Gaza, Hamas: “100 morti in raid su scuola”. Israele: “Era nascondiglio terroristi”
L'edificio era utilizzato come rifugio per gli sfollati. Hamas: "Grave escalation". Usa: "Profondamente preoccupati per le vittime civili a Gaza". Egitto: "Attacco mostra che Israele non ha volontà politica di fermare guerra"
Almeno 100 persone sono state uccise e altre decine sono rimaste ferite in un attacco aereo israeliano contro una scuola di Gaza City, secondo quanto dichiarato da fonti mediche e di sicurezza nel territorio palestinese. L'ufficio stampa del governo controllato da Hamas a Gaza ha dichiarato che l'esercito israeliano ha attaccato la scuola, utilizzata come rifugio per gli sfollati, durante le preghiere del mattino. L'informazione è stata verificata in modo indipendente.
L'esercito israeliano (Idf) dal canto suo ha detto di aver colpito i militanti di Hamas che "operavano nella scuola Al-Taba'een e vicino a una moschea a Daraj Tuffah, che serve come rifugio per i residenti di Gaza City" e che il centro "serviva come nascondiglio per i terroristi e i comandanti di Hamas".
L'esercito israeliano non ha fornito informazioni sulle vittime nella dichiarazione pubblicata su Telegram, ma ha affermato che "sono state prese numerose misure per mitigare il rischio di danneggiare i civili", mentre ha accusato l'organizzazione militante palestinese Hamas di "sfruttare brutalmente la popolazione civile e le istituzioni come scudi umani per le loro attività di terrore".
Hamas: "Grave escalation"
L'attacco alla scuola di Gaza City "costituisce un crimine orrendo e rappresenta una grave escalation di una serie senza precedenti di crimini e massacri nella storia delle guerre", si legge in una dichiarazione di Hamas in cui si legge inoltre che le affermazioni di Israele riguardo alla presenza di un centro di commando del gruppo all'interno della scuola sono false "scuse per colpire civili, scuole, ospedali e accampamenti dei rifugiati, tutti falsi pretesti e bugie smascherate per coprire i suoi crimini".
"Chiediamo ai nostri Paesi arabi e islamici e alla comunità internazionale di rispettare la loro responsabilità e assumere azioni urgenti per fermare questi massacri e fermare l'escalation dell'aggressione sionista contro il nostro popolo e i cittadini senza difesa", conclude la nota.
Israele: "In raid su scuola a Gaza uccisi 19 terroristi Hamas e Jihad"
Nel raid sulla scuola al Tabin di Gaza sono stati uccisi almeno 19 "terroristi" di Hamas e della Jihad islamica. Israele reagisce con questi numeri alla nuova ondata di indignazione internazionale per l'attacco nel quale, secondo fonti della Striscia, sono morti almeno un centinaio di civili, tra cui undici bambini.
"Oggi le Forze di difesa israeliane e lo Shin Bet hanno attaccato i terroristi che operavano nel quartier generale situato in una moschea nel complesso di al Tabin", si legge in una nota delle Idf, secondo cui le indagini dell'intelligence "hanno confermato" che "almeno 19 terroristi di Hamas e della Jihad islamica che hanno agito per perpetrare attività terroristiche contro le forze militari israeliane e contro lo Stato di Israele". Il comunicato diffuso contiene i nomi e le foto dei 19 "terroristi".
Secondo "varie indicazioni di intelligence" c'è "un'alta probabilità" che nella scuola al Tabin di Gaza colpita nel raid di stamattina ci fosse il comandante della Brigata dei Campi Centrali della Jihad islamica, Ashraf Juda. A renderlo noto è il portavoce delle Idf, Daniel Hagari, secondo cui non è ancora chiaro se Juda sia rimasto ucciso nell'attacco. "Nelle ultime settimane, la nostra intelligence ha monitorato da vicino una struttura militare attiva di Hamas e della Jihad islamica, dove operavano circa due decine di militanti di Hamas e della Jihad islamica - ha riferito Hagari in un video -. I nomi di 19 di questi terroristi che operavano nel complesso sono stati pubblicati. Abbiamo anche indicazioni di intelligence che il terrorista Ashraf Juda, comandante della Brigata dei Campi centrali della Jihad, si trovava nel complesso".
Secondo il portavoce delle Idf, "dopo aver ricevuto informazioni chiare sulla minaccia rappresentata da questi terroristi e in conformità con il diritto umanitario internazionale, abbiamo adottato numerose misure per mitigare il rischio per i civili, tra cui l'uso della sorveglianza aerea prima dell'attacco e la scelta di munizioni molto precise per evitare vittime civili".
