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Venezuela, il deputato Di Giuseppe: “Italiani a rischio, basta post su social e scatta arresto”

Il deputato di FdI eletto all'estero: "Ricevo 40 telefonate al giorno di connazionali che chiedono di essere nascosti in consolato. M5S? Amichetti di Maduro, più ignoranti che comunisti"

Proteste in Venezuela - Afp

“Basta criticare Maduro sui social e ti vengono a prendere a casa: rastrellano tutti, anche gli anziani”. Così Andrea Di Giuseppe, deputato di Fratelli d’Italia eletto all’estero, racconta all’Adnkronos il prezzo della repressione che sta pagando la comunità italiana in Venezuela, circa un milione e mezzo di persone a rischio. “Ricevo 30-40 telefonate al giorno: l’ultima è stata di un signore di 79 anni che si è fatto prestare un cellulare perché non aveva neanche i soldi per chiamarmi: la sua unica colpa? Aveva scritto un post a favore dell’opposizione al tempo delle elezioni”, denuncia Di Giuseppe.

L’arresto del deputato di opposizione venezuelano, Williams Davila, finito in manette poche ore dopo l’intervista rilasciata all’Adnkronos, “ha fatto più scalpore perché è un rappresentante del popolo, ma ogni giorno ci sono centinaia e centinaia di casi: mi contattano persone anziane, a volte indigenti, gente comune insomma”, spiega il deputato italiano.

Si tratta di una repressione, aggiunge, che ricorda “i peggiori tempi di Tito, ma c’è un aggravante: qui l’ideologia non c’entra assolutamente niente, il regime venezuelano è un'oligarchia di maledetti narcotrafficanti, composta da generali e membri del governo, che punta a mantenere lo status quo a danno della povera gente”. La situazione, spiega, “rischia di aggravarsi se stavolta non prendiamo una posizione di ferrea condanna di questo regime", continua.

“I Cinquestelle continuano ad essere amichetti di Maduro, perché sono di un’ignoranza enorme: già è grave supportare un regime comunista, figurarsi di narcotrafficanti”, commenta quindi all’Adnkronos la posizione dei pentastellati sul governo Maduro. "La parte ideologica c’entra poco, in Venezuela governa un gruppo di criminali che tutela i propri interessi finanziari e difende strenuamente lo status quo con la repressione”, sottolinea.

“Il movimento 5 Stelle e Conte oggi non hanno detto mezza parola sulla repressione che sta subendo la nostra comunità – circa un milione e mezzo di persone – perché non sanno nulla: neanche voglio dire che sono filocomunisti (e lo sono) ma il problema più grande è che sono ignoranti: non sanno neanche cosa sia il Venezuela”.

La situazione nel Paese, spiega il deputato, è persino peggiorata dai tempi di Chavez: “Almeno lui aveva un’ideologia. Maduro semplicemente è a capo di un gruppo di narcotrafficanti”, conclude.

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Politica

Fiamma tricolore via da simbolo FdI? Il parere...

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Per il giurista Gabriele Maestri i "militanti storici non abbandonerebbero il partito"

(Fotogramma)

Cosa perderebbe (o guadagnerebbe) Fratelli d'Italia in caso di addio alla fiamma tricolore? Si tratterebbe di una mossa vantaggiosa o controproducente? Dopo le parole del ministro Luca Ciriani al Foglio, l'Adnkronos ha provato a chiedere al giurista Gabriele Maestri, esperto di simboli di partito, che effetti potrebbe avere sulla forza politica fondata da Giorgia Meloni lo 'spegnimento' della storica fiamma, eredità del Msi: "I militanti dalla storia più lunga - osserva il blogger, autore del libro 'I simboli della discordia' - potrebbero sentire mutilata quell'esperienza politica, non vedendo più il simbolo delle origini, ma difficilmente abbandonerebbero il partito solo per questo".

Per i simpatizzanti di FdI che hanno iniziato a votare Meloni in un secondo momento, il superamento della fiamma potrebbe essere un elemento positivo: "I militanti e gli elettori arrivati in seguito, potrebbero non avvertire nessun particolare cambiamento concreto; anzi, apprezzerebbero soprattutto il venir meno di un argomento utilizzato spesso contro Fdi, con l'idea di costruire anche sul piano grafico un partito conservatore contemporaneo", prosegue Maestri, ricordando come in origine il simbolo di Fdi non contenesse la fiamma: "Il partito era nato senza. La fiamma fu chiesta alla Fondazione An per evitare che altri utilizzassero quel simbolo: ora, oltre dieci anni dopo averne ottenuto l'uso, quel bisogno probabilmente si è affievolito. Sarebbe interessante, piuttosto, immaginare se si troverà un simbolo nuovo, magari lavorando sul leone dei Conservatori e riformisti europei, o se si rinuncerà del tutto a raffigurare quelle idee politiche", conclude Maestri.

