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Economia

Inflazione torna a risalire, a luglio +0,5% su base mensile...

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Inflazione torna a risalire, a luglio +0,5% su base mensile e +1,3% annuo

A trainare il dato sull’inflazione è l’andamento dei beni energetici, con quelli regolamentati che passano su base tendenziale dal +3,5% al +11,3%

L'inflazione a luglio torna a risalire seppur in modo lieve. Le stime preliminari dell'Istat indicano che l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,5% su base mensile e dell'1,3% su base annua, da +0,8% del mese precedente. La risalita dell'inflazione si deve in primo luogo all'accelerazione su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +3,5% a +11,3%) e all'attenuarsi della flessione degli energetici non regolamentati (da -10,3% a -6,1%).

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Economia

Codere, nel II trim. fatturato di 309 mln di euro

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Codere, nel II trim. fatturato di 309 mln di euro

Codere, multinazionale leader nel settore dell'intrattenimento e dei giochi, ha registrato nel secondo trimestre del 2024 un fatturato pari a 309 milioni di euro, che mostra un calo del 10% su base annua, mentre l'ebitda normalizzato è diminuito di 12 milioni di euro, raggiungendo i 39 milioni di euro. Tali scostamenti sono in gran parte dovuti alla situazione macroeconomica sfavorevole dell'Argentina, caratterizzata da una significativa svalutazione della moneta e da una contrazione dei consumi, che ha avuto un impatto notevole sui risultati del gruppo (40 milioni di euro di ricavi nel trimestre, il 45% in meno dello stesso periodo dell’anno precedente). Tuttavia, nelle ultime settimane si è osservata una parziale ripresa, con un aumento del reddito superiore all’inflazione, il che fa ipotizzare che la seconda metà potrebbe segnare un punto di svolta positivo. Lo rende noto Codere in un comunicato.

In Messico, nonostante la normalizzazione della maggior parte delle attività, persistono alcune restrizioni minori che hanno influito sulla redditività del business nel trimestre (6,6 milioni di euro di Ebitda rettificato nel trimestre, il 50% in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente). Nonostante ciò, si iniziano a vedere anche segnali di ripresa, il che rafforza l'aspettativa di una performance più solida nei prossimi mesi.

Nonostante la Spagna abbia registrato ricavi leggermente inferiori rispetto all'anno precedente, l'ebitda è cresciuto del 3%, evidenziando un miglioramento della redditività. Codere Online, dal canto suo, continua a distinguersi con una crescita dei suoi ricavi del 39% su base annua, raggiungendo 54 milioni di euro nel trimestre. In Messico, i ricavi di Codere Online sono cresciuti del 57% su base annua raggiungendo 28,2 milioni di euro, mentre in Spagna la crescita è stata del 25%, raggiungendo 21,8 milioni di euro.

Per quanto riguarda la posizione di cassa, la compagnia ha chiuso il trimestre con una situazione solida, contando su 55 milioni di euro nel retail e 40 milioni di euro in Codere Online, incrementati dalla ricezione di 20 milioni di euro a luglio come parte del processo di ricapitalizzazione del gruppo. La società ha mantenuto una strategia conservativa nella gestione della liquidità, in attesa della conclusione del processo di ricapitalizzazione.

La ricapitalizzazione globale della società, concordata con i creditori a giugno e approvata a luglio, sarà completata nelle prossime settimane e rappresenta un passo fondamentale per Codere, rafforzando la sua struttura patrimoniale e consentendo all'organizzazione di concentrarsi sul proprio piano di crescita consolidando la propria posizione sul mercato e segnando l’inizio di una nuova fase per il gruppo.

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Economia

La truffa viaggia via Bluetooth, ecco come difendersi in 5...

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A fare il punto Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori, parlando di bluesnarfing

Smartphone - Afp

Le truffe viaggiano via Bluetooth. A fare il punto Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori parlando di bluesnarfing. "Questo tipo di attacco - spiega - può avvenire in maniera completamente invisibile all’utente, il quale non si accorge dell’intrusione finché non è troppo tardi. Gli hacker possono rubare una vasta gamma di dati personali, tra cui contatti, foto, email e molto altro semplicemente connettendosi via Bluetooth ai dispositivi nelle vicinanze.

Truffa via bluetooth, cosa fare?

Per fare ciò, devono essere fisicamente vicini al dispositivo target (solitamente entro 10 metri) e questo rende questi attacchi non così frequenti, ma una volta stabilita la connessione Bluetooth, sfruttano le vulnerabilità presenti nel software del dispositivo per accedere ai dati memorizzati".