Usa: "Preoccupati per vittime civili a Gaza, chiesti a Israele altri dettagli"
Gli Stati Uniti si dicono "profondamente preoccupati per le notizie di vittime civili a Gaza". Dopo l'attacco israeliano contro una scuola, si legge in una nota del portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, "siamo in contatto con le nostre controparti israeliane, che hanno dichiarato di aver colpito alti funzionari di Hamas, e chiediamo ulteriori dettagli". "Sappiamo che Hamas usa le scuole come luoghi per riunirsi e operare, ma abbiamo anche detto ripetutamente e coerentemente che Israele deve prendere misure per ridurre al minimo i danni ai civili". "Piangiamo ogni palestinese morto in questo conflitto, compresi i bambini, e troppi civili continuano a essere uccisi e feriti. Questo sottolinea l'urgenza di un cessate il fuoco e di un accordo sugli ostaggi, per raggiungere il quale continuiamo a lavorare instancabilmente", conclude la nota.
Usa sbloccano 3,5 miliardi di aiuti militari per Israele
Intanto l'amministrazione Biden ha sbloccato 3,5 miliardi di dollari che Israele potrà usare per armi ed equipaggiamento militare, fondi che erano stati approvati mesi fa dal Congresso. Lo rivela la Cnn, citando fonti informate della notifica inviata dal dipartimento di Stato al Congresso riguardo all'intenzione di inviare gli aiuti che fanno parte del pacchetto da 14,1 miliardi in favore di Israele approvato lo scorso aprile. I fondi, che arrivano in un momento in cui continua a salire la tensione tra Israele e l'Iran, permetteranno a Tel Aviv di acquistare armi dagli Stati Uniti attraverso il Foreign Military Financing program.
Media: "Funzionari Amministrazione Usa attesi nella regione"
Funzionari dell'Amministrazione Biden pianificano missioni in Medio Oriente per la de-escalation nella regione e per arrivare a un accordo su un cessate il fuoco e sul rilascio degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza. Lo riferisce Axios secondo cui il consigliere del presidente americano Joe Biden per il Medio Oriente, Brett McGurk, è atteso al Cairo all'inizio della prossima settimana per colloqui con funzionari egiziani e israeliani che portino alla definizione della gestione della sicurezza al confine tra la Striscia e l'Egitto. E il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha detto ieri al ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, di valutare una missione in Medio Oriente per la prossima settimana. Entrambi i viaggi potrebbero però saltare in caso di escalation.
Intanto prosegue il lavoro di Usa, Egitto e Qatar, che continuano la mediazione tra Israele e Hamas prima dei negoziati previsti per il 15 agosto, in un luogo ancora da definire tra Il Cairo e Doha. E' un'occasione "ora o mai più" per un accordo, dicono funzionari israeliani. Il capo della Cia, William Burns, dovrebbe guidare la delegazione Usa ai negoziati ed essere quindi in Medio Oriente la prossima settimana. Al contempo Usa e alleati continuano il pressing su Iran e Hezbollah affinché non diano seguito alle minacce a Israele, accusato per l'uccisione, il 31 luglio a Teheran, dell'ormai ex capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, e per un comandante di Hezbollah ucciso il giorno prima a Beirut.
Tajani: "Attacco scuola inaccettabile, Israele rispetti diritto umanitario"
"È assolutamente inaccettabile il bombardamento di una scuola a Gaza che ha provocato tante vittime innocenti" scrive su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Chiediamo a Israele il rispetto del diritto umanitario. È per proteggere i civili che chiediamo l'immediato cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas".
Egitto: "Raid scuola mostra che Israele non ha volontà politica di fermare guerra"
Il "deliberato assassinio" di palestinesi disarmati durante il raid oggi contro la scuola a Gaza City, usata come rifugio per gli sfollati, mostra che "Israele non ha la volontà politica" di mettere fine alla guerra a Gaza. E' quanto ha dichiarato con una nota il ministero degli Esteri egiziano. Il raid è arrivato dopo che Israele ha accettato l'appello rivolto da Egitto, Stati Uniti e Qatar per un round conclusivo dei negoziati per raggiungere un accordo per il cessate il fuoco, fissato per il 15 agosto.
Il fatto che Israele "commetta questi crimini in larga scala, come l'assassinio deliberato di civili ogni volta che gli sforzi dei mediatori si intensificano, è la prova definitiva della mancanza di volontà politica di mettere fine a questa guerra brutale". Al contrario, prosegue la nota del ministero egiziano, Israele "persiste" nel provocare "la continua sofferenza umana dei palestinesi sotto il peso di una catastrofe umanitaria internazionale che il mondo è incapace di fermare".