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Politica

Fiamma tricolore nel simbolo di Fratelli d’Italia,...

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L'idea sta facendo discutere. C'è chi è contrario come il vicepresidente della Camera Rampelli, ma la maggior parte si dice pronta ad affrontare la questione attraverso un confronto nel partito

Simbolo di Fratelli d'Italia (Fotogramma)

"Se vogliamo andare avanti, e noi certamente vogliamo guardare avanti cioè al futuro, allora arriverà anche il momento di spegnere la Fiamma". A fare la proposta il ministro per i Rapporti con il Parlamento ed esponente di Fratelli d'Italia, Luca Ciriani, in un colloquio con il quotidiano Il Foglio. La riflessione sta facendo discutere e non tutti sono d'accordo.

La Russa: "Via la fiamma? Anche il mondo finirà prima o poi"

"Anche il mondo finirà prima o poi..." ha risposto con una battuta il presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Rampelli: "Fiamma c'è ed è logico lasciarla lì"

La fiamma tricolore? "Una storia antica che ha vinto, diversamente da altre che sono state sotterrate in pochi decenni" dice all'Adnkronos il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, esponente di spicco di Fratelli d'Italia. "Quasi il 30 per cento degli italiani - ricorda Rampelli - ha messo una croce sul nostro simbolo, che contiene la fiamma tricolore, non mi pare che i cittadini si pongano questo problema. Anzi, forse ci scelgono anche perché abbiamo la fiamma, bella ma nemmeno troppo originale. In tanti la usano nel proprio logo".

Fratelli d'Italia, osserva Rampelli, "nasce senza fiamma, poi l'abbiamo recuperata, più per stroncare una congiura di alcuni ex colonnelli di An che volevano sabotarci che per convinzione. Ma ora c'è e penso sia logico lasciarla", rimarca il padre dei 'Gabbiani' di Colle Oppio, secondo il quale "nei contenuti" la fiamma "rappresenta un argine a una visione della società indistinta, eguale, mercatista, anti-identitaria, ordo-liberista, materialista. Si tratta della costola sociale del conservatorismo".

Figlia Almirante: "Mio padre dimenticato, tolgano pure fiamma, finirà presa in giro"

''Può sembrare assurdo, tutto sommato a me sta bene che tolgano la fiamma, perché così almeno finisce questa presa in giro...''. Lo dice all'Adnkronos Giuliana de' Medici Almirante, figlia dello storico leader missino Giorgio e di Donna Assunta. ''Ci stanno prendendo in giro con questa fiammella, la lasci stare - avverte Giuliana dè Medici, attuale segretario generale della Fondazione Almirante - chi ormai non ha più niente a che vedere con il Movimento sociale italiano né nel modo di essere e di fare, né per le idee che portano avanti. Almeno usciamo da questo equivoco finalmente, una volta per tutte''.

Per la figlia dell'ex leader missino chi vuol spegnere la fiamma, vuol dimenticare il passato e la figura di Almirante. ''A questo punto - si sfoga - è inutile dire che la fiamma è di An o di Fdi. La fiamma è di tutti quelli che ci credono e ne portano avanti i valori. Ho letto le dichiarazioni di Ciriani. Lui dice di esser un missino. Io ci sono nata in questo partito ma francamente non me lo ricordo... Questa proposta che ha fatto non mi sembra una sua idea, ma un'apripista, della serie: buttiamola lì e vediamo che succede... Il ministro ha menzionato Pinuccio Tatarella, definendolo il padre di questa nuova destra ma vorrei ricordare semplicemente che l'unico vero padre della destra italiana è un signore che si chiama Giorgio Almirante, che ha vissuto per l'Msi, ha lavorato tutta la sua vita per questo partito, l'ha fondato e portato avanti arrivando ad avere anche 100 parlamentari''.

''Almirante - rammenta Giuliana deì Medici - aveva contro i giornali, l'opinione pubblica e allora rischiavano la pelle, non come questi che vanno in giro con l'auto blu. C'e' una profonda differenza tra quelli dell'Msi e quelli di oggi, proprio dal punto di vista culturale. Tutto il rispetto per Tatarella che è stato un grande dirigente di partito, ma non possono dimenticarsi di Almirante, mi sembra un'assurdità. La Meloni non l'ha mai nominato negli ultime tre anni. Questa si chiama ingratitudine e significa anche non avere una visione politica, perché non possono dimenticare e vergognarsi del passato. Almirante ha sempre guardato avanti, non indietro. La smettessero, quindi, con questa storia, lasciassero stare la fiamma. Lascino stare non solo la fiamma ma anche i beni che mio padre ha lasciato... Ricordo che la sede di via della Scrofa è stata comprata da Almirante. Io nella Fondazione Almirante ho trovato mucchi di cambiali a firma di mio padre e anche di mia madre, e allora di che parliamo?''.

