Harris e Walz: “Siamo underdog ma sappiamo contro chi corriamo”
La candidata dem e il suo running mate si presentano nel primo appuntamento insieme a Filadelfia
"Siamo gli underdog di questa corsa, ma lo slancio è dalla nostra e sappiamo esattamente contro cosa ci battiamo”. Kamala Harris apre con queste parole il suo atteso comizio con al fianco Tim Walz, il governatore del Minnesota che ha appena indicato come su running mate, il vicepresidente degli Stati Uniti nel caso fosse lei a vincere la corsa per la Casa Bianca.
I passaggi chiave del primo discorso del nuovo ticket democratico si snodano intorno a messaggi che vogliono arrivare diretti al popolo americano. Si parte dalla presentazione del nuovo protagonista della sfida che si consumerà il 5 novembre. Tim Walz "è stato l'insegnante che tutti sognano e che tutti gli studenti meritano", scandisce Harris, ricorrendo al soprannome 'coach' in omaggio alla stagione in cui il suo running mate è stato allenatore della squadra di football del liceo in cui insegnava geografia. "E' il vice presidente che gli Stati Uniti meritano", insiste la candidata Dem.
Poi, altre due frasi che sintetizzano, sul piano del merito e su quello della sfida elettorale, i prossimi tre mesi. "Io e Tim Walz abbiamo un messaggio per Donald Trump: non torneremo indietro sui diritti e sulle libertà", promette Harris, confermando la scelta di connotare in senso marcatamente progressista la propria proposta proprio sul terreno più caro all'ala dura dei Repubblicani. Il riferimento ai diritti è anche legato alle scelte che il governatore del Minnesota ha fatto nel suo Stato, firmando per primo una legge per tutelare il diritto all'aborto dopo la sentenza della Corte Suprema che era andata in senso contrario. "Grazie al governatore Josh Shapiro vinceremo la Pennsylvania", dice poi, quasi a giustificare la scelta fatta preferendo Walz proprio a Shapiro, che sembrava il vice più adatto a conquistare spazio elettorale indispensabile ad aumentare le chance di vittoria.
Le parole di Walz servono invece a stringere quella che vuole mostrarsi agli elettori da subito come un'alleanza solida. "Non potrei essere più orgoglioso di essere il candidato vice presidente e aiuterò Kamala Harris a diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti", afferma il governatore del Minnesota, parlando della Harris come di una persona che in tutta la sua storia, da procuratrice distrettuale, da procuratrice generale della California, come senatrice e poi come vice presidente, "ha combattuto dalla parte del popolo americano". Il contrario esatto, vuole evidenziare Walz, di Donald Trump: lui, dice, "non ha idea di cosa voglia dire lavorare per l'America. Lui fa solo i suoi interessi". Donald Trump, insiste, "vede il mondo un po' diversamente da come lo vediamo noi", soprattutto perché "non è in grado di servire l'America, troppo preso a servire se' stesso".
Anche la sfida a distanza con il suo omologo repubblicano, esponente dell'ala più dura dei Repubblicani e considerato un 'clone' più giovane di Trump, trova spazio nel comizio di presentazione: "Non vedo l'ora di fare un dibattito con JD Vance". Questo, aggiunge Walz ironizzando, "sempre che abbia la forza di alzarsi dal divano e presentarsi".
Kamala Harris e Tim Walz, due underdog, che hanno scelto quale contrapposizione cavalcare: da una parte ci sono gli interessi di tutti gli americani, dall'altra quelli personali di Donald Trump. Da una parte c'è un ritardo da colmare e una rincorsa da portare a termine, dall'altra un vantaggio che, nella loro percezione, si può dilapidare. Le prossime settimane diranno se avranno avuto ragione loro oppure no. (di Fabio Insenga)
Esteri
Non solo Putin, anche Kim avverte gli Usa: “Continue...
La nota del ministero della Difesa: "Conflitto possibile in qualsiasi momento". Migliaia di soldati di Pyongyang "presto" contro le forze di Kiev: cosa dice il Pentagono
Non solo Putin e la minaccia nucleare russa. Anche Kim Jong un avverte gli Usa sulla possibilità di un conflitto armato "in qualsiasi momento". E lo fa attraverso il ministero della Difesa della Corea del Nord, che parla di una situazione che giustificherebbe l'adozione di misure di autodifesa a causa di continue "provocazioni statunitensi".