Nonostante questo l'Egitto riafferma l'impegno diplomatico per "garantire l'ingresso di aiuti umanitari con diversi mezzi e lavorare per arrivare ad un cessate il fuoco, a prescindere da quanto sia difficile o da quanti ostacoli vi siano".
Onu: "Inorridita da escalation"
Nelle ultime settimane, gli attacchi alle scuole da parte di Israele sono diventati molto più frequenti, con Israele che ha preso di mira sette plessi scolastici, rileva l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani. In un rapporto di questa settimana, le Nazioni Unite affermano di essere “inorridite” dall’escalation. I gruppi per i diritti umani affermano che ci sono prove che Israele non sta facendo abbastanza per distinguere i civili dai combattenti a Gaza, dove la guerra, che dura da mesi, ha ucciso 40mila persone. Il ministero della Sanità di Gaza non fa distinzioni tra civili e combattenti nel bilancio, ma afferma che la maggior parte dei morti sono donne e bambini.
Josep Borrell si dice "inorridito per le immagini della scuola trasformata in rifugio a Gaza colpita da un raid israeliano". "Almeno dieci scuole sono state colpite nelle scorse settimane, non c'è giustificazione per questi massacri, siamo sgomenti per questo terribile bilancio di morti", aggiunge su X l'Alto rappresentante della Ue per la politica estera. Nel post Borrell condanna anche "l'opposizione del ministro Smotrich, contro l'interesse del popolo israeliano, all'accordo. Un cessate il fuoco - conclude - è l'unico modo per fermare l'uccisione dei civili e assicurare il rilascio degli ostaggi".
Dal 4 luglio scorso Israele ha condotto 21 raid contro scuole nella Striscia di Gaza, usate come rifugio dagli sfollati, ha denunciato l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. Secondo l'agenzia dell'Onu, gli attacchi di quest'ultimo mese hanno ucciso 274 persone, "tra cui donne e bambini", e, "nonostante l'esercito israeliano dichiari di prendere tutte le misure possibili per evitare danni ai civili", i continui attacchi a queste aree "dove le popolazioni sono costrette a spostarsi, e il "consistente e prevedibile impatto sui civili suggeriscono una violazione" del diritto internazionale umanitario.
L'Alto commissariato per i diritti umani sottolinea che questi "attacchi sistematici" alle scuole arrivano in un momento in cui "il 90% della popolazione di Gaza è stata sfollata, mentre l'esercito israeliano continua a bombardare edifici residenziali e a limitare l'ingresso e la distribuzione di assistenza umanitaria". "Israele, in quanto potenza occupante - conclude l'Onu - è obbligato a garantire alla popolazione che ha sfollato con la forza i bisogni umanitari di base, compreso un rifugio sicuro".
La condanna della Francia
La Francia "condanna con la massima fermezza il raid israeliano" che ha colpito ieri la scuola di Al Tabeen a Gaza City. "Da diverse settimane - si legge in una nota del ministero degli Esteri - gli edifici scolastici vengono ripetutamente presi di mira, con un numero intollerabile di vittime civili". Il Paese d'Oltralpe "ricorda" a Israele "il rispetto del diritto internazionale umanitario", ribadendo l'appello alla "liberazione senza condizioni né rinvii di tutti gli ostaggi" trattenuti nella Striscia di Gaza e a "un cessate il fuoco immediato di fronte all'emergenza umanitaria a Gaza".
Hezbollah rivendica lancio droni esplosivi contro il nord di Israele
Hezbollah ha rivendicato il lancio di droni esplosivi contro il nord di Israele. Il gruppo libanese sostiene di aver preso di mira la base Michve Alon delle forze di difesa israeliane (Idf), che sarebbe usata come deposito di munizioni, e questo per rappresaglia all'attacco di ieri nei pressi di Sidone, dove è stato ucciso un importante membro di Hamas.
Esteri
Trump firmerà ritiro da accordo Parigi su clima il giorno...
Lo hanno rivelato al Wall Street Journal fonti a lui vicine. Il tycoon vince anche in Arizona e arriva a 312 grandi elettori
Donald Trump firmerà l'ordine esecutivo per il ritiro dall'accordo di Parigi sul clima il 20 gennaio, giorno del suo nuovo insediamento alla Casa Bianca. Lo hanno rivelato al Wall Street Journal fonti vicine al presidente eletto, ricordando che Trump si era già ritirato dall'accordo nel 2019 durante il suo primo mandato e che il suo successore alla Casa Bianca, Joe Biden, aveva aderito di nuovo all'intesa con un ordine esecutivo firmato nel giorno del suo insediamento.