"E’ bene - dice - precisare che le truffe tramite bluesnarfing sono rese possibili da configurazioni Bluetooth non sicure o da difetti nei protocolli di sicurezza implementati sui dispositivi. Nonostante gli aggiornamenti continui alla tecnologia Bluetooth e i miglioramenti nella sicurezza, alcuni dispositivi rimangono vulnerabili a tali attacchi. Ecco perché dovremmo usare il Bluetooth un po’ meno allegramente di quanto facciamo di solito. Ad esempio io lo tengo quasi sempre attivo, anche quando non lo uso, mente disattivarlo quando non è necessario può ridurre significativamente le possibilità di un attacco bluesnarfing poiché l’hacker ha bisogno che questa funzionalità sia attiva per connettersi al tuo dispositivo".

"Un altro trucco - suggerisce - consiste nell’impostare la visibilità del tuo dispositivo su nascosta: Molti dispositivi permettono di rendere il proprio Bluetooth 'non rilevabile' quando non in uso. Questa impostazione impedisce agli altri dispositivi di vedere il tuo gadget quando cercano potenziali obiettivi via Bluetooth".

"Ma più di ogni altra cosa - dice - quando parliamo di minacce al nostro smartphone (ne parlavo in un episodio di qualche settimana fa) è importante mantenere aggiornato il software, assicurandoci che tutti i sistemi operativi e le applicazioni sul tuo dispositivo siano sempre aggiornati con le ultime patch e gli aggiornamenti di sicurezza forniti dal produttore o dallo sviluppatore dell’applicazione".

"Tornando al Bluetooth - sottolinea Dona - ovviamente sarebbe autolesionistico accettare richieste di connessione da sconosciuti: Se ricevi una richiesta di abbinamento o connessione Bluetooth da un dispositivo sconosciuto o non riconoscibile, rifiutala sempre perché potrebbe trattarsi del tentativo da parte degli hacker di stabilire una connessione per effettuare un bluesnarfing. Ma il Bluesnarfing è solo una delle insidie che possono raggiungerci attraverso il Bluetooth: avete mai sentito parlare di Bluejacking o Bluebugging? Qual è la differenza? Passano sempre attraverso il Bluetooth, ma il bluejacking è il tipo meno dannoso di attacco Bluetooth e comporta (semplicemente) l’invio di spam tramite Bluetooth. Se disponi di una connessione Bluetooth attiva, un’altra persona nelle vicinanze può utilizzare il proprio Bluetooth per inviarti messaggi che non desideri ricevere".

"Ma - avverte - visto che il Bluejacking non installa o controlla nulla sul tuo dispositivo, è per lo più innocuo. E' fastidioso e può essere doloroso se l’attaccante invia contenuti inappropriati, ma non causerà alcun danno tecnico o finanziario".

Per Massimiliano Dona, "il Bluebugging è una minaccia più grave: simile al Bluesnarfing, ma quest’ultimo va oltre. Dopo aver ottenuto l’accesso al tuo dispositivo, l’attaccante installerà una backdoor che consentirà loro di continuare ad accedervi in futuro. Come forse saprai dal nome, uno degli scopi di Bluebugging è 'trovare il bug' o spiare il tuo dispositivo, ma un hacker può anche usarlo per controllarlo da remoto".

"Il primo passo di un attacco Bluebugging - chiarisce - è connettersi al telefono della vittima tramite Bluetooth, come Bluesnarfing. Quindi, l’attaccante installa malware sul dispositivo che gli consente di aggirare le procedure di autenticazione in futuro, dandogli pieno accesso e controllo. Puoi dire la differenza tra questo attacco e Bluesnarfing con questo controllo e accesso frequente".

"Fortunatamente - osserva - gli attacchi Bluejacking, Bluesnarfing e Bluebugging sono alquanto limitati, grazie alla portata del Bluetooth relativamente breve. Aggiungo un ultimo consiglio: se sei preoccupato per l’accesso a determinate informazioni, non archiviare questi dati su dispositivi con connessioni Bluetooth attive. Puoi proteggere ancora di più il tuo dispositivo utilizzando password complesse e modificandole spesso. In questo modo, anche se l’attacco dovesse rivelare la tua password, questa non sarà efficace a lungo".

Le 5 mosse per difendersi

Sono 5 i consigli di autodifesa da attacchi via Bluetooth. 1) Non accettare richieste di connessione da dispositivi sconosciuti. 2) Monitoraggio delle Connessioni: controlla regolarmente le connessioni Bluetooth attive e disconnettere quelle sconosciute o sospette.

