Fiaso, ‘bimbi sono vulnerabili e vanno protetti, no spiaggia in ore centrali’
In queste giornate di caldo estremo "è importante ricordare che i bambini sono vulnerabili ai rischi delle ondate di calore. Il più delle volte, infatti, ci concentriamo sulla fragilità degli anziani, ma non dobbiamo dimenticare che in queste settimane così calde i bambini vanno protetti come i loro nonni. Non dovrebbero, ad esempio, stare in spiaggia nelle ore centrali, ma solo in quelle meno calde. Eppure nell'esperienza comune questa precauzione, nota a tutti, è spesso disattesa". A dirlo all'Adnkronos Salute Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso).
"I bambini - sottolinea Migliore - sono fragili per definizione sotto molti punti di vista. Quindi, in questo periodo di caldo afoso, quando si sta molto all'aperto, in piscina, al mare, al lago, non perdiamoli di vista: una delle principali cause, purtroppo, di decesso dei piccolissimi e dei piccoli è proprio l'annegamento". Per il resto le raccomandazioni anti-afa "sono quelle di buonsenso per i piccoli come per gli anziani: evitare di esporsi nelle ore più calde al sole, mantenere un'adeguata ventilazione in casa, magari senza ricorrere a temperature troppo basse con l'aria condizionata per evitare le grandi differenze di temperature tra l'esterno e l'interno. Se è necessario uscire di casa, farlo nelle prime ore del mattino o eventualmente nel tardo pomeriggio. E bere adeguatamente".
Salute e Benessere
Infettivologi: “Preoccupa calo vaccinazioni, 2025 sia...
Andreoni (Simit): "Dobbiamo prepararci all'arrivo di una nuova pandemia - Oggi è allarme morbillo e antibiotico-resistenza ma molto è stato fatto per l'epatite C - Soddisfatti per Calendario vaccinale per la vita'"
"Il timore principale dell'infettivologia è il calo delle vaccinazioni: la campagna contro il virus dell'influenza non ha rispettato le attese e quella contro il Covid registra numeri molto bassi. Come se non bastasse, nel 2024 abbiamo avuto mille casi di morbillo e 3 bambini sono morti a causa della pertosse. Inoltre, non sappiamo cosa sia la malattia che arriva dal Congo. Sappiamo solo che ci sono altri focolai epidemici in giro per il mondo e per questo motivo dobbiamo prepararci all'arrivo di una nuova pandemia. Da qui, l'auspicio di noi infettivologi è che nel 2025 venga approvato il nuovo Piano pandemico. E' stato definito, ma ancora non c'è". Così all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, Società italiana di malattie infettive e tropicali.
Una pandemia in atto "di fatto già c'è - spiega Andreoni - ed è l'antimicrobico resistenza", un problema "molto serio sul quale dobbiamo tutti confrontarci. Tuttavia", nell'anno che sta per concludersi "abbiamo ottenuto buoni risultati: non solo le misure adottate dal ministero della Salute per contrastare la resistenza ai farmaci, ma anche sul fronte della lotta all'epatite C abbiamo fatto progressi". Grazie allo "screening nella fascia d'età 1969-1989, programma prorogato per tutto il 2025 - sottolinea l'infettivologo - solo "nel 2024 abbiamo scoperto ben 15mila casi di epatite cronica attiva che altrimenti sarebbero rimasti sommersi".
Altri "2 tasselli importanti - evidenzia Andreoni - sono il Calendario vaccinale per la vita e il riconoscimento da parte del Governo dell'innovatività dei cosiddetti antibiotici 'reserve', farmaci di riserva di nuova generazione da destinare al trattamento delle infezioni da germi multi-resistenti che non rispondono agli antimicrobici".
Salute e Benessere
2025, Ordine infermieri: “Sia anno decisivo per...
Mangiacavalli (Fnopi): "Aumentare attrattività verso professione con campagne a cura del Governo e prevedere un commissario straordinario ad hoc"
"Il 2024 per gli infermieri è stato caratterizzato dal raggiungimento di obiettivi economici e di crescita professionale", ma l'auspicio è che "il 2025 sia l'anno decisivo per contrastare la carenza di personale infermieristico nel Servizio sanitario nazionale". Così all'Adnkronos Salute la presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), Barbara Mangiacavalli.
"Nell'anno che sta per concludersi - ricorda - registriamo la detassazione degli straordinari con la legge di Bilancio 2025, a cui si unisce l'incremento dell'indennità di specificità infermieristica e quella per chi opera nei pronto soccorso. Al netto della quantificazione economica in sé, sono sicuramente segnali di attenzione per la professione. Auspichiamo quindi che si prosegua su questa strada, con la detassazione del 15% delle indennità legate a particolari condizioni di lavoro, e che gli importi previsti per l'abbattimento delle liste d'attesa siano esclusi dal tetto di spesa per l'assunzione del personale da parte delle aziende sanitarie".