Trump vince anche in Arizona
Trump intanto 'conquista' anche l'Arizona e arriva a 312 grandi elettori, ben oltre i 270 necessari per la vittoria e contro i 226 di Kamala Harris. Con gli 11 voti elettorali dell'Arizona, che nel 2020 andarono a Biden, Trump ha vinto in tutti e sette gli 'swing states'. I media Usa hanno dichiarato The Donald vincitore in più della metà dei 50 stati, compresi Georgia, Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, che alle precedenti elezioni votarono per i democratici.
"Mike Pompeo e Nikki Haley non faranno parte della mia Amministrazione"
Il presidente eletto ha comunicato che Mike Pompeo e Nikki Haley non saranno chiamati a far parte della sua seconda Amministrazione. "Non inviterò l'ex ambasciatrice (all'Onu) Nikky Halei, né l'ex segretario di Stato (ed ex direttore della Cia) Mike Pompeo a unirsi all'Amministrazione Trump, attualmente in fase di formazione", ha scritto nella notte il tycoon in un post su Truth. "Ho apprezzato molto il lavoro fatto con loro in passato e desidero ringraziarli per il servizio reso al nostro Paese", ha aggiunto nel post che si conclude con lo slogan "Make America Great Again".
Esteri
Amsterdam, scontri con la polizia al corteo pro-Palestina:...
I manifestanti sostengono che siano stati i tifosi del Maccabi a provocare gli scontri di giovedì scorso
Almeno un centinaio gli arresti tra i manifestanti pro-Palestina che hanno partecipato a un corteo non autorizzato a piazza Dam, nel centro di Amsterdam. La protesta era stata organizzata per denunciare i comportamenti dei tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv in occasione della partita con l'Ajax di giovedì scorso. I manifestanti sostengono che siano stati i tifosi del Maccabi a provocare gli scontri, intonando slogan anti-arabi e deturpando bandiere palestinesi nei giorni e nelle ore precedenti alla partita.
Gli agenti hanno circondato i manifestanti con un cordone e hanno confiscato bandiere e tamburi, prima di arrestare almeno un centinaio tra i partecipanti. I fermati sono stati fatti salire sui furgoni e allontanati dalla piazza. La polizia olandese ha spiegato in un messaggio pubblicato su X che “i manifestanti che si sono rifiutati di lasciare piazza Dam sono stati arrestati per non aver rispettato il divieto di manifestare”. La protesta era stata vietata dal sindaco della città, Femke Halsema, che ha sospeso tutte le manifestazioni fino a domani.
Secondo il giornale olandese 'Parool', il divieto non ha impedito a circa 200 persone di riunirsi in piazza Dam per chiedere il rilascio delle quattro persone arrestate per gli scontri di giovedì. I manifestanti hanno esposto striscioni contro i sostenitori del Maccabi. “Hooligans, ecco cosa sono”, recitava uno di questi.
Esteri
William e la ‘svolta sociale’ della monarchia,...
Le parole a margine della visita in Sudafrica e al termine di quello che lui stesso ha definito "l'anno più difficile della mia vita"
Il Principe William ha dichiarato di sperare in un'evoluzione più sociale e filantropica della monarchia, che possa svolgere le sue funzioni "reali con una 'r' minuscola". Le sue parole sono arrivate a margine della visita in Sudafrica e al termine di quello che lui stesso ha definito "l'anno più difficile della mia vita", con la moglie Kate e il padre Carlo in cura per il cancro.
Durante la sua visita in Sudafrica, il Principe di Galles ha in diverse occasioni ribadito di volersi discostare dalla tradizione. Come riporta il Guardian, fatta eccezione per l'incontro a Città del Capo con il Presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, William è sempre stato visto in abiti casual e occupato da impegni perlopiù informali. “Posso solo descrivere quello che sto cercando di fare e cioè cercare di farlo in modo diverso e per la mia generazione - ha dichiarato a chi gli faceva notare il tono inusuale della sua visita -. Sto facendo la vita 'reale' con la 'r' minuscola se volete, è forse un modo migliore per dirlo”.
Il Principe William ha detto di essere attualmente dedito alla “filantropia d'impatto, alla collaborazione, alla condivisione e all'aiuto alle persone”. “Ci aggiungo anche l'empatia, perché tengo molto a quello che faccio. Aiuta ad avere un impatto sulla vita delle persone... e credo che ci vorrebbe una leadership più empatica in tutto il mondo”. A questo proposito, ha parlato a lungo della sua ultima battaglia per aiutare i senzatetto, recentemente anche protagonista di un documentario su Itv.