3) Configura il dispositivo in modo che richieda l’autenticazione per tutte le connessioni Bluetooth. 4) Imposta la funzione 'invisibile' per nascondere la tua connessione Bluetooh agli estranei. 5) Spegni il Bluetooth durante gli spostamenti e quando sei in luoghi pubblici per evitare connessioni indesiderate.

"Come ci diciamo spesso - rimarca Massimiliano Dona - con l’aumento della dipendenza da dispositivi mobili e connessi, è fondamentale essere consapevoli delle potenziali vulnerabilità e adottare misure preventive per proteggere le proprie informazioni personali (e aziendali). Ma seguendo i nostri consigli, potrete ridurre significativamente il rischio di cadere vittima di attacchi via Bluetooth".

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Economia

Ue, monito di Draghi: “Deve cambiare...

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L'ex presidente della Bce presenta a Bruxelles il suo rapporto sul 'futuro della competitività europea': "Basta rinviare, bisogna agire"

Mario Draghi

Se vuole aumentare la propria produttività, e quindi, nel lungo periodo, preservare il proprio modello sociale, l'Ue deve "cambiare radicalmente", perché "siamo già in modalità crisi. Non riconoscerlo significa ignorare la realtà". E' l'allarme dell'ex presidente della Bce e del Consiglio Mario Draghi, che presenta a Bruxelles, insieme alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il suo rapporto sul futuro della competitività europea, composto da due documenti, uno riassuntivo di una sessantina di pagine e l'altro approfondito, di oltre 300 pagine.

"Questo rapporto - dice Draghi - arriva in un momento difficile per il nostro continente. Dobbiamo abbandonare l’illusione che solo rimandando si possa preservare il consenso. In realtà, la procrastinazione ha solo prodotto una crescita più lenta. E di certo non ha prodotto alcun consenso. Siamo arrivati al punto in cui, senza agire, dovremo sacrificare il nostro benessere, il nostro ambiente o la nostra libertà". "Perché la strategia delineata in questo rapporto abbia successo - aggiunge Draghi - dobbiamo iniziare una valutazione comune della nostra posizione, degli obiettivi a cui vogliamo dare priorità, dei rischi che vogliamo evitare e dei compromessi che siamo disposti a fare. Dobbiamo garantire che le nostre istituzioni, democraticamente elette, siano al centro di questi dibattiti. Le riforme possono essere veramente ambiziose e sostenibili solo se godono del sostegno democratico", avverte infine.

"Se l’Europa non potrà diventare più produttiva - avverte - saremo costretti a scegliere. Non saremo in grado di diventare, allo stesso tempo, leader nelle nuove tecnologie, un faro della responsabilità climatica e un attore indipendente sulla scena mondiale. Non saremo in grado di finanziare il nostro modello sociale. Dovremo ridimensionare alcune, se non tutte, le nostre ambizioni. Questa è una sfida esistenziale".

"I valori fondamentali dell’Europa - aggiunge - sono prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile. L’Ue esiste per garantire che gli europei possano sempre beneficiare di questi diritti fondamentali. Se l’Europa non sarà più in grado di fornirli ai suoi cittadini, o se dovrà barattare l’uno con l’altro, avrà perso la sua ragion d’essere. L’unico modo per affrontare questa sfida è crescere e diventare più produttivi, preservando i nostri valori di equità e inclusione sociale. E l’unico modo per diventare più produttiva è che l’Europa cambi radicalmente", afferma.

Se non vogliono continuare ad arretrare in un contesto internazionale in rapida evoluzione, l'Unione Europea e i suoi Stati membri devono "agire" e smetterla di "procrastinare", di rinviare le decisioni che devono essere prese, nell'"illusione" di preservare in questo modo il "consenso" degli elettori. L'Unione Europea deve agire per riformarsi, se non vuole spegnersi in una "lenta agonia". "Non è così - risponde a chi gli chiede se il messaggio sia "fate questo o morirete" - è piuttosto: fatelo, o sarà una lenta agonia".

Per Draghi, "dobbiamo assumere una nuova posizione nei confronti della cooperazione: rimuovendo gli ostacoli, armonizzando regole e leggi e coordinando le politiche. Ci sono diversi ambiti in cui possiamo procedere. Ma quello che non possiamo fare è non andare avanti affatto". "La nostra fiducia che riusciremo ad andare avanti - aggiunge - dovrebbe essere forte. Mai in passato la dimensione dei nostri Paesi è apparsa così piccola e inadeguata rispetto alla portata delle sfide. Da molto tempo l’autoconservazione non era un problema simile, che riguarda tutti. Le ragioni per una risposta unitaria non sono mai state così convincenti. Nella nostra unità troveremo la forza per riformare", conclude.