Sul versante della crescita professionale,"fondamentale" per Mangiacavalli è "il percorso in dirittura di arrivo - come anche annunciato dai ministri della Salute Schillaci e dell'Università Bernini - per formalizzare le lauree magistrali cliniche infermieristiche che permettono di offrire prospettive di carriera sia economiche sia in grado di far agire competenze avanzate". Il 2025 sarà poi "l'anno in cui si attende che diventi strutturale l'abolizione del divieto al cumulo di impieghi per gli infermieri che lavorano nel pubblico, per incentivare, a tutti i livelli, la libera professione".
Tutte queste misure sono "un'arma fondamentale per combattere la gravissima carenza di organici - sottolinea la presidente di Fnopi - e aumentare l'attrattività verso la nostra professione, e dovranno essere affiancate da campagne ad hoc a cura del Governo e, perché no, dalla previsione di un 'commissario straordinario per il contrasto alla carenza di personale infermieristico', come accade per altre gravi emergenze nazionali".
Malgrado i risultati raggiunti, secondo Mangiacavalli "va infatti sempre ricordato che siamo di fronte a un problema del Paese tutto, e non di una singola categoria. Come del resto è emerso anche dal confronto della Fnopi con gli altri enti regolatori europei". Solo "poche settimane fa - rimarca - Fnopi e Oms Europa hanno messo a punto e sottoscritto un position statement con richieste comuni, tra cui: regolamentare meglio l'istruzione infermieristica tra i diversi Paesi; sviluppare una pratica avanzata e specializzata standardizzata per gli infermieri di tutti i Paesi europei; rispondere alla necessità di implementare l'integrazione organizzativa per ricollegare ospedali e territorio".
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Chirurgia, la gamba bionica di Mario salvata da una protesi...
Una protesi di caviglia costruita su misura salva la gamba bionica di Mario, paziente 80enne protagonista di un raro intervento eseguito al Policlinico Gemelli di Roma e definito "unico nel suo genere". Una travagliata storia a lieto fine cominciata una decina di anni fa quando Mario, ex coltivatore diretto, fu colpito da un cancro alle ossa.
Ancora oggi, nonostante gli anni e gli acciacchi, Mario continua a occuparsi del suo orticello in una campagna in provincia di Viterbo. Ma sono tanti gli ostacoli che l'anziano ha dovuto superare e che sono iniziati 10 anni fa con un dolore sempre più forte e insistente alla gamba destra. Dopo una serie di esami, l'ortopedico consultato da Mario gli ha comunicato che quei fastidi erano causati da un tumore osseo raro (un adamantinoma) a carico della tibia. Alla diagnosi è seguita la resezione del tumore con impianto di una mega-protesi di tibia prossimale, cioè nell'area vicino al ginocchio. Dopo circa un anno dall'intervento, però, una grave infezione della protesi impiantata ha costretto Mario a subire una serie di complessi interventi chirurgici che si sono conclusi con l'impianto di una protesi totale di gamba e di caviglia in titanio, rivestita in argento per evitare nuove infezioni. Una gamba bionica.
Ma ancora non era finita. A distanza di 6 anni, Mario torna dagli ortopedici del Gemelli per un dolore alla caviglia. Gli esami rilevano la rottura di una vite della protesi, a livello della caviglia. E' necessario sostituire il pezzo, ma l'unico modo per farlo - decretano gli specialisti - è facendo confezionare una protesi 'custom-made', disegnata e realizzata su misura. Gli ortopedici del Gemelli inviano perciò la Tac di Mario all'Implantcast, una ditta specializzata di Buxtehude, cittadina a sud ovest di Amburgo, in Germania. Basandosi sulla ricostruzione tridimensionale della caviglia bionica di Mario, i bioingegneri realizzano un calco della protesi custom-made con una stampante 3D, sul quale viene realizzata la protesi in titanio per l'impianto definitivo. Ed ecco l'intervento effettuato da Carlo Perisano, professore aggregato dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e dirigente medico presso la Uoc di Ortopedia e Traumatologia della Fondazione Policlinico Gemelli, diretta da Giulio Maccauro. L'operazione dà i suoi frutti: "A distanza di appena qualche giorno dall'intervento, Mario sta di nuovo in piedi sulla sua gamba bionica arricchita di quest'ultimo gioiello tecnologico", riferiscono dall'Irccs capitolino. (segue)