"Avvertiamo con forza gli Stati Uniti e i loro sostenitori ostili alla Repubblica Democratica Popolare di Corea" affinché "cessino immediatamente gli atti ostili che generano ulteriori provocazioni e instabilità e che possono portare il confronto militare nella penisola coreana e nelle sue vicinanze a un vero e proprio conflitto armato", si legge in una dichiarazione riportata dall'agenzia di stampa ufficiale KCNA.
I funzionari della Difesa affermano poi che "l'avventurismo militare" degli Stati Uniti ha "oltrepassato la linea rossa su scala globale". Le "provocazioni militari" di Washington "rappresentano la fonte per far precipitare la situazione regionale in una catastrofe irreparabile".
Per il governo nordcoreano è un "dovere costituzionale" per le sue forze armate adottare "misure di autodifesa per proteggere l'ambiente di sicurezza dello Stato e mantenere la stabilità strategica e l'equilibrio di potere nella regione", dove "due parti in guerra sono in stato di massima allerta" e "persiste la possibilità di un conflitto militare in corso".
"L'Esercito sta monitorando attentamente i movimenti militari degli Stati Uniti e dei suoi alleati, tenendo aperta la possibilità di tutte le opzioni nella sua preparazione. Se si riterrà necessario, adotterà misure immediate per contenere il pericolo", avverte la Nordcorea.
Usa: "Presto scontri soldati Pyongyang con forze Ucraina"
Gli Stati Uniti prevedono intanto che migliaia di soldati nordcoreani di stanza in Russia combatteranno "presto" contro le forze ucraine. A dichiararlo è stato il capo del Pentagono Lloyd Austin. Il segretario alla Difesa statunitense stima che circa 10mila militari dell'esercito nordcoreano si trovino nella regione russa di Kursk, che confina con l'Ucraina ed è in parte occupata dalle forze di Kiev, e siano "integrati nelle formazioni russe".
"Sulla base di ciò che sono stati addestrati" a fare e "di come sono stati integrati nelle formazioni russe, mi aspetto di vederli presto impegnati in combattimento", ha detto Austin ai giornalisti dalle Figi, dove si trova in visita, precisando di non avere conoscenza di "alcuna informazione significativa" di soldati nordcoreani "attivamente impegnati in combattimento" ad oggi.
Esteri
Russia, l’analista: “Bomba nucleare? Putin non...
Le parole a QN di Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali
Le minacce nucleari di Putin all'Europa? "C'è un rischio chiaro, evidente e concreto che la Russia non stia assolutamente bluffando. Al momento i russi stanno vincendo la guerra. Non hanno dunque bisogno di ricorrere a uno strumento come il lancio di un’arma tattica. Fatta questa premessa, Putin ha firmato la nuova dottrina nucleare e l’altro giorno i russi hanno fatto una cosa gigantesca come lanciare un missile ipersonico caricandolo con testate convenzionali. Mi auguro di avere torto, ma da analista separo i miei desiderata e mi attengo ai fatti". A lanciare l'allarme, in una intervista a QN, è Andrea Margelletti, analista e presidente del Centro Studi Internazionali.
"Nel giro di tre anni conflitto con Russia sarà inevitabile"
"Se dovesse essere usato uno strumento del genere da parte russa, questo porterebbe immediatamente all’ingresso di alcune nazioni europee all’interno dell’Ucraina. Penso che nel giro di tre anni un conflitto convenzionale con la Russia sia pressoché inevitabile, anche se i russi non dovessero lanciare alcuna bomba nucleare - ha aggiunto -. Alcune nazioni europee non vogliono che l’Ucraina cada. Non se lo possono semplicemente permettere. Diciamo che c’è anche una difformità di visione fra l’Europa centro-settentrionale e quella centro-meridionale. Credo anche il motivo che possa avere spinto alcuni Paesi europei a un atteggiamento diverso sia stato l’arrivo di migliaia di soldati nordcoreani a combattere in Russia”.
L'incognita Trump
Il prossimo 20 gennaio Donald Trump si insedia alla Casa Bianca, determinato a trovare una soluzione diplomatica.