Draghi sottolinea quindi che "la maggior parte delle proposte" contenute nel rapporto "sono concepite per essere attuate rapidamente, per fare una differenza tangibile per le prospettive dell'Europa".

"Servono investimenti senza precedenti"

L’Unione Europea, dice Draghi, dovrà affrontare nei prossimi anni investimenti in una misura "senza precedenti" nella sua storia recente. "L'Ue sta entrando nel primo periodo della sua storia recente in cui la crescita non sarà sostenuta dall’aumento della popolazione. Entro il 2040, si prevede che la forza lavoro diminuirà di quasi 2 milioni di lavoratori ogni anno. Dovremo puntare maggiormente sulla produttività per stimolare la crescita. Se l’Ue dovesse mantenere il suo tasso medio di crescita della produttività dal 2015, sarebbe sufficiente mantenere il Pil costante fino al 2050, in un momento in cui l’Ue si trova ad affrontare una serie di nuove esigenze di investimento che dovranno essere finanziate attraverso una crescita più elevata".

"Per digitalizzare e decarbonizzare l’economia e aumentare la nostra capacità di difesa - aggiunge - la quota di investimenti in Europa dovrà aumentare di circa 5 punti percentuali del Pil, fino a raggiungere livelli visti l'ultima volta negli anni '60 e '70. Si tratta di un dato senza precedenti: per fare un confronto, gli investimenti aggiuntivi previsti dal piano Marshall tra il 1948 e il 1951 ammontavano a circa l’1-2% del Pil annuo", conclude.

"Norme incoerenti e restrittive"

L'Unione Europea e i suoi Stati membri comprimono lo sviluppo delle imprese innovative con normative "incoerenti" e "restrittive", con il risultato che i pochi 'unicorni' che nascono in Europa vanno a crescere negli Usa. "Poiché le imprese dell’Ue sono specializzate in tecnologie mature in cui il potenziale di scoperta è limitato - ricorda - spendono meno in ricerca e innovazione: 270 miliardi di euro in meno rispetto alle loro controparti statunitensi nel 2021. La classifica dei principali investitori in R&I in Europa è stata dominata da aziende automobilistiche negli ultimi vent'anni".

"Era così anche negli Stati Uniti all’inizio degli anni 2000 - aggiunge - con il settore automobilistico e quello farmaceutico in testa, ma ora i primi 3 sono tutti nel settore tecnologico. Il problema non è che all’Europa manchino idee o ambizioni. Abbiamo molti ricercatori e imprenditori di talento che depositano brevetti. Ma l’innovazione è bloccata nella fase successiva: non riusciamo a tradurre l’innovazione in commercializzazione, e le aziende innovative che vogliono espandersi in Europa sono ostacolate, in ogni fase, da normative incoerenti e restrittive".

"Di conseguenza, molti imprenditori europei preferiscono cercare finanziamenti da venture capitalist statunitensi ed espandersi nel mercato Usa. Tra il 2008 e il 2021, quasi il 30% degli 'unicorni' fondati in Europa, startup che in seguito sarebbero state valutate oltre 1 miliardo di dollari, hanno trasferito la propria sede all’estero. E la stragrande maggioranza si è trasferita negli Stati Uniti", conclude.

"Finanziamenti comuni per beni collettivi europei"

 

Draghi sottolinea che l'Unione Europea dovrebbe prevedere forme di "finanziamento congiunto" per i "beni collettivi europei fondamentali", magari emettendo "safe asset" europei (titoli obbligazionari a basso rischio), dato che i soli capitali privati non potranno coprire il cospicuo fabbisogno di investimenti che il Vecchio Continente avrà nei prossimi anni. "Mentre l’Europa deve avanzare con l'Unione dei mercati dei capitali - dice Draghi - il settore privato non sarà in grado di sostenere la parte del leone nel finanziamento degli investimenti, senza il sostegno del settore pubblico. Inoltre, quanto più l’Ue sarà disposta a riformarsi per generare un aumento della produttività, tanto più aumenterà lo spazio fiscale e tanto più facile sarà per il settore pubblico fornire questo sostegno". "Questa relazione - prosegue - evidenzia perché aumentare la produttività è fondamentale. Ha anche implicazioni per l’emissione di safe asset comuni. Per massimizzare la produttività, saranno necessari finanziamenti congiunti per gli investimenti in beni collettivi europei fondamentali, come l’innovazione di frontiera. Allo stesso tempo, ci sono altri beni collettivi identificati in questo rapporto - aggiunge - come gli appalti per la difesa o le reti transfrontaliere, che senza un’azione comune saranno disponibili in misura insufficiente. Se ci fossero le condizioni politiche e istituzionali, anche questi progetti richiederebbero un finanziamento comune", conclude.

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