Messina: "Tema su cui ci possiamo confrontare nel partito"

''Togliere la Fiamma dal simbolo? E' un tema su cui io credo il partito si possa confrontare tranquillamente...'' dice all'Adnkronos Manlio Messina, vicecapogruppo vicario di Fdi alla Camera. ''Ormai - sottolinea Messina - è arrivato il momento di immaginare un percorso che ci possa anche far comprendere anche agli altri che il nostro è un partito maturo e aperto. Non credo che la Fiamma rappresenti il contrario, ma discutere d'innovazione, novità e di nuovi percorsi penso che faccia sempre bene''.

Foti: "Nessun problema ad affrontare il tema"

"Quando l'argomento dovesse essere posto nelle competenti sedi politiche, non vi sarà difficoltà ad affrontarlo". Lo dice il capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti, interpellato sul tema della fiamma tricolore dopo l'intervista a Il Foglio del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.

De Corato: "Su fiamma concordo con Toti"

"Concordo con Foti, che come me viene dal Msi. Ha vissuto l'epoca che ho vissuto io e mi ritrovo con quella dichiarazione" dice il deputato di Fratelli d'Italia Riccardo De Corato, interpellato sulla questione della fiamma tricolore.

Menia: "Quella fiamma è il simbolo della mia vita"

"Sono entrato in Parlamento da missino. Per quanto mi riguarda, quella sulla fiamma è una polemica che ho visto più volte. Ricordo quando dicevano ad An di togliere la fiamma. Da una parte il dibattito non mi appassiona, d'altra parte dico che (la fiamma, ndr.) è il simbolo della mia vita" dice il senatore di Fdi Roberto Menia. "Fdi - ricorda Menia - ebbe in concessione la fiamma dalla Fondazione An e lo fece per scelta politica, per rivendicare il legame con la storia della destra. Per quanto mi riguarda lo continuo a considerare il simbolo della mia vita, un simbolo integerrimo che ha dimostrato sempre purezza. Mi rappresentava 40 anni fa e mi rappresenta tuttora".

Zanella: "Fiamma è oltraggio e La Russa fa battute"

"La fiamma esprime la radice e il legame con il passato fascista di Fratelli d’Italia: è dunque un oltraggio alla memoria dei caduti della Resistenza e alla nostra Carta costituzionale ma Ignazio La Russa fa battute”. Così Luana Zanella, capogruppo di AVS alla Camera, sottolineando come "i simboli comunichino significati, condensano senso e contenuti".

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Politica

Camera, question time con 4 ministri: economia, imprese,...

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Rispondono i ministri Ciriani, Urso, Crosetto e Calderone

Camera dei deputati - Afp

Si svolge oggi, mercoledì 20 novembre, alle 15, il question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall'Aula di Montecitorio, a cura di Rai Parlamento. Lo rende noto la Camera. Quattro i ministri che risponderanno alle interrogazioni su economia, imprese, escalation in Ucraina e lavoro.

Le interrogazioni

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, risponde a un’interrogazione - rivolta al ministro dell’Economia e Finanze – sul quadro complessivo delle misure adottate a favore dei lavoratori dipendenti in confronto a quanto previsto per il periodo d'imposta 2022 (Foti – FDI).

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, risponde a interrogazioni sulle iniziative volte ad assicurare la concreta fruibilità per le imprese degli incentivi previsti dal piano “Transizione 5.0” (Peluffo – PD-ODP); sulle iniziative a favore del comparto automobilistico, con particolare riferimento ai piani industriali di Stellantis e all'incentivazione della produzione di veicoli sul territorio nazionale (Grimaldi – AVS); sulla predisposizione del disegno di legge annuale per le piccole e medie imprese (Lupi – NM(N-C-U-I)-M-CP).

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, risponde a una interrogazione sull’impegno militare ed economico a sostegno dell'Ucraina, in considerazione della minaccia di escalation nucleare e dei recenti sviluppi dello scenario internazionale (Faraone - IV-C-RE).

La ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, risponde a interrogazioni sulle iniziative volte a favorire l’inclusione sociale e lavorativa delle donne vittime di violenza, anche mediante forme di sostegno all'indipendenza economica (Tenerini – FI-PPE); sulle iniziative di carattere strutturale per il contrasto della povertà, con particolare riguardo alla situazione dei minori (Ricciardi – M5S); sulle iniziative volte ad evitare effetti discriminatori a danno degli agenti di assicurazione in relazione all'applicazione dell’agevolazione cosiddetta «decontribuzione Sud» (D’Alessio - AZ-PER-RE); sulle iniziative volte a proseguire il percorso di rilancio dei cosiddetti fringe benefits (Nisini – Lega).

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