"Il rischio vero è che Trump ripeta la modalità afgana, ossia facendo un accordo che non tenga conto del volere degli ucraini, com’è successo appunto in Afghanistan. Per questo l’amministrazione Biden sta cercando di dare più risorse, perché se si arrivasse a un tavolo di trattativa, gli ucraini vi possano partecipare da un rapporto di forza maggiore", spiega ancora Margelletti -. Un eventuale dialogo continua a essere fondamentalmente nelle fantasie degli occidentali. I russi in questi anni non hanno dato la minima dimostrazione di voler trattare. È una meravigliosa fantasia nostra, perché siamo terrorizzati all’idea di un confronto militare".
Esteri
Ucraina-Russia, Zelensky: “Guerra può finire nel...
Il presidente ucraino e l'incognita della nuova amministrazione Usa: "Voglio sentire le proposte di Trump"
L'Ucraina punta su Donald Trump per chiudere la guerra con la Russia nel 2025. Mentre Vladimir Putin spaventa l'Europa con il nuovo missile Oreshnik che "può colpire ovunque" nel Vecchio Continente, Kiev attende l'insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti per una svolta negoziale che apra la strada alla pace. Trump, com'è noto, da mesi si dice convinto di poter portare Ucraina e Russia al tavolo per una rapida intesa.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua a dirsi fiducioso che la guerra con la Russia possa finire nel 2025 e che "a gennaio avremo un piano", ribadisceai media stranieri a margine della terza conferenza internazionale 'Grain from Ukraine'.
Cosa ha detto Zelensky
"Per quanto riguarda il momento in cui la guerra finirà... finirà quando la Russia deciderà di farla finire. Quando gli Stati Uniti assumeranno una posizione più forte. Quando il Sud globale si schiererà con l'Ucraina e a favore della fine della guerra", dice Zelensky, sottolineando di essere fiducioso che questi sviluppi si verificheranno prima o poi e che verranno prese delle decisioni.
"Sarà un percorso difficile, ma sono convinto che abbiamo tutte le possibilità di raggiungere questo obiettivo l'anno prossimo - afferna - capiamo che la Russia non sarà d'accordo con tutti questi passi, ma c'è la Carta delle Nazioni Unite e tutte le nostre azioni si basano su di essa. Speriamo che siano sostenute dai nostri partner".
"Voglio sentire le proposte di Trump"
L'incognita maggiore per Zelensky - e allo stesso tempo la principale speranza - è la nuova amministrazione Usa. È necessario ascoltare le proposte d Trump sul piano per porre fine al conflitto. "Siamo aperti - dice Zelensky -; lo dirò ancora una volta, e tra l'altro, ai leader dei paesi africani, asiatici e arabi... Siamo pronti a vedere le loro proposte. Voglio anche vedere quelle del nuovo presidente degli Stati Uniti d'America. Penso che avremo queste proposte a gennaio e che avremo un piano per porre fine a questa guerra".
"Sono sicuro che l'anno prossimo avremo tutte le possibilità di porre fine alla guerra - aggiunge il presidente ucraino - Ci sono passi appropriati per questo... Comprendiamo che la Russia non farà tutti questi passi. Ma esiste una carta delle Nazioni Unite e tutti i nostri passi basati sulla Carta delle Nazioni Unite saranno sostenuti dai partner".
Il messaggio (quotidiano) da Mosca
Putin, particolarmente loquace negli ultimi giorni con 2 messaggi, tace lasciando spazio ai proclami di Dmitry Medvedev, ex presidente e attuale numero 2 del Consiglio di sicurezza. Il presidente, dopo il lancio di un nuovo missile a medio raggio contro il territorio ucraino, ha avvertito in particolare l'Europa: "Possiamo colpire ovunque", ha detto come reazione alle azioni condotte da Kiev, che ha colpito il territorio russo con missili americani (Atacms) e britannici (Storm Shadow).
A stretto giro, tocca a Medvedev indicare la soluzione ideale del conflitto per i parametri russi: "Se il blocco Nato smette di soffiare sul fuoco della guerra in Ucraina, questo conflitto può finire senza alcun ulteriore costo per l'umanità", dice Medvedev.