaia di famiglie sono intanto in fuga dal sud del Libano. Si dirigono verso la capitale Beirut e le aree del Monte Libano per abbandonare le aree meridionali del Paese dopo i raid: l'agenzia Dpa ha riferito di code di auto lungo le strade che collegano Tiro a Beirut, di auto piene di donne e bambini in fila per entrare da sud nella capitale.

Di raid "ovunque", parla una donna in fuga a bordo di un'auto. "Non sappiamo dove andare, ma è meglio venire nella capitale", sintetizza un uomo a bordo della macchina. Una fonte governativa libanese accusa intanto Israele di "cercare di creare una crisi di sfollati per aumentare le pressioni su Hezbollah" in un Libano che fa i conti con la più grave crisi economica di sempre.

Nei pressi di Beirut alcune scuole vuote sono state allestite per accogliere gli sfollati dal sud. Il ministro dell'Istruzione, Abbas al-Halabi, ha confermato che alcuni istituti nella zona del Monte Libano e in aree alla periferia di Beirut hanno aperto le porte agli sfollati.

Ucciso uno dei massimi funzionari di Hezbollah, è giallo sul numero 3 sciita

Nei raid, è stato intanto ucciso lo Sheik Ali Abu Riya, uno dei massimi funzionari di Hezbollah, riferisce Sky News Arabia citando diverse fonti. Abu Riya era capo aggiunto del Consiglio esecutivo di Hezbollah.

E' mistero invece sulle sorti di Ali Karaki, il numero tre dell'organizzazione terroristica sciita e responsabile delle attività militari nel Libano meridionale: ucciso "nella periferia meridionale di Beirut”, sostiene l’emittente Sky News Arabia che cita una fonte militare libanese, vivo secondo Hezbollah che smentisce il ferimento. Secondo quanto riporta Haaretz, Karaki sarebbe stato trasferito in un luogo sicuro.

Nei raid di Israele contro il sud del Libano e la regione della Bekaa di ieri sono stati intanto uccisi anche due esponenti religiosi di Hezbollah, rende noto l'emittente saudita al-Hadath, ripresa dalla Tass. Si tratta di Abdul Moneim Mahna e Amin Saad, ucciso a Bint Jbeil.

Morto comandante di Hamas

L'ala armata di Hamas afferma intanto che anche il suo comandante sul campo Mahmoud Al Nader è stato ucciso oggi in un attacco aereo israeliano nel Libano meridionale.

Netanyahu avverte: "Non aspettiamo una minaccia, la anticipiamo"

"Stiamo affrontando giorni complessi. Ho promesso che avremmo cambiato l'equilibrio di forza al nord ed è esattamente quello che stiamo facendo”, il commento del premier israeliano Benjamin Netanyahu nel corso di un incontro nel quartier generale del ministero della Difesa insieme a Yoav Gallant e al capo di Stato maggiore Halevi per una valutazione della situazione sull'escalation in Libano.

"Per coloro che non hanno ancora capito, voglio chiarire la politica di Israele - ha quindi affermato Netanyahu -: non aspettiamo una minaccia, la anticipiamo. Ovunque, in ogni teatro, in qualsiasi momento”.

"Tutti sono un obiettivo", ha quindi affermato il premier israeliano riferendosi al leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, nel corso dell'incontro secondo quanto rende noto il sito di notizie israeliano YNet.

Netanyahu si è rivolto intanto ai libanesi perché "si allontanino dalle zone pericolose", avvertendoli che Hezbollah li usa "come scudi umani": "Israele non è in guerra con voi", le parole del premier. "Vi preghiamo di allontanarvi subito dalle zone pericolose, adesso. Una volta terminata la nostra operazione, potrete tornare a casa in sicurezza”, ha detto in inglese in un video trasmesso poco dopo che l'esercito israeliano aveva annunciato di aver colpito ‘circa 800’ obiettivi di Hezbollah in Libano.

“Hezbollah da troppo tempi vi usa come scudi umani. Ha piazzato razzi nei vostri salotti e missili nei vostri garage. Non lasciate che Hezbollah metta in pericolo le vostre vite e quelle dei vostri cari”, ha detto nel video.

Il governo israeliano ha intanto dichiarato "una situazione speciale" nel Paese, formula usata in tempo di emergenza che concede alle autorità il potere di imporre restrizioni alla popolazione civile per garantire la sicurezza, hanno riferito i media israeliani, secondo cui la "situazione speciale" vale per 48 ore a meno che non venga estesa ulteriormente. Non sono state invece annunciate modifiche alle istruzioni delle Idf sul fronte interno.

Biden al lavoro per de-escalation. Rinforzi Usa in Medio Oriente

"Il mio team è stato in costante contatto con le controparti e stiamo lavorando per una de-escalation che permetta alle persone di tornare alle loro case in modo sicuro", ha intanto detto il presidente americano Joe Biden ai giornalisti, prima dell'incontro alla Casa Bianca con il presidente degli Emirati arabi uniti Mohammed bin Zayed.

Gli Stati Uniti stanno presentando idee "concrete" per alleviare la crisi in Libano, ha quindi affermato un funzionario statunitense, riporta Cgtn, esprimendo la contrarietà Usa rispetto a un'invasione di terra israeliana per colpire Hezbollah.

"Alla luce delle crescenti tensioni in Medio Oriente, e per abbondanza di cautela, stiamo inviando un piccolo numero di truppe aggiuntive per aumentare le nostre forze che sono già nella regione", ha quindi spiegato il portavoce del Pentagono, il generale maggiore Patrick Ryder, che ha annunciato l'invio di rinforzi Usa in Medio Oriente, secondo quanto riporta la Cnn, senza fornire ulteriori dettagli sul numero dei militari inviati, sul corpo di appartenenza e su dove saranno inviati. "Per ragioni di sicurezza operativa non rilascerò altre dichiarazioni", ha affermato.

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